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Per il pianista Enrico Pieranunzi, Fellini ha restituito al cinema “il suo senso originario di movimento”; anche nel jazz si tratta di afferrare ed esprimere quel “movimento interno” ad ogni tema che permette di ricrearlo cangiante e misterioso ogni volta. Così sei composizioni di Nino Rota (“I vitelloni”, “Il bidone”, “Amarcord”, “La dolce vita”, “La strada”, “Le notti di Cabiria”) e “La città delle donne” di Bacalov rinascono a nuova vita jazzistica senza i rischi dell’oleografia o dell’inutile commemorazione. Alla riuscita del progetto contribuisce un gruppo di musicisti veramente da sogno: Chris Potter sassofoni, Kenny Wheeler tromba e flicorno, Charlie Haden contrabbasso e Paul Motian batteria. Onore al merito del produttore Ermanno Basso che è riuscito a coinvolgerli in un progetto che nel nome del grande cinema ci regala un disco di grande jazz.
(Danilo Di Termini)