Il nuovo disco del sassofonista Chris Potter (uscito in contemporanea con il molto meno interessante “Song For Anyone” per “tentetto jazz da camera”) è un live inciso al Village Vanguard con un quartetto senza basso, come il precedente “Underground”, del quale conferma Craig Taborn al piano Fender, Nate Smith alla batteria, sostituendo la chitarra di Wayne Krantz con quella di un ottimo Adam Rogers. Senza molti giri di parole diciamo subito che siamo di fronte ad uno dei più convincenti dischi del 2007, con un Potter al tenore (e in “Togo” e nella suadente “Zea” al clarinetto basso) che ha pochi rivali per varietà e complessità di fraseggio sia nei brani più funky che nelle ballad. Tra “Bitches brew” e Crusaders, come ha scritto John Fordham sul “Guardian”, ma solidamente proiettato nel futuro. (Danilo Di Termini)
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