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Il Diario di Disco Club Il Diario di Disco Club Diario - Dal 10 al 15 giugno
 

Diario - Dal 10 al 15 giugno Hot

Diario del 10 giugno
La musica salva la vita, giusta definizione data da Ago, quando gli ho raccontato l'avventura accaduta molti anni fa al cliente appena uscito prima del suo arrivo.
Ci racconta questi, Roberto, che negli anni '70 mentre stava entrando a scuola, il Giorgi, è scoppiata una vera e propria guerra tra due diversi gruppi extraparlamentari di sinistra; uno dei belligeranti, appartenente al gruppo Stella Rossa, spara contro gli avversari, ma colpisce il malcapitato Roberto, che proprio in quel momento stava transitando. La pallottola sarebbe indirizzata (anche se casualmente) al cuore, ma subisce una deviazione che ne attutisce la forza e la fa conficcare sotto la parte sinistra dello sterno, con grande perdita di sangue, ma nessun danno grave. "Pensa, ce l'ho ancora qui – e mi mostra il punto dove da quarantanni giace il proiettile - pochi centimetri e non sarei qui a raccontartelo", "Meno male – il mio io cinico esce fuori – oggi avrei incassato duecento euro in meno. Ma dimmi, cos'è che ha deviato la pallottola?", "Guarda, io andavo sempre a scuola con i vinili che compravo da te, quel giorno avevo sotto il braccio il lp di Emerson, Lake e Palmer, Pictures at an Exhibition, il proiettile lo ha bucato, ma ha perso forza ed è stato deviato di quel tanto che mi ha salvato la vita". Appunto, la musica salva la vita.

 

Diario del 11 giugno
La crisi la fa da padrona anche nel campo discografico. Non passa giorno senza che qualcuno o telefoni o passi per chiedere, "Comprate dischi usati?". Oggi addirittura una coppia si è presentata in negozio con un sacchetto di plastica e mi ha chiesto, "Vi interessano mica dei portacassette da sei?". Tempi duri e ci guadagna chi cerca vinili, che disperava ormai di trovare e che invece ritrova a sorpresa nel reparto usato: oggi ad esempio, tra gli altri, dischi dei Dead Kennedys e dei Residents. Svariati sono i tipi dei venditori; ci sono quelli che pensano di avere un valore per le mani, ad esempio, "Guardi ho questo vinile dei Beatles, ho visto che vale un sacco di soldi", e quando Fabio, il ragazzo dell'usato, gli dice, "Sì, ma quello originale dell'epoca, non questo che è una ristampa di trentanni dopo", lo guardano come a dire "Sei il solito furbo, ma io mica ci casco, fossi scemo a lasciartelo per pochi euro". Altre volte ecco le mogli, o ex mogli, che dopo aver eliminato il marito o fisicamente o cacciandolo con un calcio nel culo fuori casa, arrivano con la raccolta dei dischi (spesso portati in casa di nascosto alla moglie cerbero) e dicono, "Guardi un po' se valgono qualcosa", e di fronte a una valutazione inferiore alle aspettative si vede nettamente che pensano, "Quello scemo ha raccolto per tanti anni delle cose che non valgono un tubo, il solito fallito". Una di queste si era presentata da me qualche anno fa e aveva anche dei dischi belli, ma c'era un piccolo problema: in un sacchetto c'era il vinile nudo e in un altro le copertine. Vi lascio immaginare in che condizioni erano i dischi: da buttare. Cosa che le ho consigliato di fare e a cui lei mi ha delegato. I vinili li ho buttati, alcune copertine le ho tenute e da anni campeggiano sopra la cassa; prima fra tutte ad attirare l'attenzione è quella di Catherine Spaak, e quasi ogni giorno c'è un cliente che ripete l'ormai celebre frase, "Che bella donna che era!".

