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Musica italiana Recensioni Italiani CADIRA - Aradas (Promo Music 2007)
 

CADIRA - Aradas (Promo Music 2007) Hot

 ImageSul sito dei Cadira viene riportato questo splendido commento del poeta Federico Garcia Lorca che Bob Dylan avrebbe certamente collocato in qualche abbaino lungo la sua via della desolazione e che invece il generale Franco decise di giustiziare impunemente. “Tra gli elementi vivi incontrati girando per la Spagna, due ne ho trovati che vivono un presente trepidante: le canzoni e i dolci. Mentre cattedrali e monumenti restano fissi, la canzone si evolve, salta come una rana e si porta dietro la viva luce delle ore antiche.” Parole illuminate e illuminanti che in sostanza definiscono la canzone popolare: nel migliore dei casi tesa a reinventare la tradizione, nel peggiore a conservarsi intatta ma sempre a partire da un’inevitabile selezione del patrimonio tradizionale, che di fatto continua a ricostituirsi. I Cadira, ovvero la splendida voce dell’italo-spagnola Eugenia Amisano e i molteplici strumenti a corda del genovese Paolo Traverso, tutto questo lo hanno capito da tempo.

 

Innamorati delle diverse forme ed espressioni musicali che nei secoli si sono intrecciate sul territorio iberico, vero e proprio crocevia di genti, popoli e religioni differenti, in questo secondo lavoro elaborano un proprio stile che cerca di offrire un quadro esauriente di questa caleidoscopica ricchezza, mai dimenticando il proprio punto di partenza e la più ampia appartenenza all’ormai codificato mondo delle “note mediterranee”. Aradas, in italiano arature, è quindi disco ricco e incantato che spazia dall’antico repertorio degli ebrei sefarditi all’eleganza delle canzoni delle corti cristiane, dalle arabeggianti melodie andaluse fino all’ancestrale e fiabesca potenza dei brani di estrazione galiziana e basca. Tutto in perfetto equilibrio tra formulaicità e libertà espressiva, puntuale sensibilità per le “ore antiche” e apertura alle più diverse contaminazioni. Il progetto vive di un’ assoluta compatezza e organicità in cui brillano gli arrangiamenti e le composizioni di Paolo Traverso, la coinvolgente, sorprendente voce di Eugenia Amisano - eccezionale per controllo ed espressività - e una rotonda presa del suono. Impreziosiscono la registrazione due mostri sacri del solismo ligure quali Mario Arcari ai flauti e all’oboe e Marco Fadda alle percussioni, la presenza del grande percussionista iraniano Mohssen Kasirossafar e la voce rauca e consapevole di Moni Ovadia impegnata in un paio di brani: prima in un duetto melismatico su un’antica nenia sefardita e poi nel recital di un poesia di Garcia Lorca. Ritracciare i percorsi musicali e culturali che hanno segnato i diversi passaggi storici – le arature appunto - è indispensabile per capire le complessità del passato e guardare meglio al futuro. I Cadira questo si prefiggono e la loro musica fornisce senz’altro quegli adeguati strumenti che troppo spesso vengono a mancare. (Marco Maiocco)

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