Comincia molto frisellianamente quest'ultima opera di Marco Tamburini, con gli archi del Vertere String Quartet a disegnare quei piani sonori spaesanti alla Jenny Sheinman, la virtuosa violinista che collabora da tempo con Bill Frisell in molteplici progetti e situazioni, tra cui il cameristico "858 Quartet". La tromba di Marco Tamburini vi si adagia con naturalezza, spesso splendidamente filtrata, secondo il dettame di profonde reminescenze davisiane. Completano il quadro d'insieme l'intrigante tessuto ritmico, costruito abilmente Da Stefano Paolini alla batteria e ai marchingegni elettronici, e il luminoso pianismo di Stefano Onorati. Ecco la fotografia di un contemporaneo immaginario, come recita il titolo dell'album, perché fondato sulla contemporaneità della perfomance musicale e sulla figurazione di un ideale paesaggio sonoro, che fortunatamente abita la fervida immaginazione di Tamburini. Una fantasia in musica che mette in comunicazione jazz acustico ed elettrico, spezie orientali, sperimentazione elettronica e gusto per la composizione. Sono, infatti, prevalentemente a firma di Tamburini e dell'ottimo Stefano Onorati (che insieme a Paolini formano l'affiatato terzetto Three Lower Colors) i dieci interessanti e piacevoli episodi del cd. Un ispirato esempio di jazz italiano, idioma composito che raccoglie l'intera lezione del linguaggio afroamericano, le inevitabili influenze della musica "colta", e la propulsione dirompente e sperimentale della popular music. (Marco Maiocco)
Jazz
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MARCO TAMBURINI/THREE LOWER COLORS & VERTERE STRING QUARTET - Contemporaneo immaginario
MARCO TAMBURINI/THREE LOWER COLORS & VERTERE STRING QUARTET - Contemporaneo immaginario
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Contemporaneo immaginario
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