Stampa
PDF
 
Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 9 al 18 dicembre
 

Diario - Dal 9 al 18 dicembre Hot

Diario del 9 dicembre
Eccoli i nuovi clienti dicembrini. Una signora, "Vorrei due cd, quello della Pasini ...", "Pausini?", "Ah, sì, Pausini, e quello con canzoni di Natale di Devoto", "Devoto?", "Sì, quel cantante con la voce roca", "Rod Stewart?", "No, è italiano", le elenco qualche disco natalizio di cantanti italiani concludendo la lista con l'odiatissimo (a Disco Club) Mario Biondi, "Ecco, sì, quello", il famoso Devoto Biondi.
Altra nonna, "Devo regalare a mio nipotino l'ultimo disco di Ligabue", "Eccolo, costa ventuno euro", "A dire il vero a lui interessa solo Il sale della terra", incredibile, ho il singolo, "Eccolo", "Sei euro per una canzone sola, ventuno per quindici, conviene il cd intero", glielo porgo e lei "Mi faccia un pacchetto carino".
Ancora Ligabue. Questa volta me lo chiede un giovane, "Eccoti", tira fuori il portafoglio per pagare, "Quanto è?", "Ventuno", rimette a posto il portafoglio, "Grazie".

 

Il lunedì è anche una giornata di discussioni calcistiche. Marco l'elettrico, Mimmo (il detentore dell'espulsione di più lunga durata) e Stefano (aiutante storico degli anni '80/'90) sono impegnati a parlare delle partite del giorno prima, mentre io faccio ascoltare il nuovo cd di Teitur (cantante delle Isole Fær Øer); il negozio è abbastanza pieno, Marco si lamenta, "E' troppo alta la musica, non si può parlare" e trasferisce all'esterno il Bar Sport.
Concludiamo con un'altra perla di saggezza di Ivano, la sua massima del giorno, "L'importante è ... niente".

Diario del 10 dicembre
Non ho mai parlato di un altro personaggio che frequenta da anni il negozio. E' sufficientemente squinternato, già dall'aspetto, quando parla poi è anche difficilmente comprensibile, biascica e tartaglia. Oggi mi si avvicina e mi chiede (almeno credo), "Ho visto che i dischi dei Rasces costano qualcuno cinque euro altri nove", sì, ma chi sono i Rasces? Ripensando dove stava guardando, punto sui Rush, ma mi tengo sul generico, "Eh sì". Lui continua, "Quello che voglio io costa nove", "Peccato", "Non si potrebbe cambiare il prezzo?", "Come?", "Passare quello che voglio io a cinque", però, mica scemo. Alla fine si presenta alla cassa con l'espositore dei Rush (l'ho azzeccata, erano proprio loro) e compra uno da cinque; mi viene un dubbio, avrà mica cambiato il prezzo?
Da squinternato a squinternato. Ora tocca a Quasimodo, un altro tartagliante. E' più veloce del solito nella scelta dell'acquisto: un cd di Hendrix da 8,90 €. Solita solfa, incomincia a contare i soldi e mi fa la solita domanda, "Mi può fare otto?". Guardo il suo marsupio pieno di pacchetti di sigarette e la sua mano sinistra che trattiene a stento altri quattro pacchetti; in totale saranno una decina, che, moltiplicati per circa cinque euro, fanno cinquanta. Non se ne parla nemmeno di fargli lo sconto, un secco "No", lui ravatta (per i non genovesi: fruga) ancora un po' nel borsello, tira fuori altri venti centesimi e mi guarda con occhi bovini, "Me ne mancano settanta, me lo da lo stesso" (non così velocemente, balbetta e s'impunta, c'impiega una trentina di secondi per questa semplice frase), "Va bene, ma portameli", "Gra-gra-gra-zie". In chiusura di giornata si ripresenta inaspettato (ormai mi ero dimenticato di lui), "le ho portato i settanta centesimi, Gra-gra-gra-zie".

Diario del 11 dicembre
L'oscar della giornata va a una signora che entra nel tardo pomeriggio, "Dove sono le novità?", "Dipende dal genere", "Devo fare un regalo a due ragazze che sono in un istituto, voglio prendere due cd nuovi, ma non voglio spendere tanto, cosa è uscito?", "Ripeto, dipende dal genere", lei, spazientita, "Genere novità", ok, l'ha voluto, "Ligabue, ma costa 21,90 €", lei, scandalizzata, "No, no, voglio fare due regalini, non rovinarmi. Dove le trovo le novità?", belin, ma è dura di comprendonio, "Guardi i cd italiani sono in questi scaffali centrali, iniziano là in fondo e finiscono qui", "Dove incomincio a guardare?", un po' spazientito, "Nel primo c'è la A, nel quarto la Z". In realtà non si stacca dal primo, dopo una decina di minuti mi chiama, "Ho scelto, mi dia Alice e Antonacci", da questa scelta si capisce che si è fermata alla prima riga, ma poi prosegue con la perla che le fa vincere l'oscar odierno, "Oltre questi mi dia qualcosa di più nuovo, del tipo Gianni Morandi". Effettivamente Morandi è l'ex suocero di Antonacci, di per sé è quindi più giovane. Non ho niente di Gianni, lei ripiega allora su Luca Carboni, effettivamente di tutti il più giovane.
https://www.youtube.com/watch?v=tcUZD4PkBMs

