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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 2 dicembre al 8 dicembre
 

Diario - Dal 2 dicembre al 8 dicembre Hot

Diario del 2 dicembre
Entra un vecchietto col capo coperto da un gigantesco cappello invernale con tanto di paraorecchie di pelliccia, tipo quello dei soldati russi in Siberia (a dire il vero oggi è un po' fuori luogo, sono quattordici gradi); facendo la sua richiesta, mi mostra una bocca con non molti denti, ma mi sorprende chiedendomi un cd dalla parte "giovane" della vetrina, "Vorrei quel disco di Thomas che ho visto in vetrina con il toro" e accompagna la richiesta con il gesto delle corna per spiegarsi meglio, poi prosegue "Posso vederlo alla tv?", "No, è un cd", "E come faccio a vederlo?", "Non si può vedere, è solo musica", "Come faccio allora?", "Deve avere un lettore cd", "Lei ce l'ha?", "No". Deluso se ne va, io lo seguo, perché non ho ben capito cosa ha visto in vetrina. Eccolo lì il famoso toro, che ha attirato l'attenzione del colbaccato, è la copertina dell'ultimo disco dei San Fermin, e di fianco ha il cd di Thomas, col nome scritto in caratteri cubitali: insomma ha fuso la copertina di uno, col nome dell'altro. Probabilmente era un fan della festa di San Fermín di Pamplona e voleva godersi le immagini dei tori che corrono, scivolano, cadono, travolgono gli spettatori e qualcuno lo incornano, prima di finire nella plaza de toros. Sì, ma del cd cosa se ne faceva?

 Diario del 3 dicembre
"Scusi ho visto in vetrina il disco dei Nirvana In Utero, ce l'ha anche in cd?", è un uomo di mezza età a rivolgermi questa domanda, "Mi riarriva domani, c'è anche una versione deluxe", "E cosa ha in più", "Ci sono degli inediti e il concerto completo Live And Loud del 13 dicembre 1993", "Costa molto di più", "Quasi il triplo", "Ma il cd normale è uguale al vinile che ha in vetrina?" e continua con altre domande su questo benedetto disco, alla fine la sorpresa, "Mi tolga una curiosità, cosa vuol dire?", io non capisco "Cosa?", "Nirvana", io, sempre più titubante, "La parola Nirvana?", "No, no, Nirvana, cos'è un gruppo? Cosa fanno?", "Più che fare, facevano, il leader Kurt Cobain è morto quasi vent'anni fa", "Ah sì. L'ho sentito nominare, è quello che si è sparato? Va be', se le arriva, torno in settimana. Buonasera" e mi pianta lì imbambolato. Come mai di tutti i dischi che sono in vetrina lo ha colpito proprio questo, visto che manco lo conosce il gruppo? Sarà stata la parola Nirvana oppure ... Utero?

Diario del 4 dicembre
Alle 8:30 apro il negozio, accendo il computer, scarico la posta: Banca Intesa mi chiede la conferma dei miei dati (non ho il conto con loro), Cartasì mi chiede il numero della mia carta (che non ho), Postepay mi dice "non potrai utilizzare la tua prepagata se non hai attivo il nuovo sistema di sicurezza web" (e l'intestazione della pagina è Poste Italiene!). Penso "Ma chi è quel belinone che può cascare in un messaggio così palesemente falso?". La risposta dopo mezz'ora. Entra U Megu, che ci racconta del solito libro di una squadra di calcio fino a ieri per noi inesistente "L'ho vinto su ebay, tra l'altro le Poste Italiane mi hanno mandato un messaggio per confermare la mia password per motivi di sicurezza"; io e Guspe lo guardiamo allibiti: "Dirà mica sul serio?". Quando ci riprendiamo, gli diciamo "Non glielo avrai mica dato? E' una truffa", "Ma cosa dite? La pagina era intestata Poste Italiane", "Non proprio, Poste Italiene. Corri in banca a bloccare la carta", "Ma non è successo niente, se l'avessero usata, avrei ricevuto il messaggio", "Sì, ma quando ricevi il messaggio, ti hanno già ciucciato i soldi. Corri in banca, sciachelo (traduzione per i non genovesi: tipo ingenuo facilmente raggirabile)". Va, dopo un'oretta mi chiama, "Hai visto avevo ragione io (fa lo spiritoso), la banca mi ha detto che era ... una truffa". Eccolo trovato il mio belinone.

