Stampa
PDF
 
Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 25 al 29 giugno
 

Diario - Dal 25 al 29 giugno Hot

Diario del 25 giugno
Da quando Orlandini ha chiuso il negozio nel sottopasso ho ereditato come cliente abituale una signora, maniaca delle pubblicità; mi ordina sempre le compilation Top Of The Spot e mi costringe a ricerche per scoprire di chi sono le canzoni usate. Oggi entra e mi chiede, "Vorrei la canzone dello spot Vestiti Breil, ha presente? C'è una modella bellissima, e una voce di donna che canta...", mi accenna con fare sognante un motivo assolutamente incomprensibile, potrebbe essere My Way come Vecchio scarpone, lo interrompe di colpo "Scusi, mio marito è andato in banca e mi aspetta, devo raggiungerlo subito, non sa che sono venuta qui", e fugge: per una volta è la moglie che deve nascondere al coniuge gli acquisti discografici. Continuo la ricerca e vedo che gli orologi non c'entrano niente, la pubblicità parla di gioielli, Vèstiti Stroili, e la cantante è Rebecca Ferguson.
Alcune chicche odierne: ragazzo quarantenne, "Ha il disco tributo a Pic Domus? S'intitola Till the Night is Gone", "Non è che sia Doc Pomus?", "Perché, io cosa ho detto?"; coppia di mezza età, guardano la vetrina, poi entrano, "Abbiamo visto che c'è una raccolta di Burt Bacharach", "Sì, un cofanetto con sei cd oppure un disco doppio", glieli mostro, il marito li guarda e "Ma scusi sono tutte cantate da lui o da altri?", "Bacharach non canta", "Ah, quindi da altri?", conclude deluso e se ne va; giovane universitaria incaricata di portare le locandine del Teatro della Gioventù, "Posso attaccare questo volantino del teatro?", "Fai pure, cosa c'è?", "La strana coppia", l'attacca e alla fine mi chiede, "Questo negozio è Orlandini, vero?", "STACCA SUBITO QUELLA LOCANDINA!!!"; telefono, "Discoocluuub", "Buongiorno sono libero", "Libero? In che senso?", "Sì, quello che ha ordinato il cd di Doro Pesch", "Ooops...".
Concludiamo con una serie di richieste di biglietti. Signora, sicura, "Avete ancora biglietti di Jovanotti a Padova?", "Mai avuti". Ragazzo, "Siete voi, vero, che avete i biglietti per i New Trolls?", "Sì", "Ma dove siete?", glielo spiego e al pomeriggio arriva, si giustifica, "Andavo sempre da Gianni Tassio, non sapevo che esistesse questo negozio", mollo un poderoso pugno sul banco che lo fa sobbalzare, "E' dal 1965 che siamo qui!" gli urlo, subito si spaventa, poi vede che scherzavo, "Sa io abito lontano", "Dove?", "A Sampierdarena", "Ma va..."; grande finale, signore di mezza età, "Dove posso trovare i biglietti per il concerto di Katie Melua a Saarbrücken?".....

 

Diario del 26 giugno
Due ritorni, il primo di persona, è "scusi se la disturbo", ed esordisce appunto con la sua frase preferita, seguita da "Avevo visto in vetrina un cd con in copertina una grossa chitarra, ma adesso non c'è più", "Sinceramente non me lo ricordo, ma quando lo ha visto" (è uno dei pochi a cui do del lei, inevitabile visto il suo formalismo), "Prima di Natale", "Scusi (mi formalizzo anch'io), ma sono passati sei mesi", "E' vero, ma pensavo che lei ne avesse almeno cinque o sei copie"; mi sfugge il motivo per cui avrei dovuto avere tante copie di quel disco con la chitarrona in copertina, di cui ho probabilmente reso l'unica copia rimasta invenduta, ma non glielo dico e glisso, lui allora riparte, "Scusi se la disturbo, non so se può aiutarmi, ma mi sa dire dove posso trovare un insegnante di pianoforte di musica classica?", "Si figuri, nessun disturbo...ma non lo so".
Ecco il secondo, al telefono, uno dei tanti nuovi clienti del basso Piemonte (mi sa che in provincia di Alessandria non ci sono più negozi di dischi), "Ciao Gian, sono Gregorio, senti, sto cercando una canzone che mi piace tantissimo, la canta una certa...aspetta che ti faccio lo spelling, i poi emme, a, enne, i quello greco", "Imany", "Ecco, bravo, ce l'hai?", "No", "E' una cantante nera, di colore", "Perché esistono anche i neri bianchi o i bianchi di colore?", "Ma vai scemo, me lo procuri prima del 5 luglio? Perché il giorno dopo sono a Londra, Hyde Park, a vedere i Rolling", "Stai attento che c'è pieno di neri di colore", "Tranquillo, ne prendo uno come bodyguard".
Concludiamo con un qui pro quo. Ad Andrea abbiamo appioppato il soprannome Garfagnana per la regione di provenienza, dove vive spesso, "Come va Andrea? Si è sentito il terremoto là?", "Accidenti tremava tutto, pensa mia mamma è scappata", "Ah, paura allora", "Speriamo che non torni più", io, allibito, "Ma chi? Tua mamma?", "No...no....il terremoto".

