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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario da Agosto a Dicembre 2014
 

Diario da Agosto a Dicembre 2014 Diario da Agosto a Dicembre 2014 Hot

locandaDiario del 7 agosto
Dopo dieci anni di solitudine (un decimo di Gabriel García Márquez), da domani non sarò più solo in negozio! Entra ufficialmente un nuovo aiutante, bravissimo, sa tutto di tutti i generi di musica, anche quelli che non gli piacciono, ha esperienza di negozio di dischi più che decennale. Un difetto ce l'ha, è troppo gentile, ma penso che impiegherà poco a capire come deve (e vuole) essere trattato il cliente abituale di Disco Club, anzi forse lo ha già capito, visto come si è presentato....

Diario del 1 settembre
Finisce agosto e col primo lunedì di settembre ci aspettiamo un rientro in massa dei clienti giramondo. Alle 8:30 apro e non faccio in tempo ad accendere le luci e a sistemarmi dietro il banco, che sento una voce tremolante e un po' balbuziente chiedere, "Il negozio è aperto?"; mi sembra di riconoscerla, anche se non la sento da un po', ah sì, è lui, Quasimodo, chissà da quanto mi aspettava nel suo solito angolo; rivolto alla voce invisibile, indico con la mano, a lui invisibile, l'orario sulla porta, "Apriamo alle nove". Resiste dieci minuti, poi fa capolino sulla porta, "Scuusi, puuò daarmi un diisco?", "Quale?", "In vetrina ho viisto l'ultimo live dei Rolling in vinile, non si vede il prezzo", "E' molto caro", con un sorriso di sufficienza lui "Sì, va be'.." e lo dice come se per lui non ci fossero problemi (in genere non va oltre gli 8,90€), lo freddo con "Ottantacinque euro", gli occhi gli si appannano, deve fare un rapido (si fa per dire) calcolo di quanti pacchetti di sigarette gli escono fuori con quella cifra, e vira sul dvd (pur sempre il doppio della sua spesa normale).

Appena esce squilla il telefono, "Ciao Giancarlo sono Andrea", non ci credo finalmente si è ricordato il mio nome, ma lui continua "C'è Marcello?", no, non si ricorda il mio nome, lo assecondo, "Sono io- e anticipo la sua richiesta- non è arrivato niente dei Duran Duran", "Ah, va bene, allora ti chiamo venerdì", non è vero, mi chiamerà domani e dopodomani e così via tutti i giorni, venerdì compreso. Poso, ma il telefono squilla nuovamente, leggo sul display "Ottavio": i giramondo non so se sono tornati, i rompipalle sì.

Diario del 5 settembre
Quadrupedi all'ordine del giorno. Incomincia un signore che chiede a Dario "Non riesco a trovare una canzone di Sergio Endrigo, la cerco da tempo, ma nessuno sa dirmi in quale disco si trova. S'intitola 'Un cavallo nella testa'. Lo avete?". Dario fruga nella sua testa di tuttologo musicale, il titolo gli dice qualcosa e alla fine si ricorda di una compilation degli anni '60 di Red Ronnie, cerca su youtube e trova la canzone, ma c'è un piccolo problema: a cantarla non è il "triste" Endrigo, bensì "l'allegro" Gianni Pettenati. Il cliente ci sorprende, "Ah, sì, non ero sicuro del cantante (ma come? Non era da anni alla ricerca di un pezzo di Endrigo?). Lo avete?", "Un album con questa canzone non si trova", dice Dario, ma l'altro lo blocca, "Non mi interessa l'album intero, voglio solo la canzone. Me la può scaricare?". L'ho già detto a Dario che deve essere meno gentile.
Prosegue U Megu. Entra con uno dei suoi annuari in mano, "Finalmente oggi mi è arrivato il libro della storia del Magnacavallo", "Magnacavallo??? Cos'è?", "Un paesetto vicino a Mantova. Ha una squadra che gioca in seconda o terza categoria, ha la maglia bianco/rossa tipo la Croazia e", "E niente, Megu (lo interrompo un po' brutalmente); non ce ne frega niente del Magnacavallo. Vallo a raccontare a qualcun altro". Non se lo fa dire due volte; esce, becca fuori Marco di Ronco e riparte con la storia del Magnacavallo. Il risultato non è migliore, anche Marco lo blocca con "Non me ne frega niente del Magnacavallo!".
Conclusione telefonica. Lo lascio squillare a lungo, infine lancio il solito "Discooocluuub", "Ah, bene, allora non ho sbagliato, l'ho scritto su un foglietto", non capisco bene cosa intenda, ma ancora meno capisco la richiesta, "Avete il sistema di canto vaccai?". Mi sta prendendo in giro? Avrà mica letto il Diario? Come cavolo cantano i bovari che portano al pascolo le vacche? Rispondo con un secco "No" e poso. Incuriosito cerco su google; sono proprio ignorante: Nicola Vaccaj (con la J e non la i) ha scritto qualche secolo fa un metodo pratico di canto, insomma i bovari non c'entrano.

Diario del 8 settembre
Quando c'è la Fiera del disco usato, il valore dei soldi cambia. Sabato il Mandrogno si presenta in negozio tutto fiero del suo acquisto, "Guarda, è un disco di jazz italiano di fine anni '60. L'ho pagato solo duecento euro (ecco il cambio di prospettiva, normalmente mi chiede lo sconto anche per venti euro) ed è anche sigillato". Il Pluriespulso lo sente e mi si avvicina per non farsi sentire dal Mandrogno e sussurra, "Quello pensa sempre di fare gli affari solo lui, è il più furbo, pensa, e invece è un tonno, non ha ancora capito che i vinili li sigillano adesso per fargli credere che sono nuovi e lui ci casca. Tra l'altro non li spenderei mai quei soldi per in disco". Oggi, come tutti i giorni, riecco il Pluriespulso. Entra fregandosi le mani (lo fa sempre quando aspetta qualche uscita importante), "Allora Gian, il cofanetto dei vinili mono dei Beatles ti arriva domani?", "Sì", "Quanto me lo metti?", "Più di quattrocento euro", altra sfregata di mani "Mi raccomando tienimelo". Certo 430 euro per un cofanetto non sono niente e cosa importa se Carletto quei vinili mono li ha già in edizione originale comprati all'epoca, li ha stereo originali e ristampe, li ha in cd stereo e mono.
A proposito del Mandrogno, anche lui torna oggi. Sabato ha visto nel nostro reparto usato un vinile dei May Blitz, è una stampa originale e costa 150 euro. Lui offre cento e oggi torna per concludere l'affare, nonostante che Dario gli avesse detto che 150 è il prezzo minimo. Trova però una sorpresa, il vinile lo ha comprato U Megu (per lui un ulteriore sconto di dieci euro). "Come mai lo hai comprato?", chiedo a U Megu, "Perché non ce l'avevo, non è che mi interessasse molto, ma l'ho preso per fare un dispetto al Mandrogno, pensa sempre di essere il più furbo". L'Asilo Disco Club ha riaperto.

Diario del 9 settembre
Il libro del Diario sta diventando davvero protagonista e non solo in negozio. Vi ho già detto come il Pluriespulso, U Megu e anche Capitan Achab abbiano già autografato parecchie copie del libro. Oggi però proprio il Pluriespulso tutto gongolante, ci racconta quello che gli è successo sull'autobus: "Mi sono seduto di fronte a una ragazza, che stava leggendo un libro, ogni tanto ridacchiava e a un certo punto le è caduta la borsa che mi impediva di vedere che cosa leggesse. Non ci crederai, era il Diario. L'ho guardata e mi è scappato un sorriso, lei allora si è giustificata 'Parla della vita in un negozio di dischi, ci sono dei personaggi divertenti', 'Lo so, io sono il protagonista principale', 'Lei?', 'Sì, guardi, c'è anche la mia caricatura'; lei la cerca e mi riconosce. Sai cosa ha voluto? Il mio autografo".
"E avevi la penna in tasca?", "No, me l'ha data lei, adesso però me la porto dietro, non si sa mai...".
Se lo viene a sapere U Megu, sull'autobus punterà, non solo le "controllori" in divisa, ma anche le ragazze col Diario di Disco Club, la penna ce l'ha già nella borsa.

Diario del 10 settembre
Ci risiamo con le vecchie signore raffinate e sussiegose. La prima arriva da fuori Genova e parte subito con la sua richiesta, "Cerco una canzone che hanno fatto tutti, deve essere di musica classica, ma non so di chi è, provo a cantarvela", e infatti, molto ispirata, canticchia un qualcosa di poco comprensibile. Alziamo subito bandiera bianca, ma lei non si rassegna, "E' impossibile che non la conosciate. E' famosissima, l'hanno fatta solo suonata o anche cantata. Mio figlio sa chi è l'autore, ma non me l'ha voluto dire, allora sono venuta da voi (simpatico il ragazzo, anche se, guardando la signora davanti a me, non deve essere nemmeno più tanto ragazzo). Finalmente con un ultimo sforzo ci dà un indizio, "L'ho sentita nel film Il padre della sposa". Mi attacco a youtube e finalmente ecco il titolo "Canon in D" di Johann Pachelbel. "Sì è questa, ma io non vorrei la versione classica, ma quella suonata con la chitarra elettrica", non me la sento di lanciarmi in altre ricerche, la spedisco da Feltrinelli, "All'ultimo piano c'è un signore coi capelli bianche che è un esperto, provi da lui".
Ecco la seconda, più signora, più sussiegosa, più raffinata, ma soprattutto innamorata di Bollani (già protagonista del Diario). Quando la vedo entrare, le sbatto davanti il nuovo cd del suo jazzista preferito, "Non sapevo che fosse uscito, lo prrendo subito (ha anche la erre un po' alla francese o alla parmigiana, molto raffinata)". In quel momento entra un giovane, "Mi sono appena diplomato al conservatorio in sassofono, posso attaccare un volantino, do lezioni private", la vecchia signora esulta e gli si avventa contro, "Complimenti e auguri per la sua carriera, quale sax suona, so che ce ne sono di due tipi", "Veramente sono quattro, io per ora ne suono due", "Bravo!! E...". E... non so cosa, perché mi attacco al computer per fare gli ordini e non seguo più i loro discorsi, mentre lei fa shampoo, messa in piega e permanente al malcapitato. Alla fine se ne va e ci lascia con "Vi ringrazio, mi avete regalato cinque minuti bellissimi".

A proposito gli Aphrodite's Child (come ha fatto notare Dario) sicuramente l'hanno sentita quando hanno fatto la loro Rain And Tears

Diario del 11 settembre
Un'anziana signora la settimana scorsa mi ordina, per regalarlo a un'amica, il Bolero di Ravel, "Non lo voglio in cd, ma di quei dischi vecchi neri"; gliene ordino uno, "Mi raccomando inciso bene" ha detto lei e infatti tale è questo e inevitabilmente abbastanza caro. Ieri viene a ritirarlo e lo guarda un po' perplessa, "Ma, è sicuro che sia un 33giri?". Oggi capisco la sua perplessità, mi telefona, "Scusi, ma la copertina del disco che mi ha dato mi sembra troppo grossa rispetto al giradischi che ha la mia amica; il disco dentro è più piccolo?", "No", "La mia amica ha tutti dischi di 17,8 centimetri, come fa a stare sul suo apparecchio questo?", mi assale un atroce dubbio, "Ma la sua amica non è che abbia un mangiadischi?", "No, no, ha un Nelsen", "Non dico la marca, ma come è fatto", "Gliel'ho detto, ha un Nelsen". Belin ma cos'è questo Nelsen, io conosco solo Nelsen piatti, lei continua, "Aspetti, vado a prendere il centimetro e misuro il disco che mi ha dato e poi la richiamo". Cerco di bloccarla, ma ormai ha già posato. Prova a richiamarmi due o tre volte, faccio finta di non sentire, inutile, mi chiama sul telefonino, "Discooocluuuub", "Oh, meno male, non riuscivo più a chiamarla; ho misurato il vinile del Bolero è più di 30 centimetri", "Se lei non avesse posato glielo avrei detto io quanto misurava", "Sì, ma ho misurato anche il piatto dove si posano i dischi, è 28 centimetri. E' sicuro che ci stia?", "Provi", "Non volevo aprirlo, altrimenti lei non me lo cambia", "No signora, lo provi pure tranquillamente, intanto non glielo cambio in tutti i casi. Buongiorno".

Diario del 12 settembre
"Signor Balducci lei non mi conosce ma L. (mia nota: un mio cliente) sì. Sono una vecchia signora, quindi perfetta per lei, con tanti dischi neri, si ricorda quelli piccini e quelli grossi? Devo liberarmene, con profondo dolore ma devo, interessa l'articolo?", questo è il primo messaggio che ricevo questa mattina e inevitabilmente penso che l'amico L. abbia voluto farmi uno scherzo, con riferimento al Diario di ieri. Invece no, mi rendo conto che è reale, la signora esiste veramente e le chiedo scusa per l'equivoco. Problemi di spazio la costringono a rinunciare agli amati vinili. Il fatto è che la paura di finire sul Diario condiziona il comportamento di qualche cliente, ma altrettanto succede a me, che spesso non capisco se quello che ho davanti mi stia prendendo in giro o se dica sul serio. Anche oggi entra un vecchio cliente, già dagli anni '70, e a sorpresa mi chiede, "Hai l'ultimo di Moreno?", lo guardo a bocca aperta, perché è uno dei maggiori fan dei Beach Boys e, nei tempi passati, dei Chieftains. Lui vede il mio stupore e, ridacchiando, tira fuori dalla borsa il Diario, "L'ho letto qui, ecco perché te l'ho chiesto"; la mia sorpresa si raddoppia, "Dove l'hai preso? Qui non vieni da qualche mese", "Dall'edicola di via Fieschi. L'ho comprato ieri e sono già a più di metà. Se avessi saputo prima del tuo Diario, avrei fatto qualcosa di eclatante, così ci finivo anch'io". Tocca a me sorprenderlo, "Ci sei, tranquillo ci sei", e tocca a lui guardarmi attonito, "Io?", "Sì, quella volta, quasi trentanni fa, che hai preso una testata tremenda nella serranda". Non capisco come la prenda (non la testata, la mia rivelazione), ma alla fin fine, mi sembra lusingato (non incavolato come la sera della craniata).
La conclusione della giornata tocca, come quasi sempre, a Ivano, "Ciao luna spigata (mia nota: sarei io), la mamma continua ad insultarmi, oggi mi ha detto che sono impelagato. La smetterà mai?", un cliente lo rassicura, "Tranquillo tutto passa", e lui, "Tutto tranne Gian: è immortale", poi però aggiunge, "Gian è durato fin troppo". Grazie Ivano.

Diario del 16 settembre
Oggi dovrei parlare a tempo pieno del libro del Diario. Ieri il Secolo XIX gli ha dedicato una mezza pagina ed è incominciata una processione, per fortuna molti lo hanno comprato, altri sono venuti a complimentarsi, altri a vedere chi c'era dietro la cassa, "Ci sei sempre tu?", "Io non mi sono mai mosso di qui negli ultimi trentanni; tu piuttosto dov'eri finito?". Uno entra e "Complimenti ho letto l'articolo. Le è arrivato il nuovo di Ligabue?", "Veramente non è uscito niente", "Ma, io ho letto... Va be', e quello di Antonacci?", "E' uscito all'inizio dell'anno". Mi guarda perplesso e se ne va non molto convinto; è chiaro che pensa, "Ma che cavolo hanno scritto quelli del Secolo, questo non sa niente".
Più simpatica una giovane, "Da quel che ho letto, penso di essere nel posto sbagliato, ma ci provo anche se mi vergogno, ma me lo ha chiesto la mia nipotina; avete il cd di Violetta 'Concerto'?". "Ti sorprendo, ma ce l'ho", sposto il librone di Mick Jagger che cela lo scaffale della vergogna e oplà ecco lì Violetta.
Conclude un simpatico gnomo cicciottello (1,55 cm x 110 kg), calzoncini corti a lasciare scoperte due gambette paffute; si aggira per il negozio, insensibile ai miei tentativi di essergli utile "Cerca qualcosa di particolare?", la risposta è una specie di sbuffo. Infine si ferma, mi indica una rivista con in copertina Greg Lake, "E' quello di ELP?", "Sì", "Lo sa che Emerson cadde da una Palmer dentro un Lake e non riemerse più". Dopo questa rivelazione se ne va e, straordinario, inforca una bici che aveva posteggiato fuori dal negozio e pedala contento lungo i portici.

