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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 2 al 11 gennaio
 

Diario - Dal 2 al 11 gennaio Hot

Diario del 2 gennaio
Chissà chi sarà il primo cliente del 2014. Mi aspetterà come al solito Quasimodo? La giornata gli si addice: piove, fa freddo e io arrivo un po' dopo il solito, insomma me lo vedo già sull'angolo del palazzo con la goccia al naso e la sigaretta in bocca. Invece no, non c'è.
Alle 8:40 sono in negozio e mi viene subito dietro una vecchia amicizia, un ragazzo (ormai anche lui sopra i quaranta), che ha sempre ecceduto nel bere; prima di oggi, io lo avevo sempre visto nel tardo pomeriggio o alla sera, non pensavo che già all'alba fosse conciato nella stessa maniera: se qualcuno gli accendesse un fiammifero davanti alla bocca, gli uscirebbe una fiammata degna di Grisù. Si accorge che mi allontano da lui per non essere investito dalla tanfata d'alcol (o dalla fiammata), allora si giustifica, "La mia ragazza, anzi a questo punto ex ragazza, mi ha cacciato di casa stanotte, da allora sono rimasto in giro. Ho già fatto tre colazioni, brioche e caffè - probabilmente per ridurre il tasso alcolico - Vado al Bar Verdi a fare la quarta, intanto mi vedi se hai il cd di Aidan Smith". Va e ritorna, "Me lo fai sentire? Me lo ha consigliato la mia ragazza, anzi ex ragazza". Lo sente, "Mi piace, ha ragione la mia ragazza", questa volta lo correggo io, "Ex ragazza", "Lo compro e glielo porto, magari mi fa rientrare". Me lo auguro perché tra l'acqua e il freddo che ha preso fuori e l'alcol che ha buttato dentro, non lo vedo in gran forma. Certo che la sua ragazza, anzi ex ragazza, non gli ha dimostrato un grande amore cacciandolo fuori proprio stanotte col temporale che imperversava o forse sì, in fondo poteva cacciarlo la notte di capodanno e non sarebbe stato un bel modo di festeggiarlo.
A proposito di auguri, io, Francesco e Filippo, ci siamo accordati per accogliere Capitan Achab con un coro di "Buon Anno"; lo facciamo e lui ci casca, non si smentisce, risponde con "Buon Anno un cazzo!". Un cliente che si aggira con la moglie in fondo al negozio lo guarda, sorpreso di partenza, ma poi sorridente, e, dopo avermi fatto una richiesta, si avvia verso l'uscita, si ferma, si gira e, rivolto a Capitan Achab, "A proposito, Buon Anno". Il vecchio lupo di mare è spiazzato, bofonchia "Non mi permetterei, non ho confidenza", e il cliente se ne va ancora più sorridente.

 

Diario del 3 gennaio
L'ho detto, il cd natalizio di Mario Biondi è stato il più reso di questo Natale, anche oggi me ne è tornato indietro uno, per fortuna. Perché per fortuna? Perché subito dopo entra un ragazzo che mi chiede, "Ha l'ultimo disco di Mario Biondi?", faccio lo gnorri, "Sì credo di averne ancora una copia. Ah, eccola, è proprio l'ultimo", "Che culo", dice lui, "Che culo", penso io. "Adesso però devi aspettare 356 giorni per sentirlo, sono tutte canzoni natalizie", "Figurati, lo cercavo disperatamente, ho girato tutta Genova per trovarlo (che giro ha fatto? Da Feltrinelli a me, ci sono circa trecento metri), vado e lo sento subito", "Che culo", ripenso io.
Ormai è un gioco di parole giornaliero. Oggi prima un papà, poi una mamma, mi chiedono per la figlia, "Ce l'ha mica Mika"; la mia risposta è ormai consolidata, "Non ce l'ho Mika".
Una signora non troppo giovane e con un viso un po' inquietante, si avvicina alla cassa e mi squadra con un'occhiata sghimbescia, "Voglio il dvd del Vampiro della porta accanto", brivido nella schiena e la spedisco al negozio di video di fronte.
Porca miseria! Rileggendo quello che ho scritto, mi accorgo di una dimenticanza, e sì oggi è il Diario del 3 gennaio, questo vuol dire (lapalissiano) che ieri era il 2 gennaio: anniversario del mio matrimonio, no, non con mia moglie (quello è più vecchio), ma col negozio. Il 2 gennaio 1984 tiravo su per la prima volta la serranda di Disco Club come proprietario!

