Diario del 4 aprile
Un lunedì al mese, non sempre lo stesso, facciamo il pranzo sociale. Una consuetudine iniziata due anni fa su invito del nostro miglior cliente del basso Piemonte; quella prima volta eravamo in tre, io e Dario più Claudio (il bassopiemontese), in seguito si sono aggiunti altri, l'Amico Maurizio, Roberto G (protagonista di una giornata del Diario come spiegato sotto), Gianni Reba e il Geometra (entrambi una sola volta), il prof. Davide (altro novese, ma ormai trasferitosi in Liguria, a Moneglia).
All'ultimo pranzo sociale eravamo in sei, i primi cinque più Davide, assente ingiustificato nei due appuntamenti precedenti. Le discussioni non vertono solo sulla musica, ma toccano vari campi, con una predilezione per il cinema: Dario, Claudio, Roberto e Davide sanno tutto sui film horror e sono specialisti nelle peggiori puttanate che sono apparse sugli schermi, in questo io e Maurizio siamo tagliati fuori e, mentre gli altri parlano, pensiamo a mangiare i manicaretti del nostro oste preferito (il vicino Rustichello). A volte le discussioni si fanno accanite, ad esempio sull'appartenenza o meno di un gruppo al genere prog (idee diverse tra Claudio e Maurizio) o sulla definizione di un locale come "discoteca" (secondo Claudio sono degni di questo nome solo quelli piemontesi, mentre quelli genovesi si possono definire al massimo club, suscitando l'ira di Maurizio "ma cosa dici io andavo al Betatron quando avevo 18 anni, negli anni 70"); in questi casi il clima si fa infuocato e si arriva a un duello all'ultimo sangue, anzi, no, scusate, all'ultimo... limoncello.
Oggi il discorso è caduto sul famoso episodio in cui è rimasto coinvolto Roberto, colpito all'entrata della scuola da una pallottola in una battaglia tra gruppi extra parlamentari settantini, salvato però dalla deviazione del vinile di Pictures at an Exhibition di Emerson, Lake & Palmer, che ha impedito che venisse toccato il cuore. Io gli dico, "Tu dovresti essere il più addolorato per la morte di Emerson", un urlo mi interrompe, "COSA DICI? Emerson non è morto?", è Davide, gli confermiamo la triste notizia (ormai vecchia di qualche settimana, sorpassata da altri decessi celebri: è un anno così), ma lui rimane incredulo, "E' uno dei miei idoli, lo avrei saputo, del resto il TELEVIDEO non lo ha scritto"; il boato questa volta è quello delle nostre cinque risate, che lo sommergono, "Il televideo, ma Davide dove vivi? A Moneglia arriva così in ritardo il segnale?" Da quel momento qualsiasi argomento venisse fuori, si finiva sempre con una domanda a Davide, "Ma il televideo lo ha detto?".
p.s. Chi vuole aggiungersi al pranzo sociale può farlo, non fatevi illusioni però, ormai siamo passati a un pagamento più democratico, alla romana.
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