Diario del 12 dicembre
Le nonne, zie, mamme, mi stanno massacrando con le loro richieste di dischi per i nipoti o figli. Anche una sorella, "Premetto, non è per me - e lo dice con tono categorico, in maniera da non ammettere repliche - ma la mia sorellina è impazzita per gli One Direction, spero che voi non li abbiate", la deludo, "E invece sì, anzi guarda abbiamo anche la deluxe edition, ora ti tocca comprarla e magari ascoltarli insieme a lei", "Per l'amor del cielo, la chiudo nella sua cameretta", così le rifilo la versione più cara. Una zia invece vuole una raccolta di Stevie Wonder, "In questo momento non ho best, ma solo i cd originali", lei scandalizzata, "Originali? Ma perché vendete anche le copie?". Dopo che le ho spiegato cosa intendevo per originale, cambia obiettivo "Allora qualcosa anni '70, tipo Peppino Di Capri", "Non ho suoi dischi", si riscandalizza, "Ma io non voglio i dischi, voglio i cd!". Altra signora, "Mia cugina cerca da decenni una canzone, Flash ...", concludo io, "Di Duke of Burlington", rimane sorpresa che io la conosca (non tiene conto della mia veneranda età), speranzosa, "Allora ce l'ha!", la deludo, "Avevo, è di nuovo fuori catalogo", "Nooo, è dagli anni '70 che mi angoscia con questa canzone", "Vabbè, allora ci avrà fatto il callo".
Telefono, "Discoocluuub", voce di uomo entusiasta, "Allora siete sempre aperti!", "Beh ... sì", non capisco se intenda che non abbiamo ancora chiuso per questa mattina, o per sempre, "E siete sempre in via San Vincenzo?", "Sempre", conclude con "Mi raccomando tenete duro", quindi si riferisce alla seconda ipotesi, sì, va be', ma cosa voleva?.
Il pomeriggio inizia con uno stordito che cerca Division Bell dei Pink Floyd, "L'ho finito, te lo ordino, lasciami il tuo numero di telefonino, così ti mando un messaggio quando arriva", qui incominciano le complicazioni, "No, i messaggi non li leggo mai" - forse non li sa leggere - "Mi chiami", "Va bene", non è finita, "Sì, però prima delle undici di mattino", "Il pacco arriva dopo", "Allora, se può (grazie per la concessione) dopo le otto di sera", "Qualche volta vado a casa a mangiare e dormire", "Ah, va be', speriamo di poter rispondere. Salve". Un, due, tre, rientra, "Facciamo così, mi chiami al giovedì, per turno faccio festa al pomeriggio", "Va bene", "Allora d'accordo, mi chiami al giovedì e al pomeriggio dopo le quindici". All'inizio mi sembrava un po' stordito, alla fine lo stordito sono io: ma quando devo chiamarlo?
Alle 18:59, stanco di queste richieste, spengo le luci, canticchiando la solita canzone di chiusura all'unico cliente presente, U Megu," Si spengono le luci, tacciono le voci e nel buio sento sussurrar ...", "Ha l'ultimo di Gigi D'Alessio?". "Cosa fai lo spiritoso?", sto per dire a U Megu, ma mi accorgo che a sussurrare la richiesta non è stato lui, ma una specie di coatto con pettinatura alla Giulio Cesare, abbastanza lercio e ciccione, nella penombra gli dico, "Siamo chiusi" e, per paura che mi dica, "grazie, prego, grazie, scusi... tornerò!", aggiungo, "Ad ogni modo non lo abbiamo".

