Dopo la partecipazione al quartetto 'europeo' di Keith Jarrett negli anni '70, Jan Garbarek ha goduto di grande popolarità anche e soprattutto al di fuori della cerchia degli appassionati tra il 1992 e il 1993, con l''affascinante etno-jazz di “Twelve moons” e il medievale “Officium”. Dopo alcune prove diseguali ora ritorna con un disco, la cui titolarità è della percussionista di origine polacca, a cui è legato da un lungo sodalizio artistico. Ventuno frammenti (da 54 secondi a 4 minuti) in cui il musicista norvegese suona il sax soprano ricurvo, il tenore e il flauto in due degli episodi più riusciti (“Spirit Of Air” e “Spirit Of Sun”) mentre la Mazur espone un campionario di cento percussioni, spesso in completa solitudine. Tra Africa e Nord Europa, con tutta la bellezza e la difficoltà del caso. (Danilo Di Termini)
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