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Miscellanea Articoli miscellanea Da Musica! di Repubblica del 31 Ottobre 2002
 

Da Musica! di Repubblica del 31 Ottobre 2002 Hot

Nick Hornby

Tifo Arsenal e amo Bacharach

Lo scrittore riflette sul suo mestiere di critico musicale fra passioni e contraddizioni “L’Inghilterra  senza idee. Eminem? Un pericolo solo per se  stesso” 

ImageGENOVA- Vivere la notorietà con la massima rilassatezza possibile. Nick Hornby, uno degli scrittori contemporanei più vicini allo status di rock star, pare riuscirci perfettamente. Gli si spiega che qualche giorno fa proprio su Musica! è stato citato un negozio di dischi che pare uscito dalle pagine di Alta Fedeltà e due ore dopo lo si trova a discorrere di un memorabile Sampdoria-Arsenal proprio con il gestore di quel negozio. Ed ecco che, come un una sorta di meta-romanzo, Alta Fedeltà sembra fondersi con Febbre a 90°. Dal parco del teatro Archivolto di Genova Hornby parla con molto humor (lo stesso dei suoi libri) del mestiere di scrittore e non si fa pregare quando deve raccontare la sua passione per la musica, da qualche tempo diventata “professione”: “Da quando lavoro come critico musicale per il New Yorker  ho cominciato ad organizzare i miei ascolti in modo diverso, più strutturato e ho scoperto punti di vista del tutto nuovi”. Hornby ha anche curato un’antologia di scritti sulla musica che in Italia esce con il titolo di Rock, pop, jazz e altro: “L’idea era quella di raccogliere i migliori esempi di critica musicale pubblicati nel corso del 2000. Pensavo fosse un semplice lavoro di selezione, ma mi sono trovato di fronte a una serie di difficoltà impreviste. Innanzitutto mi sono reso conto che il materiale migliore proveniva da giornalisti di una certa età piuttosto che da quelli sotto i trenta, proprio quando il rock o il rap sono generi giovanili per eccellenza.È una questione piuttosto spinosa su cui è difficile fornire un parere definitivo. Poi c’era il rischio di sbilanciarsi troppo sul versante americano. Anche per la stampa musicale gli Stati Uniti rappresentano un mercato enorme rispetto all’Inghilterra. Se, ad esempio, decidi di fare un giornale dedicato a un settore molto specifico come l’alta country, là puoi anche contare su almeno 250.000 lettori. Da noi per qualche ambito altrettanto di nicchia, arrivi al massimo a 25.000 e chiudi la rivista dopo tre numeri. Altro problema è stato quello dei soggetti trattati. A mio parere le musica inglese sta attraversando un periodo molto triste; non si ascolta quasi nulla di interessante e tutti sembrano interessati a fare soldi il più presto possibile. Per cui, a dispetto della mia buona volontà patriottica, nel libro si parla quasi solo di musica americana.”

ImageIn questa visione così cupa del rock britannico pochi sono i raggi di luce, fra cui, inevitabilmente, Badly Drawn Boy:” Ciò che in lui mi stupisce è il contrasto tra questa sua “pazzia” e la perfezione delle canzoni che scrive. Ogni volta che ne completava una per la colonna sonora di About a boy me la faceva ascoltare in anteprima perché gli fornissi il mio parere. Per me è stata una novità assoluta seguire passo passo la nascita di un disco.” A proposito del film About a boy  Hornby non si preoccupa molto delle libertà che gli sceneggiatori si sono concessi, ad esempio eliminando ogni riferimento alla figura di Kurt Cobain: “ Nel cinema odierno o scegli un’ambientazione contemporanea oppure devi tornare indietro di venti o trent’anni in modo da suscitare una qualche curiosità storica, tipo i pantaloni a zampa di elefante.Image Ma se decidi di descrivere, diciamo, il 1993, lo spettatore si ritrova spiazzato, magari non capisce perché i cellulari che vede sullo schermo siano così grossi.” Altro argomento sostanzioso è quello del rapporto con la musica di oggi:”Quando in agosto ho scritto quel pezzo a proposito del “linguaggio cifrato” delle Top Ten, avevo ascoltato per un mese intero canzoni che, in altri tempi, avrei tolto dal lettore di cd dopo 10 secondi. È stata una tortura. Qualcuno mi accusa di essere “passatista”, ma ritengo inequivocabile che nel 1971 il grande pubblico apprezzasse personaggi di ben altro spessore rispetto a P.Diddy quali Aretha Franklin e Marvin Gaye. Questo valeva solo per le classifiche degli album, quelle dei singoli sono sempre state piene di schifezze. Ma il fascino del pop sta anche nella sua imprevedibilità, nella possibilità di trovare in mezzo al ciarpame qualche gemma straordinariamente luminosa, se pensi solo alle composizione di Burt Bacharach”.A questo punto il discorso scivola sul caso Eminem:”Concordo pienamente con l’articolo di Eric Boelhert a proposito di Eminem e della sua riprovevole volgarità.

Come ho scritto nell’introduzione a Rock,pop,jazz e altro non credo alla musica “pericolosa”, preferisco considerarla come un aiuto e una consolazione. Nemmeno Elvis era davvero una minaccia per la morale americana, semmai un eccellente provocatore. Quanto a Eminem, lo ritengo pericoloso solo per se stesso. Più in generale, se penso ai giovani che oggi sono sensibili a questioni quali la globalizzazione e la guerra, mi pare siano supportati da musica adeguata. Perciò mi fa piacere scoprire che in Italia e in Francia esistono gruppi di musica rap e dance più direttamente legati a questioni politiche.” Infine un’ipotesi per una seconda raccolta di saggi:” Certo sarebbe interessante esaminare tutto quello che è stato detto dai musicisti a proposito dell’11 settembre e delle sue conseguenze. Potrò sembrare cinico, ma per la gran parte si tratta di frasi molto ridicole o molto pompose.” (Antonio Vivaldi)

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