Diario del 19 settembre
La mattina la passo in vetrina. No, non è che mi sia esposto io (non sarebbe stato un grande successo), ma ho dovuto fare tutta la vetrina, come mi ero impegnato con gli organizzatori dell'Oktober Fest, dedicata al beat. Decine di 45gg da piazzare in una vetrina costruita per i cd, miracoli di equilibrismo e quasi tre ore di lavoro per riuscirci. "Questo pomeriggio mi riposo, me ne sto seduto sul trespolo", penso. Ed eccolo il pomeriggio. Do il cambio a Dario alle 14:30, a proposito non vi ho ancora dato la notizia del nuovo orario, adesso da martedì a venerdì facciamo orario continuato, anzi fa, sì perché nell'intervallo troverete Dario, l'ho fatto per il suo bene, così salta qualche pasto e dimagrendo l'anno prossimo riuscirà ad entrare anche lui nella vetrina (intendiamoci anche lui non per esporsi). Telefono, "Discooocluuuub", "Buongiorno sono Tiziano di Verona, volevo dire che ho ricevuto il pacco con i dischi degli Europe che mi avete spedito; volevo ringraziarvi, siete stati gentilissimi e vorrei farvi un altro ordine...", lo stoppo, "Scusa Tiziano, ma oggi non posso...", questa volta è lui a interrompermi, "è uno solo un mini...", è una gara a bloccarsi, io "...non ho aperto il programma, ci sentiamo lunedì", lui deluso, "Ah, bene allora...", "Ciao", e mentre poso sento che sta ancora parlando. Riposo? No entra Mimmo, ritira l'ennesimo cofanetto di Emmylou Harris (questa volta ha costretto Massimo, il mio imbianchino di fiducia, a comprarlo) e mi fa la domanda ricorrente degli ultimi mesi, "Cosa mi dici Gian del cd di Francoise Hardy, che aspetto? Ti hanno detto qualcosa?", "Cosa dovevano dirmi?, "Non so, se arriva", "No, per ora non faccio ordini a questa casa discografica". Ci rimane male, ma si sente in dovere di aggiungere, "Ricordati anche di Polnareff", "Mi ricordo". Nel frattempo è entrato un nuovo cliente, ha già guardato mezzo negozio, sfogliando un espositore dopo l'altro; faccio per avvicinarmi per chiedergli se posso aiutarlo, ma suona il telefono, "Sono Tiziano di Verona, scusi, come si chiama?", "Giancarlo", "Bene Giancarlo, io sono Tiziano (lo dubitavo). Volevo dirti (siamo entrati in confidenza) che, sono proprio uno scemo, quando è arrivato il pacco, mi sono agitato e con le forbici ho rovinato il vinile degli Europe dal vivo in Svezia, la copertina esterna e anche quella interna, però con un pennarello nero ho coperto il graffio di circa quattro centimetri. Cosa dici? Va bene?", proprio bene non va, ma cosa volete che dica? "Se il disco è intero va bene. Giusto?", "Sì, il disco è intero", "Ciao". Anche questa volta lo sento che continua a parlare mentre chiudo la linea. Poso il telefono, alzo la testa: Mimmo. "Gian, solo una cosa; hai segnato Polnareff?", "Segnato dove?", "Sul computer, dove fai gli ordini", "Ti ho detto che questo e la Hardy, li prendo da una piccola casa discografica, non dall'Olanda. Quando mi arriva il catalogo aggiornato, li ordino", "Ah". Ed eccolo il cliente di cui prima, finalmente si avvicina; a dire il vero dovrei dire purtroppo, perché quando apre bocca, mi investe con un alito che tutto si può dire meno che profumato; faccio un passo indietro, ma alle spalle ho gli scaffali, più di tanto non posso, e il tanfo mi colpisce, "Scusi, dove sono i cd di Mina e Ornella Vanoni?", lo respingo verso gli espositori, senza accompagnarlo. Per ora salvo, ma ecco di nuovo il telefono, numero strano, non di un telefonino, per fortuna non è Tiziano; "Discooocluuuub", dall'altra parte qualcosa d'incomprensibile, ripeto, con più vigore, "Discoooocluuuub", sento blaterare una voce femminile, "Sono la mamma di Tiziano (nooooooo). Mio figlio è disperato, ha paura che il suo disco con quel graffio non abbia più valore. Lei cosa dice?". Lo sapessi cosa devo dire a questi due, butto lì, "Certo un po' meno vale (non so bene di che cosa). L'importante è che il disco sia sano", "Allora lo rassicura...", cambio di voce, Tiziano ha strappato il telefono di mano alla mamma, "Giancarlo, allora ha sempre un suo valore? Perché sai, io degli Europe ho dischi per un valore di 16.000,00€, non vorrei che questo non valesse più", "Tranquillo vale, vale, solo un po' meno (di che cosa?)" e riposo (non nel senso che mi siedo sul trespolo, ma che metto giù per la terza volta il telefono). "Scusa Gian", chi è? No, Mimmo! "Dicevo, mi hai aggiunto Polnareff alla Hardy". Lo guardo stanco e rassegnato, e, bugiardamente, rispondo "Sì" e chiudo gli occhi per la stanchezza. Esce e si posiziona col solito gruppo (pluriespulso, elettrico, geometra) davanti alla vetrina. Gli occhi li avevo chiusi, il naso no, e l'alitosi del cliente "di cui prima" mi colpisce, "Scusi, ha qualcosa di un artista francese che facevi pezzi solo suonati, Michel Legrand?". Non so come difendermi da questo attacco, poi mi viene in mente di girarlo a Dario nel reparto usato, "Provi di là, esca e giri a sinistra, magari qualcosa hanno". Va. Tutti fuori. Il telefono no. Rassegnato, rispondo, "Discoooocluuuub". "Gian (in un solo pomeriggio dal lei, al Giancarlo, al più confidenziale Gian), sono Tiziano di Verona. Ho deciso, riordinami il vinile degli Europe, ho rovinato anche il disco, l'ho rigato", "Fatto. Ciao Tiziano", "Grazie, non ti disturbo più e....", e non so, poso.
Fuori, il pluriespulso e Duilio stanno decantando la nostra vetrina beat, una voce li interrompe, "Io, di Emmylou potrei farne dieci vetrine così": è Mimmo. Dentro, ecco di nuovo mister alitosi, "Devo pagare il cd che ho preso di là", e lo dice a non più di 30 centimetri da me. Sopravvivo, "Fin troppo" direte voi; ma quanto ho scritto stasera? Come dice il pensionato trasferitosi ad Acqui, "Passo e chiudo".

Diario del 20 settembre
Il record di Quasimodo è stato demolito. Tabletman è stato protagonista di una prestazione difficilmente eguagliabile. Se Quasimodo si era presentato nel suo angolo preferito prima delle 8:00, Tabletman, quando Piero è arrivato per aprire il bar Verdi (mio vicino da quasi 49 anni) alle 6:30, era già attaccato alla solita colonna dei portici, e chissà da quanto. Il primo ha resistito al freddo invernale, sia pure con la goccia al naso, il secondo assolutamente insensibile ai 27 gradi odierni, con camicia, maglia, giacchetta, giaccone, e capace di stare fermo, in piedi, nello stesso posto per ore: alle 11:15 era ancora lì, non so a che ora se ne sia andato, ma al pomeriggio almeno altre tre ore di "lavoro".
La vetrina beat ha avuto un grande successo, ogni volta che uscivo c'era qualcuno che la fotografava. L'età media è stata un po' elevata, qualche giovane sì, ma molti anziani o addirittura vecchiotti a guardare con le lacrime agli occhi i 45gg di 45 anni fa, "Com'eravamo giovani!" (comprendendo anche me nel "eravamo"). Verso sera poi entrano due mie coetanee, "Le vendete le riviste in vetrina? Vorremmo Giovani, lo compravamo sempre in quegli anni", le devo deludere (altrimenti il proprietario Sergio mi ucciderebbe), "No, sono di un mio cliente, un ex-giovane", loro deluse, ma sorridenti, "Anche noi siamo ex-giovani" (comprendendo anche me). L'amico Francesco, presente alla richiesta, aspetta che siano appena fuori dall'uscio, per battezzarle, "Ex-giovani? Due carampane!" (questa volta io non sono compreso, meno male).
Telefono, "Discooocluuuub", "A che ora chiudete questa sera?", "Alle 19 in punto" (sono un po' monotono (vero?) a precisare tutte le volte "in punto". Lui, "E domani?", "Domani è domenica", "Siete aperti?", "Domani è domenica".

Diario del 22 settembre
Signore di una certa età, "Scusi, ha ancora le vecchie musicassette?", "No", "Eh lo so, ormai non le fanno più nemmeno in casa (?), anche sulle macchine non si trovano più, mettono solo i cd": preferisco non dirgli che sulle auto non mettono più nemmeno i cd, soppiantati da Mp3, bluetooth, iPhone.
Mentre parlo con un amico, entra il bambino degli Iron (ex, ormai sarà quasi un metro e novanta), "Vorrei sapere se ti è arrivato il dvd dei Guns che ho ordinato", al tempo stesso Roberto (l'amico) mi chiede "Che ore sono?", "10:21", l'ex bimbo, entusiasta, "Poco, costa solo 10,21€?".
Ecco un cliente che ogni volta che va dagli amici in Piemonte, mi porta patate, insalata, funghi, castagne, pomodori, a seconda delle stagioni; oggi i pomodori me li chiede, "Hai quel disco con i pomodorini in copertina?", "Una pizza di disco, insomma?", "Ma no, quegli americani degli anni '70". Dario prova con i Little Feat e l'azzecca.
Ricevo un messaggio sul telefonino del negozio da Antonio "qq". Criptico, ma cosa vuol dire?
Davanti alla vetrina due voci; la prima, "Guarda, il disco dei Corvi", la seconda, "Chi sono?", la prima, "Non vedi la copertina? Quello è Shel Shapiro": espertone.
Nella giornata degli equivoci, si inserisce Gianni. Dario gli chiede, "Vieni a vedermi cantare? Giovedì siamo (col suo gruppo, gli Snake Oil) al Cardamomo a Carignano", Gianni, "A che ora?", Dario, "Le dieci", Gianni, quasi scandalizzato, "Di sera???". Effettivamente ha ragione, un bel concerto in un locale di Carignano alle dieci di mattino potrebbe avere un bel successo.
Dopo tante incertezze, finalmente una certezza. Non capivamo come potesse Tabletman passarsi la giornata a smanettare senza che si scaricassero le batterie. Svelato il mistero. Oggi ero sulla porta e vedo che il nostro chiude il tablet e se lo mette in tasca, "Se ne va" penso; invece no, da un'altra tasca (ne ha in abbondanza nelle due giacche che indossa), ne tira fuori un altro, più piccolo, e continua nel suo "lavoro". Più tardi le nostre vedette ce lo segnalano con in mano un telefonino. Insomma ha una vera e propria batteria di strumenti per collegarsi con internet!

Diario del 23 settembre
Telefonata mattutina, "Gian, sono Diego, avvisa U Megu che in via Archimede ci sono due controllori donna". Ecco una nuova funzione del Diario, quella di mutuo soccorso: i lettori, sapute le abitudini dei protagonisti, li aiutano; oggi è toccato a U Megu, magari domani qualcuno consiglierà a l'Uomo Arancione dove trovare qualcosa del suo colore preferito da aggiungere alla sua collezione, o a Quasimodo un porta pacchetti di sigarette multiplo. A proposito di Quasimodo oggi ha fregato l'angolo mattutino a Tabletman, alle 8:10 era lì col suo sacchetto stracolmo, appunto, di pacchetti di sigarette.
Torniamo a U Megu. Qualche sera fa si è presentata in negozio Susan, una giovanissima cliente, con una minigonna vertiginosa. La mattina successiva U Megu mi telefona, "La tua cliente mi ha rovinato; non ho dormito quasi niente e questa mattina mi ritrovo con la schiena a pezzi". Ovviamente riferisco a Susan le conseguenze del suo abbigliamento sul povero uomo. Stasera, quando lui piomba in negozio, gli dico, "Sta arrivando la tua amica"; pensa che lo prenda in giro e ci scherza sopra "Ah sì è, e dove è?", "Eccola!"; manco a farlo apposta in quel momento è arrivata Susan (con minigonna un po' meno inguinale). U Megu si fantozzisce in un attimo, gli si intrecciano le dita e scivola verso la porta, "Ciao, io vado".
L'oscar della giornata spetta a una signora, rivolta a Dario, "Mio marito cerca un cd dei Trilli che cantano Fabrizio De Andrè", Dario è perplesso, ma risponde con la sua solita gentilezza "Non credo che esista signora", lei non si rassegna ed ecco la chicca, "Forse mi sbaglio è De Andrè che cantava le canzoni dei Trilli". Ve lo immaginate Fabrizio che canta "O trilli trilli trilli t'æ ciû musse che mandilli, mandilli no ti n'æ, t'æ ciû musse che dinæ".

Diario del 25 settembre
Oggi non è il solito anziano che entra in negozio, questo è proprio vecchio, appena sotto o sopra i novanta, e anche all'antica, parla solo ed esclusivamente in genovese. Un altro cliente da Trilli? No, mi passa un foglietto, "Ha questo?", leggo, "Louis Armstrong con What A Wonderful World", sicuramente appropriato alla sua età, ma non è così, lui precisa (sempre in genovese), "Io non so nemmeno cosa sia, è per mia nipote". Incarico Dario della ricerca e nel frattempo rispondo al telefono: "Discooocluuuub", voce di un giovane, "Scusa, ma siete sempre nello stesso posto?", "Da quarantotto anni e nove mesi", lui, "Perché non vi trovo". In confronto il vecchietto è lucidissimo. Torniamo a lui. Dario mi sta portando il cd di Armstrong, quando vengo colpito da un "allua?" (allora in dialetto) poderoso e scazzato. E' il novantenne, mi rendo conto che è abbastanza sordo e non aveva sentito niente dei nostri dialoghi, deve aver pensato "Cosa fa questo? Non mi risponde?". Compra il disco e ci lascia con "Grazie e buona Pasqua". Rimaniamo interdetti, "Ormai è andato" pensiamo, ma lui, con un lampo di arguzia nei suoi occhi celesti acquosi, "Questa ve la lascio. Io non ci sarò più, ma quando verrà la prossima Pasqua, voi vi ricorderete di me" (tutto sempre in puro genovese). La sorpresa ci fa rimanere a bocca aperta e non rispondiamo al saluto. Lui non se ne accorge, è mezzo sordo. Addio nonnetto.