Diario del 13 dicembre
Questo pomeriggio torno prima in negozio per mettere un po' d'ordine nel casotto che ho lasciato alla chiusura mattutina e fuori trovo ad aspettarmi la strana coppia. No, non sono Jack Lemmon e Walter Matthau, non sono nemmeno così divertenti; uno, ormai lo conoscete anche voi, è il rompipalle n.1 e non riuscirebbe a far ridere nemmeno un americano, col suo passo da walking man e la faccia da funerale incombente; dell'altro non vi ho mai parlato, in realtà è un vecchio cliente, anche il suo aspetto non è molto promettente, barba incolta, capelli lunghi e non molto puliti, come del resto l'abbigliamento, viso emaciato con i denti sacrificati sull'altare di una vita spericolata: da giovane ha esagerato e le conseguenze si vedono tutte; nonostante questo è sicuramente più brillante dell'altro e sorprendentemente preparato anche su uscite recenti; sorprendentemente perché anni fa è stato espulso dal rudere che occupava sui Giovi e dove coltivava quello che gli serviva (non soltanto mangiare), da allora è un occupante abusivo di una stanza in un albergo abbandonato di Genova; non so di cosa viva e come faccia a tenersi aggiornato sulle uscite discografiche. Sicuramente ha una pensione sociale che gli da un minimo di sostentamento, a proposito di questa, anni fa, quando probabilmente ha preso gli arretrati che gli spettavano, si è presentato alla Fnac, ha preso un cestone e lo ha riempito di decine di cd sotto gli occhi preoccupati di Dario, "Mi toccherà rimettere tutto a posto", pensa, invece no, quello va alla cassa e paga in contanti uno scontrino che supera i mille euro. Il pacco è troppo grosso e allora chiede ad uno sorpreso Dario, "Non ce la faccio a portare via tutto, me li tieni da parte?", "Certo, che nome devo mettere?", "Mefis dei Giovi". In effetti l'aspetto è anche oggi un po' mefistofelico, ma più che altro di un povero diavolo.


Diario del 14 dicembre
La mia vetrina parla. Sì, da dentro si sente tutto quello che si dice fuori; non solo, con un gioco di riflessi, si vede anche chi è a parlare. Questa mattina tocca a tre giovani, a giudicare dalle voci, sui quaranta. "Un negozio di dischi" dice sorpreso il primo, "Ne sono rimasti pochi" il secondo, "Non capisco proprio come sia possibile" perplesso il terzo, "Cosa?" il primo, "Che possa vendere questa marea di cd sconosciuti", silenzio, scrutano a lungo la vetrina, di nuovo il terzo (mi sta già sull'anima) "Con tutte le possibilità che ci sono di scaricare musica in rete, chi è che spende dei soldi per comprarli?", il secondo (questo è il più simpatico) "C'è gente che vuole l'originale", il terzo (sempre più stronzo) "Gente strana".
Intermezzo con una signora, "Avete spartiti oppure solo musica già suonata?".
Conclusione con un espertone, "Io quando compro musica, compro solo cose di qualità e quindi prendo solo vinili", a conferma di questo sceglie il lp di Sgt. Pepper anche se ci tiene a precisare "I Beatles non sono tra i miei preferiti, ma questo è un disco da avere". Seguono cinque minuti di lavaggio del cervello sulla superiorità dell'analogico sul digitale, a conclusione dei quali mi chiede, "Avete l'ultimo dei Killers?", "No, lo abbiamo solo in cd", "Sì, lo voglio in cd" (ma come? E la qualità dell'incisione?) "Eccolo. Vuoi altro?", "Sì, ma l'avrete già bruciato sicuramente, l'ultimo dei Pooh" (ma come? E la qualità artistica?).

Diario del 15 dicembre
Seconda domenica lavorativa prenatalizia. Arrivo alle 09:10, gli altri negozi sono ancora chiusi, ma un personaggio mi aspetta come al solito sull'angolo del palazzo e, come sua consuetudine, chissà da quanto: è lui, Quasimodo. Non so se è tifoso di calcio, ma probabilmente sì, perché oggi non basta il borsello e la mano sinistra per contenere il numero di pacchetti di sigarette del consumo quotidiano, in mano ha un sacchetto di plastica da cui traboccano Marlboro e altre marche (gli deve piacere fare la macedonia). Non c'impiega molto a seguirmi in negozio per chiedermi, come sua consuetudine, se gli tengo da parte un cd, oggi Disraeli Gears dei Cream; la vista di quel sacchetto mi irrita e gli rispondo duramente (e insensatamente), "A Natale non tengo dischi". Se ne va con la coda (anzi, il sacchetto) tra le gambe. Si posiziona fuori dalla vetrina e vedo (tramite il solito gioco di riflessi) un signore con una sigaretta in mano che gli si avvicina e gli chiede, "Per piacere mi fa accendere?", e sapete lui cosa risponde? "Non ho l'accendino".