Diario del 5 dicembre
Ritorna la solita vedova, quella il cui marito era un fan di Elton John, questa volta mi chiede notizie sull'ultimo di Sting e poi conclude, "Sa, a me non piace nemmeno tanto, ma a mio marito piace"; lo dice come se il marito fosse ancora a casa ad aspettare che lei arrivi col nuovo disco di Sting. Quando venivano insieme, si vedeva che venerava quel suo uomo così esperto di musica, la cosa sembra continuare anche adesso che lui non c'è più. Per lei non è cambiato niente.
Si avvicina Natale e aumentano le richieste, per me, fuori dal comune. Un'altra signora, "Vorrei il disco dei tre tenorini", "Mi spiace (non è vero) non ce l'ho", "Allora l'ultimo della Zanicchi?", "No" questa volta non posso proprio dire mi spiace. Poi la solita amante delle compilation degli spot tv, "Non è uscito niente? Adesso ci sono un sacco di spot belli, quello dei profumi char d'or (?), dei mon cherry e ...", continua con un lungo elenco, nel frattempo le si apre la sporta e le esce fuori il Giornale, ma non uno generico con la g minuscola, no, proprio quello con la G maiuscola. Mi è anche simpatica, ma non credo che le procurerò più il nuovo Top of the Spot.
Per ultimo un uomo, ma la sua richiesta è per la moglie, "Ha qualcosa di Morricone, sa di quelle colonne sonore che parlano di dollari?".
Concludendo: richieste cinque, vendite zero.

Diario del 6 dicembre
Con la prima cliente incominciano le richieste strane del giorno, "Ha musica thailandese?". E' la prima volta che mi capita. Mi hanno chiesto musica di tutti i posti del mondo, dal sud America, all'Africa, da un po' tutti i paesi europei, al Giappone e alla Cina, ma della Thailandia è la prima volta. Il fatto strano è che subito dopo entra la postina e mi lascia una cartolina; provenienza? Thailandia; firma? Il nipote di Jerry Garcia (?!?!?).
Telefono. "Discooocluuub", signora "Ha la Barcarola di Offenbach", "No, non abbiamo mai tenuto musica classica", "Scusi, è tanto che non vengo lì", visto il "mai" che le ho appena detto deve essere veramente tanto.
Telefono. "Discoooooocluuuub" (sarà la quarantesima telefonata, le "o" e le "u" sono aumentate), "Sono Michele, quel ragazzo che passa ogni tanto": descrizione perfetta di un non cliente.
Conclude una ragazzina, "Vorrei i dischi originali dei Pink Floyd", "I vinili?", mi guarda stranita, chiaramente non conosce questa parola, un suo amico le corre in aiuto, suggerendole "Cd", "Negli anni '70 i cd non esistevano", questi anni '70 da me citati, per lei devono essere preistoria, "Ha, va be', mi dia quelli" e con scarsi risultati prova a darci dei titoli di dischi pinkfloydiani, telefonata alla mamma, "Quali sono gli unici due dischi che mancano a papà?" e finalmente arriviamo alla conclusione con i titoli mancanti, anche se storpiati, "Momentary ... Momentary, cosa? L'altro? Division Bell. Ok". Ma porca miseria, questo papà rockettaro non poteva allevarla musicalmente meglio questa, sia pur simpatica, ragazza?

