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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 7 ottobre al 12 ottobre
 

Diario - Dal 7 ottobre al 12 ottobre Hot

Diario del 7 ottobre
Oggi forse sono finito dentro una candid camera. Il gioco consisteva nel mettermi alla prova con le più disparate richieste per vedere se sapevo rispondere.
Incomincia un ragazzo, un po' effeminato, con una forte erre moscia, "Sto cercando l'album con la canzone Mandy", sono preparato al riguardo, "Quella di Barry Manilow?", "Ah, ecco sì, quella", non ho capito se sapeva chi era il cantante e voleva vedere se io lo sapevo o se la sua richiesta era finalizzata a scoprire chi la cantava, sta di fatto che dopo che gli ho cercato sul computer il disco con la canzone, alla mia domanda "Te lo ordino?", mi ha risposto "Lo cerrco, se non lo trrovo, ritorrno. Mi saluta con la manina e non torna, anzi torrna, più.
Secondo quiz. Anche questo cliente mai visto prima, "Dove sono i cd degli Oasis?", "Lì davanti", "Vorrei vederli tutti", "Quelli sono tutti quelli che ho"; me li porta alla cassa, "Cerco la canzone Don't Look Angel e qui non la trovo", anche questo mi mette alla prova, "Forse è Don't Look Back in Anger, è in (What's the Story) Morning Glory?, ma l'ho finito. Te lo ordino?", "Se arriva prima o poi passo". Ok, non lo ordino.
Tocca poi a un marocchino. La domanda questa volta è rovesciata, si parte dall'autore, "Cerco un disco di Manu Dibango con quella canzone famosa", "Soul Makossa?", "Grande, proprio quella". Quantomeno a questo riesco a fare l'ordine, ma poi riparte con "Cerco anche un altro pezzo, è di ... come si chiama? ... McGray?", "Non so, è Macy Gray?", "No, anche questo è un uomo di tanti anni fa. La canzone era qualcosa come Sexy Hidding", "Belin. Ma cosa vuoi? Sexual Healing di Marvin Gay?", "Forte, proprio quella". Sì, devo essere finito dentro un quiz. L'ultimo però non lo risolvo. Entra una coppia e lui mi dice, "Cerco una canzone, ma non mi ricordo il titolo", "E il cantante?", "Nemmeno quello". Abbozza un motivo, ma questa volta mi ritiro subito dal gioco.

 

Diario del 8 ottobre
Giornata di richieste non soddisfatte. Il fatto è che non si trattava quasi mai di richieste riguardanti la musica: "Scusi fa fotocopie?", "Avete dei dvd di film?", "Siete mica un internet-point?", "Fate le prevendite per TicketOne?", "Vendete le ricariche telefoniche?"; ma anche quelle più inerenti all'oggetto "disco" erano un po' strane: "Avete la pasta per togliere le righe dai cd?", "Se vi porto una lista, mi fate una compilation?". Oggi però, a queste, si è aggiunta un'altra conferma. Verso sera, sento una voce femminile che, davanti alla vetrina, dice, "Qui non vendono palle, ma dischi". Bene, posso chiudere e andare a casa con un'ulteriore certezza: oltre a non fare fotocopie, vendere dvd di film, far collegare a internet, non essere un punto TicketOne, non vendere ricariche, non avere la pasta abrasiva, non fare compilation, Disco Club non vende palle!

Diario del 9 ottobre
Una signora si aggira per il negozio prima di fermarsi davanti all'espositore degli italiani, dopo un po' "Di Renato Zero ha solo", cosa intenderà con solo? Probabilmente "solo questi due cd"; punto su questo e le dico "Sì, solo questi due cd", "In questo non si leggono", cosa non si legge? Guardo il cd, questa volta punto su"i titoli", "Glielo tiro fuori così legge i titoli meglio", "Eh sì, a una certa età cala", ma non ce la fa proprio a finire una frase? Questa volta però è facile "la vista". Lo guarda, "Non c'è, non è per me, devo regalarlo perché", non sapremo mai il perché, cambia discorso, "E' anche duro qualche volta", ma chi? Renato Zero o quello a cui deve regalarlo? "Cerco una canzone – e dice un titolo mai sentito (intendiamoci, magari per mia ignoranza) - ma non so". A questo punto l'Incompiuta esce e, quando è fuori sento che dice, "Cercavo qualcosa, ma".
Ma cosa?

Diario del 10 ottobre
Oggi vi voglio parlare di due centesimi. Sì proprio di quella piccola monetina. Due settimane fa, uscendo sulla porta, ho visto per terra davanti alla vetrina un oggetto rotondo ramato, appunto due centesimi. Non l'ho raccolto e ogni mattina lo vedo sempre lì, non nello stesso posto, qualche calcio lo ha spostato, un po' a destra, un po' a sinistra, questa mattina era in piedi attaccato al gradino della vetrina. Vale poco, però mi ha sorpreso lo stesso che nessuno se lo sia messo in tasca. Oggi ho scoperto perché. Due ragazzi la vedono e uno dice, "Fosse un centesimo lo prenderei, magari mi porterebbe fortuna come il primo cent di zio Paperone, ma due centesimi ... sono veramente come il due di picche".
Domani, prima di entrare, penso che raccoglierò questo Calimero delle monete e lo porterò in negozio al riparo dagli sguardi sprezzanti dei passanti.

