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Diario di Maggio Diario di Maggio Hot

Diario del 3 maggio
Stefano-Bollani-photo-65by-Micha-KirshnermediumSe c'è una categoria fastidiosa è quella delle anziane signore intellettuali o molto spesso intellettualoidi. Scoprono all'improvviso un artista o un genere di musica e quello diventa l'interesse unico della loro. Mi era successo anni fa con una facoltosa settantenne che, passando da una piazza, sente per puro caso, un concerto di Stefano Bollani; amore a prima vista (più che a ... primo ascolto). Mi piomba in negozio, "Conosce Bollani?", "Personalmente no, come musicista sì", e parte con una filippica che mi blocca per almeno dieci minuti. Da quel giorno, periodicamente si fa sentire, per fortuna non di persona, ma quasi sempre telefonicamente; mi riesce facile quindi posare la "cornetta" e servire altre clienti mentre lei mi fa da sottofondo, ogni tanto sollevo il cordless e la sento decantare il Bollani che suona classica, il Bollani che fa jazz, il Bollani carioca, il Bollani gershwiniano, il Bollani che ripresenta le canzoni italiane degli anni cinquanta (quelle a cui è più legata, essendo il periodo della sua giovinezza). In tutti questi anni, mai una volta che mi abbia chiesto qualcosa di diverso di ... Bollani.

Adesso tocca a un'altra settantenne, ovviamente anche lei benestante (è un altro denominatore comune della categoria). La sua passione è la musica sufi, però attenzione solo quella magrebina e non quella turca o pakistana, "Non riesco a trovare niente, da Feltrinelli mi hanno appioppato una compilation, ma di magrebini nemmeno l'ombra", prendo le difese dei ragazzi di Feltrinelli "Le hanno dato l'unica cosa che si trova in catalogo", non ho voglia d'imbarcarmi in ricerche senza speranze, ma l'amico Dario, presente alla richiesta, si intromette, "Se sa qualche nome di artisti sufi magrebini, magari si può provare a cercarli", quella si pavoneggia "Certo che li conosco, ho qui la lista di quelli che hanno partecipato al Fez Festival dell'anno scorso"; cedo la tastiera a Dario, che, come al solito gentilissimo (dodici anni di lavoro in un negozio di dischi non gli hanno ancora insegnato nulla su come trattare i clienti), parte alla ricerca, "Il primo non c'è, il secondo nemmeno, il terzo niente", a cenni cerco di convincerlo a lasciar perdere, ma lui insiste e infine "Ecco, Abd Al Malik c'è", "Allora lo potete ordinare?" esulta lei, prendendo Dario per uno del negozio, ma lui "Deve chiedere al capo" indicandomi. Non posso tirarmi indietro, glielo ordino e dopo quindici giorni arriva, l'avviso, viene per ritirarlo, ma, orrore, i titoli sono in inglese, "No, avete sbagliato, questa è musica da discoteca (te lo avevo detto Dario di lasciare perdere)", "E' il nome che ci ha dato lei", "Mah. Non ho dietro il foglio con gli ospiti del festival. Tenga il cd da parte (e chi vuoi che lo voglia), torno e, se è giusto, lo compro, anche se questo non è sufi magrebino". Sparisce per una ventina di giorni, oggi finalmente torna, forse spinta dal rimorso di avermi appioppato, lei, un bidone, "Sì il nome è giusto, ma in questo disco fa discomusic. Non riesco proprio a trovare quello che voglio io", "Forse in Marocco lo trova" ironizzo, "Certo, infatti ho già prenotato dieci giorni a giugno per il Fès Festival, là sicuramente avranno la musica sufi", "Sì, ma non troverà i trallalero".

