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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 16 al 21 settembre
 

Diario - Dal 16 al 21 settembre Hot

Diario del 16 settembre
Eccolo qui l'ex uomo arancione, ora grigio: effettivamente la trasformazione è ormai completata, "Marino ormai sei tutto grigio", "Eh sì, quando mi vesto di un colore, mi piace avere di quel colore tutto: dal vestiario, al portafoglio, ai braccialetti, alle ... ", s'interrompe e guarda le penne che ho sul banco, ne adocchia una grigia "Di che marca è?"; in realtà della marca non gliene frega niente, quello che gli interessa è il colore, così, dopo quelle arancioni che gli ho regalato qualche mese fa nel periodo arancio, oggi gli do questa per il periodo grigio. "Mi posso aspettare altri periodi?", "Sì, tra qualche mese passo al blu", e così, dopo Picasso e Van Gogh, presto avremo il periodo blu di Marino.
Al telefono Daniele, cliente di Bargagli, fan di musica elettronica, "Gian, hai un cd di Bob Callaghan con un pezzo che parla di un gabbiano triste? E' del 1972 e suonato tutto col moog". "Il gabbiano infelice?, "Ecco, quello", "Non ce l'ho, ma la versione che è andata in hit parade in Italia era del Guardiano del Faro (al secolo Federico Monti Arduini); ma che fai? L'altro giorno mi hai chiesto il cofanetto di Wendy Carlos, hai la discografia completa dei Tangerine Dream e oggi mi passi alla versione per moog di Amazing Grace?", "Sempre elettronica è, se lo trovi dimmelo".

 

Diario del 17 settembre
Lotta dura, senza paura, questo è stato lo slogan dei tranvieri oggi, sciopero totale e in più blocco di piazza Corvetto e quindi praticamente di tutta la città. Gli effetti si sono sentiti anche in negozio: poche persone e, tra questi pochi, quasi nessuno dei fedelissimi (che quindi non sono stati molto fedeli).
Solo pochi spunti: un cliente arrivato di rimbalzo da Feltrinelli (quando non sanno cosa dire, li rifilano a me), "Vorrei qualcosa di Taraffo", pensa di spiazzarmi e invece no, ho un cd del famoso chitarrista genovese del secolo scorso (morto a Buenos Ayres nel 1937), "Eccolo", sorpreso guarda i titoli e poi "Sì, c'è quello che cerco, però mi interessa solo perché una canzone è intitolata Stefania e io voglio regalarlo a mia nipote che si chiama così, me lo fa un po' di sconto?, "Non lo trovava, quindi dovrei aumentarglielo e non scontarlo", "Almeno un pacco regalo?", "Li faccio solo a Natale".
Padre e figlia, quasi uguali, lungagnoni, dinoccolati, un po' tarlucchi, girano a lungo per il negozio, alla fine chiedo al padre, "Cosa cerchi?", "I due cd dei Guns, Use Your Illusion", "Eccoli", "Quanto costano?", "In totale diciotto euro", prende il portafoglio e incomincia a contare, "Non ci arrivo", "Prova nell'usato, magari di là ce l'hanno a meno"; vanno, con la loro andatura ondivaga e dopo dieci minuto tornano, "Non c'erano, ha mica l'ultimo cd dei Modà?", (lo aveva preso Giansilvio a ferragosto) "Eccolo", "Quanto è?", "16,99 €", tira fuori il portafoglio, riconta e "Non ci arrivo" si gira e padre e figlia mi lasciano solo in negozio.
Solo per poco, altro nuovo arrivato, "Ha un cd con la canzone Auld Lang Syne?", questo un po' mi spiazza (sicuramente anche questo me l'hanno mandato da Feltrinelli), allora lui continua, "E' la canzone dell'addio scozzese" e per farmi capire la canticchia, "Ah, sì, appunto, non ce l'ho", "Peccato, arrivederci", "Addio".

Diario del 18 settembre
Mi devo abituare a nuove facce e a nuove richieste.
Dapprima due vecchiette. La prima vuole mantenersi in forma, "Scusi tiene anche dvd per fare ginnastica?"; la seconda ritrova vecchi dischi di musica classica, che sembravano spariti dopo un trasloco, "Li ho già fatti vedere a un negozio di Torino e mi hanno detto che valgono parecchio, perché sono speciali", "Speciali? In che senso?", "Mah, speciali non per la copertina, mah per ... non so ... speciali, sì insomma speciali".
Poi un uomo sui cinquanta, "Avete delle cassette?", sono anni che non me le chiedono e d'istinto rispondo di no, poi ci ripenso e mi ricordo che ho un avanzo di quelle che mia figlia aveva nel negozio di via Torti, gliele mostro "Ho queste, che genere le interessa?", "Io avevo un vinile di Keith Jarrett, Köln Concert, mi piacerebbe riaverlo", "Questa non c'è sicuro, guardi se trova qualcosa in questa scatola". Ravana un po' e trova una musicassetta, me la porta dicendomi "Questa quanto me la mette? Camaiore mi piace"; Camaiore? E chi è? Io conosco solo la località vicina a Viareggio dove tanti anni fa andavo a comprare i vinili da Happy Records, un importatore rifornitissimo; guardo la cassetta, Camaiore in realtà è Sergio Cammariere! Cerca ancora e tira fuori dalla scatola altre due musicassette, una è di Gigi D'Alessio. Le compra, ma prima di andare via, ribadisce "Mi piacerebbe riavere il disco di Jerrett, me lo ordina?". Glielo ordino in cd.
Camaiore, D'Alessio, Jarrett, boh.

