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Ritorna il Diario Hot

Va be', ci rinuncio. E' ancora più impegnativo stare dietro alle vostre lamentele, che fare il Diario. Al mattino salgo sull'autobus e incontro qualcuno che mi dice "Dirai mica sul serio? Non puoi interrompere il Diario", vado in banca e il cassiere, "Non puoi piantare lì tutto, devi andare avanti", in negozio ecco che si presenta un cliente che non si vede da anni, "Sono passato apposta per dirti che il tuo Diario è fantastico. Devi continuare", mi telefona dalla concorrenza Mario, "Smettila con questo Carosello, è vecchio come il Festival di Sanremo. Torna al Diario". Più che altro torno a casa e fuori dal portone incontro Massimo (il mio "imbianchino" di fiducia), "Dai non scherzare, vai a casa a fare il Diario". Ok, ricominciamo. Mi spiace per Luca, il Carosello a lui dedicato si ferma alla sesta puntata. Una cosa però. NON CHIEDETEMI DI FARLO TUTTI I GIORNI!!! (Questo succedeva il 20 febbraio, eccovi il riassunto fino al 31 marzo, Carosello di Luca compreso)

Carosello di Luca 1
Luca Boscolo mi dice che non riesce a dormire senza il Diario. Pensare che oggi avrei potuto fare un diario di qualche pagina, tanti sono stati i "bislacchi" entrati. Gliene do solo uno, così poi va a dormire (mi sembra di essere il Carosello). Entra una coppia "Cerchiamo un cd col Casatschok", "Mi spiace, non ce l'abbiamo", "E sì, lo sappiamo, non si trova da nessuna parte. Pensi che non lo abbiamo trovato nemmeno in Russia!".

Carosello di Luca 2
Ieri Luca Boscolo mi ha costretto a scrivere qualcosa di sostitutivo del Diario, perché, mi ha detto, senza la sua lettura quotidiana non riusciva a dormire. Ho paura che la cosa si ripeta e, non volendo che tenga sveglia tutta la notte la povera moglie Valentina, ho deciso di concedergli seralmente una ministoria e dopo tutti a nanna, l'ho detto, una specie di Carosello, anzi lo chiamerò il Carosello di Luca.
Cliente anzianotto, e un po' stordito, "Vorrei il cd di quel chitarrista che è in testa alle classifiche", "Chitarrista?", "Sì, come si chiama? Bruk Williams?", "Di Williams conosco Robbie, ma non è un chitarrista", "No, quello ce l'ho. Questo è chitarrista, ma anche canta. E' in testa alle classifiche di Sorrisi e Canzoni, Buc, Bruck, qualcosa del genere"; s'inserisce una signora, "Ce l'ho io Sorrisi e Canzoni, lo vuole vedere?". Lo guardiamo; primo in classifica un famoso chitarrista, ma anche cantante, Bruce Springsteen.

Carosello di Luca 3
Tarara tara taratata (vabbè, fatela da solo, Luca, la sigletta di Carosello)
Squilla il telefono, "Discooocluuuub", "Scusi, avete delle audiocassette vuote?", "Cioè senza nastro?".
Tarara tara taratata
Cinquantenne, "A me piace il jazz, ma non sopporto il sax".
Tarara tarartaratata
Telefonata due, "Discooocluuuub", "Avete anche cd di musica?", "No, solo di parole".
Tarara tara taratata
Parlando con l'attuale miglior cliente dei suoi tantissimi lp, cd, dvd, film, libri, "Ormai non potrei più mettermi con una donna, mi sconvolgerebbe la vita, se poi dovesse spostarmi qualcosa ..... sarebbe la fine".
Tarara tara taratata
Telefonata tre, "Discooocluuuub", "Dottor Limberti?", "No, discoclub, anzi discooocluuuub", "Sì, appunto, la Carige", "No, discoooocluuuub", "E non c'è il dottor Limberti?".

Carosello di Luca 4
Questa sera tocca alla scenetta dell'infallibile ispettore Rock.
Oggi ricevo la visita di un vecchio cliente, Bepi; sceglie dei cd, li compra e poi se ne va, a questo punto mi accorgo che sul banco ci sono un paio di occhiali da sole; nel frattempo è entrato un altro cliente (mai visto); prima di lanciarmi all'inseguimento di Bepi, chiedo al nuovo venuto, "Sono tuoi?", lui li degna appena di uno sguardo, "No", poi li guarda meglio, "Scusa, sì, non mi ricordavo ... ehm ... di averli appoggiati". Compra frettolosamente un disco e se ne va. Trenta secondi? Quaranta? Ecco rientrare trafelato Bepi "Ho dimenticato sul banco i miei occhiali". Dramma, tra l'altro erano occhiali da duecento euro (ecco perché, dopo averli guardati meglio, il furbacchione ha deciso che erano suoi), in che maniera posso consolare il distrutto Bepi? "Chiamo l'ispettore Rock, vedrai che lui risolverà il problema, è infallibile", così dicendo abbasso la testa e, mostrando la pelata, ripeto la storica frase, "Anch'io ho commesso un errore, non ho mai usato la brillantina Linetti", a dire il vero ne ho commessi due: ho dato gli occhiali alla persona sbagliata.

Carosello di Luca 5
Mammut, Babbut, Figliut.
Un settantenne (Babbut), mi chiede, "Mia moglie (Mammut) vuole un 45 giri di Bocelli, Con te partirò". E' un sempliciotto, venuto probabilmente da qualche paesetto dell'interno, mi dispiace deluderlo, ma devo, "Non esistono più da anni", "Davvero? E quella scatoletta dove si metteva una cassetta con tante canzoni?". Deve essere piombato in negozio da un posto lontano da Genova una trentina d'anni, "Anche quella non esiste più", "E come si fa a sentire la musica? Cosa dico a mia moglie?", "Ci vorrebbe un lettore cd", "Cd? Cos'è? Quanto costa?". L'ultima domanda mi conferma la sua provenienza.
Quando lui ci lascia, gli subentra un altro uomo di mezza età (Figliut?), "Scusi, ha quell'apparecchio per registrare con i nastri piccoli?", e con le mani fa un segno che potrebbe sembrare minaccioso, ma in realtà indica la forma e la grandezza dei nastri da Gelosino, quello stesso che mio papà usava negli anni '60 per registrare il Festival di Sanremo (a proposito qualcuno di voi lo sta guardando? Sicuramente nessuno lo sta registrando).

Carosello di Luca 6
Le canzoni della nonna.
Una vecchietta cerca per un'amica "anziana" (cioè più di lei) un disco, "Avete qualcosa di Tony Dalloia?", "Forse Dallara?", "No, Dalloia", "Non lo conosco", "Strano, lo fanno sempre alla radio" (poi scopro che si chiama D'Aloia, ennesimo idolo di Radio Zeta). Lei non demorde, "Allora vorrei la canzone", "Sì, scusi, quale?", "Canzone, è di uno famoso, è morto", "Ma quale canzone?", "Ma quella, è intitolata così", "Ah, Canzone, quella di Don Backy cantata anche da Celentano? Ma questi sono vivi", "No, non quella, è di uno famoso (effettivamente Celentano non è molto famoso), e ...", ... e si guarda intorno sperando di leggere il nome che le sfugge, vede le caselle dei Beatles, dei Doors, di Jimi Hendrix e conclude, "E sì, questo negozio c'è da poco, vero?", "Beh, sì, l'anno prossimo sono solo cinquantanni".

Diario del 20 febbraio
Torna il Bustocco e si esibisce subito nella specialità della casa, "Mi dai la raccolta di Michele e i Meccanici (Mike & the Mechanics) e una del Gatto Stefano (Cat Stevens).
Telefono, "Discoocluub", "Cerco un cd con gli inni d'Italia".
Immancabile Ivano, "Sai cosa mi ha detto la mamma? Che sono un panenaro paranoico". Non è un errore di battuta mio, la mamma lo ha proprio definito "panenaro".
Telefono, "Discoocluuub", "Pronto, è la pensione?", "???".
Gran finale serale. Un settantenne, "Guardi, mi serve un cd con la canzone Daniela, l'ha cantata Fred Bongusto e poi anche Iglesias, ma anche altri più recentemente", "Veramente io non l'ho mai sentita, me ne ricordo una di Cristian dei primi anni ottanta", "Christian? E chi è? No Bongusto e Iglesias", a questo punto si rivolge a Roby Ciccio Luxifer, "Chiediamo a un giovane, che lui sicuramente lo sa. Lei si ricorda di questa canzone vero?"; lo sguardo del metallaro non promette nulla di buono, per salvare il settantenne mi metto al computer a fare la ricerca, "Vede, Bongusto ha cantato Michela e Iglesias Manuela. Mi sa che ha fatto un po' di confusione, in comune hanno solo ela. Daniela è di Christian". Allora lui conclude, con uno sguardo allusivo, "Non importa, mi dia quello; a me interessa che ci sia scritto Daniela". Hai capito l'arzillo? Gli serve per un'avventura amorosa. Non sono in grado di aiutarlo; dove lo trovo un cd di Christian?

