BANJO CLAN - Blues And Soda Hot

Nuova fatica in studio per il Banjo Clan, storica e autorevole formazione genovese solo corde guidata dal banjoista Egidio Colombo, dedita da sempre alla riscoperta dello swing classico, quello delle string bands americane degli anni '20, '30 e '40. Una vera e propria missione per disseppellire da cumuli di terra obliosa la cosiddetta old time music, che fa da fondamento a molta della popular music che oggi ascoltiamo. Un'attività che negli ultimi anni, nonostante la molta strada già percorsa, si è fatta addirittura più intensa e serrata, con l'uscita a poca distanza di tre ottimi cd, l'impegno in molti concerti e la partecipazione a numerose e prestigiose rassegne dal vivo (a proposito: quest'estate saranno al Festival di Sarzana dedicato alle corde). In quest'ultimo album il gruppo - Egidio Colombo, tenor banjo; Paolo Cattoni, plectrum banjo; Roberto Colombo, chitarra solista; Frank Montano, banjo e chitarra ritmica; Marco Battelli, contrabbasso - si produce in un sentito e divertente omaggio al blues e alla sua storia. Non tutti i brani contenuti nel cd hanno la canonica forma del blues, ecco perché Blues and Soda, ma il colore armonico che fa da filo conduttore all'intero lavoro può senz'altro definirsi bluesy. Ed ecco che in un perfetto amalgama tra lo swing e una certa ruralità del primo blues, sull'onda di un gioioso e ritmato flatpicking, dal caratteristico andamento in due quarti, passano in rassegna celebri brani della tradizione jazzistica e afroamericana come Sweet Home Chicago di Robert Johnson; Canal Street Blues di King Oliver e Louis armstrong; Swingin' The Blues di Count Basie e Eddie Durham; Yellow Dog Blues di W.C. Handy (passato alla storia come "l'inventore del blues"); ma anche composizioni originali in stile quali Béigua Mountain Blues, Sweet Lou, o anche Henri Crolla; quest'ultimo componimento di Roberto Colombo dedicato alla figura dell'omonimo e misconosciuto chitarrista francese, che ha suonato con il grande Django Reinhardt, il primo "campione" del jazz europeo, espressione di una via non americana al jazz. Un corroborante tuffo nella memoria delle note afro-americane effettuato con consapevole leggerezza. (Marco Maiocco)