Diario del 12 giugno
Oggi un cliente vuole sentire un cd sigillato e per di più cartonato, per non aprirlo cerco su youtube il disco e glielo faccio sentire sulle casse dell'impianto. "Perché non colleghi il computer a un monitor più grande? Potresti far vedere tutto il giorno un sacco di video", mi dice lui, "Già fatto qualcosa di simile a metà anni ottanta, ovviamente il televisore era collegato non alla rete, ma a un videoregistratore (ve lo ricordate? Ormai fa parte del modernariato), ma l'esperimento è durato pochi giorni", "Come mai?", "Te lo spiego".
Da subito c'era gente che stava delle ore a guardare i video, la sera incriminata stavamo facendo vedere Pink Floyd a Pompei, quando, verso le 19 entra un ragazzo leggermente fatto, vede sullo schermo le immagini dei Pink e sente la musica liquida che subito lo ipnotizza, incomincia allora un gioco a cui in quei tempi avevo assistito spesso: il gioco dell'elastico. Avete presente i clown quando con delle scarpe giganti vanno giù fino quasi a toccare il suolo, prima di risollevarsi, come sollevati da un elastico? Bene ai tossici non servivano le scarpe fuori misura, questo gioco riusciva naturalmente. Così succede quella sera, il ragazzo va giù, giù, giù, e quando sembra che la forza di gravità abbia la meglio ecco l'elastico che lo tira su; passano i minuti, io e Stefano non sappiamo cosa fare, manca poco alla chiusura e il treno (all'epoca abitavo in riviera) ci aspetta alle 19,40; abbiamo paura che, spegnendo bruscamente la tv, il ragazzo, perdendo l'appiglio della musica, ci crolli sul pavimento, eccolo di nuovo giù, giù, giù, giù, "Questa volta va" dice Ste, e invece no, ancora una volta l'elastico lo raddrizza. Il miracolo avviene alle 19,31, il video finisce sfumando dolcemente, il ragazzo esce dalla sua trance psichedelica, si gira ed esce. "Dai Ste, tira giù la serranda che non lo perdiamo nemmeno oggi il treno". Il giorno dopo televisore e videoregistratore spariti.
A dire il vero l'elastico non sempre funziona. Sempre in quegli anni movimentati, una sera, un giovane si piazza davanti al negozio con le spalle appoggiate alla vetrina e incomincia ad avvicinarsi pericolosamente al suolo nei suoi piegamenti in avanti; a un certo punto, dall'interno, sentiamo un tonfo sordo, esco e lo vedo spiccicato a faccia in avanti sul pavimento, rientro e "Ste, chiama un'ambulanza, mi sa che oggi ne perdiamo più di uno treno". Arrivano i soccorsi, iniezione, pronta ripresa, firma per non essere ricoverato e come unico suo ricordo l'impronta della fronte e del naso sulla gomma dei portici.
p.s. Anche quella sera non abbiamo perso il treno.

Diario del 13 giugno
"Scusi mi sa dire dov'è la Teti?", inizia bene la giornata con questa domanda da parte di un vecchietto. Per i più giovani, la Te.Ti. era la compagna telefonica che gestiva il servizio in Liguria e altre regioni fino al 1964, quando venne assorbita dalla Sip, poi, nel 1994, diventata Telecom: lo faccio presente al vecchietto, "La Sip era nel grattacielo qui di fianco, ma non c'è più da ventanni", "Eh sì, ma io l'ultima volta sono venuto qui quarantanni fa". Non gli chiedo cosa deve fare alla Teti, perché temo che voglia restituire un telefono, sicuramente uno di quelli neri da muro a rotella.
Ed ecco una luce intensa illumina il negozio, no, non è il sole che si è fatto strada tra le arcate dei portici, è l'uomo arancione, Marino; mi chiede altre ricerche, questa volta un po' pesanti, "Non hai niente di Claudio Villa? Non riesci proprio a trovarmi Tra ûn gotto e l'atro dei Trilli?". Lui almeno non è un giovincello, invece subito dopo sono due ragazzi sotto i quaranta che mi chiedono: il primo, "Vorrei un cd di Papetti", "Eh, non ne ho di Papetti" (mi raccomando, mentre lo leggete cercate di fare l'accento indigeno, da tipica accoglienza genovese), a lui sale dal cuore un sospirato "Peccato"; non faccio in tempo a pensare che sia un tantino all'antica, quando il secondo lo eguaglia con "Ha un disco di James Last?".
Concludiamo con i giovani, anzi giovanissimi, sotto i dieci anni. Cosa può chiedermi un bambinetto in questo periodo? Avete già risposto tutti, sì, sempre lui, l'incubo Moreno. Quasi in chiusura sento una mamma che discute col figlio, "O l'una cosa, o l'altra, scegli tu", "Voglio il cd", il babanetto si affaccia sulla porta e io prontamente gli dico, prima ancora che lo chieda, "Moreno non ce l'ho", ma lui non mi sente, perché nel frattempo la madre gli dice, "Allora niente piercing", riesce "Ma i soldi per il disco ce l'ho io". Rientrano tutti e due e la domanda arriva, "Voglio il cd di Moreno", "Non ce l'ho", lui è perplesso, la mamma, "Non ce l'ha, perché l'ha finito o perché non lo tiene?", "La seconda", "E fa bene! - e rivolta al bambino – Vieni, andiamo a farti fare il piercing". Forse sarebbe stato meglio se gli avessi venduto il disco di Moreno.