Diario del 5 maggio
Andrea, il cliente che passa cinque giorni alla settimana in manicomio (parole sue) e torna a casa per il fine settimana, è passato sabato. Entra e dice "Ciao Marcello", mi guardo intorno, sono solo, probabilmente nella sua mente malata vede un personaggio immaginario; si mette a guardare i vinili alla ricerca dei soliti che compra da anni (Duran Duran, Powerstation, Arcadia), gli passo dietro per prendere un cd e sento che dice "Marcello ...", siamo sempre soli e capisco che si riferisce a me; per anni mi ha chiamato Gian, oggi ha deciso di cambiarmi nome, la domanda invece è la solita "E' uscito niente dei Duran Duran?", "No e nemmeno - lo anticipo - di Arcadia e Powerstation", "Ti chiamo la settimana prossima per vedere se esce qualcosa", "Va bene, ma non prima di venerdì", "Sì, venerdì, ciao Marcello", mi provo a correggerlo "Mi chiamo Gian", "Ah, sì Gian". Oggi, telefono, "Discooocluuuub", "Sono Andrea, ciao Marcello, è arrivato niente dei Duran Duran, Arcadia, Powerstation?".
Da fuori Genova riceviamo la richiesta di un libro sugli Iron Maiden, rispondiamo via email "Sì, ne abbiamo tre copie". Ed ecco la sorprendente replica dell'interessato "Siete sicuri che il libro non sia stato esposto al fumo?", "In negozio è proibito fumare", "Dite tutti così, però già altre volte mi sono arrivati libri che puzzavano di fumo".
Ragazza, "Avete compilation di musica yoga?", "No", "Come mai non se ne trovano più?"; scena muta, non so cosa risponderle.
Concludiamo la giornata con un ragazzo, "Mi manda il mio amico ultras, è arrivato il nuovo cd dei Fratelli del Sole?".
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Diario del 6 maggio
Il "Nipote" di Marianini (quello che aveva messo un armadio davanti alla finestra dell'ufficio, per evitare di essere colpito dai raggi solari), si rivede dopo mesi, "Hai qualcosa di Carly Simon?", "Guarda là in fondo, sotto la foto di Fresu c'è l'angolo delle donnine"; mi metto dietro a un ordine sul computer e mi dimentico di lui, rimango sorpreso quando dopo cinque minuti me lo trovo davanti, "Sarò cieco, ma non lo trovo". Considerando le dimensioni di Disco Club, in cinque minuti avrebbe avuto tutto il tempo per ispezionare ogni angolo alla ricerca di quello giusto, l'angolo rosa.
Mi tocca guidarlo dal banco, "Vai dritto, ora a sinistra, fermati!, davanti a te, in ordine alfabetico, più in basso nella "s", ci sei, fuoco". Altri cinque minuti e torna, "Ne hai uno solo, io voglio quello con Coming Around Again", "Potevi dirmelo subito, avresti risparmiato dieci minuti. Te lo ordino in Olanda. Eccolo, s'intitola proprio Coming Around Again", "Sì, ma io voglio proprio il pezzo della colonna sonora, Coming Around Again; c'è?", "L'album s'intitola Coming Around Again, il pezzo che cerchi s'intitola Coming Around Again, secondo te c'è?".
Si vede meno Ivano, ma oggi spunta. Ovviamente ce l'ha con la mamma, "La sai l'ultima? La mamma mi ha detto che sono un corbitorio", "Corbitorio?", "Sì, perché dice che vado a casa solo per dormire", "Ti avrà detto che hai preso la casa per un dormitorio", "Non lo so, mi ha detto corbitorio e poi ha detto che l'assistente sociale, Sabrina, è una ragazza smidollata e il fruttivendolo è ..." concludo io, sapendo già la conclusione, "E' un rubente", contemporaneamente lo prendo per il colletto della giacca e lo caccio fuori, mentre lui urla alla gente che se lo vede piombare addosso "Mi butta fuori, perché non compro mai"; la "defenestrazione" di Ivano fa parte del rituale quando viene a trovarci ed è la parte che lo diverte di più, anzi, penso, ormai l'unico motivo per il quale passa.
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Diario del 8 maggio
Stamane ricevo un messaggio entusiasta: "Esce il libro sulla squadra Nova Gens, sono sei volumi!!!!!". Non serve la firma, non può essere altro che U Megu. Non conosco la Nova Gens, allora la cerco sul sito; effettivamente esiste, gioca nella prima divisione del campionato veneto e ha la sua sede a Noventa Vicentina; guardiamo un po' come va quest'anno; alla trentesima giornata questi sono i dati: Peggior Attacco, Nova Gens 25 - Peggior Difesa, Nova Gens 59 - Peggior Differenza Reti , Nova Gens -34 - Minor numero di vittorie, Nova Gens 3 - Maggior numero di sconfitte, Nova Gens 18. Adesso si capisce perché escono sei volumi, in uno solo non ci sarebbero state tutte le reti e tutte le sconfitte subite!
Ma oggi U Megu è proprio scatenato. Dopo il messaggio calcistico ecco che siamo alla sua seconda passione: le donne in divisa. Mi telefona agitato,"Sai cosa ho visto in piazza De Ferrari?", "La fontana colorata?", "No, c'erano almeno dieci controllori dell'AMT, cinque da una parte e cinque dall'altra, a dare le multe, tra loro una gnocca tremenda, alta 1,68, occhi azzurri e con tutte le sue cose giuste, uno spettacolo", "Ti sei fatto dare la multa?" (per chi non avesse letto le puntate precedenti, U Megu ha l'abitudine, quando sale un controllore femmina sul bus o sul treno, di non tirare fuori il biglietto, per avere la scusa di attaccare discorso con la pulzella), "No, non potevo, dovevo ancora portare il sangue in ambulatorio" (sempre per i nuovi del Diario, U Megu fa prelievi a domicilio, non è Dracula). Quando viene alla sera è ancora eccitato (per fortuna, come quasi sempre, non ci sono ragazze intorno), racconta a quelli che gli capitano vicino la sua avventura e insiste sui particolare, altezza, occhi, bocca, corpo; allora gli dico, "Ma come hai fatto a vedere così precisamente tutte queste cose da lontano?", è un timidone, per non rispondere fugge a buttarmi via i cartoni. Non avrà mica avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo?
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Diario del 10 maggio
Oggi mi è toccato fare l'interprete. No, non tradurre da una lingua straniera (non ne conosco), ma interpretare le richieste. Incomincia un anziano signore meridionale, con moglie che lo aspetta fuori (forse si vergogna), "Vorrei un cd con Colline d'Italia"; Colline d'Italia? Mai sentito, rimango nel vago "Quale?", "Con l'inno di Mameli". Non ne ho e il pensionato se ne va deluso, mi rivolgo ai presenti, "Ma, voi cosa avete capito?", sono in due ed entrambi mi dicono "Ha chiesto Colline d'Italia".
Una signora invece vuole "L'ultimo dei Cuplai", "Deve ancora uscire", ad uscire è la signora, la ragazza che era davanti al banco è perplessa "Cosa ti ha chiesto?", "Il nuovo dei Coldplay"; sarà vero?
Un anziano, che deve essere appena tornato da Woodstock (dove si era perso per 45 anni), dopo un giro in negozio mi chiede, "Ce l'ha Oppart", questa è difficile, mi prendo il mio tempo, poi gli rispondo "No". Anche lui se ne va insoddisfatto e il cliente che stavo servendo vuole sapere "Cosa voleva?", "Non l'hai capito? Hot Party"; sarà vero?
Un(a) nuovo cliente, grande, grosso (molto) e superprofumato, è un viados, "Ho sentito una canzone che mi piace tantissimo, è di un'austriaca, Conchita Wurst". Non ce l'ho e non la conosco, o meglio, non la conoscevo, perché, proprio mentre sto scrivendo queste righe, do un'occhiata per curiosità all'Eurovision Song Festival e chi si sta esibendo? Una cantante barbuta, la rappresentante austriaca, Conchita Wurst!
A proposito di Brasile, una signora cerca un cd per la nipote, "Vuole musica brasiliana" e curiosa vuole sapere "Ma che genere è?". Questa domanda è troppo difficile, passo.

