Questa settimana “L’angolo del collezionista” si espande. Sarebbe riduttivo segnalare London Calling come un disco di culto, una chicca impolverata da riscoprire, un oggetto misterioso. London Calling è un disco monumentale, bellissimo, suonato da uno dei gruppi più influenti/importanti/veri di ogni tempo: i Clash. Tra i primi a interpretare la rivoluzione punk in modo personale con The Clash nel 1977, i quattro Clash hanno involontariamente brevettato un misto di aggressività, melodia, politica, rabbia e estetica che anche a venticinque anni di distanza continua ad essere metro di paragone e fonte d’ispirazione per innumerevoli gruppi. London Calling, uscito come doppio vinile nel 1979, arriva a metà della loro attività, subito dopo l’esplosione di elettricità che furono i primi due dischi. Dentro ci trovate di tutto: punk, reggae, America meridionale, grigia Inghilterra, trombe e ritmi serrati. Non incontrerete un passaggio noioso, un’idea ripetuta, solo musica magica perché trascinante e consapevole.
Qualche tempo fa un prestigioso (!) mensile musicale inglese si ripropose di individuare il disco più influente e rappresentativo di tutti gli anni ’80. In mezzo agli Smiths, agli U2 e a decine di altri lavori memorabili, si ritenne necessario barare sull’età ed assegnare il titolo proprio a London Calling, tanta la sua forza e la sua varietà. Alla fine di dicembre Joe Strummer, chitarrista e cantante della band, si è spento a cinquant’anni. Questo ed altro ancora è quello che ci ha lasciato; non prestare orecchio è farsi uno sgarbo, perdere musica che non morirà mai. (Marco Sideri)