Diario del 27 giugno
Un vecchio lupo di mare, almeno questo è l'aspetto, asciutto, con le braccia tatuate, ma la richiesta musicale è di tutt'altro genere, non "A Salty Dog", ma mi fa vedere un foglietto tutto stropicciato "Vorrei questo cd", leggo "Sisis Pacher", "Chi è?", "Una cantante country", "Veramente io non la conosco", "Strano è la migliore"; cerco su internet, nessun risultato, "Ma dove l'ha sentita?", "Alla televisione", "Quale?", "Come quale? La televisione italiana", ci riprovo, "Quale canale?", "Canale?", oh segnù, "Programma?", "Eh, Iris TV" (come se fosse la cosa più ovvia); provo ancora una ricerca, ma niente da fare, questa fantomatica Sisis è introvabile, "Va be' è lo stesso mi dia un altro disco di country", mi guardo in giro e trovo un Dolly Parton da cinque euro, "Tenga questa, è un po' più famosa della Pacher"; è dubbioso, ma, (forse visto il prezzo) lo compra, tenendosi però l'ultima parola, "Quelli di via Ceccardi mi hanno fatto girare come una trottola, sballottandomi da un piano all'altro, e alla fine mi hanno mandato qui e nessuno di voi che conosca questo fenomeno!".
Telefonata: "Discoocluuub", donna "Parla la Carige?", "No", sorpresa "Non parla la Carige?". "Ho risposto Disco Club (a dire il vero Discoocluuub)", dubbiosa "Mah".

Diario del 28 giugno
Ogni tanto qualcuno scambia Disco Club per un negozio di antiquariato o, quantomeno, di modernariato. Mi hanno chiesto 78 gg, stereo 8, riduttori per 45gg, puntine per grammofoni, i più recenti (ma ormai sorpassati) walkman a cassetta. Oggi un signore mi chiede, "Ha i mangiadischi?", "Quelli portatili da feste sui prati?", "Sì, proprio quelli", "Belin, non ne vedo da quasi 40 anni", "Strano, un mio amico ha detto che se ne trovano ancora".
Una ragazza sudamericana invece mi chiede, "Mi serve un oggetto che non credo abbiate", "Cos'è?", "Si chiama ortofon", "Ortofon? Ma ti serve una testina per il giradischi?", "No, no, è questa cosa", di hi-fi non sa niente, ma di telefonini tutto, smanetta e in un attimo mi fa vedere sul display una foto, "Eccolo è questo", infatti è una testina con su scritto in bella evidenza il nome della marca: Ortofon.
Quando rientro al pomeriggio, trovo ad aspettarmi fuori il professore di matematica, quello che mangia una volta al giorno (alle quattro del mattino), discute abbastanza vivacemente con un nuovo cliente, l'argomento è questo: i drogati sono redimibili o no? Per il prof no, per l'altro sembra che basti una parola giusta nel momento giusto per compiere il miracolo. La discussione si fa accesa ed io mi sbrigo ad aprire, seguito all'interno dai due; mentre il prof guarda le novità in cd, con l'ansia di trovare qualcosa, che finalmente lo avvicini alla tanto sospirata quota 10.000 (solo cd, poi ci sono i vinili, le cassette, i video, i libri.etc. etc), l'altro mi raggiunge dalla parte opposta del negozio, mentre accendo le luci, " Scusi, vorrei Back to Black di Amy Winehouse" (richiesta casuale?), "Non ce l'ho", "Ma è possibile che non si trovi? Non ce l'ha nessuno in tutta Genova" (con "nessuno" probabilmente intende Feltrinelli, perché non capisco quali altri negozi di dischi sia riuscito a trovare a Genova), per giustificarmi gli dico, "Ho poco di quel genere", e lui, scandalizzato, "Amy non ha un genere, è unica", "Allora mettiamola così, quello unico è un genere che non ho", la prende bene. Ride, mi da una pacca sulla spalla e mi ordina due copie di Back to Black.
Il negozio si riempie e, mentre sto servendo un cliente, vedo una signora che entra, si ferma un po' vicino alla cassa, fa un mezzo giro, mi ripassa davanti interdetta, si guarda ancora dietro alla ricerca di qualcosa di diverso di quelle cose di plastica esposte e se ne va. "Scommetti che pensava di essere entrata nell'agenzia di viaggi?", dico al cliente, esco anch'io e infatti la vedo che guarda gli annunci pubblicitari nella vetrina vicina, relativi al Natale 2010 (è da quell'epoca che l'agenzia ha, purtroppo, chiuso), si accorge che c'è un'altra porta (oltre alla mia) e va a cercare gli orari di apertura sull'ingresso, non li trova. Rientro in negozio e dopo un attimo eccola davanti a me, "Ma scusi, a che ora apre l'agenzia?", "L'ultima volta venerdì 3 dicembre 2010".

