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Diario del 7 febbraio Hot

Diario del 7 febbraio
Anche questa mattina due homeless mi aspettano davanti alla vetrina. No, non vogliono comprare un disco, dormono, uno a destra e uno a sinistra. Solito calcio alla vetrina e urlo "Devo entrare!". Quello a sinistra si alza velocemente e raccatta le sue cose, quello a destra non è molto d'accordo, "Cosa vuoi? Tu hai casa, noi no. Noi dormiamo qui". Non è il solito africano dei "biscotti", questo è rumeno e molto meno accondiscendente a lasciare il posto. Alla fine si alza, continuando a borbottarmi contro, e con una certa calma toglie i cartoni, le bottiglie di vino (vuote) e alla fine mi propone una tregua "Ci paghi il caffè?", io "Con quello che mi hai detto direi di no", lui (memoria lunga) "Anche l'altra volta mi hai detto di no" (mesi fa), io "Va bene ve lo pago, ma la prossima volta mettetevi davanti alla vetrina di Outsider, dovresti saperlo che lei apre alle dieci, mentre io arrivo alle otto e mezza", lui mi indica una calza dentro il vaso dei vicini "No, vedi, c'era quel negro di merda (sempre lui, il mio gentile amico dei biscotti)". "Divide et impera" era un motto degli antichi romani e vale sempre, così come la conseguente guerra tra poveri. Per il barbone rumeno il nemico non è il ricco, ma il migrante africano che gli ha fregato il posto davanti alla vetrina dove si può stare un'ora di più a dormire alla mattina.

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