Diario del 21 febbraio
"Ha niente di Little Tony? Ghi ghi ghi ghi", s-ghi-gnazza così e non capisco se lo faccia per farmi capire che scherzava, che mi prendeva in giro. E' una donna di mezza età, ma non scherzava, prosegue, "Baglioni ce l'ha vero? Io sento sempre Baglioni, lo sentirei tutto il giorno, ghi ghi ghi ghi". Il suo è quasi un monologo, io riesco solo a piazzare qualche "no" e qualche "sì", infatti riprende, "E Michael Jackson? Ghi ghi ghi ghi. Aspetti, mi piace una canzone di Celentano, quella che parla di mezzanotte", m'intrometto "Una carezza in un pugno", "No, no, quella che fa, A mezzanotte sai - che io ti penserò - ovunque tu sarai, sei mia, ghi ghi ghi ghi", "Appunto, Una carezza in un pugno, ghi ..." oops, la stavo copiando.
Continuano le richieste di cose antiche, dopo i 45 giri e i nastri per il Gelosino, oggi tocca alle musicassette, più recenti, ma ormai dimenticate. A richiederle è un signore e subito gli dico di no, ma poi mi ricordo di avere ancora degli avanzi del negozio di mia figlia (Disco Club 2) e gliele faccio vedere, ma non lo accontento, "Sono troppo recenti": la più nuova aveva almeno dieci anni.
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Diario del 22 febbraio
Ore nove in punto, "E' arrivato Sanremo?". Chi me lo chiede è una ragazza (sui quaranta) che dall'aspetto e dal modo di parlare rivela un passato un po' allegro, l'accompagna un ragazzo (di pari età) che porta le conseguenze non solo del comportamento passato, ma anche del presente. "Non ce l'ho", "Quando arriva?", "Non arriva", "Avete Heather Parisi?", "No", "E Lorella Cuccarini" (avete visto che ho ragione quando parlo di conseguenze?), "Nemmeno"; a questo punto interviene il compagno, "No, hanno solo Il tempo delle mele": battutona nei miei confronti o errore di frutta relativamente al loro passato?
"Scusi posso farle una domanda tecnica?", è un signore di mezza età, "Dica", "Se le porto una pennetta, me la riempe di musica?", "E' proibito", "Ma i miei amici lo fanno", "Se lo faccia fare da loro". Anche il successivo mi parla di rete e amici, "Lo sai che un mio amico compra i cd da Amazon? Per voi è un disastro"; certo senza gli acquisti del suo amico rischio il fallimento, per fortuna entrambi hanno scoperto che esiste Amazon solo nel 2014.
Ecco il sabatale Uomo Del Monte; ha in mano un cd ancora sigillato, "La settimana scorsa mi hai venduto questo disco dei Foreigner, non l'ho aperto perché, vedi?, ha il sigillo graffiato. Puoi cambiarmelo?", "L'ho fatto arrivare apposta per te dall'Olanda, non ne ho altri", "Non puoi mandarglielo indietro come difettoso?", "Mi prenderebbero per scemo a mandare indietro come difettoso un cd sigillato. A parte questo quanto spenderei di spedizione?". Lo guarda, accarezza il sigillo ferito con sguardo sofferente, ma non mi chiede altro per lui. Una richiesta ce l'ha ancora, "Un mio collega vuole un cd di Omar Codazzi", "Scommetto che è un altro di Radio Zeta. Ma di che cavolo parlate voi taxisti nel parcheggio di Brignole? Sesso, calcio e Radio Zeta?".
Arriva anche un "foresto" in questo sabato primaverile, a sorpresa è un fan dei Buoi Pesto; mi chiede il cd Palanche, ce l'ho (sì, ce l'ho, avete letto bene), lo compra, ma "la copertina è triste, non mi piace, la sostituirà con una che farò io".
Telefono, "Discooocluuuub", "Sono l'Uomo Del Monte, per piacere mi ordini ... (un attimo di esitazione) il cd dei ... Foreigner". Spero che gli arrivi di nuovo col sigillo violato.

Diario del 24 febbraio
Qualche giorno fa si è presentata in negozio una ragazza (sui quarantacinque), dall'aspetto contadinesco, con tanto di couperose ad arrossarle il volto, calzoni sul largo, capelli corti alla maschietto, corpo ossuto. Cosa mai vorrà? Non mi sembra il tipo da ballo liscio, la vedrei di più con qualcosa di folk o, visto l'aspetto da stalliera, di country. Anche questa volta non l'azzecco, "Mi può aiutare? Vorrei un disco con i pezzi migliori dei King Crimson", ripresomi dalla sorpresa, le consiglio, "I King Crimson non sono un gruppo da best, parti dal primo". Lo compra. Oggi torna. Con lei c'è un'altra donna con una decina d'anni in più, d'aspetto diverso, berretto in testa e abbigliamento da portuale, anche il fisico e la voce molto più ruvida, insomma la contadina e la marinaia. La prima mi dice "Sono rimasta estasiata da In The Court, mi da qualche altro cd dei King Crimson?"; la faccio andare in ordine: In The Wake, Lizard, Islands. "Anche la mia amica vuole qualcosa. Ecco di nuovo il dilemma, cosa mai potrà volere? I Trilli? Sbaglio di nuovo e, sorprendentemente, quella mi dice, "Il miglior gruppo di sempre è la Mahavishnu Orchestra, Birds Of Fire è il miglior disco della storia, che cosa ha d'altro?". Alla fine si portano via, oltre ai Crimson, due Led Zeppelin e un Tom Waits e mi lasciano con una promessa, "Ciao, ci vediamo presto, preparaci qualche altro consiglio". Anche loro sono passate a un più confidenziale "tu"; bene così, non si sa mai, magari mi portano, una le uova fresche e l'altra le acciughe sotto sale.

Diario dl 25 febbraio
Che confusione con quella Canzone, quella richiestami da una signora qualche giorno fa; stamane si presenta più preparata, "Era di Dalla, mi trova un cd in cui sia contenuta?". Effettivamente l'aveva detto che era di un cantante morto da non molto, le ordino una raccolta, ma poi lei continua, "A dire il vero ce n'è un'altra intitolata così, la canta Michele, l'ho sentita a Radio Zeta (turna, non ne posso più di questa radio: è la mia maledizione attuale). Me la può ordinare?". Così scopro che il nostro compaesano Michele Maisano ha continuato la sua carriera esibendosi (che vergogna) con la Michele & Dina Manfred Band, le ordino "Una canzone e altri successi" (m'immagino quali). Pomeriggio, telefono, "Discoocluuub", "Sono la signora di Canzone, le volevo dire di non ordinarmi più Dalla, mio figlio l'ha trovata; strada facendo", "Strada facendo? Guardi che non è di Dalla, è di Baglioni", "No, non il disco, strada facendo mio figlio, per tornare a casa".

