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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 18 novembre al 23 novembre
 

Diario - Dal 18 novembre al 23 novembre Hot

Diario del 18 novembre
Ci stiamo avvicinando alla fine dell'anno e s'incominciano a stilare le classifiche. Anche i miei clienti sono ansiosi di vedere la classifica finale, in questo caso non parlo di musica (il lancio del disco dell'anno di Disco Club partirà come al solito verso Natale), ma di fruitori e di un genere particolare: i rompipalle. Quello che si va a concludere è il quindicesimo campionato, a parte i primi due (appannaggio di due meteore) gli altri dodici sono stati vinti sempre dallo stesso supercampione: il mitico biondo, un uomo per tutte le stagioni, nel senso che è vestito sempre uguale, inverno (non patisce il freddo) ed estate (non patisce il caldo), si soffia il naso (rigorosamente in negozio e sempre con lo stesso fazzoletto, il colore ormai è indecifrabile) sia ad agosto, come a dicembre (allergico ai dischi? Oppure a me?), mangia focaccia e brioches nel primo pomeriggio, con l'aggiunta (e qui sta l'unica variazione) del gelato d'estate, di un panino d'inverno. Quest'anno la sua leadership è stata messa in dubbio, ha trovato rivali pericolosi, che in qualche momento lo hanno superato (vedi lo psichiatrico e lo stesso Ivano), ma la sua costanza è proverbiale. Per un certo periodo era sparito, "E' stato sconfitto anche lui dalla mia tattica preferita, che uso contro i non simpatici: li ignoro, mi comporto come se non fossero in negozio", ho pensato e invece no, era solo una malattia ed è rispuntato, dapprima con un cambio d'orario inatteso in tarda mattinata, poi è tornato alle antiche abitudini: primo pomeriggio con cappellino in testa, sacca sulle spalle e "gippunetto" (in genovese: panciotto), panino e sacchettino con brioche, bottiglietta con acqua minerale.
Oggi è il primo giorno freddo dell'anno, in più piove e tira vento, imbacuccato nel giaccone, col cappuccio tirato su, m'infilo sotto i portici, sbuco dall'angolo del palazzo della Confindustria ed eccolo là, mi aspetta davanti alla serranda, manca un quarto alle quindici, ma è già pronto a tentare di migliorare il suo record dell'anno scorso di undici entrate (e uscite) dal negozio in tre ore, quest'anno al massimo è arrivato a sette, oggi ce la farà? Certo non lo ferma niente, è sempre presente "nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto".

 

Diario del 19 novembre
Praticamente il seguito della puntata precedente. Sciopero selvaggio degli autobus, pezzo di strada a piedi, poi passaggio di un amico, coda, altro pezzo a piedi, pioggia, pacco dall'Olanda, messo a posto con l'aiuto di Dario, panino e dolce al bar Verdi (quello attaccato al nostro negozio) con lo stesso Dario e Filippo, dico loro "Una cosa positiva oggi c'è, il rompipalle n. 1 non si fa certo sette chilometri e cento metri a piedi sotto l'acqua per venire a rafforzare la sua posizione"; pago, esco e ... non ci credo ... cappellino in testa, sacca sulle spalle e "gippunetto", fa l'indifferente, gira intorno a una colonna dei portici, come per far vedere che era lì per caso, entro, conto fino a dieci ,,, undici e anche lui entra. L'ho detto, non lo ferma niente, oltre al sole, al vento, al sorriso, al pianto, possiamo aggiungere adesso anche lo sciopero.
Altro fenomeno paranormale, U Megu, arriva e mi dice "Tu non ci crederai ...", "E invece ci credo, sei di nuovo caduto", "Come hai fatto a capirlo?", "Te l'ho letto negli occhi", "Anche questa volta sono finito con i piedi in avanti e la testa indietro", "Strano – dice Guspe (il mio dottore) – col peso della tua pancia avresti dovuto cadere in avanti", "Te lo dico io perché – concludo – lo trascina indietro la sua testa che pesa, non per il cervello, ma per tutte le belinate che ci infila dentro".
Telefono, "Capo, sono Andrea, ho una cinquantina di vinili tenuti male, cosa faccio, glieli porto o li butto nella rumenta?", "La seconda".
Oggi una versione più tranquilla dello psichiatrico, ordina l'ennesimo cd dei Public Enemy e si becca senza reagire qualche mio sfottò, se ne va, dimenticandosi la sacca vicino alla cassa, lo richiamo ad alta voce, rientra, "Ehi Uegia (ormai mi chiama così) cosa hai paura che abbia le bombe lì dentro? Non sono mica figlio di Curcio".
Telefono, "Avete cd musicali?", bell'inizio, "Eh, be', sì", "L'ultimo di Celentano?", "Mi sono dimenticato di ordinarlo, mi arriva venerdì dopo le undici", magnifica conclusione sua "Del mattino?".