Diario del 26 settembre
Ecco un nuovo cliente, l'espressione è un po' da sciacchelo, ma magari mi sbaglio, a volte l'apparenza inganna. Ha in mano un sacchetto, guardiamo cosa tira fuori, è una copertina di un 45gg, "Vorrei questa canzone in cd o lp", la guardo è "Ho scritto t'amo sulla sabbia". Il problema è che è cantata dallo sconosciuto Luciano, glielo faccio presente, ma lui "Sì l'hanno cantata anche Franco IV e Franco I (non dice anche Luciano), se non ha l'altra va bene pure quella, purché sia in cd o lp". Non ce l'ho, di Luciano poi conosco solo il mio ministro degli esteri, ex Capitan Achab (sembra essersi liberato definitivamente di Moby e non percorre più i mari con la sua baleniera). Lui non è molto convinto, rimette il dischetto nel sacchetto, ma tergiversa, "Non ce l'ha proprio?", "No", si avvia verso l'uscita, si ferma di nuovo, "E' proprio sicuro?". A volte la prima impressione è quella giusta.
Telefono, "Discooooocluuuuub" (l'abbondanza di o e u è giustificata dal fatto che questa deve essere la trentesima telefonata della giornata), "Vorrei sapere se siete in grado di rimuovere i graffi dai dischi", "Noi? No". Probabilmente il mio tono è leggermente scazzato, perché lui saluta con un "Grazie. Molto gentile", che sembra intendere tutto il contrario.
Ecco un'altra new entry, una tardona con sandali forniti di zeppa più tacco, abbigliamento tirato fuori da un armadio degli anni sessanta e trucco "leggermente volgare", "Vorrei il disco di Pavarotti con tutti quegli altri"; delle decine fatte da quest'altro Luciano (è il loro giorno) con qualcun altro non ne ho nemmeno uno, allora ripiega su "Una raccolta di quella musica dei neri".

Diario del 1 ottobre
Forse lo fanno apposta per farmi sentire più giovane, ma è certo che da un po' di tempo il negozio e il Diario pullulano di clienti più vecchi di me. Oggi hanno imperversato, di persona e al telefono.
Signora, si rivolge a Dario, "Avevo un sacco di vinili, non so come nei traslochi sono andati persi, volevo sapere se voi potete aiutarmi. Me li potete duplicare?"; Dario è perplesso, ma gentile, "Come facciamo a duplicarli se lei non li ha più? Possiamo eventualmente procurarle i cd", "No, dicevo se potete scaricarmeli". Intervengo io, il cattivo, "Cosa dice signora, i negozi non possono fare copie dei dischi. E' illegale!". La metto in fuga.
Altra signora, questa al telefono, "Vorrei sapere se Jovanotti canta una canzone che nel testo ripete piove", "Sì, ma non so se abbiamo il cd" e rivolto a Dario "Guarda se c'è la raccolta di Jovanotti", "No, no –mi frena la signora- era solo sapere se esisteva. Sa, ho fatto un concorso radiofonico e volevo sapere se avevo risposto giusto", "Buonasera signora". Poso, ma subito squilla di nuovo, "Discooocluuuub", "Senta, voi comprate dischi usati?", "Nel reparto usato. Dipende di cosa si tratta", mi aspetto qualche vecchiume, perché la voce non è molto giovanile. Lui, "Mia mamma è finita all'ospedale e ho trovato nelle sue cose un sacco di dischi anche 78gg, vecchissimi (n.d.a. non ne dubitavo). Pensi c'è anche Vecchio Scarpone! Era del tempo del fascio". Lo dice entusiasta, ma lo deludo subito, "Non valgono niente". Tra l'altro quella canzone ha partecipato al Festival di Sanremo del 1953, forse il fascismo era già caduto....
Ecco una coppia di anziani, lei genovese, lui meridionale, lei (la portavoce ufficiale), "Volevamo sapere una cosa. Noi siamo appassionati di Radio Zeta", deludo anche questi potenziali clienti, "Noi no". La prende bene, ridendo dice, "Me lo aspettavo" e trascina via il marito che invece non si rassegna, "Ma come è possibile...", non so il resto, la moglie se lo è portato via.
In conclusione una signora, anche lei avanti negli anni, vestita in maniera multicolore, "Per caso voi aggiustate i lettori cd, il mio dopo un po' fa un verso, peee, e non si sente più", "No, deve provare dai negozi di hi-fi". Prima di andarsene, si guarda intorno, vede i vinili di rock, "Io sono una vecchia rockettara, mi piace la musica rock, ma adesso mi sono innamorata di Venditti e sono mesi che sento solo lui per tutto il giorno". Forse è per questo che il suo lettore si è ribellato e riservato al suo beneamato Antonello una pernacchia "peee".

Diario del 3 ottobre
(seguito) Di che cosa? Dell'altro ieri. L'età è più o meno la stessa, le richieste? Eccole.
All'alba si presenta un signore sui settanta, "Ieri cercavo un dvd e voi mi avete mandato da Videoforum in piazza della Vittoria. Non c'è", "Come non c'è? Ci sono passato ancora questa mattina", "No, ho girato tutta la piazza, ho chiesto anche da Expert e hanno detto che non c'è. Dopo un'ora mi sono stufato e sono venuto via, non c'è". Vista la sua età, parto da lontano, "Ha presente il palazzo della Shell? Videoforum è subito dopo". Mi guarda con occhi interrogativi, "Shell?"; o si porta male gli anni ed è molto più giovane di quello che pensavo, o è completamente rimbambito. Lascio perdere i riferimenti temporali, "Si metta con le spalle alla stazione, prenda i portici sulla destra, dopo il palazzo della Shell, sì, va be', insomma dopo il primo palazzo, si trova di fronte le vetrine di Videoforum". Niente da fare, è di coccio, "Ce l'ha un foglio e una penna? Per piacere mi scriva il nome del negozio". Prendo penna e foglio e gli scrivo in caratteri cubitali (non ci deve vedere molto bene) "Videoforum", glielo passo e lui, "Sì, ma io ho girato per la piazza per quasi un'ora e non c'era".
Ecco il secondo. "Cerco un disco di una cantante giapponese che ha anche partecipato al festival di Sanremo nel 1965 e canta ancora adesso. Si chiama qualcosa come Yukaro", "Nel 1965? Non è che sia Timi Yuro? Anche se è americana", lo confondo, "Potrebbe. Si trova qualcosa?", "In italiano no, in inglese tutto quello che vuole", "Mi piacerebbe proprio quella canzone, anche eventualmente in inglese", "Come si intitola?", "L'amore ha i tuoi occhi, l'ho sentita a Teche teche tè". La cerco e, sorpresa, a cantarla è stata proprio una giapponese, una certa Yukari Ito. Sì, ma come può sperare di trovare suoi dischi dopo quarantanove anni e, soprattutto, cosa può spingerlo a sentire questa canzone? E' lo stesso contento per il mio impegno e alla fine ci diamo del tu, una nuova amicizia per merito di Yuro Ito, no Timi Yukaro, sì insomma di una giapponese.
E' un po' che non aggiorno il countdown per i 50 anni di Disco Club: -442.

Diario del 7 ottobre
E' dal 20 gennaio, giorno in cui ci ha lasciato il cd di Gianni Togni 'Luna', che cerco un degno sostituto del recordman di permanenza nei nostri scaffali. Qualcuno lo avevo individuato, ma erano tutti degli anni 2000 e con prezzo in euro, ci voleva qualcosa di più vecchio. Questa mattina ricevo una telefonata, "Discooocluuub", "Mi può dire se ha in negozio un cd di Baccini? S'intitola Baccini a colori". Rispondo abbastanza scazzato, "No, non ho niente", poi mi viene un dubbio, "Aspetta un momento che controllo"; perdere la vendita di un disco del genere sarebbe veramente masochistico, raggiungo lo scaffale degli italiani ed eccolo lì 'Baccini a colori', "Guarda, ne ho ancora una copia, te la tengo?", "Quanto costa". Trentottomila lire, lire?, ma da quanto è qui? 27 settembre 1996! Eccolo l'erede di Togni, vedrai che adesso quello al telefono mi dirà di tenerglielo e poi non passerà mai. Intanto devo dargli un prezzo, ci penso un po', faccio due conti e decido per "E' economico, nove euro", avrò mica esagerato? No, sembra soddisfatto, "Passo stasera".
La giornata passa e il potenziale cliente non si vede, ma non ci speravo molto. Tra l'altro, a proposito delle 38.000 lire, penso al fatto che tutti si lamentano del prezzo dei cd attuali; allora, 38.000 lire equivalgono a 19,63 euro, questo significa che in diciotto anni il prezzo dei cd non solo non ha fatto il pareggiamento lire=euro (ad esempio, i libri che costavano 18.000 lire, adesso costano 18,00 euro), ma addirittura sono diminuiti, solo quelli di nome delle major superano questo prezzo, gli altri ne sono decisamente al di sotto. Proprio a questo sto pensando mentre chiudo, si affaccia un ragazzo "Sono ancora in tempo?", "Veramente no", "Mi deve aver messo da parte il cd di Baccini", "Sei assolutamente in tempo, eccolo".
Anche 'Baccini a colori' ci lascia, da domani caccia a un altro lungodegente, ovviamente col prezzo in lire.

Diario del 8 ottobre
Si avvicina Natale ed ecco come al solito che le case discografiche lanciano dischi dei soliti dinosauri della musica. Quest'anno tocca a dei veri pezzi grossi. I Pink Floyd hanno fatto tornare i tempi delle prenotazioni. Erano anni che non succedeva, ed ecco che la nuova (si fa per dire) incisione dei Pink fa piovere su di noi (oltre la pioggia battente di questi giorni) un numero sorprendente di richieste di prenotazioni. E' vero che Dark Side è di gran lunga il disco più venduto nella storia di Disco Club, ma mai più avrei pensato che nel 2014 la sola notizia dell'uscita di un loro disco potesse provocare una simile febbre di attesa. Tra l'altro lunedì esce il nuovo album di un altro big, gli U2; il loro Unforgettable Fire è forse il secondo più venduto da noi, eppure a nessuno è venuto in mente di prenotarlo.
Anche oggi una richiesta di prenotazione, "Me lo tiene il cd dei Pink nella versione deluxe? E' vero che adesso hanno cambiato nome?", "Cambiato nome?", "Sì, ora si chiamano Flesh Floyd", "?!?!?".
Telefonata, "Discooocluuub", "Devo venire a prendere un cd che ho ordinato. Fino a che ora siete aperti?", "Diciannove in punto", "Ma non è che qualche volta vi fermate un po' di più, chessò fino alle 19:45?", "No",
Telefonata, "Discooocluuuub", "Comprate cd usati?", "Noi no, nel reparto dietro", "Ah, ho capito, da Music Shop", "?!?!?".
Telefonata, "Discooooocuuuuuub" (verso sera le o e le u aumentano), "Sto cercando il cd Tutti vanno in Merica della famiglia Cereghino", "?!?!?".
Ore 19:00.

Diario del 9 ottobre
Lo abbiamo perso il 29 maggio, oggi a sorpresa rientra. Lo fa come se niente fosse (anzi fosssse). Quel giorno avrebbe dovuto ritirare due cd dei Lacrimosssa, ma aveva cambiato idea e non voleva prenderli, preoccupato mi chiede ""Non è che vengo denunciato per questo?", "No, ma scordati che ti faccio ancora un ordine". E' uscito spaventato e non si è più visto per 130 giorni.
Oggi fa lo gnorri e prova a ordinare un cd, "No, devi ancora prendere gli altri due", lo faccio apposta a non dire il nome del gruppo per vedere se si è dimenticato, ma non si è dimenticato, già più timoroso, "Ah, sì, i due Lacrimossssa". Gira per un po' di tempo (oserei dire un po' troppo, già normalmente non profuma, figuratevi dopo essersi preso un acquazzone), "Mi dà un cd dei Cure?", "No, prima i Lacrimosa", "Ho finito i soldi, prendo oggi i Cure e il mese prossimo gli altri due", "No". Sparge ancora un po' di "profumo" nei vari angoli del negozio, poi torna alla carica, "Senta, lei si chiama Carlo?", No, Gian", "Facciamo così Gian, oggi ne prendo uno e l'altro tra un mese", "Va bene", "Mi dia quello che costa meno". Glielo passo, ci pensa un attimo, "Anzi, me li dia entrambi cosssì non ci pensiamo più". Batto lo scontrino e lui mi dà cento euro (non aveva finito i soldi?), chiede il solito piccolo sconto, che questa volta non gli spetta, se ne va. Corro a prendere il deodorante (residuato dei tempi del Puzzone) e lo spargo in abbondanza. Inutile, rientra quasi subito, "Prendo anche un cd dei Cure, The Top. Me lo fa un piccolo sconto?", "Scommetto novanta centesimi", sorride contento: Scussssi è di nuovo tra di noi. "Scussssi il disturbo", esce e becca il Pluriespulso che, more solito, sta fumando davanti alla vetrina, "Scussssi, me la dà una sigaretta?", l'infingardo mente "Non ne ho più".

Diario del 10 ottobre
Eccoci ancora una volta alle prese con l'acqua. Ieri sera guardando dall'alto il Bisagno temevo una nuova alluvione, questa mattina il torrente era tranquillamente negli argini, accendo il computer e capisco perché: è già uscito.
Scendo a piedi e in via San Vincenzo mi attende una paesaggio apocalittico, fango, negozi distrutti e ancora pioggia. Disco Club è intatto, solo non funziona la linea telefonica e quindi anche facebook.
Il primo a passare è un uomo alquanto incavolato, "Dov'è il patronato?", "Lì, al numero 2, ma è chiuso", sempre più furibondo, "Chiuso? Anche questo? Io sono andato a lavorare con 40° di febbre e questi per un po' di fango tengono chiuso".
La seconda una commessa, "I lavoratori dell'Ilva invece di fare i cassintegrati potrebbero andare a pulire i greti dei fiumi".
Teoria strana, ma molto di più quella catastrofica che ci viene esposta da un vecchio cliente. "Genova è stata scelta per fare la cavia", "Cavia?", "Sì, dopo il G8 hanno deciso di creare a Genova le condizioni estreme in vista di cosa succederà tra qualche anno: immigrazione selvaggia, niente lavoro, umidità sempre oltre il 90% come succede solo in altri tre posti al mondo in Amazonia e in India, e questo per studiare la reazione della gente e sapersi regolare su come comportarsi. Anche questo tempo schifoso è stato creato volontariamente. Ti sembra possibile che colpisca solo Genova e pochi chilometri più in là ci sia il sole?". Detto questo se ne va, ma dopo pochi minuti è di ritorno, "Porco puttana, sono scivolato dietro l'angolo del palazzo e sono caduto e porca puttana ho perso il telefonino. E' un vero disastro". Farà mica parte anche questo di quel disegno diabolico?
Qualche acquirente entra. Il primo compra il vinile della colonna sonora di Emanuelle Nera esposto in vetrina. Poi due tedesche di mezza età, "Cerchiamo qualche cd di Mario Castelnuovo". Sta a vedere che trovo un altro lungodegente. No, purtroppo questo ci aveva già abbandonato.

Diario del 11 ottobre
Pioggia a "bolaccate" questa notte, fango ovunque questa mattina, nuvole di sabbia che si alzano dalla vicina piazza Verdi questo pomeriggio e, per tutto il giorno, giovani (e non) che spalano le strade, aiutano a svuotare i negozi alluvionati, socializzano (cosa che chissà perché succede solo in questi frangenti). Anche davanti a noi, nel piazzale Confindustria, un vero battaglione di ragazzi e (molte) ragazze ammucchiano il fango con un'organizzazione paramilitare sorprendente.
In negozio pochi clienti, anche perché la persistente assenza di linea telefonica fa pensare a molti che noi si sia chiusi. Non possiamo lamentarci, basta guardare davanti e di lato per capire quanto siamo stati fortunati.
Uno che non manca mai è un pensionato alessandrino, non ha problemi per il viaggio, viene col treno perché lavorava in ferrovia e quindi non paga niente. E' sempre alla ricerca di vinili rari, che vuole pagare poco, "Ho fatto un affare a Torino, ho pagato questo disco (non chiedetemi cos'è, non lo conosco) solo duecento euro. Adesso vado a Milano, c'è la fiera, voglio prendere un Biglietto per l'Inferno", "Fai bene, vista l'età (è un po' più giovane di me, ma dimostra di più, almeno spero), potrebbe servirti presto"; non la capisce subito, "E sì, è raro", ma quando è sulla porta ha un barlume di lucidità, scoppia a ridere, mostrandomi i tre denti che arricchiscono la sua bocca nell'arcata superiore, mi battezza con un "Che stronzo che sei".
Ieri dovevano arrivarmi cinque pacchi da diversi fornitori, ovviamente i corrieri non si sono visti. L'ansia di avere il disco ordinato spinge un cliente sulla porta, "E' arrivato nulla?", "Sì", lietamente sorpreso, "Sì? E che cosa?", "Nulla no? L'hai detto tu". Anche lui mi battezza "Ma vaffa...".

