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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 21 al 31 gennaio
 

Diario - Dal 21 al 31 gennaio Hot

Diario del 21 gennaio
Certo che un po' mi manca. Ogni mattina metto in ordine gli espositori che i clienti mi hanno scompaginato il giorno prima, da anni, quando arrivavo all'ultimo scaffale degli italiani e raddrizzavo la riga, ecco lì la Luna di Togni che mi guardava dal suo oblò: oggi al suo posto un vuoto.
Passiamo a cose meno tristi. Un cliente sui sessanta mi chiede "Cerco un disco di Eric Burdon, The Twain Shall Meet, ma non credo che lei ce l'abbia"; lo deludo perché invece ce l'ho, "C'è questo della BGO accoppiato a Winds of Change". Non pensavo, vista l'età, che facesse i salti di gioia, ma un minimo di contentezza per un cd trovato dopo anni di ricerche vane me lo aspettavo, invece niente e, dopo qualche minuto, mi si avvicina "Mi lasci un attimo per pensare" ed esce. Indubbiamente la decisione deve essere stata molto sofferta, io di attimi gliene ho lasciati anche più di uno, ma alla mezza mi aspettava l'autobus per andare a mangiare a casa, magari tornerà al pomeriggio.
Alla riapertura mi aspetta invece una signora un po' più anziana del fan di Burdon del mattino e la sua richiesta rivela la sua età, "Mi fa vedere cosa ha di Al Bowlly", "Veramente non ne ho nemmeno uno", "Non capisco, nemmeno la Feltrinelli lo ha", "Non è che sia un cantante molto richiesto", "A me interessa una canzone in particolare Midnight, The Stars And You", per paura che io non capisca mi fa anche la traduzione, "Mezzanotte, le stelle e tu, è strano che nessuno ce l'abbia, in fondo è una canzone del 1939".
P.S. Alle 19:00 chiudo e il cd di Eric Burdon & the Animals è ancora lì.

 

Diario del 22 gennaio
Prima di Natale 2012 era stato un articolo sui negozi (più che altro ex) di dischi di Genova, ad attirare l'attenzione su Disco Club e a provocare una specie di pellegrinaggio davanti alla nostra vetrina con padri ex clienti che portavano la famiglia a vedere dove passavano da giovani tutti i sabato pomeriggio. Negli ultimi tempi la cosa si ripete, probabilmente la colpa è proprio di facebook, gli ex giovani degli anni '70/'80 ci hanno riscoperto su queste pagine ed ecco che portano i figli a fare un giro nel negozio dei loro vent'anni, il problema è che fanno confusione. L'altro giorno un padre dice al figlio, "Io venivo da quando il negozio era di fronte", intervengo io, "Di fronte dove?", "Sotto i portici dall'altra parte della strada", "Noi non siamo mai stati di là", "Eppure mi ricordo che io compravo là di fronte", "Può darsi che tu abbia comprato dall'altra parte della strada, ma lì compravi i giocattoli, visto che Il Paradiso dei Bimbi è lì di fronte da quasi ottant'anni", "Mah".
Oggi altro ex cliente, giro turistico coi figli, poi "Vedete là in fondo? Tutti i sabato pomeriggio venivo con gli amici e ci attaccavamo alle cuffie che erano laggiù: otto, quattro dall'alto e quattro sul muro ...", lo interrompo, "Le cuffie erano qui a destra della cassa", "Ma io mi ricordo ...", "Da quando hai incominciato a venire qui?", "Dal 1976", "Abbiamo rifatto il negozio, così come lo vedi adesso, a maggio del 1975, quindi ...", "Mah".
Titubante il primo, titubante il secondo, perplesso io: questi erano ragazzini quando io ero già adulto e sposato, adesso sono già abbastanza rimbambiti, ed io? Mah.