Diario del 26 febbraio
Questa mancava. Negli ultimi tempi ci hanno chiesto di tutto, 45 e 78 giri, nastri vergini e per gelosino, ma ancora nessuno gli stereo8. Molti di voi non lo avranno mai visto uno stereo8; consisteva in una cartuccia, contenente un nastro ad anello senza fine avvolto su una singola bobina, era più grosso di una normale musicassetta ed ebbe breve durata, nel 1983 venne definitivamente abbandonato. Questo forse non lo sapevano i due signori che oggi sono entrati in negozio, "Cerchiamo uno stereo8, uno qualsiasi, non importa il genere, lo abbiamo cercato ovunque, lei è la nostra ultima speranza". Mi viene da rispondere "Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate (a Disco Club)".
Da Aosta invece arriva un mio ex collega (aveva anche lui un negozio di dischi). Ha una caratteristica, cerca sempre dischi "eleganti", "La gente sente musica volgare, non capisce la bellezza dell'eleganza". Oggi cerca la colonna sonora del film Cloclo, "E' la storia del cantante francese Claude Francois. Sono pezzi suoi, a me lui non piace tanto, ma ha scritto Comme d'habitude, la gente non lo sa, ma è la versione originale di My Way, è una canzone elegantissima". Mentre è in negozio arriva un giovane cliente, Piero, che mi chiede Robert Glasper, l'aostano, incuriosito, gli chiede "Cosa fa", "Hip hop", "Ah, non mi piace, è privo di eleganza", "Questo no, e - rivolto a me - faglielo sentire". Lo metto su, "Hai ragione questo è hip hop elegante". Lo ordina e si trasferisce nell'usato. Dopo circa un'ora, devo fare una capatina nel nostro reparto "dietro l'angolo", il valdostano è ancora lì, impegnato in una accanita discussione con altri tre clienti, afferro una sola parola, "elegante".

Diario del 27 febbraio
Finalmente oggi abbiamo notizie di uno dei desaparecidos del negozio: Quasimodo. Un signore si presenta come il padre, "Per piacere non vendete più dischi a mio figlio, per comprarli mi frega i soldi a casa". Ecco perché era sparito, anche se, a dire il vero, da noi arrivava a stento a spendere dieci euro la settimana, mentre senz'altro gli costavano molto di più i sei/sette pacchetti di sigarette che fumava giornalmente. Il fatto è che i cd lasciano una traccia una volta entrati in casa, le sigarette finiscono in cenere. Chissà se hanno imposto l'embargo anche al tabacchino di fiducia. Certo a soffrirne adesso è soprattutto l'angolo del palazzo, non ha più un fedele amico a tenergli compagnia per ore, sia con la pioggia, il vento e il freddo invernale, sia col sole battente estivo.
Sto ascoltando Crystal Blue Persuasion di Tommy James and the Shondells, quando entra l'Elegante, "Bello questo pezzo, di chi è?", glielo dico, "Non lo conosco", "Ma sì, è quello di Crimson and Clover, Soli si muore nella cover italiana"; è deluso, "Strano, quella non mi piace, è una canzone volgare, questa ha un andamento elegante". Poi mi ordina un disco, ovviamente elegante, e io scrivo nel database il suo nome "Walter", "Con la doppia v, bravo ti ricordavi dall'altra volta", (veramente no, l'ho scritto a caso) e infine paga con la carta di credito il cd di Tommy James, leggo l'intestazione: Valter, con una v sola, boh.

Diario del 1 marzo
Compilation di richieste strane.
Un anziano, "Avete Braccialetti rossi?", "Come?", "Il cd", "Ah, beh".
Signora, "Vorrei un cd di, mi sembra, Buddan Bar".
Altra signora, un po' più anziana, due giri inutili per il negozio, "Avete poco di musica italiana" (senza punto interrogativo, è un'affermazione, non una domanda), "Non è la nostra specialità", "Nemmeno Renga. Peccato che non abbia vinto a Sanremo, mi è dispiaciuto tantissimo, al posto di quella sciacquetta di Arisa. mi è antipatica", poi dubbiosa di una gaffe, "A lei piace?". Dovrei rispondere di no, ma Renga ....
Due giovani ragazzi, "Dite, posso aiutarvi?", il primo, dall'aspetto più sveglio, "Cerchiamo un cd dei System of a Down, Toxicity", "L'ho finito, te lo posso ordinare, costa poco, sei euro e cinquanta", glielo mostro sul monitor, "Va bene", ma veniamo bloccati dall'altro, "No, non vogliamo quello" e mi indica la scritta System of a Down, "Noi vogliamo The System of a Down".
Giovane madre con bambinetta sui quattro/cinque anni, "Lei (la bambinetta) vuole il disco di Violetta"; e vai! Un altro avanzo natalizio che ci lascia, provo ad appiopparle la versione deluxe (tre cd!). La mamma chiede alla figlia, "Quale vuoi?", domanda pleonastica, "Quello più grosso" (brava bambina), e, rivolta a me, "Violetta è una mia fan" (anch'io).

Diario del 3 marzo
"Scussssi, avete una raccolta di Bob Dylan?", "Certo, sono lì davanti a te", dopo un po', "Avrei scelto due cd qualunque di Dylan", "Quali vuoi", "Faccia lei, purché ci sia Mr. Tambourine Man, ma non voglio una raccolta" (ma non cercava una raccolta?), glieli scelgo, "Li prendo entrambi, mi fa un leggerissimo sconto?"; era più o meno un anno che non comprava un cd, si merita il leggerissimo sconto. "Scussssi, il disco dei Clan of Ximox (con le "x" si trova benissimo) è nuovo?", "Sì", "E' dark gotico, vero? Me lo dia. Mi fa un leggero sconto?"; non posso esimermi, ma Scussssi che compra tre dischi in una volta giustifica questa lunga stagione di piogge. "Scussssi, poi non la disturbo più, ha ancora il cd degli Autumn Tears?", questo mi sembra troppo, ma vado a vedere, c'è, "Eccolo", "Prendo anche questo, mi fa uno sconto?". Con l'aumentare degli acquisti lo sconto ha perso la sua qualità di piccolezza, ora è solo e semplicemente sconto. Non mi tiro indietro, glielo metto solo dieci euro (a dire il vero era nello scaffale da qualche anno, ou, va be' ragazzi, sono pur sempre un commerciante), lui andandosene dice, "Scussssi se mi sono permesssso di chiedere lo sconto, ma sono cliente da tanti anni". E' vero sono tanti anni che viene, ma ha comprato più cd oggi che in tutti gli anni precedenti messi insieme. Cosa ci aspetta domani? La pioggia aumenterà ancora, trasformandosi in un diluvio oppure questo avvenimento preannuncia l'arrivo del tanto atteso anticiclone delle Azzorre?
Altro cliente, "Cerco il primo cd dei Dead Can Dance", glielo faccio vedere, ma lui "No, non questo, il primo è Anastacia", "Veramente Anastasis (e non Anastacia) è l'ultimo", "Ah. Vorrei anche l'ultimo di Nash", "Di Nash?", "Sì, è uscito in questi giorni", "Non è che sia Crosby?", "Ah".
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Diario del 4 marzo
"Scussssi, come si chiama lei?", "Gian", "Io Bruno", finalmente so il nome di Scussssi. "Senta vorrei altri due cd di Dylan", "Ti è piaciuto?", "Tantissssimo. Lei come lo definirebbe? Rock o mussssica d'autore?" (Bruno sei a Genova, stai attento con le esse di musica). E così compra altri due dischi (sei in due giorni, ormai sono sicuro, da domani incomincia la primavera), non rinunciando al suo "Me lo fa lo sconto? Scussssi se glielo chiedo".
Sabato 19 aprile c'è un appuntamenti importante per noi piccoli negozi di dischi: l'ottava edizione del Record Store Day. Ce lo ricorda il pluriespulso, Carletto (in questo momento tra noi è di nuovo scoppiato l'amore), col suo maccheronico inglese, "Dovrebbe uscire qualcosa anche di Elvis per lo starday".
Una signora sabato mi ha ordinato il cd natalizio del Volo, nonostante la mia idiosincrasia verso i tre tenorini glielo ho ordinato. Oggi, quando viene a ritiralo, mi chiede, "E' arrivato il disco del gruppo Il Mondo?".
La giornata iniziata con Bruno, finisce con Ivano. "Quanto rompe la mamma, domenica mi ha fatto proprio arrabbiare. Già ero incavolato, perché avevo visto la partita (è torinista) e la Samp ci ha battuti (tiè Ivano, tiè, tiè) e la mamma sai cosa mi dice? Che i giocatori del Torino sono spacciatori", "Spacciatori? O drogati?", "Boh, lei ha detto spacciatori, allora mi sono infuriato, ho preso la scala e l'ho buttata nel giardino", "Avrai fatto casino. E i vicini?", "Niente, loro lo sanno quanto rompe la mamma. Vedi questa padella?", la tira fuori dal sacchetto, "Mi ha mandato a comprarla dalla Basko, la voleva da 24 centimetri. Quando gliela ho portata mi ha detto che c'è scritto sopra 19. Così mi ha rispedito indietro, ma alla Basko mi hanno detto che è giusta. Adesso vaglielo a dire a quella", tiro fuori il centimetro, "Vieni, misuriamola: 24 centimetri, è giusta. Il 19 non c'entra niente con la misura. Dille che è una besuga", "Besuga? Ah, ah, ah, glielo dico che me l'hai detto tu. Ah, ah, ah". Porca miseria, cosa ho fatto? Non è che domani si presenterà con la mamma?
570,683 (573,035) 579,000