Diario del 12 maggio
Ormai il mio pre-ingresso si è trasformato di notte nella stanza da letto di qualche barbone; ci si trovano bene, con la testa sullo scalino della mia porta e la pianta che li protegge lateralmente dal vento. Venerdì sera, di ritorno dall'Acoustic Night di Beppe Gambetta (a proposito, sempre bello con ospito bravissimi e divertenti), devo passare a ritirare la borsa in negozio. Sono le 23,30 e ormai il posto è occupato da un (per fortuna uno solo) barbone; devo tirare su la serranda, ma se non si sposta non posso; lo chiamo, niente, do una botta sulle griglie, niente, provo a fare rumore, dorme come un ghiro. Non mi resta che dargli una botta, non troppo forte, ma sufficiente per farlo saltare su spaventato, mi guarda come se facessi parte di un incubo, provo a spiegargli che devo entrare, lui risponde a gesti, dalla bocca gli escono solo versi incomprensibili; ci vuole un po' per fargli capire che se non si toglie, io non posso entrare, alla fine si sposta di un metro e finalmente entro, prendo la borsa e richiudo. Mi ha fatto un po' innervosire, ma al tempo stesso mi fa pena, si è organizzato una sua camera da letto, ordinata, con tutti suoi sacchetti, che sono in pratica il suo armadio, per i vestiti, e la dispensa, per il cibo; lascio che si risistemi davanti alla mia vetrina, alla fin fine mi fa da guardiano notturno, e lo saluto "Ciao", anche questa volta lui risponde solo con un gesto e un grugnito.
Questa mattina chiedo alla portinaia del palazzo, "Ma il barbone che dorme qui è sordomuto?", "Penso di sì", "E' straniero?", "Che ne saccio", guardiamo se ci casca "Non ha sentito che lingua parla?", rimane interdetta "E' muto, non parla", c'è cascata.
Pomeriggio "liscio", nel senso del ballo. Prima un anziano mi chiede "Ha qualche cd dei Girasoli?", subito penso al gruppo beat anni sessanta, ma dubito che lui lo conoscesse; sicuramente si tratta del gruppo folk emiliano, "Non ne ho, fanno liscio vero?", mi risponde a stento, anche lui (come il barbone) con un grugnito affermativo e se ne va, si è proprio offeso.
Dopo, una settantenne "A mia zia piace la fisarmonica, mi da un disco?"; penso che voglia Gigi Botto o Gigi Stock (come mai i fisarmonicisti di una volta si chiamavano tutti Gigi?), ma lei precisa "Jazz suonato con la fisarmonica". La deludo, non ho niente di jazz-liscio, e anche lei la prende male e mi lascia tutta impettita.
A proposito di anziani/vecchi facciamo un "fuori onda". Abbandoniamo quindi il negozio e trasferiamoci sul 49. E' pieno, come tutte le sere, salgo sull'autobus e un ragazzino stravaccato su un sedile dice "Vuole sedersi?"; mi guardo intorno, si rivolge proprio a me. "Ehi ragazzo, seduti ci sono solo i ragazzini nati stanchi come te e i vecchietti. Ti sembra che io appartenga a una di queste categorie?", ci ripenso, ho paura della sua risposta (se dice "sì" non appartengo certo alla prima categoria), mi limito a "Sto sempre in piedi".".

