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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 9 al 14 settembre
 

Diario - Dal 9 al 14 settembre Hot

Diario del 9 settembre
Primattore oggi è Billy: quello degli strumenti a fiato (vedi puntata del Mondo Visto da Disco Club del 3 agosto 2011). Quando lui entra sto facendo ascoltare l'ultimo live dei Crippled Black Phoenix a Maurizio T; la musica lo colpisce subito "Cos'è?", "Questo" e gli passo il libretto, già sapendo che si getterà alla ricerca nei crediti di qualche strumento a fiato; le note non sono molto esaustive, ma la musica gli piace veramente, "Ecco senti, in questo momento ci starebbe perfettamente un sax", ma il sax non parte, cerca la complicità di Maurizio "Non ti sembra che questo pezzo sarebbe stupendo con un assolo di sax o tromba?", ma non lo convince "No, ci sta meglio la chitarra"; faccio una veloce carrellata dell'intero album, niente strumenti a fiato "Porca miseria, sarebbe stato il mio disco dell'anno se ci fosse stato almeno un pezzetto di sax", ovviamente non lo compra, ma quando vede che Maurizio lo prende gli dice "Sentilo bene a casa e sappimi dire se almeno un inciso con uno strumento a fiato c'è, sax è meglio, ma anche tromba e persino clarinetto, flauto no". Maurizio già lo conosce, ma rimane lo stesso sorpreso "Scusa, ma se ti piace tanto perché non lo compri?", "Vedi, io, da ragazzino negli anni settanta, sono rimasto folgorato da Mark-Almond, loro usano in maniera soave gli strumenti a fiato, da allora mi sono posto una soglia d'acquisto: almeno qualche secondo di fiati in un disco ci deve essere", e così dicendo supera, triste per il mancato acquisto, un'altra soglia, quella del negozio. Rientra dopo poco, "Ho visto in vetrina due cd che potrebbero interessarmi, "Trip" dei Caronte e "Girls in Hawaii" degli Everest, me li fai ...", "Billy, cicciollo, hai invertito titolo e autore di entrambi, vattene che non ti sopporto più" e lo sospingo verso l'uscita.

 

Diario del 10 settembre
Giornata psichiatrica. Si presentano più o meno tutti. Al mattino un vecchio cliente (anche se ancora giovane) ha l'appuntamento con la psicanalista, "Ci vado ancora questa volta, ma le dico che è l'ultima, i soldi preferisco tenermeli per comprare dei dischi". Cosa che incomincia a fare di ritorno dalla dottoressa, "Mi ha detto che se non continuo le sedute, vuol dire che non voglio guarire, ma le sedute costano care e se continuo non mi rimangono soldi per la musica e anche questa mi fa bene":
saggio ragazzo. Esce lui e fa capolino dalla porta Fabio Schenker (chiamato così perché compra solo cd di Michael Schenker). Si presenta almeno una volta al mese, questa volta è in anticipo, l'ultima volta è passato dieci giorni fa, non entra nemmeno tutto, solo a tre quarti, la domanda è la solita "E' uscito niente di Schenker", ed anche la risposta è la solita, "No, niente", "Va bene, ripasso".
Il pomeriggio inizia col rompipalle storico, si avvicina strascicando i piedi e anche la domanda "Giaan è usciito nieente di Boonamaassa?", "Belin, ha fatto due dischi negli ultimi tre mesi e ne vuoi già un altro?", lui, indifferente, "Ah, graazie, ciaaao". Il passaggio da questa moviola a uno schizzato è brusco. "Ehi!", urla come al solito entrando, "Dammi un disco vecchio, ma buono e a non più di dieci euro", poi si attacca a Francesco, un vecchio cliente (in questo caso anche di una certa età), gli indica un cd dei Rolling Stones, "Di quando è questo?", "Fine anni sessanta", "Ah, voi c'eravate nel '68 eh? Feste sui prati, musica, droghe e trombavate come dei conigli. E dove siete finiti? Ricoverati in psichiatria!"; suona il telefono di Francesco e lo schizzato "Salutami M. (fa il nome di uno psichiatra), passamelo che gli parlo io. Lo conosci tu M.? - dice a Francesco, che nel frattempo ha concluso la sua telefonata – Io lo conosco, curava anche un mio amico e sai come è finito? Si è suicidato", e Francesco, "Lo conosco di nome, curava una mia amica", "E come è andata alla tua amica?", "Si è suicidata", "Hai visto che io le so le cose, anch'io sono stato in psichiatria, ma non mi sono fatto fregare da M., me ne sono andato" e se ne va anche dal negozio con "Déjà vu" di Crosby, Stills, Nash & Young.
Non facciamo in tempo a riprenderci che entra Ivano, ribadisce un concetto da lui già espresso "Dov'è l'uomo solitario? Eccolo – indicandomi – sei furbo tu, così non dividi quello che guadagni", "Tua mamma, sempre a rompere?", "Sì adesso vuole che vada a rifare la carta d'identità che ho perso, andrò da un patronato, e rompe sempre per i soldi, così per non sentirla, non compro dischi, altrimenti la senti quella", e anche lui se ne va.
La conclusione spetta all'anziano rifilatomi dai ragazzi di Feltrinelli, quello che confonde i pezzi, vuole una raccolta dei Rolling Stones, gliela faccio vedere, la scruta e "Sì, ma qui non c'è Black is Black", "Per forza era dei Los Bravos".