Diario del 19 settembre
Giornata faticosa, ho deciso di svuotare del tutto la vetrina per esporre le meraviglie portate da Luciano La Bollita per la mostra sui Beatles. Quasi quasi speravo che non entrassero clienti, perché il casino era supremo, e invece chi va ad entrare? Ivano, "Ciao amico, lo sai cosa mi ha detto un ragazzo che lavorava alla Fnac di Genova e adesso si è trasferito in quella di Milano? Che tu sei un genio", "Grazie Ivano, tu come stai?", "Per non farmi rompere dalla mamma, faccio lo sciopero della colazione, bevo un bicchiere d'acqua, mangio due brioches e me ne torno nella mia camera. La carta d'identità non l'ho ancora rifatta, dovrei trovare qualcuno che va al mio posto, ma, se ci va qualcun'altro, non vale. Sai cos'è? Che in Italia vanno avanti quelli finti, la gente crede a quelli che raccontano palle"; però! sta a vedere che Ivano non è del tutto fuori!

Diario del 20 settembre
Sembra di essere nel 1965. La mia vetrina e quella dell'ex agenzia di viaggio vicina sono piene di dischi, memorabilia e curiosità varie dei Beatles (a proposito, dal conto dell'albergo genovese si vede che i Fab Four avevano speso molto più di telefonate che di mangiare), questo attira una folla di giovani del '65, in più ci sono le rughe, in meno, qualche volta, i capelli; non sempre, devo dire che non ho mai visto negli ultimi tempi tanti caschetti come oggi, o biondi ossigenati, o nero corvini, in serata un casco bianco degno di Lina Wertmüller, e spesso tenuti insieme dall'abilità architettonica dei parrucchieri. A sorpresa ecco anche le ragazze yéyé, per fortuna queste non del '65, ma teenagers attuali: più di una, sempre affascinata dai quattro baronetti, si è fatta fotografare davanti alla vetrina.
Ed eccoci agli abituali, non necessariamente clienti. Ivano meriterebbe una rubrica tutta sua; oggi incontra Dario ex-Fnac e gli dice "Lo sai che sono riuscito a vendere tutti i miei cd?", "Tutti?", "Sì, tutti e cinque".
Billy, quello degli strumenti a fiato, entra che sta suonando White Album, "Bello questo disco. Chi sono? Dammi il libretto che magari un pezzo con la tromba c'è", "C'è sicuro", "Non mi fido, dammi il libretto", glielo passo e, in difficoltà, biascica, "Ah, sono i Beatles".
Il monodente (uno solo, nella parte inferiore della bocca) è più che altro un occupante fisso del tavolino del bar, vicino alla nostra porta. Da quella posizione qualche tempo fa, sentendo una canzone di Federico Sirianni, sentenziò, "Questo farà carriera, ve lo dico io che sento musica da sette anni" (lui ne ha sui sessanta). Oggi si entusiasma per i dischi in vetrina dei Beatles, "Io li avevo tutti, poi li ho venduti" e rivolgendosi a Luciano (il proprietario di tutte quelle meraviglie) "Magari sono i miei, li hai mica comprati nelle bancarelle di piazza Banchi?" - non aspetta la risposta - "Avrei potuto ricomprarmeli tutti, ho vinto trecentottanta milioni al totocalcio, ma un po' li ho spesi (presumo al bar) un po' me li hanno fregati, adesso poi devo fare un'implantologia (per dare trentuno compagni al suo unico dente); che orario fate? Chiudete alla mezza?", "No, oggi rimaniamo qui fino a stasera alle sette", non capisco perché me lo chieda, visto che non entra mai; lo capisco al pomeriggio, si piazza al suo solito tavolino, bicchiere in mano, ascolta i Beatles e ogni tanto intercetta qualche mio cliente: ripensandoci, il bar Verdi nel '65 c'era già, Disco Club anche, la musica dei Beatles all'esterno pure e probabilmente anche lui, che seduto al tavolino avrà detto "Date retta a me, questi ragazzi avranno successo, ve lo dico io che sento musica da sette anni".

Diario del 21 settembre
Ultimo giorno di beatlesmania, ancora vecchietti, ancora giovani, a volte questi più informati dei primi. Un esempio? Metto su "One", suona "The Ballad of John and Yoko", quando entra il cliente speditomi qualche giorno fa dai ragazzi di Feltrinelli. Mantiene la promessa, "Ormai vengo sempre da te, mi trovi tutto", nel frattempo siamo passati alla canzone successiva "Come Together", "Ecco dovresti trovarmi l'album con la canzone precedente, era "Eloise" vero?", "No, erano i Beatles", "Questa, ma quella precedente era Eloise", "No, erano i Beatles", "Non guardarmi dall'alto in basso, se ogni tanto (???) sbaglio i titoli, tu ordinami Eloise".
Concludiamo col pensiero quotidiano di Ivano: "Mia mamma non ne ha per tanto, va con quelli della droga; ma se muore io sono contento, così me ne vado ad Alessandria".

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