Diario del 13 maggio
Per anni dall'altra parte della strada si trovava un cinema a luci rosse. Qualche mese fa è stato chiuso, perché il sesso più che sullo schermo, si faceva tra le poltroncine. Questa mattina un cliente degli anni settanta/ottanta, che ha veramente esagerato con le droghe pesanti, deve fare confusione tra i due lati di via Sanvi. Entra da me e fa la domanda giusta "Sai dirmi quanto può valere un 45 giri dei Genesis picture disc, che ho comprato da te quasi quarantanni fa?", "Chiedi nell'usato"; esce ed ecco lì il problema, quando rientra probabilmente nella sua mente annebbiata (già al mattino alle nove si sta bevendo una birra da mezzo litro di quelle ben graduate, e non era la prima) pensa di aver attraversato la strada, guarda il ritratto regalatomi da Johnny Grieco per i 45 anni di Disco Club, nel quale al posto del naso il buon Johnny mi ha piazzato un ingombrante organo sessuale maschile, e fa la domanda sbagliata, non a me, ma a una professoressa del vicino liceo (tra i 50 e i 60 anni), "Scommetto che a lei piacerebbe, vero?" le dice ammiccando verso il mio porno-ritratto, quella rimane disorientata, non sa cosa dire, "Non capisco di cosa stia parlando", lui non la molla e si rivolge a me "Hai sentito con che voce sensuale l'ha detto? Eh, biricchina", lei "No, sono così stanca che non ho nemmeno la forza di parlare", "Dica la verità che le piacerebbe quel coso lì, bello morbido" e le fa l'occhiolino. Oltre a lei, anch'io non so più dove girarmi, ma per fortuna quello si gira e ci lascia sghignazzando. La professoressa, liberata dell'importuno, finalmente può farmi la sua richiesta "Vorrei Imagine", meno male che se ne è andato, altrimenti chissà cosa si sarebbe immaginato.

Diario del 16 maggio
"Mi dai il cd con l'inedito di Janis Joplin?", a chiedermelo è un cliente fan degli anni '60/'70, "Non è uscito niente ultimamente", "L'ho sentito a Radio1 l'altra sera", "Hanno detto che disco è?", "No, ma ho riconosciuto la voce di Janis e le sue canzoni le conosco tutte, quindi era un inedito"., Mi viene un dubbio: sta a vedere che.... scrivo "inedito Joplin" su youtube e infatti qualcosa esce "Arianna Antinori canta un inedito di Janis Joplin". Vado a prendere il cd e lo metto su, "Belin è questa - esplode di gioia lui - Hai visto che avevo ragione. Vorrai mica che non riconosca la voce di Janis. In che disco è?". Glielo mostro, ci rimane un po' male, ma si riprende subito "Però è brava e le assomiglia anche", lo compra.
In chiusura ecco l'esibizione del pluriespulso; un cliente non trova un cd da comprare "Vuol dire che questa sera non compro niente", tiro fuori un cofanetto e glielo mostro "Ah diavolo tentatore, mi freghi sempre", ed ecco l'intervento del pluriespulso "Ti prende sempre in fragranza", concludo io "Sì, come un pane appena sfornato".

