Questo prezioso “Blue Africa” del talentuoso pianista friulano Claudio Cojaniz in collaborazione con l’ottimo contrabbassista Franco Feruglio, spesso e volentieri impegnato anche all’archetto, in questo modo sospeso (solo figuratamente, si intende) tra uno Slam Stewart e un Johnny Dyani, è uscito già da qualche mese, ma non è mai troppo tardi per parlare di buona musica. I detrattori di Cojaniz sosterranno che il suo modo di suonare non aggiunge molto a quella sottile (ma non troppo) linea estetica che congiunge il “geometrico” pianismo di Thelonious Monk a quello danzante del sudafricano Abdullah Ibrahim. E’ vero, Cojaniz si muove spesso e volentieri da quelle parti, soprattutto in questo lavoro (peraltro caratterizzato quasi interamente da eccellente musica originale), ma con un gusto, una sensibilità, una cultura musicale, e un’ispirata determinazione, che lasciano davvero il segno. Senza contare la sua personale vena compositiva, che sembra scorrere fluida e cristallina come le limpide acque di un torrente di montagna. E poi, sono davvero pochi i pianisti in circolazione capaci di far rivivere con questa classe, briosa consapevolezza, aggiunta ad un estremo rispetto, lo spirito dell’indimenticato “monaco”, che spesso viene reinterpretato o citato in modo più cerebrale, a partire (com’è ovviamente giusto) dalle sue profonde innovazioni musicali, ma con il rischio di perdere un po’ troppo di vista la sua giocosa e imprevedibile istrionicità. Anche alla luce di questa considerazione, crediamo che “Blue Africa” sia un disco per tutti (almeno lo speriamo), non solo per gli appassionati o conoscitori di jazz; un lavoro che può davvero avvicinare alle note afroamericane un più ampio numero di persone, tale l’andamento piacevole e rasserenante, con cui la sua saltellante musica si diffonde nello spazio. Un album che al contempo non perde in un solo istante del suo percorso la dovuta profondità, il proprio ancoraggio, esattamente come il baobab raffigurato in copertina, ad una storia e ad una cultura musicale che vive ed è vissuta sull’incontro con l’Africa. Un progetto, infine, che testimonia della qualità del jazz italiano, o di una sua parte, che nel più assoluto anonimato, o quasi, e con la dovuta discrezione, è in grado di realizzare piccoli capolavori come questo. (Marco Maiocco)
Jazz
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CLAUDIO COJANIZ/FRANCO FERUGLIO - Blue Africa
CLAUDIO COJANIZ/FRANCO FERUGLIO - Blue Africa
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Titolo
Blue Africa
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opinioni autore
CLAUDIO COJANIZ/FRANCO FERUGLIO - Blue Africa
2013-09-26 19:31:51
Marco Maiocco
Opinione inserita da Marco Maiocco 26 Settembre, 2013
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