La solida attività di produttore, turnista e di direttore musicale in molti programmi televisivi (Zelig su tutti), oltre al cognome quanto mai gravoso, hanno finito per oscurare il fatto che Paolo Jannacci è innanzitutto un pianista jazz, originale e policromo come pochi altri sulla scena italiana. A cinque anni dall'ultimo disco, ritorna con il medesimo trio (Stefano Bagnoli, batteria, Marco Ricci, contrabbasso), ospiti sparsi (Enrico Intra, Bebo Ferra, Marco Brioschi) e un pugno di temi originali alternati a standard e canzoni. Scelte felici ("Parigi" di Paolo Conte) e inusuali (la "Mazurka "di Chopin), composizioni sorprendenti ("Francese") e un impeccabile medley in solo ("Someone To Watch Over Me/Over The Rainbow"), per una delle più piacevoli sorprese di quest'anno discografico. Consigliatissimo. (Danilo Di Termini)