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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 28 ottobre al 2 novembre
 

Diario - Dal 28 ottobre al 2 novembre Diario - Dal 28 ottobre al 2 novembre Hot

PerfectDayreedperfectdayDiario del 28 ottobre
Quando muore uno dei grandi della musica rock, inevitabilmente in negozio diventa l'argomento principale dei discorsi; a dire il vero non solo dei discorsi, ma anche delle email, già questa mattina la Sony (sua casa discografica), e a seguire i grossisti e importatori mi hanno riempito di liste di cd/dvd/libri di Lou Reed, al pomeriggio si è aggiunta anche la Universal: "lista dei prodotti di Lou Reed di nostra distribuzione", peccato che loro abbiano solo quello coi Metallica, Lulu.
Il più accanito tra i fans è sicuramente Luigi di Campoligure, che infatti, quando si presenta, mi dice "Sono sorpreso", "Perché?", "Non hai messo niente in segno di lutto per Lurido (come lo chiama lui)". Tanti anni fa, almeno una ventina, un ragazzino ogni tanto entrava e chiedeva, "Non c'è niente di nuovo di Larid", la prima volta mi ha spiazzato, "Larid? E chi è?", "Ma come, non lo conosci? E' quello dei Velvet".
Per quanto riguarda invece l'uomo Lou Reed, l'unica testimonianza è quella di uno degli organizzatori del Festival della Poesia: "Quando nel 2004 Lou Reed fu invitato a tenere una lettura al teatro della Corte, aveva la pretesa di entrare dentro il teatro con la macchina, per non venire in contatto con i fans". Del resto non è che i grandi artisti siano sempre molto simpatici, nell'ultimo concerto dei King Crimson al teatro Carlo Felice, Fripp se ne è rimasto tutto il tempo in fondo al palco, delegando Adrian Belew a tenere i rapporti col pubblico e andandosene via non appena finita l'esibizione, lasciando gli altri a rispondere agli applausi; sempre lui ha interrotto un concerto per i flash delle macchine fotografiche; Jarrett poi non sopporta i colpi di tosse. Anche le stranezze sono all'ordine del giorno: sempre nel 2004, nel pomeriggio precedente il suo concerto di Genova, Peter Gabriel pretese una massaggiatrice di tipo particolare (non fraintendete, particolare è il tipo di massaggio, anche se ... beh, sì, ha chiesto una massaggiatrice, non un massaggiatore). Anche i jazzisti non scherzano; ai tempi del Festival Jazz di Genova, un artista americano (accidenti a me, non ricordo più chi era) pretese, e ottenne, che uno dell'organizzazione andasse in macchina fino a Nizza, perché lui beveva solo acqua minerale di una particolare marca.

Oggi, poi, arriva un megafan di Neil Young, che scende dai monti (come dice lui) una volta al mese e passa a vedere se ci sono novità del suo idolo; "Quest'anno gli ho toccato la mano", dice e sembra ancora incredulo per il "miracolo" di cui è stato gratificato, "Dove, a Lucca?", "No, lì ha fatto un concerto fantastico, ma c'era troppo casotto. L'ho seguito anche in Svizzera, a Locarno, sono riuscito ad entrare alle prove e mi sono fatto vedere più volte con discrezione, perché lui è un po' una testa di cavolo, guai a presentargli una penna e un foglietto per l'autografo. Mi sono avvicinato piano, piano, poi gli ho fatto vedere i biglietti di tutti i concerti ai quali avevo partecipato e a questo punto mi ha toccato la mano, non posso dire proprio dato, ma toccata sì, questa mano", me la indica come se potessi ancora vedere le impronte di Neil, allora gli dico, "Scommetto che non te la sei più lavata".
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Diario del 29 ottobre
Torna il cliente che vuole vendere il libro autografato di Paul McCartney. Ha detto di avere vissuto dieci anni a Londra, dove aveva sposato un'inglese; incomincio a pensare che questo matrimonio sia stato d'interesse, non intendo pecuniario, ma linguistico; vi spiego, oggi vede un cd live e lui cosa mi chiede? "E' un botleg, vero?". Subito dopo infila un'altra perla, parlando della Fnac dice: "Ho visto che quel negozio di via XX, la Smac, non tiene più cd".
Subito dopo scontento a più riprese una vecchietta; quando entra penso abbia sbagliato porta, invece mi chiede, "Scusi, avete dei cd?", (come volevasi dimostrare, lo saprà cosa sono?), "Sì, signora, ma che cosa vuole?", (al massimo qualcosa per un nipotino) "Vorrei l'ultimo dei Modà", la deludo una prima volta, "Allora qualcosa di Ramazzotti", seconda delusione, ci riprova, "E mia Martini?", terza delusione. "Peccato, oggi avevo voglia di sentire un disco" e mi lascia abbacchiato per non avere aiutato una vecchietta con pochi denti in bocca, ma con ancora la voglia di sentire musica. Porca miseria, almeno Mia Martini potevo comprarla!