Diario del 23 gennaio
Il collezionismo esasperato dell'Uomo Del Monte si trasferisce anche sui libri, ovviamente non di letteratura, ma sempre dei suoi soliti artisti. Oggi tocca a Mike Rutherford, "Mi trovi questo libro?" e mi indica sul tablet la copertina di In The Living Years, appunto di Rutherford; "Ma è in inglese, da quando in qua sai l'inglese?", "Non lo so", "E allora perché lo vuoi?", "Perché in italiano ce l'ho già". Devo estorcergli la confessione, perché quando fa queste cose un po' si vergogna, ma tant'è, è più forte di lui. A proposito oggi ha comprato l'ennesima versione di Believe delle Celtic Woman (credo che sia la quarta, ognuna con qualcosa di diverso, magari solo la copertina) e, dopo la deluxe doppia, anche la versione normale della Single Collection sempre di lui, Mike Rutherford.
Tra gli ultimi clienti della giornata un vecchietto armato di bastone, "Ha i porta cd a soffietto?", "Non ne tengo", la cosa lo fa innervosire, incomincia a ruotare il bastone e temo di essere colpito in uno dei giri, "Non si trova più niente! Dove li trovo adesso io i porta cd?", dopo questo sfogo si acquieta, forse ha esaurito la sua riserva di energia (evidentemente non usa le Duracell), saluta e lascia la scena.

Diario del 24 gennaio
U Megu finisce il giro dei prelievi presto, prima delle nove è già in negozio, "Hai visto ieri Onofri a Telenord?", "Ti ho già detto che non guardo mai quei programmi", "Peccato ha sbroccato di brutto e ..." mi racconta per filo e per segno l'accaduto (litigio calcistico). Poi una signora, "Avete dvd?", "Che cosa cerca?", "Il film Polar Express", "No, per questi deve chiedere di fronte da Studio Uno", "Di fronte dove?", "Dall'altra parte della strada", "Ci sono passata adesso e non c'è nessun negozio", "E sa, con questa crisi oggi ci siamo, domani no, l'avranno chiuso stanotte". Arriva Fabio dell'usato, lo becca U Megu, "Hai visto ieri Onofri a Telenord?" ...
Telefono, "Avete pianole per la scuola?". Ecco Marco l'elettrico, lo intercetta U Megu, "Hai visto ieri Onofri a Telenord?", e tre.
Pomeriggio. Uno dei più vecchi (di età) clienti viene a ritirare il cd di Peppino Di Capri che mi ha ordinato, nel frattempo entra un'anziana signora, "Permette una domanda? Ha il cd di Papa Francesco?"; possibile che con tutto le cose che ha da fare (telefonate, benedizioni a squadre di calcio e altri sportivi, ricevimento di politici "birichini") abbia avuto il tempo anche di incidere un disco? Mi viene in aiuto Guido (il vecchio cliente), "Lo trova dalle librerie Paoline", la signora, "Lei l'ha comprato?", "Certo" mi saluta ed esce con la signora che chiede "E' bello?", "Molto, ha belle immagini (era un dvd, allora) di ...", si allontanano e non sento altro. Avrà mica fatto un altro miracolo il Papa? La nascita di un amore della terza età. Fa capolino Filippo sulla sua carrozzella, U Megu è in agguato tipo Joe Falchetto, "Hai visto ieri Onofri a Telenord?", quattro.
Telefono, "Sono il dottor Rossi della Tre, è il signor Balducci?", "Balduzzi", "Come, scusi? Balducci", "No, Balduzzi", "Ah, volevo proporle la nostra tariffa telefonica. Mi dica signor Balducci ...", lo interrompo, "Oggi Balducci non c'è". Piano piano, arrivano i soliti del tardo pomeriggio, Carlo e a ruota Marco di Ronco. Indovinate cosa chiede a entrambi U Megu? "Hai visto ieri Onofri a Telenord?", cinque e sei.
Telefono, "Sono arrivati i cd che abbiamo ordinato?", "Controllo, sì, entrambi", "Bene, allora vengo a prenderli, lei chiude alle 19:30?", "No, alle 19 in punto", "Ma come? Lei ha detto che ci avrebbe avvisati", "L'ho fatto, un messaggio la settimana scorsa e uno oggi. Scusi, però, non capisco il collegamento tra le cose, se io vi ho avvisato, posso chiudere alle 19:00, altrimenti devo aspettare le 19:30?". Entra il mio dottore Guspe, finalmente uno che alla domada du Megu, "Hai visto ieri Onofri a Telenord?", può rispondere affermativamente, e sette. Per ultimi ecco i bancari, Francesco, immediatamente assalito da U Megu, "Hai visto ieri Onofri a Telenord?", otto, e Andrea, che mi minaccia, "Se mi lanci addosso U Megu, compro tutto da Amazon".

