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CADIRA - Mar CADIRA - Mar Hot

CADIRA - Mar

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Titolo
Mar
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Linee e profili melodici arditi, impalcature armoniche complesse, audaci intervalli, sorprendenti, illuminanti, funzionali alla trasmissione del racconto; la splendida, emozionante (dovremmo dire commovente) voce di Eugenia Amisano, bianca, medioevale, antica e moderna, cristallina e scura, dall'ampio registro, morbida e al contempo veemente; le corde di Paolo Traverso (chitarre, mandole, bouzuki) - anche filtrate, rielaborate, manipolate sapientemente e "artigianalmente" attraverso interessanti e sperimentali campionature - ; molteplici strumenti etnici (la nickelharpa di Alessandro Sacco, lo xaphoon, specie di flauto con l'ancia di un sassofono, oltre alle innumerevoli percussioni suonate dal virtuoso Marco Fadda) mai utilizzati in modo esotico, ma sempre indispensabili all'elaborazione di un ideale paesaggio sonoro, elemento costitutivo della narrazione; la costruzione anche artificiale di magiche consonanze armoniche degne di una concordanza barocca, o degli esperimenti di uno Steve Howe sulle corde della sua chitarra elettrica; ecco in sintesi i molti ingredienti di questo terzo superbo lavoro dei Cadira, decisamente più progressivo e sperimentale dei precedenti (anche per la pressochè totale originalità dell'intero progetto), pur a partire dall'impronta folklorica, quella della tradizione musicale iberica in tutte le sue sfumature storiche e culturali, che da sempre caratterizza la musica del raffinato duo genovese, composto (appunto) da Eugenia Amisano e Paolo Traverso. Un concept album dedicato al mare, luogo mitico, simbolico, rappresentazione della fuga, della rinascita, ma anche del limite invalicabile, voce eterna, testimone, tratto ambientale fondante che accompagna le vicende raccontate in questo piccolo grande "audiolibro", così definibile anche per la particolare veste grafica, con la quale viene presentato. In una società sfrangiata, atomizzata, e denarrata come la nostra, o a causa dei troppi stimoli dovuti ad un'ipermediazione che tutto rischia di appiattire, o perché (peggio) qualcuno si è premurato nel tempo di negare allegramente la storia, seppellendoci in un mare di volgari risate, impedendo di fatto la conservazione e perpetuazione di una coscienza collettiva, oltre che di un vero e proprio lungimirante immaginario comune, chi rilfette, la parte minoritaria della società che pensa, che si pone domande, cerca soluzioni al disagio creato da una crisi (economica, sociale, culturale) imposta dall'alto e dal moltiplicarsi delle solitudini in uno scenario di profonda e drammatica incomunicabilità sociale (perché siamo tutti in conflitto, tutti tristemente ridotti a concorrenti, oltre che persi nelle nostre insicurezze e paure), non può che passare dal racconto, dal ritessere le fila di un discorso, dalla riproposizione di una prospettiva, perché la storia, le storie, se ben interrogate (e qui il rischio di commettere errori è sempre altissimo) servono proprio ad indicare un cammino, un percorso, anche solo che ad individuare il punto da cui partire o meglio ripartire. Questo (secondo noi) il meritorio proposito dei Cadira, qui ben orchestrato e sensibilmente dispiegato attraverso una manciata di incantevoli e calibratissimi brani - sul piano musicale davvero frutto di una corale mediazione sonica -, che spesso custodiscono "lo sgurado di una giovane donna, che diventa tante donne: bambina, profuga, migrante, popolana, 'anima' in attesa sulla riva..."; e attraverso una lingua, il catalano, idioma d'origine di Eugenia Amisano, che qui si trasforma in una sorta di esperanto mediterraneo, levigato delle sue asprezze dall'onda lunga di un grande mare "chiuso", il nostro mare di mezzo, stoffa di congiunzione tra opposte rive in perpetuo scontro ed incontro. Un esempio sontuoso di moderna popular music, intrisa di tradizione (a questo punto estremamente personale, se non letteralmente inventata, nel senso di "originariamente" trovata), proprio perché indispensabile e necessario commento, d'altissima fattura, ai nostri tormentati giorni. Prezioso e discreto. (Marco Maiocco)

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CADIRA - Mar 2012-08-01 19:15:11 Alessandro
Giudizio complessivo 
 
8
Opinione inserita da Alessandro    01 Agosto, 2012

Atmosfere seducenti

Le musiche, i testi e la voce molto speciali, non per tutte le orecchie, creano atmosfere seducenti. Bravi.

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