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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 2 al 7 settembre
 

Diario - Dal 2 al 7 settembre Hot

Diario del 2 settembre
Ecco un altro regalo di Feltrinelli: un cliente, mio coetaneo, che alla ricerca di un cd di Eddie Calvert è stato gentilmente indirizzato da Disco Club. Mi applico nella ricerca e gli trovo un best di suo gradimento, ma non è finita, tocca a Caterina Valente, ci sono decine di dischi nel database, ma nessuno con la canzone che lui cerca. Finito? No, eccolo con una richiesta, "Scusi, ancora una cosa, c'è una diatriba con i miei amici, la canzone Popcorn è dei Pink Floyd, vero?". Per poco svengo e questa non gliela lascio passare, "Si sarebbero vergognati a morte di fare una cosa del genere!". Il mio sdegno non lo convince, "Eppure io sono sicuro che era dei Pink Floyd". Potrebbe beccarsi l'espulsione più rapida della storia del negozio, ma mi trattengo, anche perché viene in mio aiuto l'amico Luciano, postino in pensione, "Ma cosa dice, non è roba da Pink Floyd". Cede alla maggioranza, ma s'inventa un'altra richiesta, "Ho sentito alla radio September Morn, la cantava un cantante francese, ma non era Gilbert Becaud, aveva una voce più profonda; chi può essere di altro francese?", "Ma scusi, era in francese", "No, in inglese", "E allora perché dovrebbe essere un francese a cantarla?", questa volta (al contrario del caso Pink Floyd) gli faccio cadere una certezza, "Così ... mi sembrava ... non so", gli vengo in aiuto "La versione originale è di Neil Diamond", gliela faccio sentire, "No, non è questa". Andiamo avanti ancora una mezzora tra Peppino Di Capri, Mina, Bocelli e concludiamo con un suo intervento: quando una signora mi chiede una raccolta dei Beach Boys, lui s'intromette con "Ho qualcosa anch'io, ma hanno fatto dolo due canzoni". Finalmente se ne va, "Io andavo sempre da Feltrinelli, ma adesso ... senta possiamo darci del tu ... come ti chiami? ... dicevo, Gian, da adesso verrò sempre da voi". Ancora grazie ragazzi di Feltrinelli!

 

Diario del 3 settembre
Sono al computer alla ricerca di un vinile per Mario, quando veniamo interrotti dall'ingresso di un cliente un po' esuberante, "Hai l'edizione del 30° anniversario di Red dei King Crimson?", "Esce prossimamente", "Mi raccomando prendimela, i Crimson non sono i miei preferiti, ma bisogna riconoscere che sono quelli del giro prog che reggono meglio l'usura del tempo, lo ammetto anche se io amo Peter Hammill e i suoi Van Der Graaf". A questo punto parte con una filippica sui concerti da lui visti degli uni e degli altri, Mario lo guarda di sbieco e alla fine, stufo, lo interrompe, "Parliamo di cose serie: ordinami You Are A Danger di Gary Low". Temo un incidente del tipo Gabriele vs Panzone, il Vandergaafiano si gira a guardare perplesso Mario, ci siamo penso, e invece no, ad entrambi scappa da ridere e la tensione si allenta.
Oggi mi arriva una email di precisazione da parte di Capitan Achab. Ricorderete che la settimana scorsa ho parlato della sua vita virtuale, ho fatto un po' di (giustificato) casotto, ecco la situazione reale (si fa per dire): "Con la tedesca (Brunhilde) è finita perché è deceduta: da lei Werner ha avuto 5 figli, ora già grandi, che hanno fondato una Rock band attualmente al n°61 delle classifiche di genere (su circa 10000). La tedesca, dopo vari anni, è stata riportata in vita (progressi della scienza...), ma Werner, nel frattempo, si era già risposato con Vivian, una ceca: è da lei, che ha avuto Lennart. Werner Wagels, a.k.a. Ramsenes, è attualmente al n°20 (su 5000) delle classifiche di elettronica. Ti allego la recensione del suo 10° album, Ramsenes X". Se a qualcuno interessa questa recensione, posso fargliela avere.

