Voce e chitarra, ovvero il grado zero della musica; perlomeno di un certo tipo di musica che non ha bisogno di altri orpelli per raccontare le sue storie, o meglio le sue poesie. Paolo Saporiti (un passato e un futuro nei Don Quibòl, gruppo folk-rock milanese) ha deciso di ripartire proprio da lì, con un disco autunnale fin dal titolo (The restless fall, Canebagnato records, 12 euro), con dodici canzoni cantate in inglese (ma nella curatissima confezione non manca la traduzione dei testi) e l’aggiunta della chitarra elettrica suonata da Christian Alati nella bizzarra “Needles in my heart”.
La malinconia delle atmosfere (che a tratti fanno pensare all’immenso Nick Drake, il cantautore inglese scomparso nel 1974 dopo soli tre dischi), quasi rivendicata nelle note di copertina, non ha nulla di compiaciuto; e anzi, tutto il disco è pervaso da una solenne e consapevole serenità, di chi ormai è convinto della necessità di vivere tutte le stagioni e i sentimenti. E la musica che da essi scaturisce. (Danilo Di Termini)