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I nostri preferiti Rock PRINCE - Purple Rain (Warner 1984)
 

PRINCE - Purple Rain (Warner 1984) Hot

ImageBizzarra parabola quella di Roger Nelson da Minneapolis in arte Prince: alternativa sexy-diabolica al candido e predestinato Michael Jackson, mentre quest’ultimo iniziava una folle discesa all’inferno, lui sceglieva di scomparire dietro un simbolo (The artist formerly known as Prince), nell’incapacità di controllare la sua torrenziale e oscillante vena creativa. Erede post-moderno del lato ribelle e provocatorio del funky (più James Brown che Stevie Wonder, pur condividendo con quest’ultimo la capacità di suonare tutti gli strumenti), l’unico artista nero in grado di coniugare perfettamente il passato della black music con il futuro techno, dopo i primi due interlocutori album, realizza un trittico (“Dirty Mind”, “Controversy”, “1999”) che lo identifica come un’icona ambigua e scandalosa, autore di canzoni oscene spesso vietate in radio per i contenuti troppo espliciti e libidinosi.
Nell’anno in cui regala "I feel for you” a Chaka Khan, arriva la consacrazione con “Purple rain”, colonna sonora dell’omonimo e giustamente dimenticato film, disco che resta 24 settimane al numero uno negli States e vende oltre dieci milioni di copie. Nove i brani: l’esasperato rock and roll di “Let's go crazy”, la struggente “The beautiful ones”, l’indimenticabile riff di “When doves cry”, l’insistente “Baby i'm a star” e, in chiusura, gli straordinari otto minuti e quarantuno di “Purple rain”, ipnotico omaggio al mito di Hendrix, un crescendo drammatico ed estenuante tra psichedelia-soul e tragico gospel che trova la quiete nei due minuti dell’inquietante carillon finale. (Danilo Di Termini)

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