Diario del 7 dicembre
All'alba subito una telefonata, nella cornetta (nell'era del cellulare si usa ancora questo termine?) sento una voce strascicata, indecifrabile l'età, indecifrabile il sesso, "Buongiorno, mi ha dato il suo numero l'1254 (chi è? Un agente segreto?), cercavo un negozio di dischi, io non posso venire, l'1254 mi ha detto che voi potete farmi avere a domicilio i cd (perché non si fa i fatti suoi questo 1254?), potrebbe venire mio papà, scende giù a Bolzaneto, ma non si avventura fino in centro, sa ha 73 anni (tra sette anni li avrò anch'io, avrò il coraggio di avventurarmi fino a Bolzaneto?)", per ora io non ho aperto bocca, fa tutto lei/lui, continua, "Volevo una serie di canzoni, me le sono scritte, ad esempio ...", entra un cliente, poso un attimo il telefono e lo servo, riprendo il cordless giusto in tempo per sentire "due pezzi degli U2, Sunday Bloody Sunday e Pride, se non sono nello stesso disco, va bene una raccolta, e poi ...", altro cliente, riposo (nel senso sia di posare di nuovo il telefono, sia di riposare l'orecchio), lo servo, recupero la cornetta giusto in tempo per sentire, "Mi ha detto l'1254 che lei può procurarmi tutto questo (mi sono perso un pezzo di telefonata, quindi non so a cosa si riferisce "tutto questo", ma questo cavolo di 1254 cosa ne sa di quello che ho in negozio?)", finalmente dopo quasi dieci minuti tocca a me, "E' difficile ...", è tutto quello che riesco a dire, perché questa mini-frase è sufficiente per farla/lo scatenare, "Difficile? E perché? L'1254 mi ha detto che potete farlo, adesso mi arrabbio, e non ce l'ho con lei (perché? Sta parlando anche con qualcun altro?), io non ho un computer e non so nemmeno come si fa, ma mi viene voglia di prenderlo e scaricarmi tutto, vi lamentate che tutti lo fanno, ma se vi si chiede una cosa, voi non siete disponibili, presto chiuderete tutti e ve lo meritate, perché", e basta, la/lo interrompo, "Signora, hanno già chiuso tutti, sono rimasto solo io, vada a sbraitare nelle orecchie dei mie ex colleghi. Buongiorno", e sbatto giù il telefono. Com'era bello quando si poteva davvero, e non solo metaforicamente, "sbattere giù il telefono", era un atto definitivo, un po' violento forse, ma vincente, a dire il vero questo non sempre, qualche volta squillava di nuovo e bisognava ricominciare, con quello dall'altra parte che incominciava invariabilmente con "Maleducato ...". Risuonerà? Non risuona. Si sarà mica offesa/o perché nella foga l'ho chiamata/o signora? Sta a veder che era un signore.

Diario del 8 dicembre
Mi tocca. A dicembre le domeniche non esistono. In genere sono caratterizzate dall'arrivo post-partita dei tifosi. Oggi non se ne vedono. Solo uno, con sciarpa blucerchiata, "Com'è andata?", gli chiedo, " Due a zero, con un goal bellissimo di Gabbiadini su lancio perfetto di Palombo", "Lancio perfetto di Palombo? O segnù, domani nevica". No, non nevicherà, perché l'avvenimento straordinario avviene subito dopo in negozio; entra Ivano (anche alla domenica), "Sai cosa ti dico, luna stratosferica? - da due giorni mi chiama così – Oggi ti compro un disco", "Non ci credo", "E invece sì, però prima dovresti chiamare la mamma per chiederle se posso", "Io chiamare la terribile mamma? Non ci penso nemmeno", "Allora la chiamo io, esco e la chiamo", esce, rientra, "Posso comprarlo". E così avviene l'avvenimento straordinario, ma di straordinario c'è anche la conoscenza della musica, che sciorina Ivano; mi cita una serie di dischi importanti, ma deve ridurre la scelta tra quelli da cinque euro, alla fine il ballottaggio è tra Iggy Pop e Japan, "Quale mi consigli Gian? Me ne serve uno che mi calmi quando la mamma mi fa arrabbiare", "Allora prendi Oil on Canvas, è più soporifero", altra sorpresa, Ivano sa benissimo cosa vuol dire "soporifero" e compra il cd dei Japan.

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