Diario del 30 ottobre
Una volta era impensabile che una casa discografica rimanesse senza un disco importante dopo pochi giorni dall'uscita. Oggi succede anche questo. I Pearl Jam hanno venduto abbastanza in questo periodo, ma la cosa non era inattesa, nonostante questo siamo rimasti senza rifornimenti. Oggi al telefono una voce femminile mi chiede, "Avete il nuovo cd dei Pearl Jam?", "Mi dispiace, l'abbiamo finito", scandalizzata "Finito???", "Sì. Lo abbiamo anche riordinato, ma non ci è ancora arrivato", incredula "Mah", allora cerco di spiegare il motivo, ma dall'altra parte silenzio, anche se si sentono degli sbuffi, che fanno capire la sua presenza, allora chiedo "Ha sentito?", a questo punto "clack": mi ha sbattuto il telefono in faccia.
L'altro giorno una cliente mi chiede un cd di musica gitana "Sa di quella con i violini, che fa tanta allegria". Oggi altra cliente, "Ha musica gitana? Sa di quella coi violini, che fa tanta malinconia".
Ogni tanto con i miei clienti abituali sono un po' pedante grammaticalmente parlando; li riprendo se dicono "gli" al posto di "le" e viceversa, non sopporto il "a me mi ...". Oggi non era una cliente abituale, quella che mi chiede l'ultimo di Baglioni, ma quando, in risposta ad una amica che entra quando lei è davanti alla cassa e che le chiede "Come stai?" e lei risponde "Bene, e te?", non resisto, "Non si dice così, e tu, che sei una fan di Baglioni, dovresti saperlo, il tuo Claudio forse non dice E tu come stai?".

Diario del 31 ottobre
Sto chiacchierando con Dario sulla porta, quando transita un ragazzo (non giovanissimo), "Lo conosci?", mi chiede Dario, "Mi sembra, ma non mi ricordo chi sia", "Dai, sicuramente è venuto anche da te, è quello che dice di fare la scuola da cantautore", "Ecco chi è. Sì è venuto, ma non gli ho dato molto corda", "Invece da noi (alla ex-Fnac) ha imperversato". Ecco il racconto dell'amico Dario: si è fatto sentire un bel po' di cantautori alla ricerca di qualcuno da prendere ad esempio, alla fine ha scelto James Taylor, "Mi sembra bravo, anche se io sono migliore" (modesto), poi ci ha chiesto se avevamo una penna, sai cosa ne ha fatto? Ha scritto sul cd i pezzi che gli sono piaciuti di più, non sul libretto, sul cd". Solo al pensiero mi viene un brivido alla schiena.
Da segnalare oggi un'iniziativa da parte del mio dottore (Guspe), ha postato sulla pagina del gruppo Disco Club la foto del famigerato pluriespulso (detentore anche del record di maglietta pluri indossata) lanciando una raccolta di firme per il rientro in negozio di Carletto. Oggi sono 111 giorni da quando è scattata l'espulsione, il problema è che oggi è anche l'ultimo giorno lavorativo per il recordman, da domani è in pensione. Non so se è il primo freddo, ma sento di nuovo i brividi: se lo riammetto ho paura di trovarmelo mattina e pomeriggio in negozio, a lui non piace giocare a bocce e nemmeno a carte, non va al cinema e nemmeno più a vedere le partite, me lo vedo già che ad ogni entrata guarda i vinili vicino al banco (che già ha visto decine di volte), e, all'arrivo del pacco dall'Olanda, piazzare la sua testa tra i miei occhi e i cd ... no, no, non sono ancora pronto, anche se con l'arrivo del freddo la t-shirt perde la sua pericolosità.

Diario del 2 novembre
Giorno dei morti, e si vede. Questa mattina mia moglie va a un funerale, il primo cliente arriva da un funerale. Quest'anno nel campo musicale sono stati parecchi gli artisti che ci hanno lasciato, ultimo Lou Reed. Oggi Roberto Brasile (non di cognome, ma perché, appassionato di calcio, anni fa si presentava tutti i sabato pomeriggio con la maglia della nazionale verdeoro) viene a ritirare il vinile di Lulu, ultima incisione dell'artista newyorkese, gli dico "Ti va bene che il disco me lo hai ordinato il 22 ottobre, cinque giorni prima che morisse, così non puoi essere accusato di essere salito sul carro del ... morto", "No, certo però che gliela ho tirata, non tanto per il vinile ordinato, ma perché il giorno prima che morisse, mentre mettevo a posto le mie memorabilia discografiche, ho trovato l'autografo che mi ha fatto Lou Reed quando è venuto a Genova, erano anni che volevo incorniciarlo e l'altro giorno mi sono deciso a farlo: il giorno dopo è morto", "Senti Roberto, dischi miei non potrai mai averne, però non chiedermi autografi e se mai verrai in possesso di una mia firma, per favore non incorniciarla".
Subito dopo Ivano mi toglie ogni paura del genere, entra e, come ormai sua abitudine, dice "Gian è immortale"; quasi, quasi, mi sento di rilasciare un autografo a Roberto.
Ritorno a casa e sul portone vedo un fiocco di quel colore che non vorresti mai vedere. Due mesi fa al piano sopra il nostro è venuto un nuovo inquilino, un anziano che ha subito colpito tutti per aver messo sul poggiolo delle piante finte, tutti a dire "Sembrano quelle per i cimiteri, magari li deve portare là", invece no, nei giorni successivi le piante "finte" sono aumentate, e i vicini "Fanno impressione, mi sa che portano sfiga". Quel nastro sul portone era per lui.
Un giorno perfetto come 2 novembre, meno male che viene solo una volta all'anno.

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