Diario del 5 marzo
C'è un oggetto che era inesistente in negozio trentanni fa e adesso invece è quasi sempre presente: gli occhiali da presbite. L'età in cui insorge (di solito) la presbiopia e quella media dei clienti, più o meno coincidono (sui quarantacinque anni), succedono spesso casi come quello di questa mattina; Andrea viene a ritirare i vinili ordinati, fino a lì nessun problema, le copertine coi loro trenta centimetri sono leggibili, poi però vorrebbe vedere i cd nuovi, ma "Ho lasciato gli occhiali in macchina, non vedo un tubo"; la cosa non mi coglie alla sprovvista, apro il cassetto e "Eccoti, sono da -2,00, li tengo per i clienti distratti (o che non vogliono rassegnarsi al passare degli anni) vanno bene?", glieli passo, "Perfetti". Ancora una volta gli occhiali di riserva salvano l'incasso.
Ben più di quarantacinque anni ha il cliente successivo, ad occhio e croce almeno ottanta. Gira un po' e siccome mi sembra disorientato, gli chiedo se posso essergli utili, "No grazie, do un'occhiata. Anzi una cosa gliela chiedo. Posso trovare la versione originale della Cumparsita?", "Mi dispiace, ma non ho questo genere di musica", lui sembra non avere sentito e "Vorrei però proprio quella vecchia, non i rifacimenti moderni dove non c'è la battuta", ci riprovo "Non l'ho, provi da Feltrinelli", niente da fare "Vede adesso vado a ballare in quei locali dove si suonano i ballabili, ma la Cumparsita la fanno senza la battuta, io voglio che ci sia", ci riprovo, a voce più alta "Non ho cd di tango, provi da Feltrinelli", ma lui "Dopo la guerra - a questo punto si ferma a squadrarmi - lei non c'era (grazie), si era allegri e si andava tutti a ballare, la Cumparsita la suonavano nella maniera giusta, con la battuta, altrimenti non si può ballare", sono tentato di prendere il megafano, ma ho paura di essere maleducato, mi limito ad urlare "NON L'HO, VADA DA FELTRINELLI", finalmente mi sente e si avvia verso via Venti. Dopo gli occhiali, dovrò dotarmi anche di un apparecchio acustico.
1,509,774 (1512848)

Diario del 6 marzo
Venerdì una signora mi ha ordinato il Concerto di Capodanno di Vienna, "Mi raccomando quello di quest'anno, diretto da Barenboim". Oggi passa a ritirarlo, guarda la copertina un po' perplessa, "Sta a vedere che adesso mi dice che non è quello che voleva" penso; non ci vado molto lontano, infatti, dopo averlo pagato, lei mi dice "Ma è quello originale?". Ora, non so cosa intenda, se pensa che sia un bootleg (ma lei sicuramente non sa cosa siano i bootleg) o un falso, magari fatto da me a casa (in questo caso, per farlo così perfetto, completo di sigillo, avrei speso più di quanto non abbia speso per compralo dalla Sony), ad ogni modo la rassicuro, con una puntina di nervosismo. Commento l'accaduto con i presenti, ma non è finita, la signora rientra quasi subito, "Visto che avevo ragione? Non è l'originale", mi trattengo dal mandarla a f.c. solo per l'età avanzata (più o meno la mia) e il sesso, mi limito a "Non vede cosa c'è scritto sopra? Edizione completa diretta da Barenboim". "Ma quella che dicevo io è più grossa e qui non c'è il Bolero di Ravel", sempre più irritato "La confezione grossa per i doppi non si usa più da qualche anno, il cd è della Sony, che ha l'esclusiva per l'avvenimento, il Bolero di Ravel lo avranno fatto in qualche Concerto di Capodanno in chissà quale altra città. Ad ogni modo, per concludere: io non tengo classica, lei me lo ha fatto ordinare, questo è l'originale, quindi Bolero o non Bolero, lei se lo tiene". Pensavo a una maggiore resistenza, invece il mio aspetto deve averla dissuasa a insistere, si riprende il cd e se ne va.
Altra signora, questa molto più carina (nel comportamento), ma un po' in arretrato "Ha per caso ancora qualche musicassetta?"; questa volta mi ricordo subito degli avanzi del negozio di mia figlia, apro il cassetto magico e tiro fuori la scatola con le ultime cassette per fargliele vedere, "Cerca qualcosa in particolare?", "Ha mica qualcosa di De Andrè?", "Eh, esagerata, quelle non sono di certo rimaste. Guardi qua se trova qualcosa". Ravana un po' nel cartone e alla fine decide, "Ecco prendo questa, Masini mi piace. Quanto le devo?". Quanto può valere una musicassetta di Masini? Alla fine le chiedo due euro. Ho mica esagerato?
274,653