Diario del 13 ottobre
Tre anni fa il giorno dell'alluvione io sono arrivato in centro quando tutto era avvenuto. La solita salitella ci aveva salvati ed io ero rimasto in negozio a fare ordini col computer, in attesa dei soliti clienti che non sarebbero mancati. Questo fino a poco dopo le sedici. A quel punto entra un uomo, ha al braccio la scritta "protezione civile", "Il Bisagno sta di nuovo per esondare, chiuda e se ne vada se non vuole fare la fine del topo". Chiudo e me ne vado, anche se non piove più e nemmeno il cielo sembra minaccioso: infatti il Bisagno non esonda.
Oggi. E' il terzo giorno dopo l'alluvione, anche questa volta ci è andata bene. Al pomeriggio il cielo s'incupisce, si leva un improvviso vento che spazza la strada accompagnato da uno scroscio violentissimo di pioggia. Uno scenario da fine del mondo, ma così non è, dura solo otto minuti e tutto torna tranquillo. Passa qualche altro minuto e si sente un altoparlante, "Cosa sta dicendo?" chiedo a un cliente, "Non capisco". Usciamo, è la polizia, passa con la macchina e annuncia, "Attenzione, abbandonate i lavori a livello strada, salite verso l'alto". Se ne saranno accorti che la "bomba" di pioggia è già passata e per fortuna è stata solo una "bombetta"? Io, Dario e Lorenzo questa volta rimaniamo in negozio. Non succede niente; unico risultato spariscono i pochi clienti e il corriere che doveva consegnarmi i pacchi con la nuova uscita degli U2 è bloccato e si presenta quasi all'ora di chiusura.
Un vecchietto sfida la sorte, forse è leggermente sordo, "Ha quei cd che si vede la musica?", "I dvd?", "No, quei dischetti che si sente la musica e si vedono le immagini", "Sì, i dvd. Cosa cerca?", "Qualcosa con musica country". Guardo, "Ho solo questo, Willie Nelson con gli amici", "Ah, Nelson, è quel vecchietto vero? No, no, grazie". Sì, è musica troppo da vecchi, e il vecchietto se ne va.

Diario del 14 ottobre
Il 3 giugno dell'anno scorso avevo parlato nel Diario di una ragazzina, che ci aveva spiazzati chiedendo un cd dei National. Poco tempo fa si presenta un mio cliente anni 80/90. Era un po' che non lo vedevo, mi dice, "Ho comprato in edicola il tuo Diario. Lo sai che hai parlato di mia figlia?"; cerco di capire dal suo tono se posso aver scritto qualcosa di sconveniente, chessò averla presa in giro perché mi aveva chiesto Moreno o qualcosa del genere, ma non sembra, "Di tua figlia?", "Sì, è quella che ti ha chiesto un cd dei National". Sabato, verso sera, la ragazza (non più ragazzina, a quell'età un anno in più conta) entra completamente infangata. E' stata a spalare tutto il giorno e tornando a casa ha allungato il percorso per chiedermi, "Tutto bene in negozio?". Beh, mi accontenterò di poco, ma sono soddisfazioni. La prossima volta che viene in negozio il padre, gli chiederò se per caso suo padre era anche lui cliente di Disco Club, magari negli anni sessanta. Sarebbe bello: nonno, papà, figlia...
Un altro figlio ha sostituito il padre nei ranghi dei nostri fans. Ce lo ricorda una giovane signora, che entrando mi si piazza davanti, "Mi riconosci?". Ho bisogno di un aiuto, ma poi non posso non ricordare quella ragazzina che accompagnava il suo ragazzo nelle visite a Disco Club, non a Genova, ma nel mio periodo sammargheritese. Gianni, l'allora ragazzo, oggi marito overcinquantenne, era veramente un pazzerellone. La sua più famosa performance musicale lo ha visto protagonista in un altro negozio rivierasco. A fine anni settanta si vendevano ancora parecchi 45gg, Gianni (questo è il suo nome), chiede al negoziante se ha l'ultimo di Malgioglio, 'Sbucciami', "Eccolo", "Ne ha ancora?", "Sì, altre due copie", "Me le dia". Le prende e davanti agli occhi dell'esterrefatto dischivendolo, le strappa, "Odio Malgioglio". Intendiamoci, i dischi li ha pagati. Ora la moglie mi dice che suo figlio, dopo un passaggio da noi, ha deciso che Disco Club sarà il suo unico negozio di dischi. Posso stare tranquillo, dischi di Malgioglio non ne ho.

Diario del 16 ottobre
I disagi provocati dall'alluvione incominciano a diminuire. E' anche tornata la linea telefonica e, dopo dieci minuti di "Discooocluuuub", mi viene voglia di ristaccarlo il telefono. Riarrivano anche i pacchi e i soliti si accalcano davanti al banco, sono in crisi di astinenza. Il Matematico è quello che spende di più, otto cd (tra cui due ristampe del Pop Group) e un cofanetto (Adore degli Smashing); al momento di andare a prendere il treno, si confessa, "Meno male che mia mamma è morta, altrimenti non mi faceva rientrare a casa".
Il Pluriespulso non può mancare. E' deluso, "Non mi vendi niente Gian?", poi va con Paolo a vedere la situazione degli amici di Videoforum. Stanno poco e al rientro mi relaziona, "Che disastro in piazza della Vittoria, sono tutti distrutti". In quel momento entra Christian, uno dei ragazzi di Videoforum. Il Pluriespulso non lo vede, sapendo che ci cascherà lo aizzo, "Ma Videoforum? Com'è conciato?", "Male, non credo che riaprirà", si alza un coro da tutto il negozio, "Christian, hai sentito cosa dice Carletto?", lui si gira confuso, vede Christian e cerca di mettere riparo alla gaffe, "L'avevo visto, è per questo che l'ho detto", "Buuuh".

Diario del 17 ottobre
Cinquantaquattro centesimi. Questo è il prezzo che dovrete pagare se doveste passare la notte coricati davanti alla mia vetrina. Sono impazzito? No, è che questa mattina quando sono arrivato, tirando su la serranda, ho visto spuntare per terra davanti alla porta un mucchietto di monete bronzee, uno, due e cinque centesimi, totale appunto 54 (vedi foto). Chi me l'ha lasciato? Sicuramente quel barbone che negli ultimi tempi mi ha fatto trovare spesso il suo cartone/materasso davanti al negozio, oggi non c'era, probabilmente ha finito il suo soggiorno genovese (troppo umida questa città) e correttamente ha lasciato l'importo dovuto.
Questo episodio dimostra la perdita di valore della moneta. Alla fin fine 54 centesimi equivalgono alle vecchie mille lire, quando mai a quei tempi un barbone avrebbe cacciato dietro una vetrina mille lire?
Un corriere ci porta il primo pacco della giornata. E' un quarantenne siciliano, efficiente, simpatico e muscoloso con le vene ben in mostra sull'avambraccio. Quando se ne va, U Megu, presente già di prima mattina, mi dice, "Belle vene quell'uomo, sarebbe facile fargli un prelievo".
Telefono. "Discooocluuub", "Scusi vorrei sapere se avete in negozio il cd di Roberto Vecchioni Blumun", "No, ma posso ordinarglielo", "No, mi serve domani per una funzione... sì, un funerale". Eccolì, dopo Hallelujah cantata da Jeff Buckley, adesso Blumun di Vecchioni. Se continua così, aprirò una sezione 'musica per funerali'.


Diario del 21 ottobre
Nuovi clienti aumentano. Ho detto nuovi, non giovani.
Il primo cerca un cd che insegni a ballare il liscio, "Un dvd?", "No, un cd".
La seconda, "Cerco un dvd con la pizzica", "Un cd?", "No, un dvd".
Terza, "Quello in vetrina col triangolino in copertina, è il nuovo dei Pink Floyd?", "No, esce il 7 novembre". Quando se ne va, guardo la vetrina; il disco col "triangolino" è il nuovo dei Goat, ma il simbolo è rovesciato rispetto a Dark Side.
Al pomeriggio si levano all'esterno delle urla feroci, "E' la ninja?", così Dario chiama la donna che, tutta vestita di nero e col volto coperto, imperversa dalle nostre parti con grida bestiali, "No, mi sembra un uomo". Effettivamente è un uomo, è seduto sul passaggio che porta al nostro negozio, non è molto in forma, penzola, cade? non cade? Non cade, si rialza e insulta un altro uomo che gli sta davanti immobile, alza un pugno, ma non lo abbatte sul compagno. Un altro urlo selvaggio fa girare un nostro cliente che, per suo sfortuna, passa accanto a lui proprio in quel momento. Lo guarda, non l'avesse mai fatto, gli insulti passano a lui; anch'io sono fuori e spingo il cliente dentro. Fuori si sente un urlo, "Quello stronzo che è entrato da Disco Club", io o il cliente?
Conclude Il Pluriespulso, sente la notizia della fine di una sexy star degli anni '70, "Sì, aveva un tumore alla testa, ma sai con tutto quello che si è fatta in quegli anni... è come Harrison, si sparavano dentro di tutto, anche l'acido lisurgico", "Lisurgico? Cos'è? Una droga che si prende con l'ostia?".

Diario del 22 ottobre.
Chicco e Dario. Non è una canzone di Samuele Bersani e nemmeno un cartone animato. Sono due miei clienti, sin dagli anni settanta. Trentacinque anni di frequentazione discoclubiana e mai si erano incontrati, o forse sì, ma non lo sapevano, non si conoscevano. Poi ecco facebook, la comune passione per gli Who, il gruppo Disco Club, la comune conoscenza di una ragazza, l'incrocio di commenti, uno sport che li accomuna. Si conoscono, ma solo via internet, diventano amici facebookiani, ma non si sono mai visti.
Oggi Dario viene a ritirare il Diario (gioco di parole involontario), è stato uno dei primi a prenotarlo, ma Pontedecimo è lontano, c'impiega quasi cinque mesi a venire a prenderlo. Deve recuperare il tempo perso ed eccolo perfettamente a suo agio passare da una discussione musicale a una calcistica (argomento del giorno: la sconfitta della Roma), a una social-politica nel perfetto stile discoclubiano. Mentre sono al telefono, vedo che si aggrega un altro cliente, poso e sento che il nuovo venuto si rivolge al pontedecimino, "Dario!", l'altro lo guarda, cerca nella memoria, una foto su facebook gli si presenta davanti, "Chicco!". Concludo io, "Caramba!!!". La moglie di Dario lo richiama telefonicamente all'ordine, ma lui la frena, "Sono da Disco Club", come a dire "sono dal Papa, non mi interrompere". Infatti non si interrompe, mezzora di scambi di idee con l'amico ritrovato (in realtà è la prima volta che si vedono), con al centro l'aikido e, naturalmente gli Who: i due sono della stessa generazione.

Diario del 27 ottobre
Ieri era domenica, ma Ottavio ci ha provato. Alle 14:43 ha chiamato, ovviamente nessuno ha risposto, questa volta non perché avevamo letto il suo nome sul display del telefono, ma perché in negozio non c'era nessuno. Oggi quindi passa di persona. Quando torno al pomeriggio alle 14:45, mi stupisco di vedere Dario che parla al telefonino nei portici di fronte, poi arrivo davanti al negozio e capisco perché: Ottavio è già lì, "Ciao Gian, Dario è passato qualche minuto fa, ma ha detto di non avere le chiavi", infingardo, traditore, si merita la punizione di una giornata intera nel reparto usato. Il rompipalle n.1 telefonico mi viene dietro appena sollevo la serranda e si trasforma nel rompipalle n.1 assoluto. Attacca con la solita solfa, "La colpa non è di Dio, la colpa è dell'uomo. Me lo hai detto un giorno tu", mi guardo attorno per vedere se c'è qualcun altro, no, sono solo, "Io?", riparte imperterrito, "Sì, l'alluvione è venuta per tutte le costruzioni degli anni passati, e la disoccupazione è dovuta all'uomo, mica a Dio. Lo so che tu lo sai, perché sei una persona credente. Credi in Dio e nella Madonna". Questa poi, è la prima volta che me lo dicono; la butto sullo scherzo, "Dio, quello dei Black Sabbath, e Madonna Ciccone? No guarda non sono tra i miei preferiti". Un risultato lo ottengo, mi guarda come se fossi scemo, e se ne va.
I primi clienti del mattino erano stati una coppia che vedo spesso sul 49 e che mostrano di aver patito alquanto gli eccessi giovanili, il cervello non gira sempre dalla parte giusta. Si affaccia lei, bionda e corpulenta, e lui, magro e butterato, come al solito le si appollaia sulle possenti spalle, "Avete un cd di Eather Parisi?" (ve l'ho detto che non sono molto in bolla), "No", "E il tempo delle mele?". Ecco, con questa sono tre, sì, è la terza volta che mi chiedono quest'accoppiata e inevitabilmente il cliente presente, questa volta Nicola, conclude, "Forse volevano Il tempo delle pere".
Seguono tre signore. La prima ha ordinato un cd di Mark Knopfler, "Sono venuta a ritirarlo, quanto è?", "9,90 €" e sto per dirle "Mi dia nove", ma mi blocca una sua esclamazione, "Accidenti!", "In che senso?", "Mi aveva detto otto". In un attimo lo sconto svanisce, "No, sono 9 e 90".
La seconda cerca a lungo in negozio qualcosa che non trova, "Dica, posso aiutarla?", "Cerco un cd di Rod Stewart, A Spanner in the Works", "Ha guardato a posto? Mi sembra che ci sia", "Sì, ma non l'ho trovato", "Mi sembra strano, andiamo a vedere". Sono quasi sicuro che ci sia e infatti c'è, "Eccolo", e lei ineffabile, "Ah, nella S, io lo cercavo nella R di Rod", "Non tutti sono così in confidenza da chiamarlo semplicemente Rod, come Vasco per Rossi". Ad ogni modo lo compera e un altro lungodegente ci lascia dopo diciannove anni di gloriosa presenza negli scaffali.
La terza è la più sorprendente. Prende tre biglietti per il concerto dei Red Wine, poi chiede il permesso di dare un'occhiata ai dischi, "Sa, noi venivamo a comprare qui negli anni '70, i nostri preferiti erano Crosby, Stills, Nash & Young. A proposito, e mi indica l'ultimo cd di Neil Young, una mia amica è stata la sua ragazza", "E' americana?", "No, di Roma", ed ecco la rivelazione che deluderà milioni di fans del cantautore canadese, con un sorrisino allusivo conclude, "Ha detto che non era un granché".
Dramma sfiorato alla sera. Urla beluine all'esterno, sono due ragazzi "Ti spacco la faccia, fai tutto questo casino per cinque euro" dice un italiano, gli risponde un magrebino. Non afferro bene quello che dice e il motivo del contendere. L'unica cosa che capisco è la conclusione, "Se non fosse che sei mio amico, ti taglierei la gola". Eh no, è. Proprio davanti alla vetrina, magari me la sporcano di sangue!!!