Diario del 19 maggio
Diario interrotto per colpa del ... Diario. Sì, per fare il libro, che tanto mi avete chiesto, mi tocca rileggere (alla ricerca di eventuali refusi) tutte le cazzate che ho scritto per 365 giorni. Per questo mi son fatto stampare tre copie della prima edizione. Ora mi passo la giornata, a letto, in negozio, alla scrivania, a leggere e a correggere (a dire il vero ogni tanto rido, come se leggessi cose scritte da altri).
In negozio, la notizia della prossima uscita ha provocato due diverse reazioni: alcuni temono di essere citati; altri, al contrario, sono delusi al pensiero di non avere nemmeno una riga sul Diario. Li tengo tutti in sospeso, "Ci saranno sorprese, oltre ai soliti altri clienti mai nominati", "Non io" dice timoroso qualcuno, "Io sì!" esulta sperando qualcun'altro. Vedremo...

Diario del 21 maggio
Dopo tre mesi da quando aveva fatto l'ordine, torna a ritirare i cd il valdostano ex collega dischivendolo. Anche questa volta l'aggettivo che preferisce, e la relativa musica, è "elegante". "Hai la raccolta doppia di Donny Hathaway? Io te l'ho già presa, ma adesso la vuole un mio amico aostano, l'ha sentita da me ed è rimasto affascinato. E' elegantissimo". Rimane incuriosito da un disco di Terry Callier e vuole sentirlo, "Mi piace. E' elegante"; un po' meno elegante è il fatto che, parlando, mi sputacchi ripetutamente sul braccio, nudo per il primo caldo. Compra "What Color Is Love" e vorrebbe raddoppiare con "The New Folk Sound of Terry Callier", album d'esordio del cantante-chitarrista di Chicago, però ... "Anche questo è abbastanza elegante, ma per me è troppo folk, mi annoia". Non annoia invece Renato "Crisantemo" (soprannome appioppatogli da noi in negozio negli anni ottanta per l'aspetto funereo) e Marco il bassopiemontese neolaureato in medicina; loro scelgono il meno elegante ed entrambi lo ordinano. Se ne vanno tutti e tre e io corro in bagno a lavarmi le braccia.

Diario del 22 maggio
Non so se è finito o sta finendo Amici, sicuramente sono usciti un po' di dischi degli artisti (si fa per dire) partecipanti. I più gettonati sono i Dear Jack. Fino alla settimana scorsa non sapevo nemmeno che esistessero, poi un grossista ha voluto a tutti i costi rifilarmene tre copie; una l'ho venduta subito, un'altra oggi a una mamma "So che non dovrei chiederli qui, ma per caso li ha?", "Sì", "Scusi la mia ignoranza, è l'ultimo?", "Santa ignoranza. Speriamo anche l'unico".
Ecco Bruno "scussssi", "Giancarlo, prendimi un cd dei vuaccao", "Vuaccao? Quale?", lo dico per cercare di capire cosa vuole, "Questo, Live at Leeds" e mi indica la casella dei Who". "Ecco. Guarda quanto costa", sorride (la gag ormai è consueta) "9,90, mi fai 9 Giancarlo?".
Un cliente abituale dell'usato, qualche giorno fa mi ha chiesto il cd degli Shampoo "E' introvabile" dice; oggi passa a ritirarlo "Quanto è?", "14,90€", gli si rizzano i non tanti capelli "Noo, a 14,90 noo, lo trovo da tutte le parti a 9". Mi sembrava che avesse detto che era introvabile, non ho voglia di discutere "Non c'è problema, intanto lo vendo subito", lui non sembra molto convinto di questo, ma è ben felice per la mia proposta e si profonde in un "Scusami per questo antipatico frainteso". Il mio "subito" si quantifica in due ore, il tempo necessario per vendere, a 14,90€, il cd degli Shampoo.
E' il momento del telefono caldo. "Discoocluub", "Ciao sono Antonio, volevo sapere quando fai il prossimo Record Store Day", "Anto' (come lo chiama sua mamma), lo abbiamo appena fatto", "Allora mi avvisi quando fai il prossimo?", "Sì Anto', è il terzo sabato del mese di aprile del 2015", "Va bene, telefonami". "Discooocluuuub", "Posso trovare da voi un cd delle Edizioni Erickson?", "Non credo, di cosa si tratta?", "S'intitola Dalla parola alla frase - Imparare a comprendere nella scuola primaria", mi sa che questo libro-cd sia per lui.
Un autista dell'Amt mi fa vedere un'immagine sul telefonino, "Ha lei queste borse?", "No", "Là di fronte mi hanno detto di guardare sotto questi portici", "Io e il bar no di certo, qui di fianco sta aprendo un nuovo negozio che dovrebbe tenere anche le borse, guardi...", m'interrompe "Cosa dice? C'è l'insegna Alpitor, cosa c'entrano le borse?" e se ne va nervosissimo insieme alla moglie. Non ho avuto il tempo di spiegargli che l'insegna è dell'agenzia di viaggi chiusa da tre anni e mezzo, adesso sta aprendo un nuovo negozio di abbigliamento e borse, mancano ormai pochi giorni e finalmente quel buco buio vicino a me s'illuminerà, anzi, uscendo vedo che è già illuminato: Outsider è il nome, e nella vetrina cosa c'è? Le borse che mi aveva fatto vedere l'autista. La figlia gli aveva mandato la foto proprio di quella vetrina e quel rimbelinito non se ne è accorto, ah, è vero, le agenzie di viaggio non vendono borse.