Diario del 7 marzo
"Devo chiederle scusa, per conto di quella cogliona che è venuta ieri, non ha capito un cazzo", al telefono è un'anziana signora (anche se dal linguaggio non si direbbe), "Io non volevo il Concerto di Capodanno, ma una raccolta con la Marcia dell'Aida, il Bolero di Ravel, Sul Bel Danubio Blu ...", prosegue con altre preferenze, posa, poi richiama per aggiungere altri titoli e dopo pochi minuti eccola di nuova "Mi ha trovato il cd?". Sono d'accordo con lei sulle qualità intellettive della sua amica, però lei è una vera rompic....
Cliente fan di Elvis, questa volta mi sorprende, "Mi fai vedere il cd in vetrina di Loreena McKennitt", glielo passo, "E' un best, ci sono i pezzi più famosi", lo guarda, mentre io rispondo a una telefonata, "Discoocluuub", "Qui è il Golfo dei Nesci (1)", è David si dice Devid di Rapallo, "Sei la dimostrazione che mai definizione fu più appropriata", finita la telefonata torno dall'elvisiano "Allora lo vuoi?", "No, ce l'ho già", "Come fai ad averlo? E' appena uscito", "Me l'hanno regalato la settimana scorsa", lo guardo in tralice "Sei mica nato a Rapallo?".
Un'altra anzianotta tutta a modo (non come quella al telefono di prima) entra accompagnata da un quarantenne un po' sbullinato, non molto in sintonia, come tipo, con la signora, "Sono venuta a ritirare il cd di Modugno che ho ordinato", lo prende e se ne va, lasciando in negozio il simil-rockettaro, mi ero sbagliato, il giovane non era con lei, mi sembrava strano, non era certo un tipo da Modugno, infatti mi chiede "Ha qualcosa degli Homo Sapiens?".
(1) Nescio: in genovese, stupidotto, sciocco, pauroso.
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Diario del 8 marzo
La primavera di Bruno continua. In un lustro di anni aveva comprato, a dir tanto, cinque cd, uno per anno. A inizio settimana ha comprato in due giorni sei dischi; in presenza di avvenimenti eccezionali si suol dire "domani piove", in questo caso era impossibile, pioveva da mesi, allora ho lanciato un "domani incomincia la primavera". L'ho azzeccata e vi posso rassicurare, il bel tempo continuerà. Oggi, infatti, si presenta Bruno, "Scussssi, lei si chiama Giacomo?", "No, Gian", "Ah, Gian, senti (all'improvviso è passato a darmi del "tu"), vorrei comprare due cd dei Lacrimossssa. Fanno mussssica (turna, ti ho detto di stare attento a questa parola) gotica e sono in due?"; come più tardi mi ha fatto notare Dario, le sue sono domande che non richiedono risposta: sono domande-affermazioni. Quello che conta è che porta a otto i suoi acquisti settimanali assicurando altri giorni di bel tempo.
Ed ecco di ritorno il Bustocco, "Ciao Gian, sono venuto a ritirare i cd che ti ho ordinato, i Consiglieri dello Stile e i Felici Lunedì", "Eh?", vede la mia faccia interdetta e spiega, "Gli Style Council e gli Happy Mondays". Mi ero dimenticato della sua abitudine di tradurre in italiano i nomi dei gruppi stranieri.
Un sessantenne entra baldanzoso e con tono saccente dice, "Sto cercando qualcosa della nota cantante sudamericana Amalia Rodrigues"; lo deludo su tutti i fronti, primo perché non ho niente, secondo perché la famosa cantante non era sudamericana, ma portoghese.
Un suo coetaneo lo rimpiazza davanti al banco, "Mi trova un cd con la canzone Do You Love Me di ... scusi non so l'inglese" e allora mi mostra un foglietto col nome del cantante: Sharif Dean. Effettivamente trattandosi di un franco-algerino è fondamentale sapere l'inglese.
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Diario del 10 marzo
Lei parla in francese, lui in italiano; nella mia ignoranza totale di qualunque lingua che non sia l'italiano o il genovese, non capisco quello che dice lei, lui sì, "Vedi quel disco, i Thee Silver Meet Zion? L'ho ordinato un po' di tempo fa negli States per dieci euro, dovrebbero avere anche delle influenze balcaniche (???, se non sa quello che fanno, vuol dire che l'ha ordinato, ma non lo ha ancora ricevuto); se vuoi entriamo e ce lo facciamo sentire (perché non se lo fa sentire dal negozio americano a cui lo ha ordinato?)". Entrano infatti, non faccio sentire il cd, "Mi spiace, non faccio sentire i cartonati"; lei, molto più anziana di lui, mi fa chiedere se ho folk italiano con fisarmonica, "Non ne ho e ...", vorrei continuare con "provate ad ordinarlo negli States".
Altra coppia, questa interamente indigena, "Siete la mia ultima speranza. Avete in cd qualcosa di Federico Salvatore?", "Federico Salvatore?", "Sì, è un cantante napoletano, negli anni novanta avevo una sua cassetta; belin adesso non si trova più niente", "Strano. Io non ho niente di quel genere". Mi scappa sempre questa frase e ottengo sempre lo stesso effetto: si offendono e se ne vanno senza salutare; io con "genere" intendo tipo di musica, ma probabilmente loro l'intendono come se io dicessi "musica di merda", non so se è colpa del mio tono di voce o della mia espressione. Tra l'altro adesso mi ricordo di lui: è quello di Azz; ma non posso dirglielo, se ne sono andati.
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Diario del 11 marzo
Il protagonista principale del Diario è mutevole, nel senso che cambia spesso; di partenza il Puzzone e il Rompipalle n.1, poi U Megu e il Pluriespulso, più recentemente lo Psichiatrico e Ivano, negli ultimi giorni Bruno Scussssi si è preso la scena. Anche oggi piomba in negozio, "Ciao Gian", ormai siamo amici, "Scusa ieri ti ho ordinato tre cd dei My Dying Bride, fanno doom metal, vero? - non è una domanda - Potrei cambiarli con tre degli Him?, Fanno gothic love metal, vero? - nemmeno questa è una domanda - Mi fai lo sconto?". C'è qualcosa che non mi quadra nella sua frase, subito non l'ho capito, ma, ripensandoci, ecco la stranezza: la "s" si quadruplica solo se è seguita dalla "i", quando invece si trova prima della "a", rimane singola. Oggi vuole approfondire la conoscenza, "Gian hai mai visto un concerto dei My Dying Bride?", "Io? No di certo", "Ah, allora hai visto gli Him", "Che cavolo dici Bruno? Non ci penso nemmeno", lui, sorpreso, "Non ti piacciono?", "Troppo duri per me", "Ah, ho capito, allora hai visto i Guns n' Roses", "Lasciamo perdere, cosa vuoi Bruno?", "Vorrei un disco dei Chants of Maldoror", "E chi sono?", "Un gruppo di Frossssinone (eccola lì la esse seguita dalla i); fanno gothic-death-metal, vero?", "Come faccio a saperlo, se ti dico che non li conosco", lui ribadisce, "Sì, fanno gothic-death-metal", dimenticavo, non era una domanda.
Ecco un nuovo cliente, con tanto di famiglia al seguito che lo aspetta fuori da negozio, arrivato, direi, da un qualche paesetto del basso Piemonte, "Sto cercando il disco di un complesso che si chiama Genesis, il titolo è Foxtrot". Non mi sta prendendo in giro, dice sul serio; probabilmente nel suo piccolo paese la musica si è fermata al 1972 e lui pensa di chiedermi il disco di un nuovo gruppo non molto conosciuto. Purtroppo l'ho finito e quindi lui se ne va convinto che io non sia alla pari coi tempi.
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Diario del 12 marzo
Ed eccoci alle prese con un altro rappresentante della categoria che sta diventando la principale del negozio, quella dei pensionati. Questo è uno di quei fortunati che non solo sono riusciti ad andare in pensione, ma ci sono riusciti ancora giovani, ha solo cinquantasei anni. Forse il suo stato lo porta ad avere rimpianti per i tempi passati, per i favolosi anni '60, "Quando ero bambino guardavo sempre la Tv dei Ragazzi, nel 1969 mi affascinava un programma, Avventura. La sigla finale, poi, m'incantava, era dei Procol Harum, A Salty Dog. Io non capivo l'inglese ed ero convinto, vista l'atmosfera romantica, che parlasse d'amore. Adesso che sono in pensione ho più tempo libero, mi sono messo a studiare l'inglese e mi è venuta la nostalgia di tradurre il testo di quella canzone che mi piaceva tanto, sono rimasto sorpreso; non parla d'amore, ma di un "lupo di mare", un vecchio capitano che ha doppiato Capo Horn innumerevoli volte, tra l'altro una frase dice: controllate la nave, rimpiazzate il cuoco. Ma perché mai avrebbero dovuto rimpiazzare il cuoco?". Boh, io non ne ho idea, non sono in grado di risolvere il suo dubbio, posso solo ordinargli il cd.

Diario del 13 marzo
Da più di un mese sono assillato dalle richieste di un cliente, "Ti è arrivato il cd di Micah P. Hinson? Non ancora? Ma dai, hai messo la recensione sul sito a gennaio. Mi serve per venerdì sera". Venerdì sera, non è uno specifico venerdì, ma tutti i venerdì, i suoi famosi venerdì sera, dedicati al fumo, perché, lui, al sabato non lavora e può tirare alla lunga con i soliti amici tra uno spinello e l'altro. La musica prescelta è quasi sempre triste e strascicata, per mesi la preferenza è andata a cantanti femmine, "E' arrivato niente questa settimana delle mie donnine tristi?" è stata la domanda ricorrente nei mesi passati; adesso si è un po' stufato, l'unica che ha avuto la promozione a disco perfetto per i venerdì è Andrea Schroeder, berlinese che crea atmosfere "fumose" perfette. Il più atteso è invece, come ho detto, Micah P. Hinson, ed oggi finalmente arriva il cd e, puntuale, alle 14,30 arriva anche lui; quando entra sta suonando un disco che mi è stato mandato dalla casa discografica perché io lo promuovessi, "Cos'è questo?", chiede con una faccia schifata, interviene l'amico Dario "Non mi sembra adatto per i tuoi venerdì", "No, no, per fortuna io ho il mio Micah che mi aspetta". Lo compra e solo dopo che ha pagato gli dico cosa stava suonando, "E' l'ultimo di Micah P. Hinson".