Diario del 28 ottobre
Sono passati quasi venti giorni da quando il Bisagno ha invaso con la sua acqua tutto quello che circonda la nostra piccola isola. I tre piani di garage del palazzo sono rimasti sott'acqua per la quasi totalità. Da quel giorno un automezzo si è piazzata nel piazzale antistante a tirar su acqua e fango con un rumore continuo e assordante. Al tempo stesso le linee telefoniche sono andate in tilt, nessun collegamento internet, e questo spiega l'assenza per questo periodo di Tabletman, il suo aggancio nel palazzo non funzionava. Oggi il rumore era veramente insopportabile, porta chiusa per evitare il mal di testa dei primi giorni di spurgo, do un'occhiata fuori ed eccolo lì, a non più di un metro dai tubi che tirano su acqua e fango, indifferente al frastuono, il nostro eroe: Tabletman. Ha ritrovato la linea non protetta e lancia il suo dito, alto/basso, destra/sinistra, sullo schermo alla ricerca di.... chi lo sa cosa. Ci viene in aiuto la portinaia, "Cerca le foto di attrici, l'ho spiato alle spalle e ho visto cosa guardava": insomma si aggiunge alla lista dei miei clienti che si consumano la mano per un amore virtuale.
Questo fuori, dentro protagonista il telefono. "Discooocluuuub", voce dubbiosa di donna, "Vorrei parlare con l'architetto Luzzetti", le tolgo ogni dubbio, "Ho detto Discooocluuuub", "Scusi". Seconda telefonata, "Discoooocluuuuub", ancora voce di donna, questa sicura, "Mi passi la dottoressa Dimale", autoritaria la ragazza, bisogna ridimensionarla, "Ho risposto DISCOOOOCLUUUUUB", diventa un agnellino, "Mi sa che ho sbagliato", "Mi sa di sì", clac (dovrebbe essere il rumore di un telefono sbattuto giù; una volta era facile riprodurre quel suono, era quello della cornetta scaraventata sulla base, ma adesso, con cordless e telefonini, quale è il suono giusto?).

Diario del 30 ottobre
U Megu si vede meno. Sapete perché? Si è convinto che un suo antico compagno di classe porti sfiga e siccome questo ogni tanto arriva verso le sei di sera quando U Megu ha finito il suo tour di force alla Berio alla ricerca di risultati e classifiche dei campionati minori liguri, il nostro ha deciso di non passare più. Certo l'ultima volta che si sono incontrati, la settimana scorsa, subito dopo averlo lasciato, U Megu è stato raggiunto dalla triste notizia che il vecchio zio era morto. Il fatto che fosse ultraottantenne e gravemente malato da tempo non aveva importanza, "La colpa è di quel portasfiga, brutto becchino del cavolo. Guarda, non vengo giù perché se è lì gli metto LE MANI ADDOSSO!", mi urla al telefono il giorno dopo, "Dove sei adesso?", penso a casa sua e invece la sorprendente risposta è, "Sono in piazza De Ferrari". Mi immagino la gente lì intorno che guarda quest'omaccione grande, grosso e... che sbraita la sua rabbia dentro il telefonino, "sarà mica pericoloso?".
Al mattino il suo ex-amico non passa mai e allora U Megu si presenta e mi spara la sua solita domanda inutile, "Quando fu introdotta la traversa nel gioco del calcio?", "Non me ne può fregare di meno", anche a lui non frega niente della mia risposta e continua, "Nel 1882, prima c'era una canapa". "A proposito, per colpa di quello iettatore, mi sono dimenticato di dirti che questa volta hai vinto il giro d'Italia, al tredicesimo tentativo ce l'hai fatta". La sua passione attuale, che gli fa perdere un sacco di tempo, oltre al calcio di cinquant'anni fa, è il ciclismo virtuale, "Scusa, ma ieri mi hai detto che l'aveva vinto Capitan Achab, perché aveva attaccato quando avevo forato", "Sì, ma quello era il Giro dell'anno scorso, tu hai vinto quello di quest'anno", e parte a raccontarmi tappa per tappa. Mi fa piacere essere riuscito a vincere in tarda età il Giro d'Italia, ma, nonostante la tarda età, non sono così rincoglionito da seguirlo nella sua cronaca, faccio un ordine sul computer col background della sua voce che fa la radiocronaca tipo Adriano De Zan.
Ecco uno dei soliti sballati che si sono rovinati in gioventù con eccessi vari, adesso ha smesso, ma gli effetti rimangono. Mi chiede, "Dove sono le offerte, quelle da quattro euro?", "Nei nuovi non ce ne sono, prova di là nell'usato". Va e ritorna dopo poco, "Devo pagare un cd col bancomat", mi passa la carta, "Quanto è?", "Tre euro". I presenti si aspettano che lo mandi al diavolo, invece gli passo la carta, "Digita il pin", lo fa, la macchinetta risponde "pin errato", "Hai sbagliato, rifallo", "Ah, sì, è 7349 e 2?", pin errato, "73496?", pin errato, "73498?", pin errato, prende una sfilza di foglietti, li consulta e digita (sempre ad alta voce) "73495": pin errato, carta bloccata. Avrà mica incontrato prima di entrare l'amico iettatore du Megu?

Diario del 1 novembre
Diario del 1 novembre? Ma come, è festa, e la giornata lavorativa deve ancora incominciare, mica è sera. Non solo, ho scritto che oggi avrebbe tenuto aperto Dario, io cosa c'entro oggi?
Ecco, appunto. Io oggi in negozio non ci sono, ma questa mattina all'alba ho fatto una corsa giù, posteggio e chi vedo appoggiato alla vetrina di Outsider? Lui, Tabletman, dito su, dito giù, dito a destra, dito a sinistra. Dall'altra parte della strada passa un uomo, si ferma, si gira verso Tabletman, tira fuori il telefonino e voilà immortala il nostro eroe mentre smanetta. Avrà letto anche lui il Diario?
Ho creato dei mostri, ma non con la fantasia, sono reali. Ne ho la conferma appena entro, squilla il telefono, sono le 8:32. Chi mai può essere? Rispondo per curiosità, "Discoooocluuuuub" (più o e u del solito per far capire che è il giorno dei Santi), "Ciao Marcello, sono Andrea, niente dei Duran Duran", "Nooooooooooo".

Diario del 4 novembre
Da qualche tempo lo spazio davanti al mio negozio è diventato un rifugio notturno per i clochard di provenienza varia. Il vaso che ci separa dal bar Verdi è una protezione contro il freddo e l'aria che non manca mai in via San Vincenzo. Anche ieri sera si sono coricati in quattro.
Questa mattina, arrivando, ho visto avanzi di pasto, bottiglie di birra e bicchieri, che occupavano il mio ingresso. La cosa mi ha sorpreso, la maggioranza dei miei "ospiti" lascia pulito il porticato e, mentre spostavo la mercanzia da un lato della porta, mi giro per vedere se erano ancora nei dintorni, pronto ad insultarli, ma ecco nel posteggio a pochi metri da Disco Club vedo un lenzuolo bianco steso su una forma non ben definita, guardo meglio e, non ci sono dubbi, è un uomo e intorno a lui divise blu e una macchina della polizia mortuaria. Entro e mi raggiunge un poliziotto. Lo conosco da anni, era mio cliente a Santa Margherita quando era un ragazzino, "Hai visto Gian cosa ti succede a dar ospitalità ai barboni?", "Cosa è successo", "E' morto questa mattina all'alba. Dormiva sulla tua porta, era pieno di birra e alcol vario, si è sentito male, si è trascinato fino al posteggio ed è crollato a faccia in giù", "Vi hanno avvisato gli altri tre?", "Se ne sono guardati bene. Quando hanno visto che era andato, gli hanno preso tutto dalle tasche, soldi e telefonino, e se la sono data a gambe, lasciandoti quei bei regali che hai trovato sulla porta".
Ieri sera si erano stesi in quattro, questa mattina ce n'era più uno solo, immobile a faccia in giù, così ci ha lasciati Adam Josef Kusina, quarantacinquenne clochard polacco.

Diario del 11 novembre
Travolti da un fiume senza fine abbiamo dovuto abbandonare per qualche giorno il Diario. Sembrava di essere tornati agli anni settanta, è stato un continuo fluire di gente che chiedeva l'ultimo dei Pink Floyd, in cd, in cd+dvd, in cd +bray e una quantità sorprendente in vinile. Nel marasma dei pacchi da aprire, ovviamente non potevano mancare i soliti "presenti". Il Pluriespulso, alla domanda "Tu lo compri in vinile?", risponde "No, questo non lo prendo; quelli che ce l'ho, li ho tutti". Molto enigmatico. Non rischia l'ennesima espulsione, anzi bisogna dire che sono mesi che andiamo d'amore e d'accordo. Chi invece finisce sul filo della porta e anche un poco oltre, è la nuova coppia Megu/Matematico. Si sono trovati in perfetta coincidenza d'idee su un argomento: il calcio. Ma non il calcio giocato da ventidue giocatori, a loro interessano gli altri sei, quelli vestiti diversamente, arbitro e collaboratori. Hanno un vero e proprio odio per le giacchette nere (anche se ora hanno cambiato colore) e già li ho ammoniti una volta per il loro starnazzare, mentre io e Dario stavamo aprendo un pacco olandese. Giovedì scorso oltre all'Olanda, sono arrivati i Pink Floyd e altre tre spedizioni da distributori vari italiani. Marasma completo, cartoni che entravano pieni in negozio e dopo pochi minuti uscivano vuoti, e oltre a loro, prima il Matematico, poi U Megu, sono entrati pieni di odio verso la classe arbitrale; parte il Matematico "E' andata bene che abbiamo segnato all'ultimo secondo, altrimenti quello stronzo di arbitro trovava il modo per farli pareggiare", "E certo- rinforza il concetto U Megu- è quel bastardo che nel campionato 2010/2011 ci ha dato contro un rigore per un fallo fatto fuori dall'area di due metri", conclude il Matematico, "Sì, guarda, dei miei compagni di classe delle elementari, quelli che hanno fatto gli arbitri sono stati i più stupidi, è una categoria di imbecilli". Non ne posso più, esco dal banco, afferro U Megu e lo sbatto fuori come un cartone vuoto, il Matematico, per evitare l'espulsione decretata dall'arbitro di Disco Club, si avvinghia a uno scaffale. Lo investo con una serie d'improperi, incurante del fatto che sia un ottimo cliente (l'ho già detto, sono assolutamente democratico nell'espellere e nell'insultare: per me pari sono chi acquista un cd all'anno e chi ne prende uno al giorno) e lui si limita a dirmi, quando dopo un'oretta se ne va "Sei come Mussolini, decidi tu di cosa dobbiamo parlare".
Liberatomi dei due importuni, mando i messaggi a tutti quelli che mi hanno prenotato Endless River, sono ermetico: "Arrivati Pink"; ma ecco tutta una serie di risposte "Chi sei?", "Cosa vuol dire?", "Pink chi?", pensavo che, avendolo loro ordinato, capissero a cosa mi riferivo, invece no, probabilmente erano tutti arbitri.
Oggi. Anziano cliente, "Ha i dischetti piccoli di Pavarotti?". Quarantenne, guarda dei 45giri usati fine anni settanta, scova uno di Patti LaBelle, "Bello, faceva punk". Forse voleva dire funky, ma non lo contraddico. Per finire un altro anziano, "E' arrivato il cd di Valentine Poirot?", sarà mica la figlia di Hercule? No, alla fine decifriamo, si tratta di Madeleine Peyroux.

Diario del 13 novembre
E' andata bene a una signora che alle 13:10 si è affacciata in negozio. Io a quell'ora sono a casa a mangiare, in negozio rimane Dario. Torniamo a quelle fatidiche 13:10. Dario e Guspe stanno ascoltando un disco, sono collegate anche le casse esterne, ed ecco la signora sulla porta, "Abbassi la musica, non vede che noi siamo qui fuori a mangiare?". Anch'io stavo mangiando, ma a casa: è andata bene alla signora.
Anche al Pluriespulso è andata bene. Gli arriva un vinile doppio dall'Olanda, ovviamente di Elvis. Lo prende, lo guarda, tira fuori il primo disco e..."No, merda, che stupido!". E' un urlo di dolore. Mi giro a guardare cosa è successo: il secondo disco è uscito dalla busta e si è schiantato per terra. Lo raccoglie quasi in lacrime, lo massaggia, gli fa la respirazione bocca a... vinile. Niente da fare, il disco è perso, una lunga ferita lo attraversa per dieci centimetri. Stenta a riprendersi, dopo una decina di minuti ha un guizzo, "Gian, devi restituirlo agli olandesi, è rigato". L'ho detto l'altro giorno, sono mesi che andiamo d'amore e d'accordo, in questo momento però mi viene voglia di sbatterlo per l'ennesima volta fuori, mi giro già bello carico e..... e niente. Mi trovo davanti un viso rattristato, manca solo una lacrima sul viso per personificare perfettamente il Dolore. Gli prendo indietro Elvis.
E' andata bene al Pluriesplulso.

Diario del 15 novembre
Mi sono sentito un po' come Schettino
ho abbandonato Disco Club al suo destino.
Alle 15:00 me ne stavo al sicuro a casa, poi, senza che me lo ordinasse De Falco, mi sono vestito, ho preso il 49 ed eccomi in negozio. Accendo le luci e mi guardo intorno, tutte le insegne spente, quattro gatti per strada alla ricerca di topi che non trovano, perché sono morti annegati. La protezione civile ordina "tutti a casa", rispengo le luci?

Diario del 20 novembre
Telefono. "Discooocluuuub", "Ciao Marcello, sono..", "Nooo, non è arrivato niente dei Duran Duraaaan". Mi ha chiamato lunedì, concludendo con "ti chiamo venerdì", martedì richiama, mercoledì eccolo di nuovo, oggi non manca. Ho rinunciato a convincerlo che non mi chiamo Marcello, ma una volta almeno chiamava un giorno alla settimana, adesso è quotidiano, anzi oggi si supera. Passano due minuti, telefono, "Discoooocluuuuub", "Ciao Marcello", "Nooo, non arriva niente dei Duraaaan", "No, aspetta; hai il disco dei Duran Garcia incantato?", "Garcia incantato???", "Sì, è del 2001", "Non esiste", "Grazie Marcello, ti chiamo domani", "Noooooo". In realtà "Encantado" esiste, ma è di Duran Y Garcia, Le Bon e compagnia non c'entrano, però... quasi, quasi glielo ordino.
In equivoci del genere possono cadere anche clienti più informati, ad esempio Gianni, quando gli propongo un cd della Mahavishnu Orchestra, lo rifiuta, "No, ce l'ho già, sono quelli di Enola Gay", "Nooo, che cavolo dici, Gianni, quelli sono gli Orchestral Manoeuvres in the Dark!!", "E va be', si può anche sbagliare".
Anche un vecchietto sbaglia. Entra e mi chiede "Avete ancora questi?", infila una mano in tasca e tira fuori un floppy disk. Guardo sorpreso quell'oggetto che, pur essendo in disuso da non molti anni, in mano al cliente sembra avere la sua stessa età, "Provi da un negozio di computer", mi guarda come fossi scemo, "Ma no, non vede, serve per le basi musicali". Non capisco come, semplicemente guardando un floppy, avrei dovuto immaginarmi che dentro c'erano delle basi musicali, per vendicarmi gli dico, forse un po' troppo bruscamente, "No guardi, non ho niente del genere". Lui si risente e ribatte, "Scusi è, ho solo provato" e se ne va impettito.
Fine giornata con Scussssi. Entra e alla prima alitata mi abbatte. Cerco di rifilarlo a Dario, ma lui mi frega uscendo. La mia freddezza fa sì che anche Scussssi se ne vada abbastanza presto. Rientra Dario, rientra Scussssi, questa volta se lo cucca. Il risultato è buono, gli appioppa due cd dei Dark Tranquility. Viene a pagarli, col suo solito ritornello, "Mi fa un piccolo sconto?", i soliti novanta centesimi. Prende uno dei dischi, lo guarda e mi chiede, "In che lingua sono scritti i titoli?". Mi aspetto qualche carattere strano, cirillico, gotico, cinese e invece "Inglese", "Ah, grazie Giancarlo. Scussssi, buonassera".

