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Le sedici canzoni, ma quattro sono intermezzi, disegnano intorno alla voce del protagonista scenari d’organo e chitarra provenienti dalla grande tradizione soul piegati per l’occasione al piglio tipicamente britannico di Paul. Un incedere insieme sensuale e compito, figlio di mille passioni passate e riflessioni presenti. Il disco, contrariamente alle abitudini di questo spazio, potrebbe anche non essere considerato una pietra miliare o un punto di svolta per generi o mode (come furono, in modo diverso, Jam e Style Council); di certo, però, restituisce l’immagine di un grandissimo cantautore libero dai fantasmi del passato e capace di esprimersi al meglio con una formula semplice ed efficace: melodie e parole fuori dall’ordinario ammantate da un velo di normalità. Un solido disco rock che, con gli ascolti e con la “confidenza”, cresce e rivela le sue mille facce. Un tesoro nascosto. (Marco Sideri)