Diario del 14 marzo
Rispunta in negozio Quasimodo, non lo vedevo da mesi. Il padre ci ha proibito di vendergli ancora dei dischi, ma, visto il solito sacchetto pieno di pacchetti di sigarette, non deve avere esteso la diffida anche al tabacchino. Mi chiede un cd di Hendrix, suo beniamino assoluto, gli rispondo che non c'è, senza nemmeno andare a controllare, non vorrei vedermi entrare minaccioso in negozio il temibile padre.
Anche Ivano torna, "Dov'eri finito Ivano?", "Non avevo voglia di venire in centro, giravo per Molassana", "La mamma? Rompe sempre?", "Sempre, adesso non vuole che vada a fare la visita per la pensione. Ma come faccio a non andarci, io non ho niente, sto rubando la pensione". Non ho voglia di sentire la sua solita filippica sull'infortunio, che non si sa bene cosa sia, sui giudici e gli avvocati, lo prendo per il colletto e lo scaravento fuori, colpendo due miei ex colleghi di banca, che rimangono interdetti, devono pensare, "Chi è il matto? Quello che è stato scaraventato fuori o quello che lo ha spinto?".
Ci sono tutti. Il rompipalle n. 1 la scorsa settimana ha comprato l'ultimo live degli Allman, oggi entra e mi chiede "Mi dai l'ultimo live degli Allman?".
Bruno "Scussssi", cerca un cd degli UB40, "Sono brittannnici vero?" (toulì, con le "i" raddoppia tutto, anche le "t" e le "n"), è l'unico che usa il termine "britannico" invece di "inglese".
L'altro ieri avevo promesso al pensionato il cd dei Procol Harum con A Salty Dog, invece incredibilmente ho visto che è andato fuori catalogo; rimane deluso quando viene a ritirarlo, "Peccato, è una vera canzone da struscio".
Solo un nuova entrata; una ragazza gira per il negozio e infine chiede, "Sto cercando Sinatra", le mostro i cd, "No, voglio i dischi", le mostro i lp, "No, quelli piccoli". Le sembra normale nel 2014 cercare i 45" di Sinatra.
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Diario del 17 marzo
Prima espulsione del 2014. Se l'è aggiudicata un barboso cliente barbone (Babbo Natale in pectore, con la sua bianca e sempre più lunga barba), Pio: già citato più volte per la sua pignoleria, fa concorrenza all'Uomo Del Monte per l'ispezione minuziosa di tutti gli angoli dei dischi per scegliere quello in migliori condizioni. A provvedere a scaldarmi è Bruno Scussssi, la scorsa settimana mi ha ordinato tre cd degli Him, oggi torna e mi chiede se sono arrivati, "E' presto, a fine settimana", "Allora toglili dall'ordine", la pressione incomincia a salire "Non posso, ormai li ho ordinati, quando arrivano te li tieni", "Quanto costano?", "Otto euro e novanta", "E' possssibile avere uno sconto di novanta centessssimi?", "Bruno, vedremo". Con lui è entrato in negozio anche Pio, si è fermato vicino alla cassa, sul mobile di fianco al banco tengo le riviste musicali a disposizione dei clienti per la consultazione, su queste si accentra la sua attenzione, "Vorrei comprare questa" e mi passa il numero di febbraio di Buscadero, "Non è in vendita, è del negozio", "Cosa dici? E' esposto e quindi è in vendita", la mia voce s'incrina un attimino "Ti ho detto che sono la mia raccolta personale", "E' l'unico negozio che non vende le cose esposte. Raccolta? Ma vai", la mia voce si alza di un altro tono "Con tutte le cazzate che raccogli tu, potrò raccogliere le riviste?". Cambia discorso, "Va be', allora dammi il Jamboree con i Corvi in copertina che hai in vetrina", "C'è solo la copertina pubblicitaria, la rivista è finita", lui "Guarda, non mi hai mai visto incazzato, dammi subito quella rivista"; io non l'avrò mai visto incazzato, lui invece vede me, "Ou, abbelinato lo hai capito o no che non ce l'ho la rivista" e, di fronte al suo sorrisino sfottente, proseguo "Ma sei deficiente? Ma vattene!", lui "A me?", io "A te", lui "Me ne vado, ma non torno più", io "Hallelujah". Bruno si riavvicina timoroso e lo aggredisco subito "Adesso non farmi incazzare anche tu", "No, no, per farmi perdonare del disturbo ti compro un cd", mi passa un espositore dei Cure "Prendo questo", anticipo la sua domanda "Che genere fanno?", "Dark, io compro solo dark. E ...", lo stoppo e ancora una volta lo anticipo "E' possibile avere uno sconto di novanta centesimi? Scommetto che me lo volevi chiedere". Però sono forte, sono riuscito a strappare un sorriso, una quasi mezza risata al dark Bruno Scussssi. Da quel momento per il resto del pomeriggio, i clienti presenti alla scena, ogni volta che entrava un nuovo avventore lo avvisavano "Non è giornata".
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Diario del 18 marzo
"Te la spiego io la storia, ormai tutti i negozi di dischi stanno chiudendo perché la gente, lo so, non si dovrebbe, ma lo faccio anch'io, scarica; questo è uno dei pochi rimasti", questa è la voce che mi giunge da fuori; è un ragazzo che, sorpreso di trovare una vetrina piena di cd e vinili, ha chiamato subito un suo amico lontano per raccontargli la meraviglia, con un po' di pentimento perché scarica i dischi, invece di comprarli nel negozio del suo paese: lacrime di cocodrillo, sicuramente da domani tornerà a scaricare, anche perché nel suo paesetto il negozio ha chiuso da tempo.
Probabilmente lo ha ascoltato un anziano, che, incuriosito, subito dopo entra. Infatti mi chiede "Si può visitare?", manco fosse una chiesa o un museo.
Sicuramente di negozi ne ha visitati tanti una giovane mamma, che è una delle primatiste di Disco Club per numero di concerti visti e l'unica per la quale si sono invertite le posizioni: se dovesse venire col marito a comprare un disco, sarebbe lui a dover aspettare fuori, e, quando parte per le sue tournée musicali, è lui a fungere da baby sitter. Qualche giorno fa mi ha ordinato un cd, si presenta a ritirarlo, "Sono venuta a prendere il disco di quello dei Pink Floyd", "QUELLO DEI PINK FLOYD?!?!?", "Sì, come si chiama? Barrett?". No! Da una mamma rock questo non me lo sarei mai aspettato.

Diario del 19 marzo
Succede sempre più spesso che i clienti sbaglino portici e quindi negozio. Nel portico dirimpettaio si trova una videoteca e mi trovo spesso a fronteggiare richieste di film strani, a dimostrazione che non sono bislacchi solo i fruitori di musica. Oggi, ad esempio, un signore sui sessanta mi chiede, "Cerco un film italiano del 1958 intitolato L'uomo con le calze lunghe", gli indico Studio 1 e lo mando di fronte. Dopo che è andato mi assale la curiosità di sapere cosa è questo film, mai sentito nominare. Lo cerco su google, la prima risposta mi lascia a bocca aperta: film porno Pippi calze lunghe. Sta a vedere che cercava non la videoteca, ma il cinema porno che fino a pochi mesi fa era aperto lì di fronte. Mi sembra strano, ripeto la ricerca in maniera più dettagliata e la risposta cambia: film tv italiano del 1958, L'uomo dai calzoni corti con Alida Valli. Ha fatto un po' di confusione, non erano calze ma calzoni e per giunta corti e non lunghi, la data era giusta.
Altro film, questa volta la richiesta è corretta, un signore mi mostra un biglietto, "Un uomo da marciapiede di John Barry", bruciato dall'esperienza precedente, gli chiedo, "Non il film, la colonna sonora?", "Sì, con questa canzone" e indica nel foglietto "Everybody's Talkin'", "Ma tutta la colonna sonora o un cd con quella canzone?", "L'importante che ci sia la canzone di John Barry". Perdo circa dieci minuti per fargli capire che John Barry ha fatto la parte musicale della colonna sonora, mentre la canzone la canta Harry Nilsson, alla fine ci riesco facendogli sentire su spotify la canzone di Nilsson e in aggiunta un altro pezzo suo contenuto in un best, Without You; questo lo entusiasma, lo riconosce, "Sì, sì, questo, la conosco anche questa canzone, la cantavano anche in italiano", "E certo, Per chi dei Gens", "Non voglio la colonna sonora, voglio questo". Mi è costato venti minuti, ma alla fine mega incasso: dieci euro.