Diario del 20 novembre
Mattinata di pensionati. Il primo mi dice, "Mi aiuta? Sto cercando il titolo di una canzone dei Simply Red, so solo che inizia cantando Hold Back, almeno mi sembra, io non so l'inglese", l'ha quasi azzeccata e la ricerca non richiede troppo tempo; gli faccio sentire su youtube Holding Back The Years e lui, felicemente sorpreso, "Sì, è questa!", gli cerco l'album su cui è contenuta, "Ecco è su questo cd", lui, un po' meno felice, "Ah, bene, si trova anche su un cd" (che strano, eh?), poi continua "Me lo fa un piacere? - di nuovo? - me lo scrive il titolo, sa io non so l'inglese", glielo scrivo e lui saluta, lasciandomi col cd dei Simply Red in mano. Rileggendo quello che ho scritto sopra, adesso capisco il mio errore: effettivamente lui non mi aveva chiesto il disco dei Simply Red, ma solo il titolo della canzone.
Col secondo la cosa è più veloce, "Vorrei un cd della Lanteri", sob, e chi è la Lanteri? Timidamente glielo chiedo e lui, "Ma come? Ha anche un'orchestra, fa musica ballabile, mazurca, polka, tango, insomma roba che fanno nei locali dove si va a ballare". Arzillo il vecchietto, ma di più quello con cui si chiude la mattinata.
E' un viaggiatore incallito, la prossima estate vorrebbe andare a fare la crociera del mare del Nord, ma, c'è un ma, la moglie in quel periodo ogni anno va in montagna. "Vacci da solo", gli consiglio, "E no, non potrei mai, andiamo sempre insieme", un fedelissimo, penso, ma lui continua, "Ho avuto 113 donne, di tutti i tipi e di tutti i segni zodiacali, ma con lei è diverso, lei è al di sopra del sentire comune, vede la bellezza dove gli altri non la vedono, tra noi si è creata questa sorta di affinità elettive", "Novello Goethe", "Bravo! Allora hai studiato", "Un po'".
Una telefonata è d'obbligo, "Discoocluuub", "Vorrei sapere se avete il cd della Mannoia che canta Dalla", "In questo momento non ce l'ho", "In che senso?"; cosa intenderà? Senso orario, senso unico, senso di marcia, o forse senso dell'umorismo? Boh.
Ultima cliente della giornata, ragazza sui trentacinque, ho messo su un cd e lo faccio sentire anche all'esterno del negozio, lei entra, "Chi è?", "Jake Bugg", "Bravo, è nuovo?", "Non ha ancora vent'anni, ma è già alla seconda incisione", "Non deve uscire anche un cd di Battiato?", "Sì, insieme ad Antony", da una serie di punti interrogativi che le spuntano negli occhi, capisco che non sa minimamente chi sia Antony, "Ah, tra l'altro vorrei andare a vedere il concerto che farà al Carlo Felice, ma ho paura che mi deluda come Branduardi, non ha fatto nemmeno una canzone vecchia; una volta nella vita mi capita di andare a vedere un concerto di Branduardi o di Battiato, e, se non fanno le canzoni vecchie che conosco, cosa ci vado a fare?". Gira ancora un po', si sente quasi tutto il disco di Bugg, che sembra apprezzare molto, "Come s'intitola?", "Shangri La", "Cosa vuol dire?" (è la giornata delle domande demenziali) e infine prende ... la locandina degli avvenimenti del Porto Antico, "Posso?" e se ne va.

Diario del 21 novembre
Terzo giorno di sciopero degli autobus, anche oggi, nonostante i semafori, gli attraversamenti, le macchine sui marciapiedi e i cani che sui marciapiedi lasciano un loro ricordo (col beneplacito dei padroni), in poco più di venti minuti copro i tre chilometri che separano casa dal negozio e alle 8,23 sono lì. Chi mi aspetterà davanti alla vetrina? Il biondo rompipalle, dopo l'exploit dell'altro ieri, ha ceduto e ieri non si è fatto vedere (a dire il vero nemmeno oggi ci ha allietato con la sua allegra figura), ecco quindi presentarsi uno dei suoi maggiori rivali per la conquista dello scettro di Rompipalle n. 1 di Disco Club per il 2013: Quasimodo. Eccolo lì, ingobbito come al solito, il naso rosso per il freddo, il marsupio pieno di pacchetti di sigarette e altri sei da dieci in mano. A che ora sarà arrivato? So solo che un sabato alle 7:50 sono sceso dalla macchina e lui era già lì esattamente come oggi sull'angolo del palazzo con una sola differenza, quel giorno la temperatura era vicino allo zero e dal naso arrossato scendeva una stalattite. Non entra subito, ci ha provato una volta ma l'ho respinto mostrandogli l'orario attaccato alla porta, "Non vedi che apro alle nove?", "Scu-scusi". Ecco, mentre la freddezza non scalfisce il Biondo, lui invece va in paranoia, incomincia a balbettare e a scusarsi. A dire il vero oggi entra un po' prima, approfitta dell'ingresso di un cliente per accodarsi e, dopo che l'ho fatto attendere davanti alla cassa per qualche minuto, trova il coraggio di chiedere, "Scu-scusi, ha il nu-nuovo cd di Hen-hendrix?", "Miami Pop Festival? E' finito, riarriva domani", il tono secco e il mio sguardo volto al monitor del computer lo confondono ulteriormente, "Ah, sì, lo vo-volevo, ce l'ha? Ah no, do-domani, quando po-posso ve-venire? Sì, no, do-domani, a-allora passo la settimana pro-prossima, arri-riva?"

