La “chitarra armoniosa” del rimpianto Consorzio partorisce un cd con dolore. Dolente la voce di Lalli, che intona un cantico della sconfitta, irosa e Malanima (nomen omen) la voce di Nada che scandisce gli episodi più fedeli alla linea CSI.
Il dolore (ferite mai rimarginate, rabbia solitaria, legami tesi e spezzati) traspare dai (troppo) criptici testi e permea i momenti più convincenti del disco, ma la volontà di dare sollievo alla cupezza produce brani fragili, con Fiamma indecisa tra Mara Redeghieri e Björk, o sconcertanti, con Marina Parente che rende irritante un’ode all’Undici Settembre già superflua di suo. La leggerezza Üstmamò non è deprecabile, ma proprio non si combina con la severità del materiale di estrazione “pesante”: l’uso intelligente del lettore CD può rimediare alla cattiva alchimia. (Luciano Senes)