Diario del 20 marzo
Continuando con temi cinematografici, potremmo dire che oggi abbiamo avuto due remake.
Il primo di "Proposta indecente". Protagonista principale Bruno "scussssi", entra e dopo aver comprato il primo dei cd degli Him ordinato, con la solita manfrina, "Quanto è?", "Otto e novanta", "Mi puoi fare novanta centesimi di sconto?", "Sììììì, te l'ho già detto ieri", ecco la proposta, "Senti, se hai bisogno di aiuto, potresti assumermi, io so tutto della mussssica", mi vengono i brividi solo a pensarci.
Il secondo del "Conte di Montecristo", il sequel intitolato "Il ritorno dell'Abate Faria" (nella fattispecie il recente espulso Pio). Verso sera si affaccia sulla porta e "Ti sei calmato? Perché l'altro giorno ...", non lo lascio proseguire "NOO! Vattene", in un attimo sparisce lui seguito dalla lunga scia della sua barba.
Mi sembra ingiusto abbandonare i vecchi protagonisti del primo anno del Diario. Almeno un cenno lo meritano. Il Pluriespulso, tornato a tempo pieno in negozio, parla con un altro cliente dei vecchi marpioni della scena rock, prima di Crosby, poi di Young e Mick Jagger e quando l'altro racconta, "Ho visto un concerto di Warren Haynes e sul palco è veramente fenomenale", lui, con la sua solita abitudine ruffianesca, lo asseconda, "Ci credo con cinquantanni di palchi", non vedevo l'ora d'intervenire io "Che cavolo dici Carletto, Haynes ha solo 53 anni".
U Megu arriva in ritardo, "Che fine hai fatto?", "Dovevo seguire un'asta via internet per aggiudicarmi il libro della storia dell'Aquila Calcio", "Ce l'hai fatta?", "Sì", "In quanti hanno partecipato all'asta?", "C'ero solo io", "Ti piace vincere facile?".

Diario del 22 marzo
Un vecchietto mi sottopone un quiz irrisolvibile, "Sto cercando una musica suonata col clarinetto, la sento sempre negli ultimi tempi in tutte le tv, l'ho sentita su Rete4 e sui canali Rai, è anche bella"; di più non sa dirmi, ma rimane sorpreso di fronte alla mia ignoranza. Mi concede un'altra chance, "Allora mi dia un cd di musiche militari"; non è proprio fortunato, ha scelto l'uomo sbagliato, guardo poco la tv e sono poco ferrato sulla vita militare (dopo essere stato dichiarato rivedibile alla prima visita militare, ho mangiato molto poco nei mesi successivi, così alla seconda visita, nel 1966, altezza 1,83, peso 55 kg, riformato).
Secondo vecchietto, "Le devo chiedere un piacere, là di fronte hanno duplicato un mio cd, ma non sanno se è rimasto inciso, può provarmelo lei, perché loro non hanno un lettore?"; lo provo, ma il display dice "cd dati", "Non è rimasto niente", "Mi prova il mio, non vorrei che me l'avessero cancellato", inserisco e appare la scritta ""canta bene papi", lui si vergogna un pochino e si giustifica, "Sì, le canto io in genovese, c'è anche la Preghiera del marinaio". Mi ringrazia e si commiata in dialetto, "Scignuria, le lascio un caffè pagato al bar?".
Questa mattina, mi chiedono l'ultimo cd di Ruggeri, non trovo la copia che avevo sul banco e quindi lo tolgo dalla vetrina. Pomeriggio, un quarantenne vuole anche lui Ruggeri; provo a cercarlo, ma proprio non sbuca fuori, "Guarda, o l'ho venduto e non mi ricordo, o me l'hanno rubato, o sono io che non lo vedo, sta di fatto che il risultato è lo stesso: non ce l'ho", non gradisce tanto la mia disquisizione, "Cosa bisogna fare a Genova per poter comprare un cd senza scaricarlo? ", mi giustifico "Fino a mezzogiorno lo avevo", non accetta la scusa "Io abito a Pegli e là non si trova (n.d.a. per forza Sonorama ha chiuso), sono andato da Lucy a Bolzaneto e niente da fare (n.d.a. sono anni che non tiene cd), a Mediaword niente (n.d.a. strano, dovrebbe essere il suo target), vengo qua e non c'è, ho attraversato mezza Genova per niente", ci provo ancora "Te lo posso far arrivare per martedì", ricevo un ghigno, penso, d'approvazione e cerco sul sito del fornitore: ahia, ahia, non c'è, come faccio a dirglielo adesso? "Mi dispiace lo hanno finito anche in magazzino, non ...", spazientito m'interrompe, "Ho capito, lo sentirò tra dieci anni a Radio Nostalgia". Se ne va e non ha nemmeno la soddisfazione di sbattere la posta (non è "sbattibile"). In chiusura mi chiedono il nuovo di St. Vincent, mi giro, lo prendo dallo scaffale e cosa sbuca fuori posto lì sotto? L'ultimo cd di Ruggeri ...

Diario del 24 marzo
Entro in negozio alle 8:30 e vedo che già qualcuno mi ha chiamato al telefono, passano dieci minuti e di nuovo squilla, sul display lo stesso numero, chi sarà il primo rompipalle telefonico della giornata? Vediamo, "Discooocluuuub" (con più o e u del solito, tanto per farglielo capire), "Pronto? E' il centro per l'impiego?", "Ho risposto disco club", "Ah, scusi". Certo che se non capisce le risposte e se seguita a sbagliare numero, sarà difficile per lui trovarlo un impiego.
Anche il primo ad entrare non è molto preciso, "Vorrei il cd di quel cantante francese, Romè", "E' belga, non francese, e si chiama Stromae".
Oggi sono un po' secco nelle risposte e non mi smentisco nemmeno con la ragazza che poco dopo mi chiede "Sto cercando i biglietti per il concerto di Alessandra Amoroso", "Non li ho", "Dove posso trovarli?", "Prova da Mediaworld, ma è un po' lontano, alla Fiumara", "Ah sì, lo immaginavo, mi viene anche comodo, io sono di Sampierdarena, è dietro casa mia. Ma ero di passaggio e allora ho provato", la rassicuro, "Tranquilla, siamo tutti di passaggio".
Al ritorno pomeridiano sapete chi mi aspetta? L'Abate Faria. Ed entra anche, "Buongiorno" lui, "Prego" io, "Vorrei vedere il cd con libretto degli Skiantos che è in vetrina" lui, "Glielo prendo" io, "E' lì in basso" lui, "Lo so" io; lo guarda, controlla che tutti gli angoli siano sani, "Quant'è?", "C'è scritto, sedici euro". Non ha il coraggio di chiedermi lo sconto, paga e "Buongiorno" lui, niente (nel senso che non saluto) io.

Diario del 25 marzo
I prodotti alimentari sono tra i più temuti nei negozi di non alimentari. Gelati, pizzette, birre, sono sempre in agguato, pronte a riversarsi sul pavimento. Anni fa un ragazzo si presenta all'ora di chiusura dopo aver fatto gli acquisti nella vicina bottiglieria, appoggia il sacchetto sul banco per pagare il disco acquistato, ma lo mette in scarso equilibrio, un piccolo tocco ed ecco il dramma, la bottiglia di birra esce fuori e con un tuffo rovesciato e carpiato degno del miglior Dibiasi atterra sul pavimento, il biondo liquido si sparge sotto il banco assorbito dal legno assetato. Per almeno una settimana tutti i clienti che entravano mi guardavano pensando "Belin quanta birra si è bevuto questo qui".
Oggi, sempre in chiusura (è il momento degli acquisti mangerecci), prima entra un uomo con un cono gelato che, se acquistato dal vicino Grom, deve essergli costato un mutuo. In cima campeggia il cucchiaino, ma non lo usa, lecca la crema con abilità, girandole tutto intorno, ma quando si avvicina per ordinarmi un cd del prossimo "Record Day Store" (ma possibile che nessuno riesca a dirlo correttamente Record Store Day?), il suo gelato è di precisione sopra la tastiera del computer, vedo già il dramma, la tastiera "ingromata" di panera, ogni sua linguata mi fa temere il peggio, ma devo dire che la sua tecnica è perfetta: non cade nemmeno un goccio. Sospiro di sollievo quando esce, ma al suo posto ecco un altro giovane, questo è armato non di gelato, ma di un'altra pericolosissima arma: la pizzetta piegata del panificio Mario. Il pomodoro per tutto il tempo della sua sosta davanti al banco rimane in bilico fuori dalla carta; "Adesso cade" penso, invece no, alla fin fine è una serata fortunata, anche questa minaccia alimentare svanisce con l'uscita dell'ultimo cliente.