Diario del 23 maggio
Una ventina d'anni fa una ragazza dal tipico aspetto da secchiona saccentona mi ha massacrato con le sue richieste di dischi di Roberto Vecchioni; prima ancora che uscisse il nuovo incominciava a raccomadarsi di tenerlo e in più ne cercava disperatamente tre fuori catalogo, "Mi servono, faccio la tesi sul cantautore milanese". Gli anni passano, le secchione invecchiano e diventano professoresse, ma la richiesta è sempre la stessa, "Mi raccomando mi tenga il nuovo di Vecchioni". Oggi poi si ritorna all'antico, "Non so se gliel'ho già chiesto qualche altra volta, ma come si fa a trovare tre dischi di Vecchioni fuori catalogo?".
Pensa di essere un nostro vecchio cliente anche il successivo. Mi saluta come se mi conoscesse da una vita, "Ciao -poi continua- E' lo stesso Disco Club che era sotto i portici dall'altra parte della strada?", "E' dal 19 dicembre 1965 che siamo sotto i portici da questa parte della strada". E' un po' scettico, ma passa alla richiesta, "Ha già (è passato al lei) il nuovo di Mango?". No, non era un nostro vecchio cliente.
Al telefono sì un vecchio cliente, "Vorrei sapere se è arrivato il cd che ho ordinato", "No, non ancora", lui, un po' stizzito "Come mai? Sono quindici giorni che lo aspetto"; guardo sul database, "Arriva oggi", "Ah, va be', passo a prenderlo quando posso". So cosa rispondergli la prossima volta, "Lo faccio arrivare quando posso".
Non so da quale paese del nord Italia è arrivata la signora, che entra a fine giornata "Sono capitata qui per caso, volevo prendere via XX Settembre dall'inizio, poi ho deciso di tagliare per via San Vincenzo e mi sono trovata davanti alla sua vetrina; ho visto la sua insegna con la scritta dal 1965, ho pensato quindi che fosse il posto giusto. Una mia amica mi ha chiesto, alla mia precedente venuta a Genova, se le trovavo un cd introvabile di un cantautore della scuola genovese, ma nessuno lo conosceva, poi sono finita in quello in via del Campo, che, appunto, tratta solo cantautori genovesi, e almeno lì una signora lo conosceva, anche se non aveva niente". Io stavo chiacchierando coi soliti amici della sera, Francesco, Filippo, U Megu, ci guardiamo, leggendo reciprocamente negli occhi degli altri la stessa domanda: "Ma chi cerca questa logorroica signora? Lo scopriamo subito dopo, "Lei, che ha una certa età (grazie signora), sicuramente mi può aiutare; la mia amica, e io per lei, cerca il disco del cantautore..." ci siamo, ci siamo, fuori il nome, "...Roberto Arnaldi". Finalmente! "Ma certo Robertino di Radio Montecarlo, l'idolo delle massaie italiane degli anni settanta". "Finalmente! -questa volta è lei a dirlo- Si può trovare?". La deludo, "Anni fa uno lo ha avuto, ma direi proprio che è quasi impossibile trovarlo. Non credo che ne abbia venduto molti e del resto era più conosciuto (si fa per dire) come autore dei testi italiani di canzoni straniere, tipo La casa in via del campo per la voce di Amalia Rodrigues", sono diventato logorroico anch'io. "Allora come si fa ad avere questo benedetto disco. Comprarlo su ebay? Scaricarlo? La signora è vecchia, non sa nemmeno cosa sia un computer, e anch'io sono anziana, non so come si fa. Vorrei proprio sapere....". Non sapremo mai cosa vuole sapere, perchè, dicendo queste parole, prende la porta e se ne va. La sentiamo fuori che continua a parlare. Chissà da quale parte del nord Italia è piombata qui?

