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Tutti i brani sono contrassegnati dal misticismo un po’ ridondante del neofita e i punti cardine della dottrina cristiana sono vissuti e trattati con grande enfasi. Sia chiaro, “Slow Train Coming” è un album pieno di spunti pregevoli. Il suono, grazie all'ottima chitarra di Mark Knopfler dei Dire Straits, è nitido e avvolgente. Canzoni come la quasi soul “Gotta Serve Somebody”, “I Believe In You” e l’intensa “When He Returns” sono assolutamente godibili. Ma analizzando alcuni testi, in particolare “God Gives The Names To All The Animals”, si percepisce la deriva verso un afflato mistico che sfiora il fanatismo. Sono piccoli segnali di malessere, indicatori di una crisi creativa che si manifesterà con nefasta chiarezza negli album successivi: “Saved” e “Shot Of Love”. Due tra le pagine più imbarazzanti della vicenda artistica straordinaria, per molti aspetti ineguagliabile, di Bob Dylan. (Ida Tiberio)