Diario del 11 settembre
"Non vedo l'ora di andarmene da questa città di merda", quante volte ho sentito questa frase in negozio! La destinazione è varia, chi preferisce il freddo dell'Islanda o della penisola scandinava, chi il caldo dell'oceano indiano, chi le grandi città (alle classiche Londra e Parigi, si è aggiunta negli ultimi tempi Berlino). Oggi tocca a Claudio Social Distortion, primo vincitore della classifica dei rompipalle di Disco Club negli anni duemila: alla città aggiunge il paese, trovando in questo consenziente Paolo il pompiere, ma la conclusione a cui giunge spiazza il suo interlocutore: "Vorrei andare in Turchia, là sì che vivono bene!". Paolo si ammutolisce non dandogli più corda e Claudio decide di andarsene, "Ciao Gian, io vado", "Sì, vai che è durata fin troppo", Paolo riacquista la parola, "Ma è scemo questo? Li legge i giornali?".
"Ehi!" - no, anche oggi lo psichiatrico - "Come va intellettuale democristiano postbellico?"; mi guardo intorno, ci sono solo io, quindi sarei io il democristiano: è la prima volta in vita mia che mi becco quest'aggettivo (intellettuale mi è già stato appiccicato per il tipo di musica che tengo in negozio, postbellico è l'unica cosa sicuramente giusta, essendo nato nel 1947). "Cosa mi vendi oggi di bello ed economico?", e parte a disordinarmi quasi tutte le caselle degli artisti a suon di "E chi è questo? Chi lo conosce? Boh", questa affermazione, la sua preferita, rimbomba per circa un quarto d'ora nel negozio, alla fine sceglie i Clash, "Ho già London Calling, fammi sentire questo", indica Combat Rock, "No", "No? Non me lo fai sentire?", "No", "E io come faccio a sapere se dentro questo non c'è anche London Calling, che già ho?", "Te lo dico io", "Bravo! E se poi ce lo trovo? Vi lamentate voi negozianti se non vendete e poi non fate sentire i dischi. Chi vuoi che ti prenda un disco a pugno chiuso?", questa non l'avevo mai sentita, ad ogni modo lo saluto col pugno chiuso e me ne libero.

Diario del 12 settembre
Angelo dove sei? Chi è Angelo? E' un vecchio cliente che ha una prerogativa: non ha mai comprato da me un disco cantato da un uomo, sì, solo voci femminili. Con lui, quando faccio gli ordini vado a colpo sicuro, se in un cd canta una donna lo posso ordinare tranquillamente, indipendentemente dal genere, si spazia dal country americano al folk inglese, dal pop alla new-wave, qualche puntata sul jazz morbido e si arriva anche al metal e al punk, purché non estremi. Negli ultimi tre mesi ho accumulato una certa quantità di voci femminile, ma molte sono rimaste invendute perché lui è sparito. Penso di rivolgermi a "Chi l'ha visto?", spero solo che non sia ricaduto in un altra sua abitudine giovanile (e non solo), dalla quale speravo fosse guarito (vedi sotto puntata a lui dedicata del Mondo Visto da Disco Club) e che sia proprio questo il motivo della sua assenza. Chissà, magari domani mattina, mentre metto a posto i cd appena arrivati dando le spalle alla porta, sentirò dietro di me una grande botta sul banco, mi girerò, e vedrò davanti a me quel volto bianchissimo, incorniciato da capelli strinati, che mi guarda e dice: "Allora, Gian, come va?".
Gli psichiatrici ormai sono quotidiani. Nel primo pomeriggio Ivano mi lancia il suo solito, "Ciao amico", e al mio "Come va oggi? La mamma rompe?", parte con "E' più tranquilla, mi ha rotto solo per la carta d'identità persa, non ho voglia di farmela rifare e allora lei mi ha detto che sono malfanto", "Malfanto? Cosa vuol dire?", "E' il nome di una via dove sono tutti malfattori, ma io non lo sono, ad ogni modo gliel'ho detto, se rompe quando mangio, io butto via il tè, esco, vengo in centro, mi metto in un angolo e mangio due brioches con l'acqua", "Bravo Ivano, le brioches con l'acqua sono ottime".
Alle 19:00 in punto, come al solito, chiudo e mi avvio verso la fermata dell'autobus, quando mi raggiunge un urlo, "Ehi, intellettuale comunista!". Seduto al tavolino esterno del bar Verdi, proprio sulla seggiola più vicina al mio negozio, lo psichiatrico. Mi aspettava al varco? Però mi viene un dubbio: ieri mi ha dato del democristiano, oggi del comunista, avrà mica letto la puntata di ieri del Diario?
http://www.discoclub65.it/il-mondo-visto-da-disco-club/archivio-mainmenu-44/4018-il-mondo-visto-da-disco-club-lo-strinato.html

