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Jazz Recensioni DUKE ELLINGTON & JOHN COLTRANE – Ellington & Coltrane
 

DUKE ELLINGTON & JOHN COLTRANE – Ellington & Coltrane DUKE ELLINGTON & JOHN COLTRANE – Ellington & Coltrane Hot

DUKE ELLINGTON & JOHN COLTRANE – Ellington & Coltrane

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Titolo
Ellington & Coltrane
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L'etichetta spagnola, dal caratteristico logo regale, da tempo impegnata nella ristampa in cd di classici del jazz, passati alla storia, sulla scorta anche del riportato (in queste pubblicazioni) giudizio critico delle migliori riviste specializzate, come tra i più significativi capolavori delle note afroamericane, ripubblica l'epocale ed unico incontro tra Duke Ellington e John Coltrane, avvenuto negli studi di Englewood Cliffs nel New Jersey per la Impulse diretta da Bob Thiele il 26 settembre del 1962. Bob Thiele, per inciso, è lo stesso che qualche anno più avanti, nei primi anni '70, produrrà con un altra etichetta da lui fondata (l'indipendente Flying Dutchman) la nuova, energica ed impegnata soul poetry music dello "scriba" e cantante nativo di Chicago Gil Scott Heron, che proprio allo scomparso (da poco allora) John Coltrane guardava come ad un imprescindibile esempio da non dimenticare. Ne parliamo, perchè a proposito di Heron è di recente uscito un interessante triplo cd antologico, tutto da ascoltare, dedicato effettivamente agli effervescenti master da lui realizzati in quegli anni con quella storica "ribelle" etichetta newyorkese. Ma tornando doverosamente ad Ellington e Coltrane, è proprio di una sorta di trasmissione di consegne che si può parlare a proposito della loro unica collaborazione. Un passaggio del testimone, tra il decano del jazz, il "duca" di Washington, e quella che stava diventando la voce più importante della nuova generazione, che di lì a poco con il suo quartetto avrebbe pubblicato immortali capolavori come "Crescent" e "A love Supreme" (per citarne solo un paio), trovando così una definitiva consacrazione, ancora di là da venire nonostante la già stupefacente (fino a lì) vicenda artistica. Coltrane si presentava, infatti, volente o nolente, come il più importante rappresentante di una impetuosa ondata di giovani musicisti, tutta intenta in quel momento a costituire i canoni di una nuova musica creativa, rivoluzionaria sul piano timbrico, armonico, dinamico, improvvisativo, e quant'altro. Ellington, quindi, per certi versi rimasto ancorato ad antiche formule (ma fino a un certo punto: la sua musica rimarrà sempre un punto di riferimento), per altro sempre un pò in "background" in questa registrazione, ne fatica a seguire al pianoforte le iperboliche evoluzioni, la velocità frastica, le luminescenti cascate di note, gli azzardi armonici; ma non gli importa, perchè il suo proposito, saggiamente e altruisticamente, sembra essere proprio quello di mettersi in ascolto, dare spazio all'innovazione, al futuro della propria musica e cultura, fornire l'adatto fondale sonoro sul quale il grande sassofonista possa esprimersi. Coltrane, dal canto suo, decide di non forzare, non spezzare il filo conduttore che lo lega al linguaggio ellingtoniano, trattando con un ammirevole profondo rispetto - quasi timoroso di sbagliare l'esecuzione o non centrare perfettamente l'interpretazione - il materiale compositivo del geniale band leader e compositore. Perchè in effetti sono tutte composizioni di Ellington quelle che passano fin troppo velocemente in rassegna, anche meno note di tante altre, a parte la sempreverde "In A Sentimental Mood", qui trattata con straordinaria semplicità e maestria, con Ellington che sembra quasi John Lewis per discrezione e sensibilità. Li accompagnano, alternandosi, per meglio coagulare e fondere i due (solo apparentemente) non così complementari approcci musicali, le rispettive sezioni ritmiche: i compassati Aaron Bell al contrabbasso e Sam Woodyard alla batteria per quanto riguarda Ellington, e i vulcanici Jimmy Garrison ed Elvin Jones ai medesimi rispettivi strumenti per quanto concerne Coltrane. Un documento sonoro fortunatamente di nuovo in circolazione, arricchito da una serie di bonus tracks, con protagonista John Coltrane, sempre alle prese con il repertorio ellingtoniano, catturato in diverse sessions risalenti al biennio '57-'58. Prezioso. (Marco Maiocco)

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