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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 30 settembre al 5 ottobre
 

Diario - Dal 30 settembre al 5 ottobre Hot

Diario del 30 settembre
Torna il jazzofilo che cerca i dischi di Trovasi (Trovesi), "Mi piace quando suona il basso tuba. Sa in quale cd lo fa?", "Non sono così esperto", "Vede a me piace questo tipo di strumenti e lui lo suona bene. Lo sa come si capisce quando uno sa suonare? Se non lo sa, la picchio", temo per la mia incolumità, ma non c'è nessun pericolo, perché lui non aspetta la mia risposta e continua, "Quando uno suona piano, i gruppi elettrificati si sentono solo per questo, ma cos'è suonare quello?", continua poi decantando il tocco al piano di Ray Charles, la cosa si fa lunga, io mi distraggo guardando sul computer gli ordini in sospeso, a un certo punto sento che dice ",,,e con questo, passo e chiudo", chissà cos'era "questo".
Anche oggi si presentano i soliti due.
Per primo lo psichiatrico, "Ehi, come va?", "Fino a un attimo fa bene", raffreddato dalla mia risposta fa qualche giro in negozio, probabilmente mi dice qualcosa, ma faccio finta di non sentire e alla fine se ne va, salutandolo mi tocco la fronte, lui lo prende per un saluto militaresco, "Ehi, sei matto, cosa mi vuoi mandare in Afghanistan? Boh", boh.

Ed eccolo Ivano. "Ciao amico, anche oggi male, le ho preparato il minestrone e lei (la famosa mamma) mi ha dato dello scemo, mi insulta sempre, questa mattina le ho preparato la colazione e poi l'ho lasciata sola e mi sono andato a mangiare le due brioches in giardino. Potremmo stare tranquilli, ma lei dice sempre che ci sono quelli del tribunale dal cancello, e sì che ormai sono otto mesi che li abbiamo cacciati via e non sono più tornati. Qui c'è una brutta atmosfera, tra Genova e la mamma non si respira. Sai cosa ti dico? Se incontro una ragazza, una sera prendo i sacchetti e lascio la mamma", interrompo questo fiume in piena, "Ciao Ivano, vai a salutare quelli dell'usato che ti aspettano", mi da retta, per oggi basta.

Diario del 1 ottobre
Basta poco per cambiare tutto. Metti un diminutivo al posto del relativo sostantivo ed ecco fatto. E' quello che è successo oggi in negozio; uno dei nuovi clienti (quelli vecchiotti, ereditati da Fnac e Ricordi) mi chiede, "Ce l'ha il cd con la canzone Boccuccia di rosa?", "Quella degli anni '50?", "Ma no, non è di De Andrè?", "Quella è Bocca di rosa", "Ah, ce l'ha?", "Tenga, è in questa raccolta", ancora dubbioso guarda i titoli delle canzoni alla ricerca di Boccuccia di rosa, ma deve accontentarsi di una semplice Bocca.
Fra un po' questo diario cambierà nome, diventerà il diario di Ivano; ormai la sua presenza è quotidiana, oggi era in gran forma, "Sempre peggio la mamma, sai cosa voleva ieri? Mandarmi a ballare, ma a me non piace, le ho detto che non mi diverto a ballare e che sarebbe stato meglio se lei avesse pagato i ventinove milioni di lire, o erano quarantatré? non mi ricordo, mah, è lo stesso, dicevo se li avesse pagati al tribunale adesso saremmo tutti più felici. Sai cos'è? Che la mamma ci farà diventare tutti matti!".
La chiusura spetta ancora allo psichiatrico. Sono quasi le sette quando mi affaccio in vetrina per cercare un cd e mi trovo di fronte, dall'altra parte del vetro proprio lui, Mister Boh, mi fa marameo con la mano sul naso e per fortuna prosegue e si siede al solito tavolino del Bar Verdi. Pericolo scampato.