Diario del 13 settembre
Sospensione del Diario, causa invito a matrimonio.
Dopo sette anni mi tocca mettermi il vestito completo e la camicia con maniche lunghe. La cravatta no, l'ho buttata via il 31 gennaio 1982 quando mi son licenziato dalla banca nazionale del lavoro. Recupero domani.

Diario (postumo) del 13 settembre
La mattinata, resa nervosa per il ritardo nella consegna dei pacchi da parte dei corrieri, viene risollevata dall'ingresso del ciondolone, "Posso farle una domanda, senza che si arrabbi?", non capisco perché dovrei arrabbiarmi "Dimmi", "Vorrei sapere se la cantante Marcella, lei conosce vero Marcella, Marcella Bella?", "Certo", "Vorrei sapere se è sposata", "Sì, e, tra l'altro, proprio con un ... ", non riesco a finire la frase, il ciondolone, tristissimo (si era mica fatto delle illusioni?) si allontana senza permettermi di fare una gran bella figura: sapevo anche il cognome del marito della cantante siciliana, il genovesissimo Merello!
I miei clienti più fedeli non amano tanto allontanarsi dal negozio anche quando sono in ferie e, quando questo avviene, mi danno loro notizie dal luogo di soggiorno tramite computer, telefonino o con l'antica cartolina (ne ho tutta una raccolta dai posti più disparati del mondo, speditami dai clienti nel corso di tre decenni). Oggi è partito anche U Megu, diretto verso il paese del trevigiano d'origine del padre, e già per tre volte lo squillo del telefonino mi preannuncia dei messaggi; vi ricorderete la predilezione du Megu per le donne in divisa ed ecco il tenore dell'ultimo sms "Ferroviera gnocca sulla linea Vicenza-Treviso ... aiuto!". Aiuto? Perché? Sarà mica già stato arrestato per molestie a un pubblico ufficiale? Attendo con ansia il prossimo sms.
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Diario del 14 settembre
Scendo in macchina e alle otto son già in negozio. Ieri il corriere è arrivato tardissimo e sul banco c'è un gran casotto di dischi, spero non entri subito qualche cliente in maniera di avere il tempo di mettere un po' d'ordine. Detto, fatto, non solo entra un cliente, ma quel cliente è l'Uomo Del Monte! Le liste cartacee sono state sostituite dall'iPad, ma il risultato non cambia, i nomi sono più o meno sempre gli stessi, e la conclusione rimane "ricerche, ricerche, ricerche". Lo faccio aspettare un bel po', segno l'incasso del giorno prima, conto il fondo cassa, rispondo a più telefonate, innaffio la pianta veterana (quasi ventennale) all'esterno, metto un po' d'ordine, ma lui rimane impassibile, sposta le scatole dei dischi, posiziona al loro posto la sua borsa tuttofare, tira fuori l'iPad e aspetta che io lo serva. Devo rassegnarmi, incominciamo con le ricerche. A questo punto entra un altro cliente, Gianni, fraternizzano e alla fine UDM giunge a una conclusione "Certo che siamo proprio matti, abbiamo già un sacco di dischi e siamo sempre alla ricerca di altri", "Il problema è la moglie, lei non capisce e mi chiede perché continuo a comprare cd con tutti quelli che ho in casa", raggiante UDM "Anche a te! Tu la moglie, io la mamma, la stessa frase", "Sì, ma con la mamma è più facile, in qualche maniera ti arrangi, la moglie ti controlla più da vicino ... e non sprecare soldi ... con tutto quello che spendi potremmo farci una bella vacanza ... perché non ti senti quelli che hai e così via, perciò ti tocca inventare i modi per fare entrare i nuovi acquisti senza che lei se ne accorga", UDM, sempre più contento "E' vero! Per fortuna (sua o di un'eventuale lei?) io a cinquantadue anni non ho ancora trovato una ragazza (chissà come mai), così posso fare quello che voglio, a parte qualche lamentela della mamma", Gianni conclude "Bravo, dai retta a me, non sposarti mai". In lontananza sento un boato, subito non capisco cosa sia, poi mi rendo conto che sono urla di gioia delle papabili compagne di UDM che esultano per lo scampato pericolo

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