Questo splendido tributo al grande cantautore ligure è, come recita il sottotitolo, "in dialetto genovese". Con il giusto orgoglio, abbinato a serissima preparazione e competenza, il quintetto levantino riconsegna in modo unico alla tradizione popolare quattro canzoni scritte da De Andrè. Tradotte, esse suonano, ora, come Bocca de reuza, O testamento, E anciôe fan o ballon e O giudiçe. Si tratta di un mini-CD a dir poco emozionante e ben difficile da recensire. La voce – di Giuseppe Avanzino, accompagnato dagli amici Pierpaolo Ghirelli alle chitarre, Marco Raso alla fisarmonica, Michele Marino al contrabbasso e Marco Vaccarezza alle percussioni – ci regala tutto il calore di interpretazioni sofferte, con il supporto di una strumentazione quasi totalmente (e volutamente) acustica. Quella di questo omaggio è una registrazione "casalinga", come in onestà i Mandillä ammettono, ma comunque assai apprezzabile e molto ben fatta. Sappiamo, avendone incontrato il cantante, che i Mandillä hanno pronte – sempre di De Andrè e sempre tradotte – altre canzoni celebri, sottoposte alla medesima operazione e che saranno da loro eseguite dal vivo, per oltre un'ora di musica complessiva. Molto bella l'idea, molto belle le versioni, molto bello il CD. Sarebbe piaciuto, crediamo, anche al grande Fabrizio. (Davide Arecco)
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