Diario del 24 maggio
Non faccio in tempo ad entrare che squilla il telefono, "Gian, sono Massimo. Ieri sera sono venuto a ritirare il cd ordinato, ma alle 19:20 eri chiuso", me lo dice con un tono di rimprovero, "Visto che chiudo alle 19:00, è normale che fossi chiuso", "Sull'orario c'è scritto che chiudi alle 19:30", "Dove lo hai letto? Sulla porta c'è 15:00-19:00", "L'ho visto su internet, nel sito di Audioglobe".
Al ritorno pomeridiano nemmeno entro, mi aspetta fuori l'espertone ("sono già sette anni che sento musica" e ne ha più di sessanta), sdentato e avvinazzato "Quanto costa quel giradischi in vetrina? Il mio non lo trovo più e nemmeno i vinili. Pensa che avevo anche i Beatles. A proposito, li hai visti sei mesi fa in pizzeria?", "Chi?", "I Beatles", "Dove?", "Nella pizzeria qui, a cento metri", "Scommetto che c'erano tutti meno Paul McCartney: è morto nel 1966".
Se di questo l'aspetto e il comportamento vanno di pari passo, invece il cliente che servo più tardi ti frega; a vederlo sembra normale, anzi distinto, ma quando apre la bocca... "Scusi ha Musica Moderna di Ivano Fossati?", "Aspetta, sto facendo una ricerca per lui" e indico un cliente davanti alla cassa; "Capisco, ci vuole rispetto", alzo gli occhi e lo riconosco (è quello che qualche mese fa alla mia risposta sul prezzo di un cd "Costa 19,00€", mi chiese "Bastano 20,00€?"). "Adesso vado a vedere, no l'ho finito", "Anche l'altra volta e anche altri titoli italiani. Come mai non li ha?", "Ho più musica straniera", "E perché?", è un interrogatorio, "Perché gli italiani si vendono meno", "Come mai Feltrinelli li ha?". Cosa ne so perché Feltrinelli li ha, ma non mi molla "Me lo ordina Musica Moderna di Fossati, Ivano". Lo cerco, "Ti arriva martedì", "Fossati? Ivano, lo conosce? Quanto costa?", "19,50€", "Ah, non tanto", scherzo "Se vuoi te lo metto 20,00€", non è così scemo, anzi si fa lo sconto, "Va bene 19,00€". Non è finita, "La settimana prossima non ci sono. Arriva martedì 3 giugno?", "No, martedì prossimo", "Martedì prossimo non ci sono", "Va bene, ma arriva martedì prossimo", "Sono in ferie (che lavoro fa?), martedì prossimo non ci sono" e ho capito!!!!

Diario del 27 maggio
Un'ingombrante signora più che settantenne occupa il negozio nel pomeriggio, "Posso dare un'occhiata?", "Prego, faccia con comodo" le dico anche se non sono molto ottimista sulle sue richieste (dall'aspetto direi che è una fan di Radio Zeta). Mi prende alla parola, fa con comodo; dopo un bel po', abbandona la ricerca e si affida a me "Mi fa vedere qualcosa di Julio Iglesias?", "Non ho niente", più o meno quello che mi aspettavo. La seconda richiesta invece è completamente diversa, "E di Francesco Guccini?", qui l'accontento e mi porta alla cassa due cd: Via Paolo Fabbri e Guccini. Non è finita, "Me ne servo ancora uno, di quel cantante sempre bolognese o quantomeno emiliano di quell'epoca, adesso mi sfugge il nome...", suggerisco "Claudio Lolli", "No, non è quello il nome". Guardiamo lo scaffale alla ricerca di altri emiliani, anche più recenti, "Sarti", "No", Carboni", "No", "Bersani", "No". Un'improvvisa illuminazione, anche se titubante, "Forse anche lui Francesco". Di emiliani Francesco non me ne vengono in mente, un cantautore con quel nome e di quell'epoca ci sarebbe, ma non è bolognese. Rassegnati torniamo verso la cassa, dove mi aspetta un'altra signora, molto più giovane, che sta seguendo divertita i nostri itinerari nel negozio, con un sorriso come a dire, "Questa è proprio rimbambita, tra l'altro come fa a chiedere Iglesias e poi comprare Guccini?". Ed ecco fulminante l'illuminazione finale, quasi urla "De Gregori!". E' proprio quello a cui pensavo io, ma è romano; glielo faccio presente e lei si scusa "Questo primo caldo mi ha un po' scombinato la testa, confondo Bologna con Roma", ad ogni modo compra anche Rimmel. Quando se ne va, mi rivolgo all'altra signora, sicuramente più preparata, "Dica", "Vorrei l'ultimo dei Dear Jack". Avevo frainteso il sorriso...