Diario del 4 settembre
Disco Club come un museo (o un vecchio reperto storico?). Mamma con figlia sui dieci anni, "Buongiorno, scusi possiamo fare un giro nel negozio?", "Prego, fate pure", "Sa, mia figlia non ha mai visto un negozio solo di dischi, siamo passati davanti alla sua vetrina nell'intervallo ed è voluta tornare per entrare", "Da dove venite?", "Da Treviso, là hanno chiuso tutti". Fanno un giro e la bambinetta rimane incuriosita quando vede i vecchi vinili, la mamma mi chiede il permesso di tirarne fuori uno e glielo fa vedere, lei rimane a bocca aperta "Non li avevo mai visti, certo non ci stanno nel mio lettore", "Tu che cosa ascolti? Non dirmi anche tu Moreno, eh?", "Moreno? Ah quello di Amici? No, io guardo pochissimo la televisione". Che meraviglia di bambina! Peccato che non stia a Genova, col tempo avrebbe potuto diventare una fedele cliente del negozio e passare da Madonna (sua preferita attuale) a, chessò, PJ Harvey.
Oggi tengono banco i fans dei Buio Pesto. Mi tempestano di telefonate per sapere se ci sono ancora biglietti, uno mi chiede "Scusi, ma dove siete?", "In via San Vincenzo", "Ma dove?", "All'inizio", "Da che parte?", "L'inizio è solo da una parte, dall'altra è la fine", "Ah, da Brignole?", "Esatto"; poso, passano dieci secondi ed entra un uomo "Eccomi, ero io al telefono, ero proprio qui davanti". Verso sera, altro giovane, "Due biglietti per i Buio Pesto", "Ventidue euro", tira fuori la carta di credito, lo blocco "No, solo contanti", "Ah, allora me ne dia uno solo" e mi porge la carta di credito.

Diario del 5 settembre
Ultima mattina di prevendite per il concerto dei Buio Pesto. Telefonata: "Avete voi i biglietti per stasera?", "Sì, fino alle 11:00", "Del mattino?", "?!?!?". Alle 9:40 entra una signora, "Un biglietto", "Ecco, undici euro", paga e, andandosene, saluta "Buona sera". Probabilmente questi fans vivono a tempo pieno la loro condizione di seguaci dei Buio Pesto e non distinguono più il giorno dalla notte.
Telefonata pomeridiana: "Scusi, avete il cd dei Gemelli Diversi con la canzone ...", lo interrompo "Non ho niente dei Gemelli Diversi", "Lo immaginavo, sto girando come la m. (non sono io, ma è lui che si è autocensurato) nei tubi, ma non si trova, è diventato una rarità".
Ore 18:42, tra due ore e diciotto minuti incomincia il concerto dei Buio Pesto; un'altra telefonata: "Chiamo dalla riviera, dove posso trovare i biglietti per il concerto di stasera?", "Alla Sciorba", "Ma come? Sul sito c'è scritto che li avete voi?", "Avevamo; prevendita, lo dice la parola stessa, vuol dire comprare i biglietti prima dell'inizio del concerto; tra l'altro lei abita in riviera, io chiudo tra diciotto minuti, come potrebbe arrivare in tempo?", lei, disperata, "E dove li prendo?", è proprio di coccio, ribadisco "Alla Sciorba" e poso velocemente il telefono perché sento che lei è ripartita con "Ma sul...".

Diario del 6 settembre
Dopo una mattinata convulsa incominciata alle 7:50 con un cartello di divieto di sosta per lavori piazzato (il giorno prima) sul cofano della mia macchina con corsa a casa recupero della chiave, spostamento dell'auto, persi due autobus, corsa a piedi fino alla banca (due chilometri e mezzo), altra corsa in negozio (cinquecento metri), tirata su la serranda alle 8:45, una ventina di telefonate (molte lasciate squillare a lungo senza risposta), un pacco dal grossista, uno da un importatore, due dall'Olanda (con l'incredibile, anche per il prezzo, cofanetto dei Clash), vari clienti e Il Cliente (nel senso del migliore attualmente), che mi fa perdere (ma, in questo caso, senza rimpianti) altri due autobus, alle 13:35 ritorno a casa, giro intorno al tavolo, computer acceso per avvisare i clienti dell'arrivo dei cd ordinati, spento e corsa per non perdere anche l'autobus del pomeriggio, alle 14,45 sono sotto i portici in vista del negozio, incrocio una ragazza, sembra normale (quindi non una mia potenziale cliente), ma quando siamo vicini si ferma e mi apostrofa, "Perché il mondo gira sempre nella maniera sbagliata?".

