Inciso, splendidamente, nell’oratorio di santa Cecilia a Perugia nell’aprile 2002, il nuovo cd di uno dei nostri più bravi e appartati pianisti è l’ideale prosecuzione del precedente “Racconti mediterranei”, da cui provengono anche quattro dei sette brani presenti nel disco.
Come allora un trio senza batteria (una regola per l’Egea) con i sassofoni di Rosario Giuliani e il contrabbasso di Marc Johnson, ma con l’aggiunta di un quartetto d’archi (da Bill Evans a Michel Petrucciani, una tappa pressoché obbligatoria per un pianista) che trasporta la musica in una dimensione cameristica, melanconica e affascinante come raramente è capitato di ascoltare. Ed è difficile sottrarsi alla tentazione di immaginarsi protagonisti di un film di Lelouch o Sautet mentre scorrono le note di uno dei dischi più inconsueti e interessanti dell’anno. (Danilo Di Termini)