Accendete il sole all’alba lungo il confine tra il Messico e gli Stati Uniti. Una lunga striscia di terra desertica lungo la quale far confluire un gruppo di musicisti dalle esperienze più disparate. Fateli precipitare dentro una linea sonora sospesa, incerta fra dilatazioni ritmiche che sfiorano l’apatia ed il sapore della “saudade” dei paesi del sudamerica.
Quindi dirigeteli fino al punto d’incontro tra un’ipotetica colonna sonora on the road che attraversa le lunghe highway americane e le suggestioni di una chitarra sognante alla John Fahey. Ecco allora che il genio di Bill Frisell riesce a sorprenderci con un progetto che amalgama straordinari protagonisti multi-etnici, fondendoli in un’armonia musicale che richiama tutto quello che di buono si può fare, usando solo la spontaneità e la freschezza. (Massimo Villa)