Non ce ne vogliano il trombettista Paolo Fresu e il contrabbassista Furio Di Castri (segnaliamo gli strumenti perché non sono indicati nel cd e non tutti sono obbligati a conoscerli) se a caratterizzare il suono di P.A.F., gruppo che prende il nome dalle iniziali dei singoli membri, ci sembra più di ogni altra la presenza di Antonello Salis, pianista e fisarmonicista di indiscusso talento, mai assunto però a grande notorietà. Al di là dei cinque brani composti, il suo personalissimo stile e la sua divertita ironia pervadono l’intero “Morph”: da “Les contes d’Hoffmann” da Offenbach al cha cha cha tangato di “Chatango” di Fresu, dalla melanconica “Madrugada” di Di Castri alle splendida aperture di “Paftastique” o di “Nogales”. Se aggiungiamo lo straordinario affiatamento del trio, ecco un disco di jazz italiano di livello assoluto.
(Danilo Di Termini)