I cinque (+2) Hollowblue suonano quella musica che a volte si definisce rock per pura comodità d’esposizione: in realtà è canzone d’autore sbilenca, dentro porta distorsione e cabaret, melodia e disordine, Morricone e melodie pop, dolci scale di piano e atmosfere noir da tarda notte, ballate simili a carillon e (piccoli) esperimenti. Una formula composita e avvincente, canzoni arrangiate con gusto e fantasia (cello, piano, tromba) in un’alternanza pieno/vuoto di grande efficacia. I cinque (+2) Hollowblue sono italiani e la cosa, tecnicamente, non dovrebbe avere importanza. Ma, piccolo appunto, la scelta di cantare (bene) in inglese lascia un pochino d’amaro in bocca. Perché cantato in italiano questo disco, oltre che bello, avrebbe potuto essere speciale. Opinione personale, ovviamente. (Marco Sideri)
{mos_sb_discuss:11}