Diario del 14 giugno
Il primo cliente mi chiede un disco, che non rientra tra quelli che normalmente tengo, alla mia risposta negativa lui parte con, "Come siamo conciati a Genova! Cosa bisogna fare per trovare un cd?", "Scusi eh, ma non è certo colpa dei negozianti se sono stati costretti a chiudere, magari è di quelli che non hanno più comprato cd nei piccoli negozi", "Non lo dica a me, io non ho mai scaricato e non mi piacciono le catene". Devo credergli? Boh, è certo che è la prima volta che lo vedo in negozio e, tra l'altro, dimostra di non conoscere l'ambiente Disco Club, perché, quando esce, mi saluta dandomi del lei (l'unico), "Tenga duro almeno lei".
Da qualche mese è assidua in negozio una coppia di giovanissimi, Etienne e la sua ragazzina; vengono sempre insieme, fanno un bel contrasto, lui chiaro, lei di colore, sono dolcissimi e, prima di ordinare un disco, parlottano a bassa voce per mettersi d'accordo, qualche volta viene lei a ritirarlo, per regalarlo al suo ragazzino; l'ultima volta li ho visti a fine maggio. Oggi sto lavorando al computer, quando Etienne entra, mi fa cercare un cd di Marilyn Manson sul database olandese, glielo trovo, lo ordino e finalmente alzo gli occhi....no! Non ci posso credere. La ragazza che è con Etienne è chiara, sarà un'amica? Sarà, ma vanno via abbracciati. Facebook viene in aiuto, cerco Etienne ed ecco: ...fidanzato dall'otto giugno con.....sì, proprio lei, la ragazzina di oggi.
Pochi giorni fa ho venduto un disco di jazz a un vecchio cliente, oggi entra e "Gian, questo cd non funziona, parte, fa qualche rumore, ma poi si blocca; l'ho provato anche sul computer. Guarda un po' tu", me lo passa, lo tiro fuori e guardo se ha qualche segno; non ne ha, ma..."Con che cosa l'hai provato?", "Eh, be', col mio lettore cd", "E' questo il problema: è un dvd".
Conclusione in allegria con Morgana Joy. Chi è? La piccolina dell'amico Roberto, cliente degli anni ottanta e poi collega, avendo aperto un negozio di dischi (purtroppo oggi chiuso) nello spezzino. Il negozio si chiamava Transmission, in onore dei Joy Division, e la bambina secondo voi da chi ha preso la seconda parte del nome? Morgana Joy vuole andare in bagno, Roby l'accompagna e quando è dentro le dice "Fai solo la pipì, la popò la fai a casa", lei si guarda intorno, vede sulla parete di fianco la foto di Zappa seduto sul cesso e "Ma il signore la fa" e tranquillamente la fa anche lei.

Diario del 15 giugno
Non vedevate l'ora, è tutta la settimana che non sento altro: finalmente è quasi estate, sabato tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare. Non avevate tenuto conto della danza della pioggia dei negozianti del centro. Cos'è? Ogni venerdì sera, nel periodo estivo, io e i miei colleghi del centro insceniamo, ognuno a casa propria, una danza propiziatrice del mal tempo per il sabato. Intendiamoci, non è una vera e propria danza della pioggia tipo pellerossa, perché, se si esagera e piove troppo, i clienti deviano verso la Fiumara o l'ipercoop, anche una pioggerellina estiva può andare bene per i negozi sotto i portici di via XX, ma non per noi, insomma ci vuole la giusta misura. E la giusta misura oggi l'abbiamo trovata: giornata perfetta di maccaja, senza sole sin dal mattino e per tutto il giorno e di conseguenza una fiumana di gente in centro, via Sanvi compresa. Adesso ci toccherà ripeterla per i prossimi tre mesi.
Certo un pochettino l'ho pagata anch'io, all'alba mi son trovato, in quasi contemporanea, in negozio Quasimodo (che, per l'ennesima volta negli ultimi due giorni, entra per chiedermi se mi è riarrivato il nuovo cd dei Black Sabbath), l'Uomo del Monte (con la sua consueta lista di parenti dei suoi artisti preferiti, ormai è arrivato ai nipoti, cugini, fratellastri dei componenti dei Genesis, degli Yes, etc) e il filobrasiliano di Acqui; anche quest'ultimo ha una lunga lista di richieste di musica esclusivamente brasiliana, il problema è che non capisce mai bene i nomi degli artisti che sente a Radio Montecarlo, li storpia e non parliamo poi dei titoli, confonde regolarmente il nome della canzone con quello dell'album, rendendo impossibili le ricerche; risultato? Dopo mezzora, cd ordinati: zero.
Molta più soddisfazione al pomeriggio. E, clamoroso al Disco Club, da giovanissimi. Il primo (circa quindici anni), mentre faccio sentire l'ultimo disco di Bobby Soul, mi dice, "Ma questo non è un pezzo suo, è Freedom di Richie Havens". Il secondo (diciamo sedici anni), "Mi puoi ordinare per fine mese per il mio compleanno il vinile di Frank Zappa, Hot Rats?"

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