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I primi quattro brani sono a firma Contortions: ritmo veloce sostenuto da un basso funk, intrusione rumorista del sassofono e poi entrata in scena dell'inaudita voce di James Chance. In tanti fino ad allora avevano cantato rock con rabbia, ma nessuno con questa efferatezza e questa lucida follia. I Contortions si congedano con un'ottima e stravolta cover di James Brown e passano il testimone ai Teenage Jesus & the Jerks: i loro brani sono cantilene che ad un certo punto sembrano sussultare, accelerare e poi, invece che esplodere, si quietano e tornano al lamento agonizzante di prima. I Mars iniziano con la stupenda "Helen Fordsdale" e proseguono con altre tre canzoni piene di improvvisazioni noise e cantati che si fanno grida lontane e inintelligibili. I D.N.A. chiudono l’opera con brani che a differenza dei loro compagni di viaggio presentano le sperimentazioni elettroniche di Robin Crutchfield, accompagnate da Ikue Mori e la tagliente chitarra di Arto Lindsay. Il disco, finalmente ristampato, è prodotto da Brian Eno che consegna alla storia uno dei grandi, irripetibili capolavori della musica rock contemporanea. (Andrea Tassistro)