Diario del 25 gennaio
Oltre all'Uomo Del Monte (a proposito oggi mi ha detto tutto orgoglioso che un suo collega taxista gli ha riferito che io parlo sempre di lui nel Diario e di quanto mi rompe le palle), un assiduo del sabato è ormai Andrea Duran Duran, quello che esce dal manicomio (parole sue) al sabato per rientrarci al lunedì. Anche oggi cerca un disco introvabile del gruppo di Simon Le Bon e per dare maggior forza alla sua richiesta chiama a testimoni dei miei colleghi, "Sono stato prima da Feltrinelli e mi hanno detto: figurati se Marcello non te lo trova". Ringrazio i ragazzi di Feltrinelli per avermi rimandato Andrea, ma Marcello chi è?
Nella mia ricerca di un nuovo lungodegente per rimpiazzare Togni avevo individuato qualche altro cd italiano, ma sempre il Signor G mi ha tolto una chance, "Il mio dottore (professore di italiano facente funzioni, in questo caso, di psicanalista) mi ha detto di continuare con le tamarrate italiane, dopo Togni una bella tozzata", "Tozzata?", "Sì, una raccolta di Tozzi". Ecco, uno dei candidati subito portato via. Se continua in ordine alfabetico, non vorrei che mi chiedesse Luciana Turina, no, questa non l'ho mai avuta in negozio.
Concludiamo con un giornalista (non so di quale giornale), specialista nello sparare cazzate e nello storpiare i nomi. Oggi, parlando di artisti francesi, mi cita un certo Jean Michel Francois. A chi si riferiva? A Jean Michel Jarre o a Claude Francois?

Diario del 27 gennaio
Tempo fa vi avevo parlato del cliente con la pancia (direi anzi panciona) a punta, come se si fosse ingoiato intera la prua di una barca, e col suo caratteristico intercalare "scussssi" (con quattro esse).
Oggi ritorna e, per l'occasione, vi propongo un potpourri di sue perle. "Scussssi, gli UB40 sono britannici?", è l'unico che usa il termine britannico al posto di inglese. "Scussssi, Made in Japan dei Deep Purple è stato registrato proprio in Giappone?". "Sì, e Made in Europe in Europa", lapalissiano. Dario (ex Fnac), presente all'arrivo di Scussssi, ha una curiosità, "Ma da te ha mai comprato niente?", "In tutti questi anni mi ricordo solo un cd da nove euro", "Da noi ogni volta che chiedeva cosa avessimo di un gruppo, e dopo che glielo avevo mostrato, concludeva invariabilmente con: questo l'ho già presssso da Mediaword".
"Avete ancora delle vecchie cassette?", "No, ormai non se ne trovano più", "Lo so, non sono per me, sono per una vecchina", a chiedermelo è una signora di mezza età e la sua frase mi fa ricordare qualcosa, cerco sul Diario e trovo una richiesta identica il 28 novembre dell'anno scorso. Quella volta era un settantenne (il figlio?), questa una quaranta/cinquantenne (la nipote?"), la prossima volta mi arriverà mica il pronipote ventenne?
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Diario del 28 gennaio
Riepiloghiamo: ho una casa a Bosa, un'altra a Courmayeur, uno yacht al Porto Antico, una Mercedes e ... probabilmente mi sono dimenticato qualcosa. Questo è tutto quello che mi attribuiscono i clienti con la solita frase "con i miei soldi ti sei comprato una villa a ... ", si passa quindi dalla Sardegna alla Val d'Aosta, la prima raggiunta con uno yacht, la seconda con la Mercedes. Anche stasera capita qualcosa di simile. Entra una coppia di sessantenni, il primo, dopo aver curiosato un po', mi chiede, "Avete dvd dei Cheap Trick?", "No, solo cd", si rivolge all'amico, "Hanno finito i dvd (non ho detto questo, non li ho mai avuti), peccato, pensa che quando stavo in America eravamo amici"; sarà vero? Probabilmente quanto quello che dice il suo amico, che incontro spesso sull'autobus al ritorno pomeridiano in negozio, "Noi (intende lui ed io) ci conosciamo bene (sì, appunto ci vediamo sul 49), qui ho comprato un sacco di dischi e lui (sempre io) lo sa". E' vero, ne ha presi tre, e grazie a questi acquisti ho potuto comprare il primo mattone per una delle mie ville.

