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All’inizio furono i Jazz Messengers di Art Blakey, poi il ‘Great Quintet’ di Davis, infine l’avventura dei Weather Report; in mezzo venticinque dischi da leader: ecco il percorso di uno dei più grandi sassofonisti e compositori di tutti i tempi (e di tutte le musiche). Eppure Wayne Shorter non possiede l’aura di un Jarrett o di un Fresu: questione di apparenza forse, che nell’epoca della comunicazione è più importante della sostanza. Resta il fatto che “Alegria”, progetto per quartetto e largo ensemble e primo disco interamente acustico dal 1967, è un piccolo capolavoro, fuori dai facili schemi del mainstream contemporaneo e da quelli di un’avanguardia spesso retro. Miles, nel 1965, gli diede un brano dicendo “Tieni mezza tacca, facci qualcosa”; Wayne ha aspettato 38 anni per tirarlo fuori dal cassetto: programmate 3 sul vostro lettore e buon ascolto.
(Danilo Di Termini)