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Fare parte dei Masada di John Zorn matura finalmente i suoi frutti in questa contaminazione eccezionale fra jazz ed avanguardia newyorkese, collocandosi fra le elucubrazioni elettriche alla Bill Frisell e le aperture ritmiche di Joey Baron, qui presente come protagonista. Douglas alterna furore rockeggiante a vibrati davisiani, avvolgendosi in iniezioni d’elettronica mai invadente e cullandosi in sensazioni più attutite e delicate, di precisa memoria zorniana. La chitarra di Marc Ribot sfodera una ferocia trattenuta più efficace che in altre sue apparizioni recenti e l’uso dei synth, al servizio di linee melodiche quasi sempre tumultuose, risulta in perfetta armonia con il resto della strumentazione. Tra i migliori lavori di Douglas, “Freak In” è la risposta del jazz al trascorrere del tempo.
(Massimo Villa)