Diario del 26 marzo
Ospite illustre all'alba, il cantante di uno dei gruppi storici genovesi di prog, "Lupo" Galifi. Quando entra, in negozio ci son altri tre clienti, uno è U Megu, fan dei Museo Rosenbach di cui ha tutti i dischi. Mi rendo conto che non lo ha riconosciuto e, per metterlo in difficoltà, gli lancio un "Potresti fare autografare i tuoi dischi, visto che lui è qui", mi guarda interdetto, io insisto "Ma come, non lo hai riconosciuto?". Lupo lo guarda, U Megu cerca di nascondersi dietro Guspe, ma la cosa gli riesce difficile, visto che lo sovrasta di almeno venti centimetri, allora abbassa la visiera del solito cappellino e di sottecchi scruta questo famoso sconosciuto, segue i discorsi "Negli ultimi anni abbiamo fatto concerti in Corea, Giappone, addirittura a New York, adesso partiamo per il Messico per presentare Barbarica". Barbarica! Finalmente gli si accende la luce, riemerge dietro Guspe, "Ce l'ho, e anche il vinile originale di Zarathustra!".
Un altro amante del prog è in vena di esaltare la sua collezione discografica e conclude con "Pensa ho addirittura il vinile di Close To The Edge!"; forse pensa che averlo solo lui il disco degli Yes e magari, come succede spesso in questi ultimi tempi, di avere in casa chissà quale valore.
Metto un cd in vetrina e, quando mi affaccio un anziano mi indica il passeggino su cui si trova una bimbetta e allarga le braccia come a voler chiedere scusa. Cosa avrà mai fatto la piccola? Me lo dice, "Scusi la teniamo un po' qua perché è scatenata e sta brava solo quando sente la musica (ho messo il disco in ascolto all'esterno)". Nulla di strano direte, magari hai messo su un disco di Laura Pausini (scordatevelo), invece è proprio qui lo strano stava suonando l'ultimo cd dei Current 93.

Diario del 27 marzo
Succede spesso che, quando sono in chiusura, luci spente e giaccone indossato, entri qualcuno e mi faccia la solita stupida domanda, "E' chiuso?", a seconda del grado di confidenza cambia la mia risposta, "No, sono genovese, lo faccio per risparmiare", "Non ho pagato la bolletta, mi hanno staccato la corrente", e così via. Anche questa mattina, dopo aver spento le luci, sento una voce alle mie spalle, "Tei serrou?" (traduzione per i foresti: sei chiuso?), è un anziano che non conosco, mi limito nella risposta "Eh sì", "Ti ghe l'è u cd du D'Alessio?" (t.p.f.: ce l'hai il cd di D'Alessio?); "Ma come, mi parli in genovese e mi chiedi D'Alessio?", non è quello che gli dico, anche questa volta mi limito a uno stringato "No". Lui, pacifico, "Va ben, vegnu n'atra votta. Scignoria" (t.p.f.: va bene, vengo un'altra volta, arrivederci). Non gli dico che è inutile che ritorni, anche perché non ho nessuna intenzione di perdere l'autobus, e poi il vecchietto mi è simpatico, sono anni che non entra qualcuno a chiedermi in dialetto un disco, sì, però, come mai Gigi D'Alessio? Mi aspettavo almeno Piccun dagghe cianin.

Diario del 28 marzo
La filosofia della canzone di Ferradini "Teorema" ha sempre ispirato la mia filosofia di conduzione del negozio. "Prendi una donna, trattala bene e stai sicuro che ti lascerà. Prendi una donna, trattala male e allora si vedrai che t'amerà", questo diceva in pratica il cantautore, "Prendi un cliente, trattalo bene e vedrai che ti tradirà. Prendi un cliente, trattalo male e vedrai che qui tornerà", questa è la mia idea ispirante. La seconda è la democrazia di trattamento, tutti devono essere trattati nella stessa maniera, infatti qualcuno potrebbe offendersi a non subire i maltrattamenti comuni, "Cosa mi ha preso per uno scimunito, che non mi insulta mai?". Prendete il Matematico (sì, sempre lui, quello che mangia una volta solo al giorno alle 4:30 del mattino, quello che sa sempre con precisione il numero dei lp, cd, dvd, etc.etc. che ha in casa), fino a poco tempo fa gli perdonavo tutto, anzi troppo, ad esempio una sua consolidata abitudine era di parlarmi quando io ero già impegnato in una conversazione telefonica, oppure entrava e, senza fare caso se io stavo già servendo un altro cliente, mi faceva le sue richieste, passando davanti a tutti; non gli dicevo (anzi urlavo) niente; la ricompensa? Comprava anche da Feltrinelli a da altri negozi. Adesso no, lui ci prova, ma la mia reazione ora è dura. Anche oggi, mentre sto parlando al telefono con un fornitore, lui incomincia a farmi le sue richieste, lo interrompo con un urlo "MALEDUCATO, non vedi che sto parlando?!?". E quando poso, lo ignoro e mi rivolgo a un altro cliente, lui ci riprova e io lo respingo con un altro urlaccio. Sento che dice "E' nervoso, avrebbe bisogno di un tè", "Belinun, di una camomilla, il tè innervosisce ancora di più" e mollo un gran pugno sul banco. Risultato? Ormai è un fedelissimo, passa più volte alla settimana e compra sempre. Evidentemente dopo tanti anni passati a comportarsi da severo professore alla facoltà di matematica, qui torna indietro, lui è l'allievo e io il maestro che la redarguisce: quando si passa l'ingresso di Disco Club, tutti recedono negli anni, tornano bambini rompipalle e dispettosi e io prendo la bacchetta in mano.

Diario del 31 marzo
Qualche anno fa in corso Gastaldi, vicino a un semaforo s'incontrava sempre uno strano tipo, una specie di Little Steven dei poveri, bandana in testa, ma un viso più emaciato e con una barbetta incolta; chiedeva l'elemosina, ma senza troppe insistenze, forse per questo raccoglieva di più di tanti altri habituè dei semafori. In quel periodo durante le feste dicembrine ho messo su un cd di canzoni natalizie in veste swing e l'ho fatto sentire all'esterno. A un certo punto avvicinandomi alla porta ho visto dall'altra parte della strada un nugolo di persone ferme rivolte verso di noi, "Forse non si erano mai accorte dell'esistenza di Disco Club ed erano state attirate dalla musica?", ma quelle vanno oltre, ridono e infine applaudono, ma chi? Allora esco ed ecco lì davanti alla vetrina il simil-LittleSteven scatenato in un ballo perfettamente a tempo con la musica. Grande successo il suo, ma senza un rientro pecuniario, nessuno ha attraversato la strada per lasciargli qualche moneta. Questa mattina metto su il nuovo disco dei Twin Forks e poi esco a godermi un po' d'aria primaverile, nei portici di fronte vedo un giovane con berretto in mano che chiede l'elemosina, muovendosi in maniera un po' strana, subito non capisco, poi mi rendo conto che sta seguendo il ritmo della musica che esce dai miei diffusori, non è abile come quello di qualche anno prima, ma almeno è dalla parte giusta della strada, quella più frequentata, ma il risultato è lo stesso: zero monete.
Qualche richiesta odierna. Un uomo sui quaranta, espressione da Forrest Gump, "Cerco il cd di Love Song, sono canzoni d'amore", casualmente ho una compilation avanzo di San Valentino "Ho questa, It's Love", "Ma quella ce l'hanno tutti" e mi molla lì col cd in mano.
Telefono, "Vendete prodotti musicali?".
Ivano, "Mi dai settanta centesimi? Devo comprare le uova e il bagno schiuma, mi servono per lavarmi la maglietta", "?!?!?".
Telefono, "Ciao, sono Mimmo, volevo dirti se mi tieni ....", si ferma "Che cosa?", è ancora indeciso "Ma sì, quel cd ...", ancora muto "Scusa, mi hai telefonato per chiedermi un cd e un attimo dopo ti dimentichi quello che vuoi chiedermi? Va be' che hai settant'anni, ma ti sei rimbambito?", "Ma no, aspetta, quello che è morto", "Effettivamente negli ultimi tempi ne è morto uno solo", "E' qualche anno, ma era famoso ...", incomincio a temere di dovergli snocciolare la lista dei morti degli ultimi anni, ma con l'ultimo neurone rimastogli ha un guizzo "Johnny Cash!!" esclama contento.
Per concludere un altro coetaneo di Mimmo, entra tutto allegro "Buongiorno, voglio un cd di musiche nuziali", lo demoralizzo subito "Non ne tengo", perplesso "E dove lo trovo, se non ce l'ha lei?", e con un gesto abbraccia tutto il negozio come a dire "con tutti i cd che ha". La mia successiva risposta lo abbatte del tutto "I miei clienti non si sposano, convivono". Devo avergli rovinato la giornata, è entrato giulivo, è uscito affranto senza nemmeno salutare.

 

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