Diario del 4 gennaio
Anche il primo sabato mattino del 2014 è monopolizzato dall'Uomo del Monte. Ha una nuova passione, i Big Big Train, e, come al solito in questi casi, vuole avere tutto. La lista cartacea è stata ormai sostituita dall'iPhone, fa scorrere lo schermo su e giù, "Ordinami The Difference Machine, Gathering Speed e ...", perde il segno, poi ricomincia "Ecco questo, Gathering Speed", "Me lo hai appena ordinato", si confonde, armeggia ancora con l'iPhone, poi riparte, mi ordina altri titoli e conclude con "Gathering Speed", "Turna, se me lo dici ancora una volta te lo rimetto e poi te ne tieni due copie". Finalmente finisce, si avvia verso l'uscita, ma è dubbioso, "Dovevo ordinartene sette e invece sono solo sei, non è che manca Gathering Speed?", "NOOOOO!".
Pomeriggio, ore 14:59; entra una coppia di mezza età, "Vedrai che mi chiedono Mika" scommetto con me stesso, infatti, la solita domanda "Ha mica l'ultimo cd di Mika?", rinuncio alla solita risposta, mi limito a un "No", lui, rivolgendosi alla moglie, "Andiamo a cercarlo", io "Non avete da girare molto, è rimasta solo la Feltrinelli, gli altri hanno chiuso tutti", lui "Ah, e sì, è un secolo che io non compro un disco", ecco spiegato perché hanno chiuso tutti.
Poco dopo secondo tentativo di dirottare dei clienti verso la Feltrinelli. Questa volta una pattuglia di ragazzine, una mi dice, "Ciao, dammi l'ultimo cd di Tiziano Ferro"; non le passa nemmeno per la testa che io non lo abbia, infatti alla mia risposta negativa rimane a bocca aperta, le vado in soccorso "Vai da Feltrinelli". Lei esce e indica alle altre la nuova meta, non ottiene molto successo e questo la fa innervosire, "Ma come? Siamo venute fin qui sotto la pioggia, siamo bagnate fradicie e adesso non volete andare in via Venti?", un'amichetta "Scaricatelo, se non sei capace dillo al papà di Elena, ci pensa lui, si passa le giornate a scaricare". Ecco un altro motivo per cui tutti hanno chiuso.

Diario del 7 gennaio
Primo giorno lavorativo dopo le feste. Vado a prendere l'autobus delle 7:50, salta la corsa, arriva quello delle 8:00, riesco a salire, poggio a terra solo il piede sinistro, col destro calpesterei il sinistro del mio vicino. A tre fermate dal traguardo il bus si ferma, rantola, non ne vuole più sapere, tutti a terra, si prosegue a piedi. Eccoci dal negozio, vedo una strana macchia davanti alla vetrina, sembra di cioccolato, sembra, non lo è; vicino altra macchia, sembra un uovo al tegamino, sembra, non lo è. Le feste sono finite, ma hanno lasciato qualche strascico.
Non sono certo state le feste appena passate a incidere sulla psiche di un cliente che conosciamo da un trentennio; un po' catatonico lo è sempre stato, adesso è uno zombie; con una voce da robot, chiede "A-ve-te cd di Caf-ver?", Cafver? E chi è? Mi faccio ripetere per quattro volte il nome, alla fine, ricordandomi la sua passione giovanile per il kraut rock, decifro i suoi suoni "Kraftwerk?", "Sì".
Più vivace un'anziana signora, "Scusi, io non me ne capisco, ma vorrei l'ultimo disco di Michael Meublè. Ho detto giusto?". Come no, l'italo-canadese Michele Ammobiliato.

