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“Pezzi” renderà felice coloro che amano adagiarsi in questa sicurezza fatta di laconicità del canto (“Vai in Africa, Celestino!”), ballate piovose (“Gambadilegno a Parigi”), desolanti immagini italiane (“Tempo reale”) e meditazioni sullo scorrere del tempo (“Testa nel Secchio”). Altri parleranno di andamento stracco (“Passato remoto”) e situazioni risapute (“Parole a memoria”, significativa sin dal titolo). Se sono fan di Bob Dylan faranno poi notare che il correttore automatico trasforma De Gregori in De Gregari. (Antonio Vivaldi)