BYRDS - Mr. Tambourine Man ( Columbia 1965) Hot

 Chiunque abbia subito il fascino del clima libertario, utopico e trasognato dell’America degli anni sessanta, sa che i Byrds sono un gruppo  imprescindibile, forse una della icone artistiche più  significative di un’ epoca ormai avvolta nel mito. Nella band sono transitate, tra alterne vicende, alcune delle menti più brillanti del panorama musicale della west coast e non c’è modo di pensare ad un periodo così ricco di fermenti artistici e sociali senza che la musica dei Byrds si imponga, magari inconsciamente, come una colonna sonora ideale. Difficile individuare una “gerarchia” nella loro produzione discografica, ma certo Mr. Tambourine Man è un album d’esordio folgorante e, per molti aspetti, epocale. L’incontro tra folk, canzone d’autore e pop elettrico qui assurge quasi a ”genere”. Dalle mani sapienti e dalla creatività anarcoide di Gene Clark, David Crosby, Jim McGuinn e Chris Hillman  prende forma quello che verrà comunemente definito folk-rock: le chitarre elettriche (in particolare la morbida dodici corde Rickenbaker) e le magnifiche armonie vocali della band sono destinate a fare scuola. Canzoni come Feel A Whole Lot Better e It’s No Use conquistano migliaia di giovani; le cover elettriche e innovative di Mr Tambourine Man (realizzata come brano singolo un anno prima dell’album), All I Really Want To Do, Spanish Harlem Incident  e Chimes of Freedom amplificano la fama del loro autore, Bob Dylan. Di lì a poco, la California avrebbe vissuto la sua esaltante stagione di libertà e trasgressione. Il movimento hippy e le istanze pacifiste avrebbero travolto come un’onda anomala le coscienze di un’intera generazione. E i Byrds ancora lì, pronti e imboccare strade sonore nuove e variopinte. (Ida Tiberio)