Diario del 8 gennaio
Anche questo sta diventando un habitué del negozio, quello che l'ultimo giorno dell'anno ha comprato All The Best di Zucchero ("Quanto costa?", "9,90 €", "Bastano dieci euro?"). Come ho detto, quello che frega di questo è che sembra normale: la prima cosa che chiede oggi è "Si trova il best di Ligabue?", "Io non ce l'ho", "Non si trova vero? E una raccolta di Minghi?", do un'occhiata sapendo già l'esito (mi spiace dirgli un altro no secco), "Non c'è", "Non si trova vero? Vorrei la canzone di Baccini Maschi contro femmine", questa non faccio nemmeno finta di cercarla, "No", "Non si trova vero? Allora niente, buongiorno", "Ciao". Servo un altro cliente, finito, mi accorgo che è ancora lì dalla cassa, mi stava aspettando, "Io vado, eh". Ormai si deve sentire uno di famiglia anche se qui non si trova niente, vero?
Ed eccoci ad un altro caso tipo Gil Scott-Heron, questo più eclatante, perché di Gil qualche cd si è venduto, mentre di D'Angelo (è lui l'artista in questione) me ne era rimasto uno, altro rivale del recordman Gianni Togni (lungodegente storico degli scaffali di Disco Club), sbattuto nelle offerte e infine fatto fuori pochi giorni fa con un ulteriore sconto (venduto a cinque euro). Ieri una signora di Roccagrimalda (nel Basso Piemonte i negozi di dischi sono spariti e io sono diventato il punto di riferimento per i bassopiemontesi) entra e "Sto cercando senza successo un cd qualunque di D'Angelo. Per piacere non mi chieda anche lei se voglio Nino"; io veramente non ci avevo nemmeno pensato, anche perché la prima cosa che mi è venuta in mente è che non avrei dovuto svendere quel cd, oggi lo avrei piazzato meglio. Questo pomeriggio, due ragazze, una si avvicina "Ha Brown Sugar di D'Angelo?"; in questi casi, ho sempre l'impressione che si tratti di uno scherzo, magari qualcuno, presente ai nostri commenti di ieri dopo la dipartita della bassopiemontese, ci ha mandato la ragazza per prenderci in giro, invece no, questa è proprio convinta e la mette sul piano sessuale, "Lo voglio perché è proprio un figo" e, dopo svariati altri commenti sulle qualità erotiche di D'Angelo (già da questo avreste capito che non si trattava del nostro Nino), me lo ordina. M'incuriosisce e quando se ne va, cerco su google le foto del suo beniamino; effettivamente nel 1995, quando ha inciso il disco, aveva un fisico scolpito e solo ventuno anni. Spero che la ragazza non vada a vedere le foto di come è adesso (un metro e sessantotto di ciccia), perché potrebbe non passare a ritirare il cd. Tra l'altro le ultime notizie che si hanno di lui sono del 2010 e non molto lusinghiere. Eccovele: "Hold your lighters up for the memory of what neo soul crooner D'Angelo USED to be. D'Angelo, whose real name is Michael Archer, was arrested Saturday (March 6) after he allegedly offered an undercover policewoman $40 for oral sex".

Diario del 9 gennaio
Il più mattiniero è sempre lui, Quasimodo. Quando entra oggi ha in mano solo tre pacchetti di sigarette, tutti e tre già aperti e di marche diverse, Gauloises, Diana e Benson. Sta risparmiando sul fumo e infatti ce la fa a comprasi un altro cd di Hendrix, è da 9,90 €, ma non mi chiede lo sconto, ci ha rinunciato.
Nonna ottantenne con nipote sui quaranta, lei "Vorrei un disco di Claudio Villa, ma con quelle canzoni tipo Binario", "Mi spiace, ma non ho il genere", il nipote, sicuramente dall'aspetto meno sveglio della vegliarda, con un sorrisino come a dire "te l'avevo detto che non aveva queste cose vecchie", si fa avanti, "E i Rockets?".Foto0289
Da un po' di mesi mancava quel mio coetaneo e omonimo che, qualche mese fa, leggendo in una notte insonne un articolo sul negozio e su di me si era commosso fino alle lacrime. Oggi è di umore più brillante e parla della sua rinata passione per i vinili, "Ne ho trovati parecchi sulle bancarelle dell'angiporto, anche dei dischi a 180gr di Elvis Presley", "Addirittura", "Sì, glieli avrà portati qualche babaluba". Babaluba? Cosa intende? Si riferirà ai Baluba del Congo, estendendo il termine ai vucumprà, oppure al famoso mago con la faccia blu di Daniela Goggi?
Alessandro, il mio cliente più pittoresco nell'abbigliamento, tira fuori un gossip mica da ridere, "Hai capito il vecchietto Bryan Ferry?", "Va be' vecchietto, non esagerare, ha solo due anni più di me; che cosa ha combinato?", "Si è messo con ,,, come si chiama? Quella che era con Vieri .. poi con Clooney", "La Canalis?", "Ecco, quella", "Ma dai! Potrebbe essere suo nonno", "Ma non hai detto che non era vecchio?", "Hai ragione ... papà". Mi sembra impossibile, cerco su internet, "Che cavolo dici? E' Brian Perri", "Va be', belin, ci sono andato vicino", "Sì, ma chi è questo Perri", "Boh, io non lo so. E tu?", "Boh". Il quiz del giorno: chi conosce Brian Perri?

