Stampa
PDF
 
I nostri preferiti Rock EMMYLOU HARRIS – Elite Hotel (Reprise 1975)
 

EMMYLOU HARRIS – Elite Hotel (Reprise 1975) Hot

ImageNon contiene canzoni commoventi come “Boulder to Birmingham” (sul precedente “Pieces of the Sky”) o “Pancho & Lefty” (sul successivo “Luxury Liner”), tuttavia “Elite Hotel” è l’album meglio strutturato della carriera di Emmylou Harris. Bella (nell’aspetto) e impossibile (nell’abbigliamento), la cantante dell’Alabama è, nel 1975, ancora sotto l’influsso artistico e spirituale di Gram Parsons, il grande innovatore della musica country da lei accompagnato e sostenuto negli ultimi passi di una carriera prematuramente interrotta.
Nei due anni trascorsi dalla morte di Parsons, la Harris ha reso ancora più cristallino il proprio canto e si è circondata di musicisti di grande esperienza (la cosiddetta Hot Band che comprende Glen D. Hardin e il celebre chitarrista James Burton, entrambi già accompagnatori di Elvis Presley). E’ anche grazie a loro (e al produttore Brian Ahern) che brani honky-tonk come “Amarillo” o “Feelin’ Single-Seein’ Double”, per quanto eseguiti senza sbavature, si muovono ad andatura sin troppo vorticosa per i canoni del country classico. Discorso diverso per gli episodi lenti, come “Together Again” o “Sweet Dreams”, ripuliti dalle loro ovvietà romantiche proprio grazie alla limpidezza del canto. Infine è questo l’album dove più affascinanti sono le reinterpretazioni di brani provenienti dal canzoniere di Parsons, in particolare “Sin City” e “Wheels” (quest’ultima eseguita in duetto con Jonathan Edwards). Se il resto del repertorio è ad alto livello, qui c’è qualcosa in più quantomeno a livello emozionale. Forse perché il dolore per la perdita del “grievous angel” era ancora forte. (Antonio Vivaldi)

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Giudizio complessivo*
Commenti
    Per favore inserisci il codice di sicurezza.
 
 
Powered by JReviews

Login