Diario del 16 dicembre
Come sempre in questo periodo siamo arrivati al momento delle richieste schifate. Schifate non da me, ma da quelli stessi che le fanno. "Guardi non è per me", "Io non so nemmeno chi sia", "Mi hanno dato questo foglietto, veda lei se ci capisce, io non so neanche pronunziarlo", e altre frasi di questo genere pullulano le nostre giornate prenatalizie. Oggi uno si supera, entra ed esordisce con "Mi viene da vomitare, non vorrei nemmeno dirlo quel nome. Ha mica l'ultimo di Marco M", si stoppa e fa una faccia così disgustata che temo veramente che mi vomiti sul banco, "Marco M?", "Sì, sì, quello lì, Marco - si ferma di nuovo e poi conclude a fatica - Mengoni", "Sì, ce l'ho", "Oh no, speravo mi dicesse che non ce l'ha"- poteva non entrare allora - "E' per lei", lei chi? La figlia, la fidanzata, la moglie? Non lo sapremo mai, perché continua "Va be', facciamoci del male, magari ha anche l'ultimo Ramazzotti", "Cosa vuoi che ti risponda: sì o no?", "Eeeeh, è per lei - appunto, una femmina indefinita - se ce l'ha me lo dia".
Qualcosa però imparo tutti i giorni, richieste mai avute dai miei clienti abituali. Così oggi mi chiedono, "Vorrei qualcosa di Lindy Hop", "Mai sentita questa Lindy" penso e la faccia interdetta rivela la mia ignoranza, "Non è una persona! E' un ballo swing afroamericano nato ad Harlem, New York, negli anni venti - trenta del secolo scorso". Ah be', allora è diverso, ho il negozio pieno di lindy hop!

Diario del 17 dicembre
Il primo cliente ad entrare è una mia vecchia conoscenza, ma non tanto del negozio (è entrato una sola volta a Natale scorso), quanto del 49 (l'autobus che prendo per tornare a casa): quando saliva venivo investito da un tanfo d'alcol, che, vista la mia quasi astemia (o astemietà o astemiezza, ma come cavolo si dice?), quasi mi ubriacava, del resto il viso rosso, quasi al livello di viola, non lasciava dubbi sulle sue bibite preferite. Oggi arriva all'alba, il colore è leggermente più chiaro di quando l'incontravo alla sera, ma l'alito è già a un buon livello alcolico; dopo aver giustificato la sua assenza sull'autobus dovuta al suo trasferimento in campagna, causa licenziamento, fa la sua richiesta, "Oggi ho le idee chiare, voglio il cd di Mario Biondi natalizio". Meno male che è venuto all'alba, fosse venuto alla sera chissà cosa mi avrebbe chiesto.
Madre e figlia ieri hanno comprato da regalare l'ultimo di Ligabue, oggi tornano, "Lo aveva già, possiamo cambiarlo? Però oggi prendiamo qualcosa per papà", la figlia mi passa un foglietto, "Ecco vuole questa se ce l'hai, noi non sappiamo manco chi sia", leggo "Janis Joplin"; "Come non sapete chi sia? Ma non vi ha ancora diseredate?", prendo dallo scaffale tre cd di Janis e loro "Dacci l'ultimo che ha fatto, quello più recente", "Sì, magari di quest'anno, è morta 43 ANNI FA".
A proposito di morti o presunte tali, un thrilling serale. Ste, uno dei più giovani clienti (quattordici anni), si avvicina alla cassa, "Non so come dirtelo ... ma sai ... ho perso la mamma". Mi si rizzano i capelli (si fa per dire), è venuta non più tardi della settimana scorsa con lui; Ste si accorge dello sgomento e rimedia "No, l'ho persa musicalmente, ho provato a convincerla, ma vuole l'ultimo disco di Mika", "Ste, ma vaffa!".
http://www.youtube.com/watch?v

Diario del 18 dicembre
Il caso Bananarama. Sì, è un po' di giorni che sta tenendo campo in negozio. Due settimane fa sono arrivate le ristampe dei primi sei dischi delle Bananarama, le ho messe tutte in vetrina e i clienti che entravano esordivano con "Le Bananarama! Ah ah ah"; a dire il vero due le ho vendute, le altre, stufo del sarcasmo che le accompagnava, le ho portate dentro, mettendole nell'espositore vicino al banco. Il risultato è stato che adesso quelli che entrano le vedono e ... sapete cosa fanno? Sghignazzano "Le Bananarama! Ah ah ah". E' vero, non sono state un gruppo seminale, ma è anche vero che, dopo averle derise, quegli stessi clienti mi chiedono "Hai qualcosa delle Bangles?" oppure delle Go-Go's, dei Roxette, di Kylie Minogue e così via. Adesso mi aspetto che nei prossimi giorni qualcuno dopo aver deriso col solito "Le Bananarama! Ah ah ah", mi chiedrà, "Hai niente dei Ricchi e Poveri?".

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Giudizio complessivo*
Commenti
    Per favore inserisci il codice di sicurezza.
 
 
Powered by JReviews

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Login