Diario del 21 novembre
Si avvicina Natale e incomincia la caccia al regalo. I cd per tutto l'anno sono ritenuti troppo cari, a dicembre all'improvviso si trasformano in uno dei regali più economici. Il problema è che spesso il donatore non sa bene cosa comprare. Oggi una ragazza viene alla ricerca di un disco per il padre, "E' di uno di quei cantanti vecchi che piacciono a quelli della sua età"; la cosa già mi disturba cosa intende per quelli della sua età? Lei è sicuramente più giovane delle mie figlie e probabilmente il padre è più giovane di me; vediamo quali sono i cantanti che ci piacciono. Lei, "Non mi ricordo il nome, è di due parti, una corta e l'altra un po' più lunga. Non mi ricordo il titolo completo del cd, so solo che c'è la parola stella e che una canzone s'intitola e", "E, cosa?", "E, e basta". Mi sento buono l'aiuto, anche perché sono curioso di sapere chi sia questo cantante che dovrebbe piacermi, vista la mia età. Computer, database, cd con la parola stella, data uscita 2014, risposta: Red Canzian. Red Canzian? Ma cosa dice questa, non ho mai sopportato i Pooh, figuriamoci questo qui da solo. La caccio via, "Non lo abbiamo, vallo a cercare da Feltrinelli".

Diario del 25 novembre
Mattinata di pensionati. Il primo è una vecchia conoscenza, quello che ci allietava con una barzelletta al giorno. Vista la nostra scarsa partecipazione, ci ha abbandonati. Oggi si presenta dopo mesi, all'alba delle 8:30 ci sono già due clienti in negozio, per combinazione anche loro assenti da parecchio tempo. Quando entra lo accolgo, "Cos'è oggi il ritorno del figliol prodigo", "Solo per un rapido saluto, devo andare", gentile, meno male che ha premura, così non ci propina la solita barzelletta. Pensavo, e invece, "Senti, solo una rapida barzelletta (noooooo!!!!). Una giovane coppia si trova in difficoltà per la crisi economica. Il marito perde il lavoro e decide di cercare fortuna in Germania. Dopo poco torna entusiasta dalla moglie, 'Guarda in pochi mesi ho messo da parte quattromila euro, vendendo tanti materassi e mutandine', la moglie lo stoppa, 'Guarda che io con un solo materasso e senza mutandine ho guadagnato il doppio'". Il mio sguardo attonito lo induce a pensare che non l'abbia capita e si prodiga (appunto, il figliol prodigo) in spiegazioni, alla fine delle quali ci lascia, ancora ridendo.
Il secondo compra solo cd di Bob Dylan. Ormai è difficile per lui trovarne altri, non ha nemmeno più spazio in casa e la moglie gli ha proibito di comprare altri mobili per raccogliere la sua raccolta dylaniana. Non trova niente, ma prima di andarsene ci dice, "Ho classificato tutti i dischi che ho di Dylan, in tutto ho 1027 sue canzoni". Penso che nemmeno il cantautore sapesse di avere inciso tante canzoni!
L'ultimo, quello che ci lascia sempre col suo "e con questo passo e chiudo", si presenta con un sacchetto pieno di verdura. "Cos'è?", gli chiedo, "Sono radici di Chiavari, non c'è niente che faccia meglio alla salute. Hanno un solo inconveniente", curioso gli chiedo, "Quale?", "Provocano meteorismo" e accompagna il detto con un gesto eloquente, "Me le preparo per stasera". Ahia, speriamo che domattina non venga.

Diario del 26 novembre
Dateci il nostro Dylan quotidiano. Ieri il megafan quasi ottantenne, oggi al telefono una signora, dalla voce direi della stessa età, "Scusi, mi hanno detto che negli Stati Uniti è uscita una grossa raccolta delle canzoni più famose di Bob Dylan, lei per caso ce l'ha?", "Quella con sei cd?", "Sì e un libro", "Non è una raccolta, è l'edizione del quarantesimo anniversario di The Basement Tapes", "Ah, senta, se chiama qualcuno glielo può dire?". Qualcuno chiama e si ripete la chiacchierata telefonica di prima con la conclusione inattesa, "Guardi i cd non mi interessano, vorrei solo sapere se nel libro ci sono i testi". Certo che spendere più di cento euro per comprare un cofanetto solo per un libro che può trovare tranquillamente in libreria, ascrive di diritto il signore al telefono alla schiera dei clienti di Disco Club: lo aspettiamo nei prossimi giorni, potrebbe entrare nel nostro personale circolo Pickwick con il Pluriespulso, U Megu, il Matematico, magari si interessa anche lui di calcio, anzi di arbitri.
Ieri una signora mi chiede, "Fate fototessere?", "Nooo", la devo aver guardata male, come a dire 'ma sei scema', perché lei, offesa, "Scusi, era solo una domanda".
Oggi un uomo, "Fate fotografie?", la domanda è rivolta a Dario, che, con un gesto di rincrescimento, risponde "Purtroppo no", l'altro, con un sorriso, "Non importa, grazie, molto gentile". Indubbiamente differenza di classe ed educazione (nota mia: devo ancora insegnare qualcosa a Dario).

Diario del 27 novembre
Mentre sono al telefono entra un'anziana; sento che Dario le chiede con la sua solita gentilezza (l'ho già detto ieri, ho un po' di difficoltà ad educarlo), "Posso aiutarla signora?", segno di diniego, aspetta me, poso e lei "Senta cosa posso lasciarle pagato al bar Verdi?", non capisco perché, ad ogni modo rifiuto, "No, si figuri", "No, guardi qualcosa deve prendere, lei è troppo gentile, voleva venire mia figlia a dirglielo, ma lei è sempre impegnata coi due bambini, allora sono venuta io. Dovremo pensare a qualcos'altro per lei, è troppo gentile", e mi lascia pensieroso: quale buona azione avrò mai fatto? Una voce mi toglie dai pensieri, è Dario, "Quella deve avere l'Alzheimer, come fa a darti del troppo gentile?", bravo Dario, incomincia a imparare, effettivamente la signora è stata un po' offensiva.
Alla sera mi prendo la mia rivincita. Stiamo parlando con i soliti serali, quando entra il Finto Prete, non gode di molte simpatie, il primo freddo lo ha spinto in negozio e si piazza davanti al banco a leggere Outsider (il numero di novembre con Rory Gallagher in copertina), due metri dietro di lui il Pluriespulso prende anche lui una rivista e si piazza lì a leggerla. Dario deve passare proprio da quel punto e, non è certo un figurino, è costretto a urtare l'espositore della Kscope, facendo cadere qualche cd. Non vedevo l'ora, "Cosa l'avete preso? Per una sala lettura?"; potrei prendermela col Pluriespulso, ma non è lui l'obiettivo, è l'altro, e lui ci casca, "Vaffanculo, io la compro questa rivista". Piatto ricco mi ci ficco, devo anche rifarmi di questa mattina, "E' mio, non è in vendita", "Ma è esposto, quindi è in vendita". E' un déjà vu, la stessa scena già vista con l'Abate Faria (Diario del 17 marzo), tra l'altro amico del Finto Prete (ho una certa avversione atavica per il clero, vero o finto). La conclusione è la stessa, i toni si alzano, il cartellino rosso si alza. Il Finto Prete varca la porta, con un ultimo sussulto, "Se hai l'Alzheimer non è colpa mia". E vai! L'espulsione ormai è definitiva, me ne sono liberato.

Diario del 29 novembre
Entro in negozio alle 8:16, tolgo il telefono dalla sua base, c'è già una chiamata, il numero non mi dice niente. Ore 8:29, squilla di nuovo, stesso numero, non rispondo. Ore 8:42, terza telefonata, sempre lui; chi cavolo può essere a rompere all'alba del sabato? La curiosità mi spinge a rispondere, "Diiscooocluuuub", "Ciao Marcello, sono Andrea", "TI HO DETTOO GIA' IERI CHEE NOON C'E' NIEENTEE DEI DUURAAN DUURAAN". Poso, mi spiace ma sono stufo di sentirmi chiamare quotidianamente Marcello e di sentirmi chiedere novità dei Duran Duran, memorizzo anche questo numero come quello di Ottavio, non risponderò mai più.
Ancora telefono, "Discoocluuub", "Buongiorno, come va?", sembrerebbe un mio amico dal tono, ma non mi sembra di conoscere questa voce, prendo tempo con un generico "Bene", "Senta un mio amico di fuori Genova mi ha chiesto quella fonovaligia che ha in vetrina", "No scusi, ce l'avevo l'anno scorso", "E come si fa? Non è più in vetrina, ma ce l'avrà dentro", "No, sono mesi che non ne ho più", "E come si fa? Io devo spedirla al mio amico", "Non so cosa dirle, io non posso più averla", "E come si fa? L'ho fotografata nella sua vetrina e c'è anche la pubblicità sui giornali, me ne serve una per il mio amico", "Le ripeto, io non ce l'ho e non posso più procurargliela", "E come si fa?". Lo so io come si fa: si posa il telefono.
Questa mattina io, Dario e Luciano, il mio più vecchio cliente (nella somma anni suoi più anni di frequentazione del negozio), dissertavamo su quale fosse il miglior "Elvis Presley" tra i cantanti italiani; alla fine, come voce, la nostra scelta è caduta su Michele, ma a questo punto Luciano ci ha sorpreso, "Adesso c'è una cantante sardo, un certo Nicola Congiu, che canta un po' come Elvis, un po' come Tom Jones, anzi è anche meglio, lo surclassa Presley!". Mi guardo intorno, il Pluriespulso non c'è. Meno male, se avesse sentito questa affermazione gli sarebbe venuto un colpo al cuore.

Diario del 30 novembre
La prima domenica di apertura natalizia è quasi sempre una gran rottura. Clienti pochi, ma, come il caldo ferragostiano, nemmeno la pioggia (più che altro, oggi, fango anche dal cielo) e l'allerta1 di fine novembre ferma gli svalvolati.
"Vorrei i film di 007", "Non tengo dvd", "Ho visto in vetrina i dischi", "Appunto".
"Mi serve da regalare a mia nipote la musicassetta di Biancaneve", "Musicassetta?", "Sì, sa da vedere alla tv". Oggi i miei clienti (si fa per dire) fanno confusione tra audio e video.
Non è finita. Una signora un po' bislacca, "I cd li avete solo di musica?"
A seguire, un cinquantenne dall'aspetto pacioccoso e non molto sveglio, "Buongiorno a lei (molto affabile), può registrare una musicassetta con i successi degli anni ottanta?", "No, è proibito", "Un negozio una volta me le faceva", "Era fuori legge anche una volta", "Dove devo provare? In via della Maddalena, vico del Ferro, vico del Fieno?", "Magari in vico della Musicassetta", "E quanto costano le cassette?", "Non esistono più", "Che peccato, volevo farmene fare una con pezzi degli Iron Maiden, dei Van Halen, degli Scorpions". Se ne va sempre più triste, ma devo dire che mi sono fatto ingannare dal suo aspetto, pensavo volesse una compilation di musica italiana o melensaggini varie anni ottanta, invece avevo davanti un ex metallaro!
Finalmente una che compra. Nei pochi minuti di sua presenza veniamo a sapere parecchie cose di lei: è stata a lungo in Francia, 'dove hanno dei gusti musicali più raffinati che in Italia', è già un po' che è tornata in Italia, le piacciono i Dead Can Dance, anche se non li ha mai sentiti (ne compra due), e cerca musica etnica; quando scopre che può ordinarne quanta ne vuole, si lancia in un "Uuuuuuuu" prolungato, di fronte al mio sguardo perplesso si giustifica, "Scusi l'uuu, infatti mi chiamano la lupa, sono un po' estemporanea".
Dei soliti estemporanei non possono mancare Quasimodo e Maurizio il Maratoneta, non c'è pioggia, fango, vento, che possa fermarli, ma oggi sembrano quasi normali.

Diario del 2 dicembre
All'alba delle 8:30, telefono, "Discoocluub", "Ciao Giancarlo, sono Tiziano. Ieri pomeriggio ti ho fatto il bonifico per i cd che mi hai spedito, ma quello stupido di bancario ha scritto Monte dei Paschi di Siena, io glielo avevo detto che era Genova, ma lui ha scritto Siena. Ti è mica arrivato?", "Se l'hai fatto ieri non può essere arrivato. Stai tranquillo ha fatto giusto il bancario: è Monte dei Paschi di Siena filiale di Genova", "Io gliel'ho detto a quello stupido, ma lui ha scritto Siena", di coccio il ragazzo, "Non ti preoccupare, ciao".
Incominciamo coi settantenni (e oltre), "Buongiorno, sono un cliente", non ho capito bene di chi (non l'ho mai visto), "Dica", "Cerco un film del 1977...", lo fermo, "Non abbiamo dvd di film", "Ah, no? Mi hanno mandato da Feltrinelli", ce li giochiamo a rimpattino, sembra un doppio di tennis: io e Dario da una parte, Fabio e Mario dall'altra, e il cliente/pallina che va da un lato all'altro di via XX. Non si rassegna, "Di musica però li ha? Vorrei un concerto degli En Vogue del 1977 (si deve essere fermato a quell'anno, sarà un altro caso tipo Good Bye, Lenin!) però non so se hanno mai fatto il video". Confermo, non è un nostro cliente, forse voleva andare al bar Verdi, ma ha sbagliato porta.
Continuiamo con la terza età. La moglie si vergogna e resta fuori, il marito mi chiede, "Ha la canzone di De Gregori che parla del Titanic?", "Sì, è nel disco omonimo", "Ma è un dvd?", ho l'impressione che anche questo faccia un po' di confusione, "No è un cd", "Ah, va be' è lo stesso, me lo dia".
Mezzogiorno, telefono, "Discooocluuuub", "Giancarlo, sono Tiziano, è arrivato il bonifico?", "Non lo so Tiziano, è presto. Ciao".
Nell'intervallo al mio posto c'è Dario, entra un cliente, "Fate fax?", "Dario, "Mi dispiace (sempre troppo gentile!!!), ma non ne facciamo", l'altro, "Sa se qui di fronte c'è un negozio di giocattoli?". Cosa c'entra il fax con i giocattoli? Forse ne cercava uno mignon da regalare a un bambino.
Ritorno ed ecco un altro nuovo cliente, "Avete dischi dei Trilli e di De Andrè?" (più o meno stanno l'uno agli altri come il fax ai giocattoli), "Di De Andrè sì, dei Trilli no. Può provare a vedere se c'è qualcosa nel reparto usato", "USAATOO? Ma siamo sicuri che siano in buone condizioni? Sa, devo sentirli su una radio nuova".
Sera, telefono, "Discoooocluuuuub" (le o e le u si moltiplicano durante la giornata), "Ciao Giancarlo, sono Tiziano, vorr...", "NOOOOO, ciao".
Conclude la giornata, un vecchio cliente, dall'aspetto (e dal...profumo) di orso. Compra solo Rolling Stones e non si smentisce oggi, "Meno male che ci sono ancora i Rolling a farti guadagnare dei soldi, altrimenti avresti già chiuso", "Veramente in questo periodo, e non solo, dovrei dire meno male che ci sono i Pink Floyd, non c'è rapporto tra le vendite dei due gruppi". Lui è piccato, dissente e alla fine conclude, "I Pink Floyd sono dei pantofolai". Non lo sapevo, chissà probabilmente il negozio di pantofole di fronte a me è gestito dai Pink; domani vado a vedere se c'è Gilmour.
Per rassicurarvi, poco fa mi sono collegato con la banca, il bonifico di Tiziano è arrivato.

