I Fairport Convention piacevano per le chitarre elettriche, la Incredible String Band per l’evidente “apporto” psichedelico. Più difficile da spiegare che cosa rendesse i Pentangle così attraenti agli occhi dei rockisti di fine anni ’60. Fra i tre grandi nomi del cosiddetto folk-rock britannico (gli Steeleye Span sarebbero arrivati dopo) il quintetto guidato da Bert Jansch e John Renbourn era quello che proponeva l’approccio più quieto e, in un certo senso, più intellettuale: repertorio che in parte attingeva alla tradizione popolare, suoni quasi del tutto acustici, sottile gioco di chitarre venato di blues, una sezione ritmica (Danny Thompson e Terry Cox)che attingeva al jazz più forbito e una cantante dalla voce limpida e bellissima (Jacqui McShee) ma dall’approccio quasi timido. Eppure “Basket Of Light”, terzo titolo della loro discografia, arrivò al n. 5 nella classifica britannica e il singolo “Light Flight” venne scelto come tema conduttore per il primo sceneggiato televisivo a colori trasmesso dalla BBC (formidabili quegli anni, eh?). Dei Pentangle affascinava probabilmente la fluida serenità di suoni e situazioni, il senso di protezione che essi comunicavano proprio in coincidenza con l’ascesa al potere del duro e stordente rock zeppeliniano. “Basket Of Light” ricevette all’epoca qualche improbabile accusa di commercialità, ma è oggi ritenuto l’episodio meglio strutturato della loro discografia grazie alle pirotecnie vocali di “Train Song”, al cupo medievalismo di “Lyke Wake Dirge” e a quell’autentica sala degli arazzi che è “Hunting Song”. Ancor più memorabile la sommessa e malinconica poesia di “Once I Had A Sweetheart” che Jacqui McShee canta come se qualcuno le avesse davvero spezzato il cuore. (Antonio Vivaldi)