Diario del 29 giugno
Ultimo giorno lavorativo del mese, ultimo del trimestre, ultimo del semestre, ultimo di una leggenda, ultimo di una storia. La leggenda è quella di Orlandini Dischi, nato come singolo negozio subito dopo la seconda guerra mondiale in via Garibaldi e poi, nel corso degli anni diventato una vera e propria catena locale, che nel suo massimo fulgore poteva contare su cinque punti vendita: la sede in via Fieschi, quelli nei due sottopassaggi (piazza De Ferrari e Cadorna), quello nei vicoli (piazza Soziglia) e uno (per breve tempo) anche vicino a me nel Central Station di via San Vincenzo. Poi la crisi, l'apertura di altri centri commerciali, la concorrenza, ha provocato il fallimento della vecchia ditta con chiusura nel 1998 di una parte dei negozi. La storia è quella di quattro ex dipendenti di Orlandini, che si sono presi l'onore e l'onere di portare avanti un nome tanto prestigioso nel campo discografico, riuscendovi per quindici anni. La loro storia è simile alla mia: i due fratelli Luigi e Pietro sono dipendenti di Orlandini fin dagli anni '60, nel '73 entra lì anche la giovanissima Rosanna, sposa Luigi e quando nel 1979 rimane in cinta, la sostituisce Luciana, poi sposa di Pietro. Mia moglie, Franca, viene assunta da Disco Club nel 1972, io divento aiutante "indipendente" l'anno dopo, nel 1976 ci sposiamo e, dopo pochi mesi lasciamo il negozio, anche noi nel 1979 diventiamo genitori (di due gemelle) e il primo gennaio 1984 rientriamo a Disco Club come proprietari. La doppia coppia di Orlandini il passaggio da dipendenti a proprietari lo fa al momento del fallimento della vecchia ditta, rilevando due punti vendita: in quello del sottopasso Cadorna si insediano Luigi e Rosanna, in quello di piazza Soziglia, Pietro e Luciana.
Da quel giorno spesso passavo a trovarli nel negozio di Cadorna e tra noi non c'è mai stata rivalità: io mandavo da loro i clienti di musica classica, quelli della cosiddetta musica commerciale, quelli di liscio e di musica dialettale, e loro contraccambiavano con i rockettari e gli alternativi. Ora purtroppo anche loro abbandonano il campo, lasciandomi solo e ormai incontrastabilmente il più vecchio: lo ero già io per la mia età e adesso lo è anche il negozio.
Quando un negoziante alla sera tira giù la serranda non pensa mai che quella potrebbe essere l'ultima volta, ma, purtroppo, un'ultima volta prima o poi viene e quella sera, non si chiude dentro come le precedenti la merce, la cassa, i mobili, ma tanti anni di vita, i ricordi, le speranze, le delusioni, i volti di clienti o rappresentanti che o non ci sono più, o da quella sera non si vedranno più e con la serranda sicuramente scendono sul suo viso anche le lacrime.

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Giudizio complessivo*
Commenti
    Per favore inserisci il codice di sicurezza.
 
 
Powered by JReviews

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Login