Diario del 29 gennaio
Giornata cupa, piovosa, sulle alture nevosa, temperatura sui due/tre gradi, allerta 1, insomma tutto quello che serve per tenere lontani i clienti. In una giornata simile qualche anno fa, lunedì 21 ottobre 2002, ormai prossimi alla chiusura, la giornata cambiò colore, da grigia diventò coloratissima, infatti si aprì la porta ed ecco entrare un nostro idolo: Nick Hornby, sì proprio lui, l'autore di Alta Fedeltà, libro cult per noi negozianti di dischi.
Anche oggi il tardo pomeriggio ci ha riservato una sorpresa, si apre la porta e chi va ad entrare dopo duecentotre giorni di assenza? Lui, Carletto il pluriespulso! Ci avevano provato in tanti a riportarlo dentro, Guspe, Dario, Filippo, Danilo, U Megu, Marco, Giorgio, ma lui aveva sempre risposto, "No, questa volta non rientro più". Anch'io, a dire il vero, non avevo fatto niente per invogliarlo, niente uscite con abbraccio come la volta precedente; insomma muro contro muro. Cosa è cambiato oggi? Certo stare solo, fuori ad aspettare gli amici che erano in negozio e non avevano nessuna voglia di uscire, visti i due gradi di temperatura esterna, ha inciso sulla sua eroica decisione. Non è trascurabile però un'altra motivazione, oggi è arrivato uno spettacolare cofanetto degli Small Faces; cd, vinili, libri, cartoline e autografi dei due sopravvissuti del gruppo, il tutto in una bella confezione. Carletto, oltre ad essere il campione di Disco Club in espulsioni e ad avere il record della t-shirt indossata per il maggior numero di giorni consecutivi, è uno dei maggiori collezionisti di cofanetti. E' un po' di tempo che provo ad adescarlo mettendo in vetrina tutta una serie di edizioni deluxe (anzi delac, come dice lui), ed oggi finalmente ha ceduto. L'ho ripagato con un mega sconto. Da domani si ricomincia, due o tre ore in negozio, testa tra i miei occhi e la scatola dei nuovo arrivi, quotidiana occhiata ai soliti vinili messi da parte da altri clienti e, chissà, la prossima estate un nuovo tentativo di record di maglietta pluri indossata. Carletto è tornato!

Diario del 30 gennaio
Sto tirando su la serranda, quando mi si avvicina un vecchietto, "Scusi, ma qui sotto i portici non c'era un'altra banca oltre quella all'inizio?", "Sì, la Barclay Bank", "E dov'è, che non l'ho vista?", "Non c'è più, ha chiuso; non chiudono solo i negozi", "Certo siamo mal messi, se chiudono anche le banche".
Appena entro, ecco al telefono il Signor G, "Sono arrivati i cd di Yann Tiersen che ho ordinato?", "No", "Mi serve un disco per venerdì, cosa compro se non mi fai arrivare niente?", "Continua con gli italiani, te l'ho detto; vai in ordine alfabetico, Togni, Tozzi e adesso Luciana Turina", "Nooo, cosa dici? Alla seconda volta che ho sentito Togni e Tozzi, mi è venuto da vomitare".
Lo lascio alle prese coi suoi dubbi e ricevo una signora di una certa età, "Ho un giradischi che non le dico quanti anni ha, bello, completo di coperchio; me lo hanno regalato per la prima comunione, avevo sei anni (non sono molto esperto, ma mi sembra che la prima comunione si prenda un po' dopo). Si è già rotto una volta (strano, in fondo non avrà ancora sessant'anni, il giradischi) e lo ha aggiustato un elettricista, adesso non si sente più niente. Ho chiesto a chi potevo rivolgermi e mi hanno detto: vai da Orlandini, lui ti consiglierà". Mi sembra inutile dirle che io non sono Orlandini e la rifilo a Diskotic, "Vada là, loro li vendono ancora i giradischi".
La mia vetrina è strana, amplifica le voci di quelli che parlano fuori. Oggi una ragazza, "Te cosa mangi a mezzogiorno? Ho visto sul computer che i carciofi puoi mangiarli". Esperta d'informatica, ignorante d'italiano.
Prevalenza femminile oggi, una signora, "Ha l'ultimo cd di Giorgia?", "Sì (avanzo natalizio)", "Bene, ma mi dica perché mi hanno detto che dopo che è stato alluvionato, lei ha chiuso?". Quando esce la seguo, per vedere se per caso qualcuno non mi abbia fatto lo scherzo di cambiare l'insegna con quella di Orlandini. No, c'è sempre Disco Club.
Finalmente un uomo, dall'aspetto sembra anche un tipo ferrato in musica, "Cerco musica italiana anni settanta"; ripeto, da l'impressione di uno esperto e allora gli propongo, "Musica prog?", lui, scandalizzato, "No, no", "Tipo cosa, allora?", "Ma, non so, gli Aphrodite's Child". Sì, deve essere il gruppo del famoso cantante Demetrio (per gli amici Demis) Russo (grecizzato in Roussos).