Diario del 2 ottobre
Nel corso degli anni ho visto la fantasia dei miei clienti sbizzarrirsi nell'inventarsi situazioni, forse ambite, ma mai realmente raggiunte. Chi ha puntato sul lavoro, vedi Aus con le sue trasferte milanesi, altri, sempre a Milano, come tecnici di qualche televisione, uno addirittura professore di sanscrito all'Università di Napoli (quest'ultimo in aggiunta si spacciava per ottimo pasticciere, specializzato in baci di dama, in realtà comprati,); chi sugli affetti familiari, moglie inventata o, peggio, mamma fatta morire (in realtà viva e vegeta,), per ottenere una dilazione nei pagamenti; altri, rimanendo nel campo musicale, vantano la presenza a uno dei quattro mitici concerti di Elvis al Madison Square Garden nel giugno 1972, facendo però orecchie di mercante alla nostra richiesta di presentare il biglietto, o di avere in casa almeno tre manifesti originali del concerto dei Beatles a Genova del 1965, promettendo nel lontano 2004 di portarne uno a dimostrazione della verità dell'asserzione, cosa, ovviamente, non ancora avvenuta; potrei continuare ancora per parecchio, ma mi fermo qui.
Oggi ecco uno di questi clienti mitomani, entra saltuariamente e la domanda è sempre la stessa "Non c'è niente di nuovo dei Jethro Tull?", non mi è mai stato molto simpatico ed è un vero rompipalle (non entra in classifica perché non è assiduo come altri in negozio) quindi mi limito a un freddo "Niente", deluso "Non capisco come mai, eppure di roba ce ne sarebbe, anche dal vivo", e a questo punto spara "Pensa che siamo stati sullo stesso palco con Ian", "E quando?", "Durante una tournée in America dei Jethro", "In che senso sullo stesso palco, tu lo montavi o facevi le pulizie?", s'innervosisce e balbettando "Ma co-cosa dici, su-suonavo con lo-loro!", bum, bum, bum. Solo ora mi accorgo che il cappellino che ha in testa è uguale a quello del leader dei Jethro, sta a vedere che glielo ha regalato Anderson durante quella memorabile tournée americana!

(puntata http://www.discoclub65.it/il-mondo-visto-da-disco-club/archivio-mainmenu-44/4327-il-mondo-visto-da-disco-club-ausrolling.html)
http://www.discoclub65.it/il-mondo-visto-da-disco-club/archivio-mainmenu-44/4212-il-mondo-visto-da-disco-club-la-trave-infame.html
http://www.discoclub65.it/il-mondo-visto-da-disco-club/archivio-mainmenu-44/4346-il-mondo-visto-da-disco-club-due-casi-per-maigret.html

Diario del 3 ottobre
L'amico Martino Coppo mi ha portato ieri i biglietti in prevendita per il Bluegrass Party n. 5. Questa mattina chiama una signora, "Telefono per il concerto dei Red Wine. Avete voi i biglietti?", "Sì", "Posso prenotarli?", "No, deve venire", "Dove siete?", "Via San Vincenzo", "Posso pagare con la carta?", "No, solo contanti", "Ma devo prendere undici biglietti!", "Prelevi dal bancomat", "Fino a che ora siete aperti?", "Alle 12:30", "E alla sera", "19:00 in punto", "Spero di farcela", "Buongiorno".
Dieci minuti dopo, "Scusi, ho chiamato prima, ho chiesto anche al teatro Modena, sa dove si svolge il concerto", "Lo so", "... e mi hanno detto che i biglietti non sono ancora in vendita", "Io li ho", "Sì, me lo ha detto, ma se non li hanno ancora al teatro Modena, sa dovi si svolge il concerto ...", "Lo so", "... come faccio ad essere sicura ...", "In che senso", "Sa, non vorrei prendere i biglietti da lei e poi, quando arriviamo là, trovare i nostri posti occupati da qualcun altro", "Senta facciamo così. Lei li prenda al teatro Modena, così è tranquilla", "Ma scusi se al teatro Modena, sa dove si svolge il concert", "LO SOO! E so anche che io ho dei clienti davanti e devo lavorare, buongiorno", e poso.
Tardo pomeriggio, entra un signore, "Vorrei comprare i biglietti per il Bluegrass Party", "Quanti?", "Dieci". Dieci, sta a vedere che per colpa mia la signora ha rinunciato al concerto.
#t=197