Diario del 22 novembre
Ed eccoci al quarto giorno di sciopero selvaggio degli autisti Amt. Mentre mi faccio la solita sgroppata quotidiana da casa al negozio penso alla stranezza della gente. Non più tardi di venerdì scorso, a causa di una fermata un po' troppo lunga dell'autista del 49, che ha costretto i passeggeri a una rincorsa del mezzo, una volta saliti a bordo si sono scagliati contro il malcapitato autista, "Massa di lavativi, siete capaci solo a scioperare e a saltare le corse, si rompe un autobus al giorno, tutti a casa dovrebbero mandarvi, leggere" e mi sono limitato alle frasi meno offensive. Da martedì lo sciopero è vero, non solo quattro ore al venerdì, insomma uno di quei blocchi totali tipo anni '60/'70, ed ecco che miracolosamente le stesse persone che avevo incontrato su quell'autobus dicono dei tranvieri "Hanno ragione, poveri ragazzi, difendono il loro posto di lavoro, i politici sono le solite leggere: promettono e non mantengono, bisogna mandarli tutti a casa". Cos'è successo in sei giorni? Camminando, anzi marciando, cerco qualche ricordo dei giorni passati che spieghi il cambiamento ed ecco che mi si ripresenta un cartello attaccato sull'autobus "Protestiamo anche per voi, vogliono privatizzarci, meno autobus e biglietto più caro". Ecco la spiegazione, "Belin, o l'è za cao u bigetto, ghe manca ancon aumentalu" (traduzione per i non genovesi: cavolo è già caro il biglietto, ci manca ancora aumentarlo); ma chi se ne frega del posto di lavoro (non erano tutti lavativi?) e del parco macchine (non se ne guastava una al giorno?), il biglietto NOO!
Arrivato in negozio trovo un nuovo cliente, "Cerco la canzone di Jimi Hendrix Hey Joe", "Eccola, è sul primo disco", "Oh bene, l'ho sentita l'altro giorno, non la conoscevo, sa io sono del 1964 e Hendrix è morto nel 1973", "Veramente nel 1970", "A maggior ragione, io avevo solo sei anni. Come facevo a conoscerlo?". E' vero, ma dal 1970 al 2013 sono quarantatre anni, che cosa ha sentito in tutto questo tempo?
Altra new entry, questo è più giovane e spiritoso: "Cerco l'album più contagioso degli Afterhours", "???", "Germi". Non gli basta, "Cerco i Base per altezza", "???", "Gli Area!".

Diario del 23 novembre
L'assenza di altri negozi di dischi incomincia a fa sentire la sua importanza sul tenore delle richieste che ricevo. Non mi ricordo un sabato così variegato e lontano da quelli soliti: "Vorrei l'ultimo della Pausini", "Ce l'ho" (lo dico sottovoce per non farmi sentire dai clienti abituali), "One Direction?", "Non lo tengo" (ad alta voce), "Bocelli?", "Sì" (appena sussurrato), "La raccolta di Radio Italia?", "Non ho compilation" (quasi urlato). Poi arriva un settantino che si aggira per il negozio guardando un po' tutto. Sembra intimidito dalla presenza di altri clienti, che mi chiedono le cose per lui più astruse, continua a girare come in attesa di rimanere l'unico cliente: mi ricorda quello che mi ha raccontato un farmacista riguardo a ragazzi che entrano per comprarsi i preservativi, aspettano di essere soli, si avvicinano alla cassa "Mi dia una confezione ... " - in quel momento sentono un rumore alle spalle, si girano, no! una donna - "di aspirine", e se ne portano a casa un'altra confezione, ne hanno già una vera e propria compilation (scusate il termine: deformazione professionale). Torniamo a bomba, il settantino finalmente è solo, si avvicina, "Dove trovo le novità?". "Dipende da cosa cerca", lui sorpreso "Ma i cd", "Ho capito, ma che genere?", sempre più disorientato quello borbotta qualcosa d'incomprensibile, gli vado in aiuto, "In vetrina vede gli ultimi dischi usciti, anzi cd (non vorrei che fraintendesse)". Esce e lo perdo di vista, nel frattempo il negozio si riempe, dopo un quarto d'ora rimango di nuovo solo ed ecco che riappare il settantino, era rimasto fuori al freddo per tutto questo tempo in attesa della mia "solitudine", "Scusi, in realtà – molto vergognoso – io volevo l'ultima raccolta di Celentano con la canzone Storia d'amore". Celentano=preservativo? E se fosse entrato qualcuno cosa mi avrebbe chiesto? Beatles=aspirina?

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