Diario del 31 gennaio
La giornata scorre tranquilla, arrivano dischi, vendo dischi, passano amici, anche solo per chiacchierare, insomma una giornata perfetta. Sì, però c'è un ma: se non succede niente cosa scrivo questa sera sul Diario? Ormai sono rassegnato a fare scena muta, alle 18:55 il negozio è vuoto e incomincio a fare le chiusure, almeno non devo fare le corse per prendere l'autobus, spengo le luci della vetrina e ... si apre la porta, no, Ivano no, "Ciao amico, lo sai che la mamma mi ha rotto di nuovo, anche se le ho lavato i piatti mi ha dato del malfante e ...", "E niente, Ivano adesso chiudo". "Mi cacci fuori?", "Sì, girati", lo afferro per il colletto del giaccone e lo scaravento fuori gridando "al ladro"; è il nuovo gioco che vuole fare, si diverte un mondo ad essere sbattuto fuori in quella maniera. La mia paura è che prima o poi qualcuno di passaggio lo prenda davvero per un ladro e gli molli una botta in testa, per stasera va bene.
Sono ancora in anticipo, alle 19:00 in punto mi chiudo dentro, ma sulla porta mi blocca un settantino (non è la cilindrata di un motorino, è l'età del signore che mi trovo davanti), "Scusi, la disturbo solo un attimo, vorrei il cd di Taraffo", lasciando fuori solo la testa gli rispondo, "Non ce l'ho più", "Ne aveva solo una copia? L'ho presa io qualche mese fa"; mi sembrava di conoscerlo, ne avevo anche parlato nel diario del 17 settembre (cercava il cd di Taraffo, perché c'era una canzone intitolata Stefania, nome di sua nipotina), "Eh sì, era l'unica copia", "E adesso come faccio, l'ho regalata a un amico perché c'era una canzone con il nome di una sua amica (scommetto Stefania)", guardo l'ora, 19:02 (meno otto dalla partenza del 49), "Scusi, le rubo ancora un minuto (speriamo che sia solo un minuto), lei magari non lo sa, ma io sì, perché sono vecchiotto (cinque o sei anni più di me), Pasquale Taraffo veniva chiamato "O Rêua" e ... (no, non mi vorrà mica raccontare tutta la vita di Taraffo, tra l'altro mi tiene sulla porta da quasi cinque minuti, mi sono tolto la giacca e verso sera si è messa di nuovo un'arietta fresca) ... e, le dicevo, lo stesso Segovia gli aveva detto che era un fenomeno ...", la porta, da chiusa a metà, è ormai chiusa a tre quarti, questo forse gli fa capire che è l'ora di salutare. Spengo le luci, infilo la chiave nella toppa e "No, non avrai mica già chiuso", l'urlo mi colpisce alle spalle, è un ragazzo, "Mi serve l'ultimo cd di Elisa", non faccio resistenza, rientro e glielo do (un altro avanzo natalizio che se ne va). Chiudo, questa volta definitivamente, chissà se riuscirò a prendere il 49, un risultato però l'ho ottenuto: ho salvato il Diario!
p.s. Non ho perso l'autobus.

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