Diario del 28 maggio
Un mio cliente, da anni in pensione, ha deciso di abbandonare la città e trasferirsi in una più tranquilla Acqui (forse spinto anche dalla necessità di sottoporsi alle cure termali). Per un po' di tempo tutto fila liscio, ma dopo qualche mese il "mal di Genova" si fa sentire, eccolo quindi due volte alla settimana piombare giù, poi tre, adesso quasi tutti i giorni, addirittura viene a comprare frutta e verdura al mercato Orientale, frutta e verdura che magari arriva dalle campagne limitrofe ad Acqui.
Anche oggi è qui. Ha sempre paura di disturbare, ma questo non gli impedisce di propormi ad ogni venuta le ricerche più retrò. Lui è un fan della musica di almeno cinquantanni fa ed anche oggi lì mi porta, "Scusi è (non dice ancora nè alla piemontese), una sola cosa, se poi non la trova, non fa niente; cerco la canzone Whatever Lola e... qualcosa altro, era in un film degli anni '50 e l'ho sentita adesso in un'altra versione per una pubblicità", "E' sicuro del titolo?", "Va be', non importa, lasci perdere, non voglio disturbarla (il "nè" non ce l'ha ancora, il "falso e cortese" sì). E con questo passo e chiudo"; gli piace questa frase, il fatto è che non chiude mai, lo so, e quindi mi lancio nella ricerca e gli trovo la canzone, è Whatever Lola Wants, dal film Damn Yankees del 1958, cantata da Gwen Verdon, "Si trova proprio la colonna sonora originale del musical. La ordino?", "Sì, ma faccia con comodo, non c'è urgenza, quando capito a Genova (tutti i giorni) vengo a prenderla". Gli faccio sentire su youtube il pezzo che cerca e lui "Sì, sono queste le canzoni che mi piacciono. E' una di quelle che vorrei come colonna sonora del mio funerale e con questo passo e chiudo". Va infatti, ma rientra dopo pochi secondi, "Se non mi vede stia tranquillo, prima o poi passo, a meno che non mi succeda qualcosa", "Anche lei stia tranquillo, se le succede qualcosa le faccio mettere come colonna sonora Whatever Lola Wants". Non so se è stata colpa della mia frase, ma questa volta passa e chiude davvero...

Diario del 29 maggio
Mi aspetta fuori dal negozio l'amico Marcello. Mi passa un dvd, guardo la copertina "L'amante del vampiro" (si riferirà mica a U Megu?) di Renato Polselli, "Mi fai un piacere? Me lo tieni?", "Perché? Ti vergogni ad andare in giro con questo? E' mica un porno-vampiro?", "No. Devo andare a un funerale e non mi sembra adatto",
Ecco Bruno "scussssi", lo vedo arrivare nel solito riflesso della porta. Ieri mi ha ordinato due cd dei Lacrimosa e oggi sono già arrivati dall'Olanda. Lo chiamo "Bruno, sono già qui"; non sembra molto contento, infatti "Potrei cambiarli con tre cd dei Bad Religion?", "In che senso?", "Vorrei ordinarti questi tre dischi", "E i Lacrimosa?", "Posso non prenderli?", "No, me li hai ordinati". E' chiaramente preoccupato, guarda un po' di file del punk, alla fine si decide a riavvicinarsi, "Cosa succede se non li prendo?", "Che mi rimangono sul groppone", sempre più spaventato, con voce tremolante, "Non è che vengo denunciato per questo?", e ripete quasi in lacrime (lacrimose), "No, vero?", "No, ma scordati che io ti faccia ancora un ordine". La mancata denuncia lo rincuora, "Allora vengo a prenderli verso il 13 giugno", e, bagnato di sudore per la tensione come se fossero quaranta gradi, ci lascia col suo "Scussssi per il disturbo".

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