Diario del 7 settembre
Da più di un anno stazionano sul muretto dei posteggi del nostro palazzo due strani personaggi; lui a dire il vero è una presenza abituale da parecchi anni, cliente assiduo del Baretto, consuma qualche litro di vino quotidianamente (e il colorito del viso ne è testimone), parla tutto il giorno con chi passa e, se non passa nessuno, con se stesso dandosi botta e risposta, ogni tanto ci allieta con qualche canzone dei suoi tempi (era giovane negli anni cinquanta) e con delle massime di vita, che alla fin fine hanno sempre come capro espiatorio le donne. Questo fino a qualche mese fa. Ora ha conosciuto l'azera. Di vista si conoscono già da un po', ma il dialogo era reso difficile dal fatto che ognuno di loro parlava solo la lingua madre; l'azera, poi, più che parlare urla; ogni tanto, nei momenti di crisi, il suo "Eeeeehhhhh" prolungato si sente fino dalla stazione Brignole e inquieta la gente, ancora di più quando individuano l'autrice di questo urlo: una magra donna, ancora abbastanza giovane, vestita completamente di nero, col viso parzialmente coperto alla maniera araba e con abiti un po' troppo pesanti per la stagione. L'inverno scorso, passando davanti al muretto, li vedo seduti vicini, lei urla come una forsennata, lui ridacchia e quando mi vede, mi indica la compagna e si picchia l'indice sulla tempia, sussurrando "E' matta". Negli ultimi tempi qualcosa è cambiato, ogni tanto li vedo impegnati in dialoghi serrati e prolungati, l'azera, pur con i suoi scarsi contatti col mondo che la circonda, ha imparato qualche parola, poche, ma sufficienti per dialogare col nostro ometto, che si ringalluzzisce e oggi finalmente dichiara il suo amore "Vieni qui cara", "Eeehhh", "Ti voglio bene", "Eeeehhhh", "Sì, sì" e prova ad allungare le mani, "Eeeeehhhh". Mi sa che siamo vini a un lieto fine: due cuori e un ... muretto.

Diario del 7 settembre (seconda parte)
Primo ad arrivare è, more solito, Quasimodo, anzi lui è già davanti alla vetrina quando tiro su la serranda; vede un vinile intitolato "A sangue freddo" e cosa mi chiede? "E' il nuovo di Lou Reed vero?", non ho bisogno di rispondere, gli lancio uno sguardo gelido che come al solito lo manda in confusione, "Sscusi, mimi sesembrava Rreed" e si va a piazzare sull'angolo del palazzo, sua postazione preferita per controllare sia il reparto nuovo, sia l'usato, e lì rimane per due ore ad aspettare l'apertura del backstage, fumandosi una dopo l'altra il primo pacchetto da dieci sigarette della giornata (tranquilli, nel marsupio ne ha almeno altri sei).
Immancabile al sabato mattina è l'Uomo Del Monte: oggi si presenta col suo amico e collega taxista Carlo. Hanno ordinato lo stesso cd, l'ultimo di Steve Howe; do a UDM la sua copia, poi consegno l'altra a Carlo; UDM allunga il collo e incomincia a scrutare il disco del collega, "Cosa c'è?" - gli chiede questo - "E' lo stesso disco tuo", UDM non ha il coraggio di dire che cosa lo cruccia e allora intervengo io "Vuole vedere se la tua copia è migliore della sua, magari la plastica esterna della sua ha qualche segno", "Noo" si schernisce quello, ma quando Carlo gli dice "Guarda, guarda, a me non frega niente della plastica", quello prende i due cd e li confronta meticolosamente, scegliendo alla fine quello di Carlo: l'erba del vicino è sempre più verde.
Concludiamo la giornata con un nuovo cliente, non ancora molto esperto del negozio, mi chiede dove sono i cd dei Depeche Mode, "Hanno la casella in ordine alfabetico, lì dove sei tu"; si affanna nella ricerca come se fosse una caccia al tesoro, vorrei dirgli acqua, fuoco, ma aspetto che si arrangi da solo e, dopo un po' di tentativi inutili, innervosito, si rivolge di nuovo a me "O la casella non c'è, o io sono rinco", "La seconda", rimane perplesso per la mia risposta e forse vuole rispondermi, ma poi si accorge che ha la mano appoggiata sulla casella dei Depeche Mode e conclude con "Sono proprio rinco".

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