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Il gruppo incontra da subito compagni di strada di prim’ordine: tra i primi produttori fanno bella mostra di sé i nomi di Andy Gill (Gang Of Four) e George Clinton (padrino del funky cosmico di Parliament e Funkadelic). Il cammino dei quattro però incontra la tragedia e il chitarrista Hillel Slovak muore precipitando i tre sopravvissuti in una crisi potenzialmente fatale. Con l’amico scomparso nel cuore, si decide invece di ripartire e John Frusciante fa il suo ingresso nella band. Il risultato è “Mother’s Milk”, a tutt’oggi il disco più personale e dirompente targato RHCP. Frammenti punk schiaffati su ritmiche nere e martellanti, la voce come un giocattolo a molla che aggredisce le melodie; un senso costante di gioco e spessore che si perfeziona in attacchi frantali come “Magic Johnson” “Higher Ground” e “Punk Rock Classic”. Il successo mastodontico è dietro l’angolo ed arriverà con “Blood Sugar Sex Magik” ma tutto, o quasi, comincia qui. (Marco Sideri)