Diario del 5 dicembre
Eravamo da poco in negozio, quando sentiamo all'esterno un urlo, "Ahaaaaaaaaa", esco col cliente e vediamo uno strano personaggio che fa pochi passi, si ferma, protende in avanti il braccio sinistro col pugno chiuso intorno a non so cosa e indietro quello destro anche quello con la mano che sembra stringere un qualcosa, apre il destro e lascia partire un dardo dal suo immaginario arco, soddisfatto prosegue, altra sosta, altro urlo, altro lancio, altra ripartenza, urlo, saetta, poi segue un lancio senza urlo, "Come mai?" chiedo al cliente, che prontamente risponde, "Questa volta ha mancato il bersaglio".
Molto spesso i nomi degli artisti vengono storpiati, cosa comprensibile quado si tratta di stranieri, il fatto è che succede anche con gli italiani. Anni fa il caso classico era Patty Pravo, la metà di quelli che mi chiedevano i suoi dischi la chiamavano Patty Bravo. Ora è il momento di Gianna Nannini. Al mattino una signora, "Vorrei il cd della Giannini che è in vetrina", la cosa si ripete con altri due clienti e, verso sera, un fan della musica italiana, il cui ingresso in negozio è anticipato da lunghe cantate davanti alla vetrina, mi chiede, "Dammi anche l'ultimo della Giannini", glielo porgo e gli faccio un quiz, "Lo sai chi è suo fratello? Ti facilito, è uno sportivo famoso", "Certo che lo so è un automobilista", "No, cosa dici? Quello è il fratello della Nannini. Il suo era un famoso calciatore, il Principe della Roma".
Telefono, signora, "Discoocluuub", "Vorrei un cofanetto di cd con Peter O'Toole che recita in inglese", "Non ce l'ho", "Dove lo posso trovare?", "Da nessuna parte", "Povera Genova, come siamo messi male".
Due donne in negozio, "Cerchiamo un cd con la versione originale di Fiorin Fiorello, ce l'ha?", "No", una sembra sorpresa, l'altra meno, "Eh sì, questo è difficile; questo invece è più facile, l'originale della canzone Mamma", "Nemmeno questo. Prendetevi l'ultimo della Giannini, scusate Nannini, lì c'è", "Nooo, vogliamo l'originale degli anni cinquanta"

Diario del 9 dicembre
Sempre più spesso l'argomento del giorno è "chi ci ha lasciato oggi?". Entrano due giovani, sento lei che dice, "Hai sentito? E' morto Mango", lui, serissimo, "E' morto dal vivo".
A proposito, sono anni che nessuno mi chiedeva dischi del cantante lucano, oggi tre richieste, l'ultima di una signora, "Avete la Cover di Mango?" (cover, secondo lei, sta per compilation).
Altre richieste: "Vorrei il cd del Vento?", "Ma, non so, cosa intende? Un disco di effetti della natura?", "No, i tre tenorini", "Ah, ho capito, il Volo".
E ancora. "Mi dà l'ultimo di Marco Mengacci", "E chi è? Un altro figlio del presentatore?", "No, è quello che ha vinto a Sanremo", "Ok, Marco Mengoni?".
"Il disco di Eric Clapton 'Unplugged' è dal vivo?".
Tre richieste perse (l'ho finito) del nuovo di Gianna Nannini. Ovviamente tutte e tre le volte, "Ce l'ha l'ultimo della Giannini?".
Signora un po' irritata, "Non è ancora arrivato il cd di James Maddock che ho ordinato in Olanda?", "No", "Come mai? E' quasi un mese che l'ho chiesto". Controllo: ordinato il 30 novembre, effettivamente novembre è il mese scorso. Tra l'altro Maddock è arrivato oggi dall'importatore italiano, non glielo do, aspetterà quello d'importazione.
Qualche giorno fa è arrivato il cofanetto in vinile dei Cream, una copia sola; il Pluriespulso, "E' il mio", "Veramente me l'ha chiesto prima Paolo", s'inalbera, "E no, sono stato io il primo a ordinarlo!". Glielo vendo. Oggi porta indietro uno degli ellepi, "E' difettoso, c'è una bolla". Glielo cambio e lui conclude, "Ti è andata bene che non lo hai venduto a Paolo, lui (e calca il tono su quel 'lui') te lo avrebbe portato indietro", "Tu invece no, vero?".

Diario del 11 dicembre
Vengono da Arquata due ragazzi che entrano questa mattina. Lui esordisce, "Mi vergogno a chiederlo, avete l'ultimo di Red Canzian?", probabilmente è per un regalo vero o presunto, molti arrivano a farsi fare il pacchetto, spacciando per regali dischi che in realtà sono loro, ma si vergognano di dirlo. No, lui non si vergogna, "Li ho tutti e anche se fa schifo devo comprarlo". Nemmeno la sua "camallesca" ragazza si vergogna, le squilla il cellulare e lei, "Chi cazzo è?", guarda il display e risponde, "Ou, che minchia vuoi?". Nel frattempo il ragazzo cambia obiettivo, "E' orribile, ma avete il vinile di Endless River dei Pink Floyd? Li ho tutti in vinile". La sua voce è oscurata da quella della ragazza, che conclude salutando il suo interlocutore telefonico, "Ma va fan culo, stronzo!". Molto fine lei e alquanto controverso nei gusti lui, compra solo dischi che trova orridi, ma deve finire la raccolta.
A proposito di telefono, prima, durante e dopo quest'incontro, anche il mio squilla e il display mi dice "Marcello Andrea", ho dovuto memorizzarlo come quello di Ottavio e non rispondo più alla solita domanda "Ciao Marcello, niente dei Duran Duran?". Lui batte il rompipalle telefonico n.1, è più martellante, chiama tutti i giorni e anche se non rispondo, non si rassegna, ci riprova, oggi alla fine della giornata conto cinque telefonate perse col suo nome

Diario del 12 dicembre
La parete di fianco all'ingresso è da anni una piccola bacheca in cui esporre le richieste di giovani musicisti che frequentano il negozio. Sono state appese lì le richieste più strane e anche quella che ci campeggia da qualche mese desta l'interesse dei clienti. Come altre volte si chiedono elementi (questa volta cantante e batterista) da aggiungere a un gruppo già avviato (senza cantante e batterista?), come al solito si chiede la massima serietà (a quanto pare ora è diventata la qualità principale per i gruppi nu metal e hard rock) ed esperienza (di cui è sicuramente dotato un diciottenne). La cosa che attira l'attenzione degli sguardi è però un'altra: questi due nuovi musicisti devono essere maschi, le femmine sono bandite, non per mancanza di serietà ed esperienza, ma solo in quanto femmine (probabilmente fanno perdere la serietà ai maschi del gruppo). Inevitabilmente un buontempone (vero Lorenzo?) ha pensato di aggiungere un suo commento (forse riuscite a leggerlo nella foto qua sotto), non molto serio, ma che gronda esperienza.
Altri due cd di Mango venduti, tre in pochi giorni, non era mai successo nella storia di Disco Club; una signora ci chiede invece Minghi, "Avrà mica sbagliato? Forse voleva dire Mango" pensiamo e glielo diciamo, "Minghi o Mango, il cantante che è morto pochi giorni fa?", "No, Minghi non è morto, è la moglie che è morta e lui le ha dedicato una canzone commovente, io voglio il cd in cui è contenuta".
Ad allontanarci da queste tristezze e a riportarci a un clima natalizio, ci pensa un'altra signora, chiede a Dario "Avete il cd di Mario Brondi Christmas?"; Dario non è come me, se la domanda fosse stata rivolta a me, dal mio sguardo la signora avrebbe capito di aver detto una fregnaccia, lui invece parte da lontano e conclude "mi dispiace (a proposito di questo 'mi dispiace' che Dario dispensa sempre ai clienti quando chiedono qualcosa che non abbiamo, per scelta, tipo Gigi D'Alessio, gli ho chiesto il motivo di questo suo intercalare, e lui 'mi dispiace perché se lo avessimo avuto avremmo incassato venti euro in più', effettivamente non fa una grinza), signora, Biondi (senza calcare troppo la voce su questa parola) lo abbiamo finito"; lei non si corregge, "Può ordinarmelo il disco di Brondi?", Dario "Certo, allora le metto Christmas di Biondi", "Grazie, quando posso passare a prendere il cd di Brondi?". Adesso mi viene un dubbio, la signora avrà voluto il disco di Mario Biondi, oppure Vasco Brondi (il signor Luci della Centrale Elettrica) ha inciso a nostra insaputa un disco natalizio? Se così fosse forse la signora ci avrebbe chiesto Christmas di Vasco Rossi, ma se l'avesse fatto il cantante di Zocca lei probabilmente avrebbe voluto Christmas di Paolo Rossi e se.........
Natale, appunto. Telefono, "Discoooocluuuub", "E' lei il titolare?", "Dica", "Volevo sapere se volevate fare dei regali per Natale ai clienti", "No, pensavo di riceverli".

Diario del 13 dicembre
Inizio spumeggiante. Vecchietto, "Mi sa dire dove posso trovare delle puntine per giradischi del primo livello?". Vecchietta, tira fuori un pezzo di carta, "Vorrei questo" e mi indica la scritta 'Ringo – se una donna non ti vuole', "Non lo conosco", "Ma io l'ho sentito alla radio", "Mi dispiace ma non so proprio chi sia"; non sembra credermi molto, mi mostra ancora il foglietto e conclude "Non so se è Ringo o Rinco". Io propendo per la seconda, ma non glielo dico.
A proposito di rinco, ecco Andrea, "Ciao Marcello, io ti chiamo al telefono, ma tu non rispondi. E' uscito qualcosa dei Duran Duran?", "A Natale non posso perdere tempo a rispondere al telefono. Non chiamare più. Dei Duran intanto non esce niente", "Ah, va bene, allora ti chiamo la settimana prossima", "Noooo, ti ho detto di non chiamare fino all'anno nuovo", "D'accordo, vado di là nell'usato. Ciao Marcello, ti chiamo venerdì", "Sob".
Ad assistere a questo siparietto c'è un ragazzo milanese, insieme a due suoi amici, calati in riviera alla ricerca dell'onda, onda che questa mattina li ha traditi, ed allora eccolo passare dal negozio per salutare (ci conosciamo da qualche anno). Mentre sceglie il cd da comprare, ecco che entra un altro ragazzo, so che anche lui arriva da Milano, "Belin, oggi ci sono solo milanesi in negozio?", lui si rivolge al primo e gli dice, "Io ti conosco", l'altro, sorpreso, "Mi conosci?", "Sì eravamo compagni all'Università". Caramba, sono meglio della Carrà! Ricordano qualche vecchio compagno e si salutano "Ciao, ci si vede", "Dove?", "Qui da Gian". Disco Club l'ombelico del mondo.
Concludiamo ancora con i Pink Floyd, i più di moda in questi giorni. Ragazzo, "Cerco un disco dei Pink", "Quale?", "Li ho tutti, mi manca solo quello con la mucca".

Diario del 15 dicembre
Entro e non faccio in tempo ad accendere le luci che già il telefono squilla, chi cavolo è? Ovviamente sul display appare la scritta Marcello Andrea. Lo lascio suonare per un minuto, finalmente posa, ma riparte subito, di nuovo lui? No. "Discooocluuuub", ragazza, "Vorrei sapere se siete aperti", "Direi di sì", "E' vero, visto che avete risposto siete aperti"; il primo dubbio glielo abbiamo tolto, passiamo al secondo, "Tenete anche cd?", "Sembra", "Ah, certo, visto che vi chiamate disco club": Miss Lapalisse.
Alle 8:52 siamo già alla terza telefonata, "Discooocluuub", signora, "Volevo sapere se siete aperti", allora oggi è un vizio, "Sììì", "Cerco il concerto per pianoforte...", "Noo".
Finalmente un cliente entra, lui aveva già telefonato, così mi dice, "Sono io che ti ho chiamato, mi interessano dei cd di letteratura inglese recitata da grandi attori, ad esempio Alec Guinness", "Non ne ho", "Dove posso trovarli?", "A Londra".
La giornata la concludo ancora al telefono. Questa volta è un giovane, "E' Disco Club di Piccapietra?", "No, è il Disco Club di via San Vincenzo", sembra sorpreso, "Mi avevano detto...mah, vi sarete spostati", io non lo sapevo, ma lui "Ad ogni modo è lo stesso, sono un cantante emergente, vorrei sapere se posso portarvi il mio cd, no, non per venderlo, non ho questa presunzione, ve ne porterei venti copie da regalare a chi compra un disco da voi. So che voi aiutate gli emergenti", "Non c'è problema", "Allora ne incido un po' di copie e ve li porto", mi viene un dubbio "Sì, però devono avere il bollino Siae", "Ma non dovete venderli, dovete regalarli", "Ci vuole lo stesso con la scritta omaggio", "Va bene, domani ne faccio qualche copia, poi vado in tabaccheria e compro qualche bollino Siae, intanto costano poco. Tanto per darle un'idea, io sono un emergente diciamo del tipo di musica dei Bluvertigo", "Buonanotte".

Diario del 16 dicembre
Liscio non ti lascio, è il tema della giornata. Una prima signora anziana cerca musica da ballo, per la precisione il disco con la canzone Libertà, "Mi spiace, non ho niente del genere", ci rimane male, "A me piace tanto" e in sovrappiù si mette a cantare, "Quanto mi hai fatto piangere....". Ha troppi anni più di me (potrei quindi dire vecchia, più che anziana) per poterla insultare e accompagnare fuori dalla porta, mi tocca aspettare che finisca il ritornello e se ne vada con le sue gambe ballerine.
La seconda è più combattiva, "Dove trovo la musica da ballo?", "Da nessuna parte", "Ma come, non ha niente?", "No", "Dovete essere impazziti, nessuno tiene più liscio, per forza poi chiudete", le faccio presente che noi non abbiamo mai tenuto liscio e siamo ancora aperti, mentre quasi tutti quelli che hanno chiuso vendevano anche liscio, "E lei cosa vende? Che genere di musica?", "Soprattutto straniera, non molto ballabile e spesso anche triste", "Triste? Vede? Invece noi nelle balere siamo allegri, quanto ci divertiamo!" e se ne va sorridente.
Cambio di sesso, ma non di età, col successivo cliente, "Mi dia il nuovo di Celentano", Dario gli fa presente che è uscito più di un anno fa, "Ma non è uscito pochi giorni fa?", "No", "Allora sarà Vasco Rossi. E' uscito qualcosa di Rossi?", "Sì, il mese scorso", "Allora mi dia quello" e conclude con una verità, "Se non è Celentano è Vasco Rossi".
Chiusura con un cliente (teorico) più giovane. Dall'aspetto, allampanato e campagnolo, potrebbe continuare sul genere liscio, entra grattandosi l'orecchio destro, "Sa dirmi chi fa le prevendite per i concerti?"; vorrà andare a vedere l'Orchestra Spettacolo Casadei? Glielo chiedo, "Che concerto?", grattatina all'orecchio "Gli AC/DC a luglio". Gli AC/DC? Ma questo non esce vivo da un concerto degli AC/DC! "Deve andare alle Poste Centrali", grattatina, "Dove sono?", "Da piazza Dante", grattatina, "Dov'è?". Glielo spiego, grattatina "Grazie" e si avvia. Quando parlo con un balbuziente, mi viene da balbettare, quando parlo con un grattaorecchie, mi viene da grattarmi; oh, ecco sono solo, finalmente posso grattarmi l'orecchio, ovviamente il destro.

