Se il mondo si fosse improvvisamente congelato all’interno di un film di Woody Allen, per il nuovo lavoro di Colombo si potrebbe gridare al capolavoro. Sigaretta che rigorosamente pende dal labbro, brillantina, grande tecnica e grande cuore, trilli di clarinetto e ritmo swing che bacia gli anni venti e si dichiara figlio di Django Reinhardt. Ed è questo il punto cruciale dell’incisione: per Colombo e soci pare che non ci sia futuro oltre il grande chitarrista che così tanto influenzò generazioni di discepoli.
Eppure da quella stagione d’acqua sotto i ponti ne è scorsa parecchia e una moltitudine di stili jazz e di eccellenti chitarristi si sono succeduti inequivocabilmente. Quindi, se amate alla follia il periodo, Colombo vi entusiasmerà. Gli altri, forse lasceranno perdere, ma ne apprezzeranno l’impegno e la passione. (Massimo Villa)