Diario del 10 gennaio
Che fine ha fatto il Pluriespulso? Ce lo chiedono in tanti, tra l'altro oggi sono sei mesi esatti dal giorno dell'espulsione. Tranquilli, sta bene ed è sempre qui. Certo, dopo la cacciata, è sì qui, ma non dentro il negozio, si aggira tra il bar Verdi e la nostra vetrina. Ogni tanto sento una voce da fuori che chiama i clienti che sono dentro, "Dario, Roberto, Michele, venite fuori a tenermi compagnia, ci prendiamo un caffè al bar, fumiamo una sigaretta?". Anche oggi è lì, quando vado a prendere una rivista nella vetrina all'ingresso, me lo trovo inquadrato dalla porta, lui ci impiega un po' a capire che sono io (non ha una grande vista e, in aggiunta, ha invece una grande distrazione), quando mi riconosce, fa una rapida marcia indietro e sparisce. Dopo qualche minuto entra un "emissario" in cerca di clienti amici, "Ha detto C. se esci".
Solita telefonata rompiscatole da un call center, "Sono Daniela della Tre, vorrei parlare con un responsabile", "In negozio ci sono solo io", "Sì, ma lei è un responsabile?", "Sono solo, è una ditta individuale", "Sì, ma lei ha il potere di firma?", uno, due, Tre, poso, per non insultare la ragazza, in fondo lei non ha colpa, certo non è tanto furba, ma è costretta a rompere le palle al prossimo per cercare di portare qualcosa a casa a fine mese.
Una giovane coppia di "foresti" (non genovesi) si perde in negozio, per ritrovare il filo mi chiedono "Dove sono i Waterboys?", "Lì a destra", non li trova "Non li vedo", "Davanti a te, in ordine alfabetico", "Ho guardato, ma nella t non ci sono", "Nella t?", "E certo The Waterboys!", giusto vicino ai The Beatles e ai The Rolling Stones e ai The .............

Diario del 11 gennaio
Sabato scorso vi avevo raccontato del mio "NOOO" urlato all'Uomo del Monte dopo la quarta richiesta in pochi minuti dello stesso disco (Gathering Speed dei Big Big Train), che già gli avevo ordinato. Oggi è puntuale come tutti i sabati mattina; dopo un bagno corroborante e "profumante" si presenta a ritirare i cd arrivati e, dopo, cosa mi chiede? "Ma Gathering Speed dei Big Big Train lo abbiamo ordinato?". Vedete, a volte mi dicono che sono troppo impulsivo nel mandare a quel paese certi clienti (tra l'altro in maniera democratica, non bado alla spesa annua che mi garantisce il colpito dal cartellino rosso), ma capite anche voi che è dura avere di fronte gente che chiede sempre la stessa cosa o fa sempre la stessa cosa. Prendete Mimmo, il detentore dell'espulsione di più lunga durata (qualche anno); adesso è rientrato, si aggira per il negozio alla ricerca di nuove amicizie alle quali raccontare la sua solita storia: "Non ho mai goduto tanto come quando sono andato a Vienna a vedere il concerto di Emmylou Harris, i biglietti erano carissimi, ma chi se ne frega, si vive una volta sola, ed io ero stravaccato su una poltrona della prima fila a vedere cantare la signora del country". Non credo che esista un solo cliente abituale che non abbia sentito almeno una volta queste parole, sommate tutti i clienti e potete immaginarvi quante volte l'ho sentita io (per questo so a memoria la pappardella). Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, un altro vizio di Mimmo è di infilare il naso, e le dita, dentro i pacchi dei nuovo arrivi, cosa che gli è valsa negli anni una serie di sgridate (anche se è uno dei pochi più vecchi di me) e che ha ripetuto anche ieri. Arriva il pacco dall'Olanda e in tutte le maniere ostacola il mio lavoro, mentre conto i cd e poi li metto in ordine alfabetico: ne tira su uno, lo guarda, lo rimette giù, indifferente alle mie occhiate e nonostante che dei 144 dischi arrivati, lui non ne conosca più di tre, visto che compra solo roba anni '50 o qualcosa di country (sopra a tutti il suo amato Willie Nelson). Ebbene posso dirlo: sono migliorato. I nervi mi stavano uscendo dal maglione, ma non gli ho urlato contro niente e ho tenuto nel taschino il cartellino rosso.
Richieste curiose della giornata: "Avete niente di Mel C?", non mi ricordavo nemmeno che era esistita; "Vorrei il cd di Kid Creole intitolato Coconuts", evidentemente l'ha conosciuto solo dopo l'esibizione di Fabrizio Frizzi, che lo imitava a Tale Quale (Rai1).

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