2014-12-16 12.45.33Diario del 17 dicembre
Una coppia chiede a Dario, "Cerchiamo dei vinili in genovese", lui (sempre ossequioso) "Mi dispiace signora, qui non ne abbiamo. Posso chiedere cosa vi interessa?", "I classici, Trilli, Parodi", "Allora posso permettermi di consigliarvi di dare un'occhiata nel nostro reparto usato, qui girato l'angolo", lei lo fulmina con uno sguardo sdegnato, "Sono per un regalo, li voglio sigillati, speravo di trovare ancora qualche copia intatta". Non appena i due ci lasciano, Dario mi dice, "Che cazzo pretendono questi, vogliono i vinili dei Trilli di trent'anni fa e li cercano sigillati": reazione corretta, ma tardiva, deve imparare ad essere più pronto nelle repliche.
Ormai sono abituato a vedere entrare i miei ex teenagers clienti, che spingono una carrozzina. Gli anni passano e sono diventati degli "ometti". Portano il neonato per farlo abituare all'ambiente Discoclub, "Vedrai che continuerà la tradizione di famiglia". Anche oggi entra una carrozzina, un altro futuro cliente del negozio? Lo guardo, pronto ai soliti complimenti e auguri, ma... beh, no, forse questo non comprerà mai un disco da noi. Voi cosa dite?

Diario del 20 dicembre
Non gli rispondo al telefono da settimane, allora eccolo qui, "Ciao Marcello, è arrivato qualcosa dei Duran Duran?"., "No, niente Duran Duran per Natale", "Non ti arriva niente per Natale dei Duran Duran?", "Belin, te l'ho appena detto, noo", "Ah, auguri Marcello". Secondo voi l'ha capita che non ci sanno novità duraniane per questo Natale? No, domani sicuramente al primo squillo del telefono, leggerò sul display 'Marcello Andrea'. Oggi però è una giornata così, se ci fossero ancora si potrebbe dire 'hanno aperto i manicomi'. Appena uscito Andrea infatti si sente qualcuno cantare davanti alla vetrina a voce spiegata. "Chi è questo matto?", entra, è un altro che ha pagato duramente come Marcello/Andrea gli eccessi di fine anni ottanta. Le cure li hanno lobotomizzati, Andrea è sempre in uno stato di annebbiamento, quest'altro sembra uscito da questo assopimento, Ci ha messo del suo quando era giovane, ma poi non è stato fortunato, stava migliorando grazie all'assistente sociale che lo seguiva, a cui lui si era affezionato come a una persona di famiglia. La sorte ci ha messo lo zampino, la sua assistente si è ammalata e in pochi mesi se ne è andata ancora giovane. Mi ricordo ancora la mattina in cui l'ha saputo, era distrutto, è venuto da me per sfogarsi, ho cercato di consolarlo e lui oggi se ne è ricordato. Stava pazziando, già ubriaco al mattino, girando per il negozio, cantando e urlando i nomi dei cantanti di cui vedeva i cd, in un improvviso momento di lucidità si ferma, mi si è avvicina e "Ciao Giancarlo (almeno lui il mio nome se lo ricorda), sei sempre gentile con me, auguri". Sì, lui esce, ma viene sostituito da un terzo non molto in bolla, non lo è mai stato. La causa della sua instabilità non è, come nei casi precedenti, la droga, ma sicuramente l'alcol ha partecipato a peggiorare uno stato naturale di non troppo equilibrio. Da quando lo conosco, mi parla solo dei pochi soldi che gli danno quelli per cui lavora, borbotta qualcosa di non molto comprensibile e alla fine chiede sempre "Dove sono i cd di Elvis?", dovrebbe saperlo ormai, ma mi tocca sempre farglieli vedere. Adesso non ne ho molti, c'impiega poco a guardarli e quando se ne va, come al solito, mi dice, "Appena prendo i soldi, vengo a comprarli", vino permettendo aggiungerei io.
Ed eccoci al quarto. Questo s'identifica con la categoria già col cognome: Pazzi. E' sempre pronto ad attaccare lite con chi lo contraddice, ce l'ha con gli extracomunitari, soprattutto africani, 'Sono razzista e non li chiamo di colore, sono negri', e con i mendicanti e i comunisti, 'Sì sono fascista'. Oggi è il turno dei Pink Floyd e di chi compra i loro dischi. Il discorso parte dai Doors, lui sostiene "Ho sentito che i Doors vendono cinque milioni di copie all'anno di cd", lo contraddico, "Se loro ne vendono cinque milioni, quante ne vendono i Pink Floyd?", "Perché esistono ancora? Non hanno ancora finito di fare danni?", "E' uscito un disco adesso e ne ho venduti quanto non mi succedeva da decenni", "Non la smettono mai? Avranno già fatto quaranta dischi", "Veramente solo quindici". Non gli piace essere contraddetto, prende le sue borse, piene di cofanetti di musica classica presi da Feltrinelli e se ne va a prendere il treno.
"Sono il batterista", ci fa sobbalzare il grido di un ragazzino che entra con due bacchette effettivamente da batterista, "Dove sono i 45giri?", li vede "Eccoli", li tira fuori "Dove è James Brown?", anche lui come i precedenti seguita a commentare ad alta voce e finalmente, "Eccolo, James Brown". Me lo porta, "Dammelo, non ho soldi", "Allora non posso dartelo", "Sì, ti prego dammelo, è un regalo di Natale", "No", "Ma io sono il batterista di James Brown", "Ah be', allora tienilo", "Grazie, auguri".
Questi sono quelli matti, quelli sani cercano di approfittare della mia generosità, "Io sono il chitarrista dei Rolling Stones, mi prendo questa scatola di cd", "Io sono il bassista degli U2, mi prendo questo cofanetto". Devo tirare fuori il bastone per addomesticarli.

Diario del 21 dicembre
"Scusi vorrei il cd dell'ultimo Sanremo", è un anziano a farci questa richiesta, Dario, "Mi perdoni, quello del 2014?", "E no, come fa ad averlo? Devono ancora farlo. Voglio quello del 2013". La moglie mi anticipa a dirgli quello che penso, "Cosa dici scemo, siamo nel 2014".
Due ragazzine, una "Mi servono i cd grandi da mettere sul giradischi", l'altra, a bassa voce, "Cosa dici scema? Si chiamano vinili". Oggi i clienti si portano il correttore/insultatore dietro. Bene, così risparmio del fiato.
Signora distinta e ariosa, "Mi dia il cd di Mario Draghi", mi sorprende, "Il governatore della Banca d'Italia?", "No, quello pelato con la voce da negro", "Ho capito, il negro Biondi".
Altra anziana, rivolta a Dario, "Devo fare un regalo a mio cugino. Mi consigli lei. Tenga conto che lui è un intenditore di musica", Dario, "Che genere di musica?", lei, "Gli piace quel cantante meridionale, come si chiama? E' napoletano"; Dario non ha il coraggio di pronunciare quel nome, io sì, "Gigi D'Alessio", "Ecco, quello". Un vero intenditore il cugino.
Altra signora, è venuta a ritirare un cd ordinato in Olanda, l'ultimo di James Maddock, "Non c'è ancora", "Come mai? L'ho ordinato da un mese", vado a controllare: ordinato il 14 dicembre. Tra l'altro nel frattempo è uscito anche in Italia e ce l'ho, ma non glielo dico, così impara a lamentarsi.

Diario del 22 dicembre
Oggi a essere preso di mira è Dario. Incomincia una signora, "Mi dia il cd nuovo degli U2", "Ecco signora, Le (con la l maiuscola, perché la gentilezza di Dario lo impone) faccio una confezione regalo?", "Sì grazie"; Dario prende una busta verde, lei arriccia il naso, "No, scusi, è per un ragazzino", Dario rimane interdetto, dove sarà l'errore? Glielo spiega la signora, "Non è un colore adatto per un ragazzino", Dario guarda le buste sul banco, prende quella blu, la maestra di bon ton assentisce, "Sì, quella va bene".
In serata ancora una signora, "Voglio l'ultimo cd di Barbra Streisand che ho visto in vetrina", Dario, "Subito signora, glielo prendo", "Ne vorrei tre copie", Dario, mezzo fuori dalla vetrina, "Mi spiace signora, abbiamo solo questa", lei, sarcastica, "Una copia sola? Complimenti, siete proprio forniti" e lo molla lì, sempre a metà tra vetrina e negozio". Io ero uscito un attimo a comprare delle buste dal Cartolaio amico, quando rientro vedo Dario un po' claudicante, "Cosa ti è successo?", "Una stronza ci ha dato degli sforniti perché non avevamo tre copie della Streisand", "E allora?", "Quando è uscita ho preso a calci tutto quello che ho trovato per il nervoso, purtroppo ho beccato il mobile della cassa". Effettivamente il mobile è segnato, "Così impari ad essere sempre così ossequioso, la prossima volta invece di prendere a calci il mobile, dallo a lei".

Diario del 27 dicembre
Oggi si parla di impianti stereo.
Incomincia una ragazza, "Devo regalare un disco a un mio amico. Si è comprato un mega impianto, sa di quelli con le trombe" e indica un qualcosa che dovrebbe rappresentare le casse acustiche "mi servirebbe un, come si chiama? Quei cd grossi", è la seconda in pochi giorni che definisce così i vinili. Altra ragazza, ancora più giovane, "Ha vinili di classica?", le tiro fuori lo scaffale dei dischi usati, "Quello che ho è qui", lei si entusiasma, "Uh bene, torno quando mi sono comprata il grammofono", interviene un cliente, "Vorrai dire il giradischi", "No, no, il grammofono, quello con la tromba". E due, è davvero il giorno delle trombe.
Conclude un signore, dopo essersi aggirato per un po' in negozio, mentre esce mi indica le casse, "Sono Cizek vero? Le ho riconosciute dal suono. Sono ottime", lo dice con aria da intenditore. Effettivamente le casse interne sono Cizek e suonano ancora bene, nonostante la lunga militanza, il problema è che a suonare il pezzo dei Distance, Light & Sky, nuovo gruppo del Walkabouts Chris Eckman, sono le casse esterne, le Cizek sono scollegate; non me la sento di sputtanarlo davanti agli altri clienti, "Eh sì. Sono ottime".
#t=11

Diario del 29 dicembre
Quando d'inverno tira la tramontana è difficile resistere sull'angolo del palazzo. C'è riuscito spesso Quasimodo, con la goccia al naso e un sacchetto pieno di sigarette, il nuovo kamikaze è Tabletman: sabato era lì e oggi di nuovo. Lui si scalda con lo sciarpone bicolore e con l'accoppiata di giacche a vento, oltre, ovviamente, al tablet. Però, c'è un però, a un certo punto sparisce. Dove va? A casa? No, ci svela l'arcano l'amico feltrinelliano Mario (sotto la foto che ci ha inviato): Tabletman si sposta nel più accogliente negozio di Inge, più comodo e più caldo.
Un possibile cliente dà un'occhiata in giro per il negozio, poi si avvicina, "Avete il nuovo di Paolo Conte?", "Riarriva domani", "Bene, intanto la settimana prossima farete gli sconti per i saldi di fine anno, vero?". Un impossibile cliente.
Quello successivo è invece un espertone, di quelli che sanno tutto e non solo degli amati cantanti country nashvilliani; così quando una ragazza mi chiede un cd di un chitarrista inglese di rock blues e io, tra gli altri, consiglio Rory Gallagher, lui si intromette, "Tra l'altro è morto ieri", lo contraddico, "Veramente saranno quasi vent'anni", lui, con un'espressione di 'questo-non-sa-un-cazzo', "No, guarda, l'ho letto ieri", io non scommetto mai, ma questa volta gliela lancio lì, "Scommetti?", lui, già assaporando il facile guadagno, "Cento euro?", accetto e ci stringiamo la mano. Wikipedia, Rori Gallagher, data di morte 14 giugno 1995, e lui, "Sì, ma bon abbiamo tagliato" e continua "Tra l'altro adesso che mi ricordo, il chitarrista che è morto ieri è Johnny Winter", io ci riprovo, "Scommetti? Facciamo tagliare a lui" indicando un cliente, "No, beh, magari non era proprio ieri, ma la settimana scorsa", "Facciamo cinque mesi".
Metà pomeriggio, telefono, "Discooocluuuub", "Disco Club?", "Sì", "Oh meno male, ci siete ancora. E dove siete? All'inizio o alla fine?". Belin, credevo che fosse un vecchio cliente ritrovato e invece non sa nemmeno dove siamo, solita risposta, "All'inizio", solita replica, "Da che lato?", solita conclusione, "L'inizio è solo da una parte, dall'altra è la fine".
Due ore dopo, spengo le luci, è l'ora di chiudere, si affaccia un ragazzo, "Siete chiusi?", le luci sono spente "Sembra", "Volevo solo sapere se avete i cd con queste canzoni", mi fa vedere dei titoli di discomusic fine anni settanta, lo sorprendo dicendogli gli interpreti (in quel periodo ero a Disco Club di Santa e vendevo anche quel genere), "Questa è degli Imagination e questa della Sugarhill Gang. Se torni domani te li ordino", "Torno sì, sono due ore che vi cerco (era il telefonista di prima, ritardato dalla mia risposta criptica), anzi -indicando l'insegna (parlando lo avevo spinto fuori)- dal 1965!".

Diario del 31 dicembre
Il sogno del segno. Questo è l'insegnamento odierno di un anziano (83 anni) che è venuto a trovarci. Entra con fatica, a causa del sacchettone che si trascina dietro, 'O segnù, cosa vorrà adesso questo', penso e mi preoccupo ulteriormente quando dal sacchetto tira fuori cinque quadri. Si presenta e scopro che è il papà di un mio cliente autista dell'AMT, che ha ereditato dal padre il mestiere. "Guardi, io le vorrei proporre un affare", 'Toulì, adesso mi vorrà vendere una delle sue croste a chissà quale prezzo', penso, ma dico, con un certo timore "Che affare?", "Guardi, io le do questo mio libro e uno di questi quadri a sua scelta per trenta euro". Per la prima volta guardo le sue opere, non sono per niente croste, anzi una in particolare mi piace, lui continua "Trenta euro è quello che mi costa la tela e la cornice, il libro glielo regalo", "Scusi, lei è bravo, ma per quale motivo svende così le sue cose?", diventa ispirato, "Per lasciare un segno, vede io facevo l'autista, me non ho mai smesso di sognare, il mio sogno è di lasciare un segno, il segno del mio passaggio in questa vita. Non bisogna mai smettere di sognare, sognare aiuta a vivere". Si rivolge a Carlo 'Fungus', "Lei cosa fa nella vita?", "Il dentista", "E basta? Non ha qualche hobby? Qualcosa con la quale vorrebbe lasciare il segno?", "Sì, suono il basso", "Bravo, continui e sogni di diventare un bassista così bravo da lasciare un segno, non le costa niente". "E lei?", tocca a me, a dire il vero il mio sogno è stato esaudito 33 anni fa, quando ho abbandonato la banca per passare a tempo pieno a Disco Club, è anche vero però che alla fin fine anche quello del dischivendolo è diventato per me un mestiere, quello che mi dà da vivere, allora butto lì "Ho scritto un diario, le storie del negozio e ne ho già venduto 400 copie, una anche a suo figlio", "Ha visto che ho ragione? Lei ha già lasciato un segno. Auguri a tutti e due, buon nuovo anno". Il segno da noi lui lo ha già lasciato, la sua pittuta
Auguri a te vecchio artista sognatore e a tutti voi di un buon 2015 e mi raccomando non dimenticate una cosa importante: il sogno di un segno.

WP 20141221 001

antesimo di Disco Club!

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