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Il singolo “Alright”, dall’omonimo album di debutto, conquistò alla velocità della luce radio e piste da ballo; lo scherzo ed il gioco rientravano prepotenti nel linguaggio del pop dopo tempi di sofferta serietà. Inoltre, i tre Supergrass avevano senza dubbio il “physique du rôle” per completare l’offerta: capeggiati dal cantante e chitarrista Gaz Coombes, sembravano usciti da un fumetto, ipercinetici, folcloristici, elettrici. Fu dunque una sorpresa ritrovarli all’appuntamento con il secondo disco: erano senza dubbio “gli stessi”, ma alla spensierata irruenza dell’esordio si era sostituita una musicalità più ricercata che, miracoli della musica, conservava la carica esplosiva del passato. “In It For The Money” (fin dal titolo, che cita esplicitamente Frank Zappa) riempie gli schizzi pop e i ritornelli di trovate oblique e sorprendenti. L’organo e qualche bava di sintetizzatore abbelliscono le melodie; spuntano, vicino alle canzoni pop da tre minuti, ballate intense e spiazzanti; il suono si fa profondo e avvolgente. E così, pur lontana dal successo esplosivo del primo album, questa seconda prova rimane, a otto anni di distanza, uno dei capitoli più vivi del pop obliquo del decennio appena trascorso. (Marco Sideri)