Diario del 11 ottobre
Arrivo presto questa mattina davanti al negozio e la trovo ancora lì, abbarbicata al suo scoglio (scalino del negozio) in attesa di un salvatore. Recupero la monetina da due cent e la porto nel suo centro di accoglienza (la cassa). Non è facile trovarle una sistemazione: viene respinta dai più ricchi (due e un euro, cinquanta, venti e dieci centesimi), ma anche dagli altri ramati (i cinque cent "io valgo più del doppio di te" e il piccolo cent "io porto fortuna"). Sistemo quindi la pariah delle monetine in un angolo appartato, in attesa di trovarle quattro compagne per farla partire per un altro viaggio in un barcone (borsellino) verso lidi più accoglienti.
Portata a termine questa opera di salvataggio, mi accingo a servire i primi clienti entrati in negozio; è una coppia che sembra reduce da un mega festival rock anni settanta: non molto curati nell'abbigliamento e nell'aspetto (capelli lunghi e barba incolta lui, lei spettinata e senza il minimo trucco) e accompagnati da un cane. Il ragazzo mi si avvicina, "Mi serve il suo aiuto", "Dimmi", "Ha qualcosa di Claudio Villa?", sicuramente mi sta prendendo in giro "Nooo"; invece no, è proprio serio "Volevo un consiglio sul disco migliore di Villa", sono ancora perplesso, probabilmente hanno letto qualche puntata del Diario e adesso fanno gli spiritosi, ma guardando l'espressione mi rendo conto che invece parlano sul serio. Questa volta non li dirotto verso Feltrinelli, ma li mando direttamente a cercare sulle bancarelle.
Il pomeriggio è appannaggio di un/una signore/a: è un uomo, ma è vestito da donna e in maniera appariscente e anche decisamente volgare, in più ha entrambi i polsi ingessati e il gesso non è molto pulito. Entra deciso/a e punta sui vinili, mi mostra un lp dei My Bloody Valentine, "E' nuovo?", "No, è vecchio", scandalizzato/a "E lo metti venticinque euro?!?", "E' usato, originale dell'epoca, in conto vendita e questo è il suo valore", "E' un furto", "Nessuno ti obbliga a comprarlo", "Nelle bancarelle di piazza Banchi me lo mettono quindici euro", io, spazientito, "E allora vattelo a comprare là", lui/lei "Non trattarmi così, io sono una signora!".
www.youtube.com/watch?v=t0dJqlvOSq4‎

Diario del 12 ottobre
Il sabato mattina non può non incominciare con l'Uomo del Monte. Tra le altre sue abitudini, c'è quella di piazzare la sua famosa borsa sopra le scatole sul banco dove si trovano le ultime novità, indifferente al fatto che magari a qualcuno interessa guardarli, questo indispettisce gli altri clienti abituali del sabato. Oggi entra e si esibisce nel suo solito numero, ma ecco che viene bloccato da Maurizio T. "Un momento, voglio guardare questi cd", l'UDM, sorpreso, rimane con la borsa in mano, fino a quando Maurizio, dopo aver guardato con calma quattro scatole di cd, che assolutamente non gli interessavano, con un cenno della mano, gli dice "Prego".
Ivano è ormai quasi quotidiano (fa anche rima). Oggi si esibisce come mio fan. Entra proprio mentre ho parecchie persone davanti al banco, "Ciao amico, ma quanto vende Disco Club!? E' sempre pieno", effettivamente mi deve portare fortuna, perché tutte le volte che arriva il negozio si riempie (probabilmente per sentire i suoi sproloqui), poi continua "E sai perché?", "No, dimmi", "Perché tu sei il più bravo". Ecco qui, finalmente un vero, entusiasta fan, non alla ricerca di facili sconti (non ha mai comprato niente).
La chiusura è riservata a un ragazzino accompagnato dal padre, quest'ultimo mi chiede, "Avete Sabbath Bloody Sabbath?", c'è e glielo passo, "Quanto costa?", "Nove euro e novanta", lui si rivolge al figlio, "Lo vuoi?" - quello fa cenno di sì - "Allora te lo paghi tu". Prima di pagare si trasferiscono nel reparto usato; Stefano C., antico metallaro degli anni'80, presente alla scena, tira fuori dal portafoglio dieci euro, "Glielo pago io il cd a quel pezzente, porta il figlio da Disco Club e lo fa pagare, da non credersi".

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