Diario del 4 ottobre
Prima cliente della giornata, una signora, "Avete il nuovo cd di Zucchero?", "Tanto nuovo non è, è uscito l'anno scorso", "Ma no! Me lo faccia vedere", "Eccolo", "Musica cubana? Che scema, scusi non è Zucchero, volevo dire Jovanotti", "Ancora peggio, anche questo è uscito l'anno scorso e, per giunta, è una raccolta; vuole fare un terzo tentativo? Magari Bersani o Carboni, questi sono usciti adesso". Si scusa e se ne va, appena fuori dal negozio sento che dice alla sua amica "Che figuraccia che ho fatto".
La seconda cliente mi chiede "musiche dell'acqua", sono tentate di darle "Aqua" di Edgar Froese, ma forse sarebbe stata una cattiveria.
La terza è una vecchia conoscenza, la vedova del fan di Elton John; torna e compra il nuovo cd del cantautore inglese, "Che musica fa questa volta?", "La sua abituale, con le sue solite ballate", "Ma non saranno mica tutti lenti? C'è qualche pezzo più rock?"; mi rendo conto che non è così convinta dell'acquisto, lo fa solo per tenere completa la raccolta del defunto marito.
Finalmente un cliente maschio, finalmente per modo di dire, è quello rifilatomi dai ragazzi Feltrinelli, mi ha ordinato un disco e oggi viene a ritirarlo, "Eccoti Barry Ryan", lo guarda scandalizzato, "Barry Ryan? Ma io volevo Los Bravos!", "Ma non volevi Eloise?", "Appunto, Eloise dei Los Bravos", "Senti, la prima volta che sei venuto volevi Black Is Black dei Rolling Stones, e invece è dei Los Bravos, poi mi ordini Eloise e la vuoi dei Los Bravos, mentre invece è di Barry Ryan, ce la fai ad abbinare i titoli delle canzoni con chi le canta?". Il mio tono deve essere un po' brusco, perché, dopo aver pagato il cd, andandosene mi dice "E va be', non agitarti". Chissà, forse l'ho respinto al mittente.
Ivano è un fiume in piena, dovrei riempire pagine su quello che ha detto oggi. Ve le risparmio, solo questo, un suo appello, "Amico, sai cosa faccio adesso? Cerco dei numeri di telefono di uomini, anzi vedi se anche tu ne hai, magari qualche tuo cliente, così lo presento alla mamma e, se se la sposa, non mi rompe più".

Diario del 5 ottobre
Prima me lo messaggia, poi mi telefona e infine viene di persona, non sta nella pelle dalla gioia U Megu, "Ho vinto l'asta!", "Ma che asta?", "Ho vinto su ebay il libro sulla storia dell'associazione calcio Martina Franca", "Sarai stato l'unico partecipante", "No, no, ce n'era un altro e a cinquanta secondi dalla fine ha provato a fregarmi, ma io ho aumentato l'offerta di dieci euro e lui si è ritirato", "Quanto ti è costato?", "Cinquantasei euro", "Non potevi spenderteli in dischi, belinun".
Ivano non manca nemmeno oggi e così veniamo a scoprire che oltre ai cinque cd aveva anche quattrocento cassette, "E cosa ne hai fatto?", "Le ho regalate o vendute. Una degli Abba e un'altra degli Ace Of Base a una ragazza che mi aveva detto che le piaceva la musica svedese, ma poi lei mi ha trattato male", "Probabilmente non hai azzeccato il tipo di musica svedese che le piace, magari preferiva la musica gotica. E le altre cassette che fine hanno fatto?", "Le ho date a uno che ha il bar vicino a noi. E' bravo, sai cosa mi ha dato in cambio? Cinquanta acque frizzanti. Ci ho guadagnato, no?".

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